L’hotel dista poco più di dieci minuti. Attraverso parte della periferia di Krefeld e mi convinco sempre di più che il posto è piuttosto malfamato. Sporco ovunque, aiuole non curate, marciapiedi sconnessi, insomma siamo in una altra Germania, quella che non avrei immaginato esistesse. Con sollievo l’hotel è fuori Krefeld, i man mano che esco dalla città mi sento sempre più sollevato. Faccio fatica a trovare l’hotel, che è inserito in un grosso contesto dedicato ad un parco naturale, con traverse che si chiamano tutte allo stesso modo. Chiedo informazioni ad una coppia che passava a piedi con il cane e finalmente lo trovo. L’hotel p discreto, un tre stelle in classico stile internazionale. Nulla di particolare, molto simile all’hotel di Hessen.
HAPPY GARDEN
Arrivo all’happy gardem in 20-25 minuti circa, e finalmente l’inferiata di ferro mi conferma di essere nuovamente arrivato in un Saunaclub. Dopo le due esperienze di stamani sono sollevato nell’animo. Parcheggio, suono e vengo accolto da una signora che non parla inglese ma mi fornisce subito un accappatoio, le ciabatte e mi prende le chiavi dell’armadietto, facendomi fare un giretto panoramico del locale. Lo classificherei tra i locali medi, dove il piccolo lo riserverei per ora al Bernd’s visitato ieri. Sulla destra dell’ingresso ci sono le scale che portano alle camere del piano inferiore e una porta che conduce al locale bar, non molto grande, con un bancone per una decina di persone posto lungo un corrodoio, dove è difficile passare quando c’è molta gente, In fondo al bancone il locale si amplia per far posto ad alcuni divanetti. Alla sinistra dell’ingresso ci sono invece gli spogliatoi, quindi, proseguendo, le docce ed un altro locale, più ampio e su due livelli, con altri divanetti, il bancone del bufet (per ora vuoto!) e un maxi-schermo sul quale proiettano costantemente un canale sportivo. Tutte le ragazze sono in bikini, qualcuna veste un corpetto. Non dovrebbero approcciare i clienti, ma in realtà capita spesso che lo facciano, complice anche in questo locale gli spazi stretti quando c’è molta gente.
I locali al chiuso sono quindi limitati, anche se confortevoli. Nel periodo estivo c’è però un bel giardino esterno con piscina e altri posti a sedere. Di sera si illumina rendendo il tutto molto carino. Il livello del locale, come finiture, lo definirei tuttavia medio. Sono circa le 16 quando approccio KATIA, bulgara, mora, una seconda di seno, sui 25 anni. Parla qualche parola di italiano, e ci si intede benissimo. Passiamo in camera, dove è piuttosto partecipe. Bacia, mi concede un dating veramente prolungato, al termine del quale, eccitato, prendo il cappuccio e lo indosso da solo, per poi montarle sopra prima alla missionaria, poi in altre posizioni. Lei partecipa, e con immensa soddisfazione timbro il primo cartellino del locale. Purtroppo non immaginavo che anche qui i missili sono in agguato. Passa infatti un quarto d’ora e mi approccia MAGDA (MADDALENA), polacca, bionda, una terza di seno, non altissima. Già al bancone avevo il sentore che non ci fosse feeling, mi sembrava troppo distaccata. “Ma è polacca”, penso, non può tradire la fama delle ragazze polacche, che finora, insieme alla russe, mi hanno sempre dato grandi soddisfazioni .
