Andiamo

Viaggio della gnocca nella Costa Dorada in Spagna

Quel maledetto parco mi stava facendo perdere la testa. Quando diversi anni fa ho scoperto che c’ erano gli Universal Studios anche in Europa, andarci è diventata un’ ossessione. Poi hanno cambiato nome: non più Universal Studios ma Portaventura. Ma che significa? Quest’ anno bisogna proprio che mi tolga il pensiero: ci vado! Detto, fatto!

In aprile organizzo tutto. Il parco si trova in Spagna, per la precisione in Catalogna, per essere ancora più precisi in Costa Dorada, rasentando la perfezione, tra Reus e Tarragona e Salou. Insomma è lì.

Ho trovato su internet un hotel della catena Med-Playa, a Salou, una località incasinatissima, piena di inglesi casinisti, ubriachi e tatuati. La spedizione ha avuto luogo l’ ultima settimana di giugno.

Siamo andati in aereo con Iberia fino a Barcellona e poi abbiamo proseguito con un’ auto a noleggio. Sarebbe stato più comodo atterrare a Reus con Ryanair ma avremmo dovuto cambiare aereo a Hahn, in Germania ed il costo sarebbe stato parecchio superiore. Iberia è una compagnia da barboni: si pagava meno di Alitalia, Vueling e Ryanair ma non ti danno neanche una coca gratis. Però almeno alle bambine hanno dato delle caramelle gommose a forma di aereo. Il noleggio si è rivelato un’ inculata pazzesca: dai 207 euro preventivati mi sono ritrovato a pagarne 310. I figli di puttana mi hanno anche fatto pagare subito un pieno di carburante, così ho fatto di tutto per riportargli l’ auto vuota.

Nei 100 km che separano L’ aeroporto da Salou ho pagato 4 pedaggi autostradali. Pazzesco: un casello ogni 25 km. Il mio navigatore satellitare si è rivelato utile in alcuni casi, una merda in altri. Per esempio le mappe non erano aggiornate ed un paio di volte voleva farmi girare a sinistra; sfortunatamente a sinistra c’ erano dei blocchi di cemento che dividevano le 2 carreggiate. Oppure la voce da troia del navigatore annunciava:”arrivo a destinazione sulla sinistra”. Sulla sinistra c’ era un muro: l’ albergo era sulla destra. A parte questo era utile per gli autovelox fissi: in Spagna ce ne sono un casino. Appena arrivati all’ albergo (9 ore dopo essere uscito di casa: quasi quasi facevo prima a venire direttamente in macchina) ci colpisce subito il casino.

E’ un hotel adatto ad una clientela giovane senza troppe pretese: stanze vecchie e sporche, un’ atmosfera decadente ed un grandissimo casino a qualsiasi ora del giorno e della notte.

La cosa che ho notato subito io erano le ragazze inglesi: grandissime gnocche fino ai 18/20 anni, poi subiscono una metamorfosi irreversibile, forse a causa della dieta non proprio mediterranea che fanno. Diventano enormi, brutte e vecchie già a 30 anni, o prima.

Per esempio, tra i vari giochini stupidi organizzati dagli animatori c’ era anche quello dell’ elezione di miss Calypso (dal nome dell’ hotel). Quella che ha vinto era un’ inglese assolutamente strafiga, bionda con occhi azzurri ed un fisico da velina. Dimostrava circa 30 anni e la cosa mi ha sopreso: strano trovare un’ inglese trentenne così. Poi ho scoperto che di anni ne aveva 20 e non 30! Me la immagino tra 10 anni…

La nostra stanza non è mai stata pulita e le lenzuola mai cambiate per tutta la settimana. In compenso il ristorante, con servizio a buffett, sembrava in ordine. Di notte era impossibile dormire a causa del casino proveniente, oltre che dal nostro hotel, anche da quelli vicini. Per verificare se le lenzuola venivano cambiato ho escogitato questo stratagemma. Sono andato nei cessi delle donne nella hall dell’ albergo ed ho recuperato un assorbente usato in un cestino. Era bello fradicio, così l’ ho spremuto sulle lenzuola ed ho fatto una bella macchia di sangue mestruale. Secondo voi hanno cambiato le lenzuola? No.

