@FlautoMagico, tu hai mai avuto processi per cose del genere? al di la della saggezza, è off topic dal momento che la discussione è nata perchè qualcuno paventava un cambiamento della situazione con la Cirinnà. Concluso che al massimo le cose restano come prima il riassunto della situazione è: "la Cirinnà non cambia la situazione", se vuoi firmare firmi, se non vuoi non firmi, se lei ti porta in tribunale te la vedi col giudice ma questo poteva succedere anche prima, se lei è una truffatrice che si è approfittata della tua buona fede, ahimè sono guai che capitano in tutti i campi del vivere umano.
Se poi uno vuole fare una battaglia contro lo spirito dei tempi, in bocca al lupo.
Però siamo d'accordo che la Cirnnà non cambia la situazione rispetto a prima?
Caro @FlautoMagico, la domanda è, posto che prima il giudice col more uxorio poteva considerare la tua relazione di convivenza assimilabile a un matrimonio, cosa può succedere di peggio?
cioè, la Cirinnà amplia la discrezionalità del giudice? a prima vista si direbbe quasi il contrario
@javiercercas la mia opinione è che si vada al peggio per gli uomini indipendentemente dalla cirinnà, quindi micropagamenti di alimenti anche in caso di convivenze naufragate sul nascere, accuse di tentato stupro in caso di palpeggiamenti (a quest'ora starei all'ergastolo), perdita dell'alloggio se la convivente cambia la serratura.
Sulla cirinnà ti darei tranquillamente ragione, @cosacco è più falco di me ma vediamo come evolvono le cose.
Avete letto cosa ho scritto? Sapete la differenza tra effetto DICHIARATIVO e COSTITUTIVO
di un atto? Qui risiede in nocciolo della questione.
Cerchiamo inoltre di sfatare alcuni MITI, CREDENZE e LEGGENDE relative alla cosiddetta convivenza "MORE UXORIO".
Non c'è mai stato alcun diritto di mantenimento in virtù di tale convivenze. Si può dire anzi che la Cassazione è intervenuta più volte per affermare il contrario attribuire tali diritti solo ai rapporti matrimoniali.
Nello specifico la giurisprudenza ha negato i diritti di mantenimento non solo a convivenza cessata ma anche durante la convivenza stessa (detta in pendenza di convivenza) anche se in quest'ultimo caso (solo in quest'ultimo) c'è stata una sentenza che aveva attribuito una lieve aperture al convivente debole.
Con la nozione di more uxorio si è invece data una modalità di applicazione di singoli istituti come la non ripetibilità delle somme erogate in virtù del rapporto, destinazione del fondo comune nato durante il rapporto, e diritti sull'abitazione comune.
C'erano inoltre alcune equiparazioni del convivente al familiare per l'applicazione di alcune norme penali.
Per quanto concerne l'abitazione, per esempio, l'ex coniuge non proprietario è considerato giusto detentore dell'immobile e non poteva essere cacciato fuori di casa dopo la rottura del rapporto ma doveva essere dato un congruo termine.
Nel caso invece ci siano dei figli, in caso di separazione questi vanno trattati come figli nati nel corso di un regolare matrimonio (mantenimento ecc.) e forse qui nascono alcune confusioni.
A Bangkok si arriva quando si sente che nessuno ci amerà più, quando si getta la spugna, e a pensarci bene la città è solo questo, il protocollo di una caduta... (Lawrence Osborne)
Renzo e Lucia decidono si convivere. Lucia non lavora e la casa dove vivono e di proprietà di Renzo. Dopo tre, quattro oppure 10 anni, SENZA AVER FATTO FIGLI, decidono di separarsi.
Ecco gli effetti.
Non è giuridicamente rilevante stabilire a chi addebitare la colpa o la volontà della separazione.
Renzo ha pagato tutti gli studi universitari e costose cure dentali a Lucia. Le ha comprato tutto il guardaroba e in definitiva a completamente sostenuto economicamente la donna.
Renzo non può chiedere nulla a Lucia delle spese sostenute per lei.
Renzo non può cacciare subito di casa Lucia, in quanto risiede lecitamente e
ma deve darle un congruo termine per andare altrove.