E così mi convinco di andare in camera. Un disastro ! A parte il fatto che era passato solo un quarto d’ora dal mio ultimo cartellino, il terzo della giornata, lei non fa assolutamente nulla per rendere la situazione coinvolgente. Se ne sta immobile distesa sul letto mentre io inizio a baciarla, quando provo a passare alle parti basse accetta ma senza il minimo di partecipazione. Poi prende lei l’iniziativa ma prima di usare la bocca prende il fazzoletto e mi pulisce come se avessi del catrame appiccicato sulla testolina del fratellino. Gli faccio capire che mi sta facendo male e per tutta risposta lei afferma che deve pulirlo. Ma vai a quel paese, penso, ho già fatto quattro docce oggi, l’ultima non più tardi di 10 minuti fa. Poi inizia un lavoretto con la massima svogliataggine, nota un neo e mi chiede cos’è. “Un neo….non è mica una pustola piena di pus”, penso. Ma niente da fare, di continuare il lavoretto di bocca nemmeno se ne parla. Lo prende in mano e tenta di farlo resuscitare con un lavoro di manovella piuttosto energico. Il compagno di avventure, già provato dagli straordinari a cui lo sto sottoponendo, pretende per lo meno un po’ di gentilezza e di atmosfera per alzare la testolina, quindi non posso dargli addosse se è rimasto accucciato nei suoi alloggi. Stizzito gli dico di smetterla, mi sono proprio rotto le scatole. Gli do i suoi 50 euro, tanto non ho voglia di fare casini, saluto con un sorriso e a mai più rivederci.
A questo punto ero sicuramente poco motivato a proseguire la mia permanenza all’happy garten, il buon umore era completamente sparito. Ma avevo fame, una fame delle miseria, visto che a pranzo non avevo mangiato nulla. E qui il buffet era completamente vuoto. “Ma a che ora si mangia qui ?” chiedo. Mi viene detto che portaranno da mangiare alle otto di sera. Mannaggia, devo aspettare due ore. Che faccio ? Ritorno al Villa Vertigo, che è a 6 chilometri da qui ? Tutto sommato mi rompeva buttare via i 50 dell’ingresso, e cos’ mi sono messo ad osservare le ragazze. Non avevo voglia di fare una sauna, anche perché si trova nella sala sopra il buffet, con i vetri che danno sui divanetti e quindi in piena mostra. Il tempo passa velocemente, e finalmente arriva il buffet serale. Carne di pollo, spaghetti alla bolognese, patate, budino e fragole. Niente male. Peccato per l’attesa. Mangio di gusto, quindi, dopo una mezz’oretta di riposo, mi rimetto in caccia. La musica viene alzata di volume, sembra ora di stare in discoteca, cos’ come al Golden Time. In effetti i locali sono molto simili, da questo punto di vista, diventano molto affollati nelle ore serali, con musica molto alta, calca, e pochi spazi per stare tranquilli. Dipende ovviamente dai gusti, può piacere o meno.
Qui, a differenza del Golden Time, ho trovato la temperatura esterna più gradevole, le porte erano aperte e nei locali al chiuso non si respirava fumi. Mi era infatti scordato di dirvi che al Golden Time, oltre una certa ora, entrare nel locale bar significa entrare in una cappa di fumo. A me personalmente il fumo da noia, per voi potrebbe non essere un problema. Ma non vi ho ancora parlato del parco ragazze. Beh, il concetto è quello del Golden Time, la scelta è di alta qualità, molte ragazze molto belle, pochissime sotto il 7, la maggior parte 7 o 8, con un paio di 9. Una in particolare, bionda con un corpetto rosso, mi intrigava particolarmente. Si sa che le supermodel spesso nascondono dei missili, ma decido comunque di provare l’aproccio. Iniziamo a chiacchierare, ma non regge la conversazione. Si fa offrire un cocktail (4 euro), ma sono sempre e solo io a fare domande, lei non partecipa. Forse è fatta così, perché ho notato che non conversava neppure con gli altri uomoni, o forse non c’era semplicemente feeling. Non avevo voglio di rischiare un altro missile, ed ho lasciato perdere. Non saprò mai se mi sono perso una gran mezz’ora con la più bella del locale o se avevo appena evitato una grande fregatura. Incrocio MARIA, appoggiata su uno sgabello, che scambio per Russa. In realtà è bulgara, bionda, anzianotta, diciamo sotto la quarantina. La cosa mi stuzzica, non l’ho mai fatto con una di questa età e il mio radar mi dice che l’esperienza potrebbe essere coinvolgente. E così è, in effetti. Lei bacia appassionatamente, si fa baciare dovunque e partecipa alla grande, le danze iniziano con movimenti molto lenti, per poi accelerare pian piano, in diverse posizioni, fino al gran finale. Ottima mezz’ora e forse oltre. 50 euro e grazie. Doccetta e riposo sui divanetti.