La mattina dopo il nostro arrivo mi alzo presto e vado a dare un’ occhiata al paese ed al lungomare: sembrava una zona di guerra subito dopo una battaglia! La mattina alle 7 le strade erano piene di zombie che non erano ancora andati a letto e che tracannavano birra. Bottiglie rotte, piatti di plastica e rifiuti di ogni genere sparsi ovunque. Una vera merda. Fanculo.

Passiamo la nostra prima mattina dopo il nostro arrivo nelle piscine dell’ hotel a romperci i

coglioni, ma almeno io mi sono rifatto gli occhi. Diciamo che l’ 80% erano mostri, ma un buon 20% gnocche arrapanti in costume da bagno . Vabbè, molte erano minorenni, ma come ho spiegato prima, dopo una certa età fanno tutte cagare. Quando prendo il sole il mio passatempo preferito è scaccolarmi: significa mettersi le dita nel naso ed estrarre le caccole. Le caccole estratte vanno poi spalmate sotto il lettino o lanciate lontano. Lanciare le caccole richiede abilità perchè tendono ad attaccarsi alle dita.

Una volta sono riuscito ad infilarmi ben 3 dita nel naso ed ho estratto questo asteroide, anzi, no: aveva le dimensioni di un piccolo pianeta.

Ci ho messo tutto il mio impegno e l’ ho lanciato lontanissimo. E’ stato motivo di soddisfazione vedere il pianetoide atterrare in un bicchiere di granita di un povero pirla li vicino…

Mangiamo come animali e il pomeriggio decido di dare un’ occhiata a Tarragona, che si trova a 11 km. da Salou.

Città interessante, sul mare, piena di rovine romane. Qui ho incontrato gli unici 2 italiani in tutta la settimana. Io ero evidentemente un turista, armato di macchina fotografica e videocamera, però i 2 (che parlavano con chiaro accento bolognese) mi hanno fermato per chiedermi un informazione: “excuse me…” Potevo perdermi una simile occasione? Ho risposto: “yo non soy el marinero, soy el capitan…” e me ne sono andato. Appena girato l’ angolo ho urlato a squarciagola: “SOCH MEL!!!”. Poi mi sono allontanato a velocità fotonica.

Sono tornato a Salou senza navigatore, sbagliando clamorosamente strada. Sono finito dalle parti di Reus, poi ho persino dovuto chiedere informazioni ad un poliziotto che stava controllando i documenti di 2 puttane che battevano su una rotonda.

Ritorno in hotel, ma non prima di essermi fermato al Chiringuito per una San Miguel. Il Chiringuito è uno degli innumerevoli bar sulla main street di Salou ma con una particolarità: una delle cameriere è molto gnocca. Ovviamente bionda con maglietta molto scollata, pantaloni aderentissimi che tendono al trasparente. Rimorchiare da queste parte non è cosa difficile data l’ enormità dell’ offerta.

Il giorno dopo è il momento di andare finalmente a Portaventura, che è diviso in 2 parchi separati: il classico parco a tema ed il parco acquatico. Dedichiamo un’ intera giornata al parco acquatico. Era distante solo un paio di chilometri e l’ apertura era alle 10, quindi siamo partiti dall’ hotel alle 9. E’ sempre bene arrivare con largo anticipo per parcheggiare e comprare i biglietti. All’ ingresso dei parcheggi c’ era una fila di auto interminabile perché i mentecatti hanno aperto i parcheggi alle 9.55!!!