Lucia NULLA può pretendere da Renzo anche se versa non ha nessu mezzo di sussistenza
Situazione DOPO la legge Cirinnà.
Anche in questo non è giuridicamente rilevante stabilire a chi addebitare la colpa o la volontà della separazione.
Lucia, se non ha mezzi di sussistenza, ha diritto di ricevere gli alimenti da Renzo.
Come soggetto obbligato alla corresponsione degli alimenti Renzo precede tutti gli altri obbligati (genitori, figli, fratelli di Lucia). Questa è una vera mostruosità giuridica!
In assenza di dichiarazione anagrafica, secondo la lettura testuale dell'articolo di legge e in base alla prima sentenza riportata nell'articolo linkato, Lucia può provare in sede legale che ci è stata effettivamente una convivenza per vedersi attribuire i diritti alimentari da Renzo.
Se ci sono figli tutto diventa più complicato in quanto magari bisogna garantire a loro un abitazione se sono materialmente affidati alla madre.
A Bangkok si arriva quando si sente che nessuno ci amerà più, quando si getta la spugna, e a pensarci bene la città è solo questo, il protocollo di una caduta... (Lawrence Osborne)
@tagete io ho letto bene l'articolo e dicevo all'amico @cosacco che a mio parere aveva toppato nell'interpretarlo.
Ma visto che mi tiri in ballo, balliamo ;-)
Hai tralasciato, a mio avviso, dei "piccoli" particolari: <br>1) si tratta di un articolo di giornale e quindi quello che c'è scritto va preso con le dovute cautele. I titoli ad effetto sulle testate online servono esclusivamente ad attirare i click, senza poi per forza avere un contenuto "interessante"; <br>2) la legge Cirinnà è entrata in vigore il 5 giugno, l'ordinanza del tribunale (in altri articoli si parla di sentenza...) è del 31 maggio, quindi antecedente l'entrata in vigore della legge Cirinnà, quindi l'ordinanza (o sentenza o quello che è) è basata sulla legislazione pre-Cirinnà; <br>3) in Italia non vige il sistema di common law, quindi i giudici italiani hanno una maggiore autonomia decisionale e una certa indipendenza rispetto ai "precedenti"; <br>4) la legge stabilisce che la convivenza debba essere certificata all'anagrafe da un atto: "Per accedere al registro è necessario 'coabitare ed essere sul medesimo stato di famiglia anagrafico' ed essere civilmente 'liberi'. Gli altri casi restano fuori."; <br>5) l'obbligo alimentare a carico dell'ex convivente è del tutto residuale: viene infatti dopo quello posto a carico dell'ex coniuge, dei genitori, dei figli, dei generi e delle nuore, dei suoceri, e precede solo quello tra fratelli.
Non dico quindi che sia una grande legge, però mette un po' di ordine e paletti ad una situazione fuori controllo che non essendo precedentemente regolata era completamente in mano alla fantasia del singolo giudice. Ora per lo meno c'è una legge cui ci si può appoggiare per far valere i propri diritti o mettere a tacere avvocati troppo invadenti. La convivenza deve essere "certificata" (vedi punto 4) all'anagrafe, quindi niente più testimoni o scontrini o sentenze fantasiose da parte del giudice e, infine, con la formulazione di cui al punto 5 direi che anche il discorso "alimenti" non fa più tanta paura.
L'articolo, infatti, cita l'allarme dei giudici che ora si troveranno le mani più "legate" e questo a mio avviso la dice lunga sulla legge in questione, che potrebbe poi a conti fatti non essere così "pessima" ;-)
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javiercercas
07/06/2016 | 13:24 26-35
Newbie
@FlautoMagico, tu hai mai avuto processi per cose del genere? al di la della saggezza, è off topic dal momento che la discussione è nata perchè qualcuno paventava un cambiamento della situazione con la Cirinnà. Concluso che al massimo le cose restano come prima il riassunto della situazione è: "la Cirinnà non cambia la situazione", se vuoi firmare firmi, se non vuoi non firmi, se lei ti porta in tribunale te la vedi col giudice ma questo poteva succedere anche prima, se lei è una truffatrice che si è approfittata della tua buona fede, ahimè sono guai che capitano in tutti i campi del vivere umano.