Accanto a me una brasiliana che non parla né tedeco né inglese, e quindisi trova un po’ spaesata. Non ricordo il nome, purtroppo, ma ha un gran bel fisico, seno purtroppo rifatto (a me piacciono quelli naturali). Lei mi stuzzica, ma gli spiego che sono appena uscito dalla camera. Comprensiva non mi molla e continua a chiacchierare. Passa così circa mezz’ora, finchè lei si fa più intraprendente, facendomi capire che le brasiliane a letto sono molto calde. Che dire, sono stremato, ma l’ultimo colpo della serata non si rifiuta. E così ci spostiamo in una camera in una chalet fuori in giardino. Mi ero infatti scordato di dirve che il giardino è contornato di piccoli chalet, utilizzati quando le camere all’interno sono tutte occupate. Lei è scatenata e caldissima. Mi salta addosso, mi acciuffa dovunque, mi bacia, prende subito di mira il giocattolino con un lavoretto niente male anche se per me troppo vigoroso. Ma so contraccambiare con la stessa moneta. La prendo di peso e la ribalto, gli salto addosso e passo alle parti basse. Lei gradisce ed è molto attiva e partecipe. Non resisto, prendo il cappuccio, lo indosso e la penetro alla missionaria. Non riesco a capire il motivo, ma il mio michetto tra le gambe ha risposto con una imprevedibile prontezza alla situazione, era arzillo come alla prima botta giornaliera. Ma la conclusione è comunque difficile da raggiungere, quindi strapazzo la brasiliana in tutte le posizioni che conosco, con lei strillante e completamente partecipe. Arrivo con i battiti a 2000 e mi accascio sul letto. Per oggi basta. Doccia, pizza (nel frattempo erano arrivate delle teglie piene di pizza di diversi tipi) una bevuta e via in albergo a riposare per le nuove avventure di domani.
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Trapanatore
08/10/2012 | 23:38
Gold
TRASFERIMENTO IN HOTEL
L’hotel dista poco più di dieci minuti. Attraverso parte della periferia di Krefeld e mi convinco sempre di più che il posto è piuttosto malfamato. Sporco ovunque, aiuole non curate, marciapiedi sconnessi, insomma siamo in una altra Germania, quella che non avrei immaginato esistesse. Con sollievo l’hotel è fuori Krefeld, i man mano che esco dalla città mi sento sempre più sollevato. Faccio fatica a trovare l’hotel, che è inserito in un grosso contesto dedicato ad un parco naturale, con traverse che si chiamano tutte allo stesso modo. Chiedo informazioni ad una coppia che passava a piedi con il cane e finalmente lo trovo. L’hotel p discreto, un tre stelle in classico stile internazionale. Nulla di particolare, molto simile all’hotel di Hessen.
HAPPY GARDEN
Arrivo all’happy gardem in 20-25 minuti circa, e finalmente l’inferiata di ferro mi conferma di essere nuovamente arrivato in un Saunaclub. Dopo le due esperienze di stamani sono sollevato nell’animo. Parcheggio, suono e vengo accolto da una signora che non parla inglese ma mi fornisce subito un accappatoio, le ciabatte e mi prende le chiavi dell’armadietto, facendomi fare un giretto panoramico del locale. Lo classificherei tra i locali medi, dove il piccolo lo riserverei per ora al Bernd’s visitato ieri. Sulla destra dell’ingresso ci sono le scale che portano alle camere del piano inferiore e una porta che conduce al locale bar, non molto grande, con un bancone per una decina di persone posto lungo un corrodoio, dove è difficile passare quando c’è molta gente, In fondo al bancone il locale si amplia per far posto ad alcuni divanetti. Alla sinistra dell’ingresso ci sono invece gli spogliatoi, quindi, proseguendo, le docce ed un altro locale, più ampio e su due livelli, con altri divanetti, il bancone del bufet (per ora vuoto!) e un maxi-schermo sul quale proiettano costantemente un canale sportivo. Tutte le ragazze sono in bikini, qualcuna veste un corpetto. Non dovrebbero approcciare i clienti, ma in realtà capita spesso che lo facciano, complice anche in questo locale gli spazi stretti quando c’è molta gente.
I locali al chiuso sono quindi limitati, anche se confortevoli. Nel periodo estivo c’è però un bel giardino esterno con piscina e altri posti a sedere. Di sera si illumina rendendo il tutto molto carino. Il livello del locale, come finiture, lo definirei tuttavia medio. Sono circa le 16 quando approccio KATIA, bulgara, mora, una seconda di seno, sui 25 anni. Parla qualche parola di italiano, e ci si intede benissimo. Passiamo in camera, dove è piuttosto partecipe. Bacia, mi concede un dating veramente prolungato, al termine del quale, eccitato, prendo il cappuccio e lo indosso da solo, per poi montarle sopra prima alla missionaria, poi in altre posizioni. Lei partecipa, e con immensa soddisfazione timbro il primo cartellino del locale. Purtroppo non immaginavo che anche qui i missili sono in agguato. Passa infatti un quarto d’ora e mi approccia MAGDA (MADDALENA), polacca, bionda, una terza di seno, non altissima. Già al bancone avevo il sentore che non ci fosse feeling, mi sembrava troppo distaccata. “Ma è polacca”, penso, non può tradire la fama delle ragazze polacche, che finora, insieme alla russe, mi hanno sempre dato grandi soddisfazioni .
E così mi convinco di andare in camera. Un disastro ! A parte il fatto che era passato solo un quarto d’ora dal mio ultimo cartellino, il terzo della giornata, lei non fa assolutamente nulla per rendere la situazione coinvolgente. Se ne sta immobile distesa sul letto mentre io inizio a baciarla, quando provo a passare alle parti basse accetta ma senza il minimo di partecipazione. Poi prende lei l’iniziativa ma prima di usare la bocca prende il fazzoletto e mi pulisce come se avessi del catrame appiccicato sulla testolina del fratellino. Gli faccio capire che mi sta facendo male e per tutta risposta lei afferma che deve pulirlo. Ma vai a quel paese, penso, ho già fatto quattro docce oggi, l’ultima non più tardi di 10 minuti fa. Poi inizia un lavoretto con la massima svogliataggine, nota un neo e mi chiede cos’è. “Un neo….non è mica una pustola piena di pus”, penso. Ma niente da fare, di continuare il lavoretto di bocca nemmeno se ne parla. Lo prende in mano e tenta di farlo resuscitare con un lavoro di manovella piuttosto energico. Il compagno di avventure, già provato dagli straordinari a cui lo sto sottoponendo, pretende per lo meno un po’ di gentilezza e di atmosfera per alzare la testolina, quindi non posso dargli addosse se è rimasto accucciato nei suoi alloggi. Stizzito gli dico di smetterla, mi sono proprio rotto le scatole. Gli do i suoi 50 euro, tanto non ho voglia di fare casini, saluto con un sorriso e a mai più rivederci.
A questo punto ero sicuramente poco motivato a proseguire la mia permanenza all’happy garten, il buon umore era completamente sparito. Ma avevo fame, una fame delle miseria, visto che a pranzo non avevo mangiato nulla. E qui il buffet era completamente vuoto. “Ma a che ora si mangia qui ?” chiedo. Mi viene detto che portaranno da mangiare alle otto di sera. Mannaggia, devo aspettare due ore. Che faccio ? Ritorno al Villa Vertigo, che è a 6 chilometri da qui ? Tutto sommato mi rompeva buttare via i 50 dell’ingresso, e cos’ mi sono messo ad osservare le ragazze. Non avevo voglia di fare una sauna, anche perché si trova nella sala sopra il buffet, con i vetri che danno sui divanetti e quindi in piena mostra. Il tempo passa velocemente, e finalmente arriva il buffet serale. Carne di pollo, spaghetti alla bolognese, patate, budino e fragole. Niente male. Peccato per l’attesa. Mangio di gusto, quindi, dopo una mezz’oretta di riposo, mi rimetto in caccia. La musica viene alzata di volume, sembra ora di stare in discoteca, cos’ come al Golden Time. In effetti i locali sono molto simili, da questo punto di vista, diventano molto affollati nelle ore serali, con musica molto alta, calca, e pochi spazi per stare tranquilli. Dipende ovviamente dai gusti, può piacere o meno.