Se poi uno vuole fare una battaglia contro lo spirito dei tempi, in bocca al lupo.
Però siamo d'accordo che la Cirnnà non cambia la situazione rispetto a prima?
INCONTRA DONNE VOGLIOSEFlautoMagico
07/06/2016 | 13:30
Roma | 36-50
Gold
@javiercercas processi no ma per un periodo ho frequentato avvocate…
Secondo me però è troppo presto per dire che la situazione è rimasta uguale. Aspettiamo qualche sentenza "illuminata".
- Che cazzo è quello?
- Ti sei risposto da sola.
javiercercas
07/06/2016 | 13:49 26-35
Newbie
Caro @FlautoMagico, la domanda è, posto che prima il giudice col more uxorio poteva considerare la tua relazione di convivenza assimilabile a un matrimonio, cosa può succedere di peggio?
cioè, la Cirinnà amplia la discrezionalità del giudice? a prima vista si direbbe quasi il contrario
INCONTRA DONNE VOGLIOSEFlautoMagico
07/06/2016 | 16:34
Roma | 36-50
Gold
@javiercercas la mia opinione è che si vada al peggio per gli uomini indipendentemente dalla cirinnà, quindi micropagamenti di alimenti anche in caso di convivenze naufragate sul nascere, accuse di tentato stupro in caso di palpeggiamenti (a quest'ora starei all'ergastolo), perdita dell'alloggio se la convivente cambia la serratura.
Sulla cirinnà ti darei tranquillamente ragione, @cosacco è più falco di me ma vediamo come evolvono le cose.
- Che cazzo è quello?
- Ti sei risposto da sola.
tagete
07/06/2016 | 20:26
Newbie
@javiercercas
@baluba
Avete letto cosa ho scritto? Sapete la differenza tra effetto DICHIARATIVO e COSTITUTIVO
di un atto? Qui risiede in nocciolo della questione.
Cerchiamo inoltre di sfatare alcuni MITI, CREDENZE e LEGGENDE relative alla cosiddetta convivenza "MORE UXORIO".
Non c'è mai stato alcun diritto di mantenimento in virtù di tale convivenze. Si può dire anzi che la Cassazione è intervenuta più volte per affermare il contrario attribuire tali diritti solo ai rapporti matrimoniali.
Nello specifico la giurisprudenza ha negato i diritti di mantenimento non solo a convivenza cessata ma anche durante la convivenza stessa (detta in pendenza di convivenza) anche se in quest'ultimo caso (solo in quest'ultimo) c'è stata una sentenza che aveva attribuito una lieve aperture al convivente debole.
Con la nozione di more uxorio si è invece data una modalità di applicazione di singoli istituti come la non ripetibilità delle somme erogate in virtù del rapporto, destinazione del fondo comune nato durante il rapporto, e diritti sull'abitazione comune.
C'erano inoltre alcune equiparazioni del convivente al familiare per l'applicazione di alcune norme penali.
Per quanto concerne l'abitazione, per esempio, l'ex coniuge non proprietario è considerato giusto detentore dell'immobile e non poteva essere cacciato fuori di casa dopo la rottura del rapporto ma doveva essere dato un congruo termine.
Nel caso invece ci siano dei figli, in caso di separazione questi vanno trattati come figli nati nel corso di un regolare matrimonio (mantenimento ecc.) e forse qui nascono alcune confusioni.
A Bangkok si arriva quando si sente che nessuno ci amerà più, quando si getta la spugna, e a pensarci bene la città è solo questo, il protocollo di una caduta... (Lawrence Osborne)
tagete
08/06/2016 | 02:22
Newbie
Spieghiamoci meglio con esempi.
Situazione ANTECEDENTE la Legge Cirinnà
Renzo e Lucia decidono si convivere. Lucia non lavora e la casa dove vivono e di proprietà di Renzo. Dopo tre, quattro oppure 10 anni, SENZA AVER FATTO FIGLI, decidono di separarsi.
Ecco gli effetti.