Qui, a differenza del Golden Time, ho trovato la temperatura esterna più gradevole, le porte erano aperte e nei locali al chiuso non si respirava fumi. Mi era infatti scordato di dirvi che al Golden Time, oltre una certa ora, entrare nel locale bar significa entrare in una cappa di fumo. A me personalmente il fumo da noia, per voi potrebbe non essere un problema. Ma non vi ho ancora parlato del parco ragazze. Beh, il concetto è quello del Golden Time, la scelta è di alta qualità, molte ragazze molto belle, pochissime sotto il 7, la maggior parte 7 o 8, con un paio di 9. Una in particolare, bionda con un corpetto rosso, mi intrigava particolarmente. Si sa che le supermodel spesso nascondono dei missili, ma decido comunque di provare l’aproccio. Iniziamo a chiacchierare, ma non regge la conversazione. Si fa offrire un cocktail (4 euro), ma sono sempre e solo io a fare domande, lei non partecipa. Forse è fatta così, perché ho notato che non conversava neppure con gli altri uomoni, o forse non c’era semplicemente feeling. Non avevo voglio di rischiare un altro missile, ed ho lasciato perdere. Non saprò mai se mi sono perso una gran mezz’ora con la più bella del locale o se avevo appena evitato una grande fregatura. Incrocio MARIA, appoggiata su uno sgabello, che scambio per Russa. In realtà è bulgara, bionda, anzianotta, diciamo sotto la quarantina. La cosa mi stuzzica, non l’ho mai fatto con una di questa età e il mio radar mi dice che l’esperienza potrebbe essere coinvolgente. E così è, in effetti. Lei bacia appassionatamente, si fa baciare dovunque e partecipa alla grande, le danze iniziano con movimenti molto lenti, per poi accelerare pian piano, in diverse posizioni, fino al gran finale. Ottima mezz’ora e forse oltre. 50 euro e grazie. Doccetta e riposo sui divanetti.
Accanto a me una brasiliana che non parla né tedeco né inglese, e quindisi trova un po’ spaesata. Non ricordo il nome, purtroppo, ma ha un gran bel fisico, seno purtroppo rifatto (a me piacciono quelli naturali). Lei mi stuzzica, ma gli spiego che sono appena uscito dalla camera. Comprensiva non mi molla e continua a chiacchierare. Passa così circa mezz’ora, finchè lei si fa più intraprendente, facendomi capire che le brasiliane a letto sono molto calde. Che dire, sono stremato, ma l’ultimo colpo della serata non si rifiuta. E così ci spostiamo in una camera in una chalet fuori in giardino. Mi ero infatti scordato di dirve che il giardino è contornato di piccoli chalet, utilizzati quando le camere all’interno sono tutte occupate. Lei è scatenata e caldissima. Mi salta addosso, mi acciuffa dovunque, mi bacia, prende subito di mira il giocattolino con un lavoretto niente male anche se per me troppo vigoroso. Ma so contraccambiare con la stessa moneta. La prendo di peso e la ribalto, gli salto addosso e passo alle parti basse. Lei gradisce ed è molto attiva e partecipe. Non resisto, prendo il cappuccio, lo indosso e la penetro alla missionaria. Non riesco a capire il motivo, ma il mio michetto tra le gambe ha risposto con una imprevedibile prontezza alla situazione, era arzillo come alla prima botta giornaliera. Ma la conclusione è comunque difficile da raggiungere, quindi strapazzo la brasiliana in tutte le posizioni che conosco, con lei strillante e completamente partecipe. Arrivo con i battiti a 2000 e mi accascio sul letto. Per oggi basta. Doccia, pizza (nel frattempo erano arrivate delle teglie piene di pizza di diversi tipi) una bevuta e via in albergo a riposare per le nuove avventure di domani.
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