Non è giuridicamente rilevante stabilire a chi addebitare la colpa o la volontà della separazione.
Renzo ha pagato tutti gli studi universitari e costose cure dentali a Lucia. Le ha comprato tutto il guardaroba e in definitiva a completamente sostenuto economicamente la donna.
Renzo non può chiedere nulla a Lucia delle spese sostenute per lei.
Renzo non può cacciare subito di casa Lucia, in quanto risiede lecitamente e
ma deve darle un congruo termine per andare altrove.
Lucia NULLA può pretendere da Renzo anche se versa non ha nessu mezzo di sussistenza
Situazione DOPO la legge Cirinnà.
Anche in questo non è giuridicamente rilevante stabilire a chi addebitare la colpa o la volontà della separazione.
Lucia, se non ha mezzi di sussistenza, ha diritto di ricevere gli alimenti da Renzo.
Come soggetto obbligato alla corresponsione degli alimenti Renzo precede tutti gli altri obbligati (genitori, figli, fratelli di Lucia). Questa è una vera mostruosità giuridica!
In assenza di dichiarazione anagrafica, secondo la lettura testuale dell'articolo di legge e in base alla prima sentenza riportata nell'articolo linkato, Lucia può provare in sede legale che ci è stata effettivamente una convivenza per vedersi attribuire i diritti alimentari da Renzo.
Se ci sono figli tutto diventa più complicato in quanto magari bisogna garantire a loro un abitazione se sono materialmente affidati alla madre.
A Bangkok si arriva quando si sente che nessuno ci amerà più, quando si getta la spugna, e a pensarci bene la città è solo questo, il protocollo di una caduta... (Lawrence Osborne)
baluba
08/06/2016 | 11:13
Silver
@tagete io ho letto bene l'articolo e dicevo all'amico @cosacco che a mio parere aveva toppato nell'interpretarlo.
Ma visto che mi tiri in ballo, balliamo ;-)
Hai tralasciato, a mio avviso, dei "piccoli" particolari: <br>1) si tratta di un articolo di giornale e quindi quello che c'è scritto va preso con le dovute cautele. I titoli ad effetto sulle testate online servono esclusivamente ad attirare i click, senza poi per forza avere un contenuto "interessante"; <br>2) la legge Cirinnà è entrata in vigore il 5 giugno, l'ordinanza del tribunale (in altri articoli si parla di sentenza...) è del 31 maggio, quindi antecedente l'entrata in vigore della legge Cirinnà, quindi l'ordinanza (o sentenza o quello che è) è basata sulla legislazione pre-Cirinnà; <br>3) in Italia non vige il sistema di common law, quindi i giudici italiani hanno una maggiore autonomia decisionale e una certa indipendenza rispetto ai "precedenti"; <br>4) la legge stabilisce che la convivenza debba essere certificata all'anagrafe da un atto: "Per accedere al registro è necessario 'coabitare ed essere sul medesimo stato di famiglia anagrafico' ed essere civilmente 'liberi'. Gli altri casi restano fuori."; <br>5) l'obbligo alimentare a carico dell'ex convivente è del tutto residuale: viene infatti dopo quello posto a carico dell'ex coniuge, dei genitori, dei figli, dei generi e delle nuore, dei suoceri, e precede solo quello tra fratelli.
Non dico quindi che sia una grande legge, però mette un po' di ordine e paletti ad una situazione fuori controllo che non essendo precedentemente regolata era completamente in mano alla fantasia del singolo giudice. Ora per lo meno c'è una legge cui ci si può appoggiare per far valere i propri diritti o mettere a tacere avvocati troppo invadenti. La convivenza deve essere "certificata" (vedi punto 4) all'anagrafe, quindi niente più testimoni o scontrini o sentenze fantasiose da parte del giudice e, infine, con la formulazione di cui al punto 5 direi che anche il discorso "alimenti" non fa più tanta paura.
L'articolo, infatti, cita l'allarme dei giudici che ora si troveranno le mani più "legate" e questo a mio avviso la dice lunga sulla legge in questione, che potrebbe poi a conti fatti non essere così "pessima" ;-)
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