Parcheggiamo e raggiungiamo la biglietteria dove ho dovuto fare mezz’ ora abbondante di coda sotto un sole pazzesco prima di comprare i biglietti. La troia alla biglietteria parlava giustamente solo catalano e castigliano: a me la scelta! Posso capire che non sapesse l’ italiano, ma cazzo, almeno l’ inglese, dato che il 90% dei turisti proviene dalle isole britanniche, lo dovrebbe sapere. Fanculo. Comunque ci siamo capiti e ho avuto i miei biglietti.

Il parco si è rivelato molto bello e divertente con un sacco di acquascivoli, anche con ciambelloni, e mega piscina a onde. Molto bella l’ ambientazione, tipo isola caraibica. Presente anche il fiume lento ma stranamente non c’ erano scivoli tipo kamikaze. Da notare che c’ è una piscina con scivoli anche al coperto, utilizzabile anche in caso di maltempo. Inutile dire che le gnocche abbondavano, non solo inglesi, ma anche spagnole, queste ultime utilizzabili anche un po’ più su di età, analogamente alle italiane. Una giornata in un parco acquatico è veramente bestiale, e dopo un centinaio di discese su scivoli di vario tipo non ne potevamo più. Rientriamo in albergo distrutti.

Il giorno dopo dato che il tempo è nuvoloso andiamo ancora a Portaventura, ma finalmente al parco a tema. Mi ero documentato prima di andare e c’ erano un po’ di attrazioni interessanti che volevo fare. Naturalmente è impossibile farle tutte in un giorno: qualcuna dev’ essere sacrificata. Stavolta però mi sono fatto furbo e ho comprato i biglietti in albergo: niente fila, fanculo!

Il parco complessivamente è carino, ma non certo all’ altezza degli Universal Studios di Los Angeles o Orlando dove ero già stato. Secondo me inferiore anche a Disneyland Paris. Ci sono però diverse attrazioni interessanti, tra cui Furious Baco, che è un ottovolante che accelera da 0 a 135 km/h in 3,5 secondi. Io sfortunatamente non ci sono andato, perché ho puntato subito su Dragon Khan (un altro spettacolare ottovolante), e quando sono tornato da Furios la fila stimata era di 2 ore. Impossibile.

Dragon Khan è uno degli ottovolanti più fighi su cui sono stato (alcuni anni fa era anche sul guinness dei primati come ottovolante con il maggior numero di looping), ha un percorso molto lungo con diversi looping e avvitamenti. Si, carino, ma tutto sommato mi ha lasciato indifferente: una volta che hai provato a saltar fuori da un Pilatus, gli ottovolanti non ti emozionano più. Le cose stanno così.

Molto bello anche Stampida, un classico ottovolante in legno, molto veloce ma senza particolari acrobazie. Questa è l’ unica attrazione dove può essere piacevole fare la fila. Mi spiego: essendo la fila su più strati, ed essendoci molte ragazze con gonnelline svolazzanti, basta guardare in alto… Mi sono spiegato?

Ci facciamo un po’ di giri su altre attrazioni, tipo la discesa sui ciambelloni, che è uguale a quella di Gardaland, giro in battello, ecc. All’ interno del parco c’ è anche un fiume che finisce in un bellissimo lago, dove sono state ricostruite delle casette, che danno l’ impressione di trovarsi in un porto. Non mancano barche abbandonate e reti da pesca. Tutto molto bello. Usciamo dal parco con notevole incazzatura della bimba n° 1 (la n° 2 è stata insolitamente docile per tutta la giornata).

Il giorno dopo l’ idea era di andare al mare ma il tempo era ancora nuvoloso, così decidiamo di dare un’ occhiata alla vicina città di Reus. Trattasi di una città non troppo grande, un po’ nell’ interno, ma dotata di aeroporto, servito oltre che da Ryanair, anche da un sacco di charter, compresi i Tupolev scassati con cui arrivano i russi che affollano la vicina spiaggia di La Pineda.

Ci facciamo un giro nel centro città: carino ma niente di che. Lasciamo Reus e ci spostiamo lungo la costa in cerca di qualche posto insolito. Vediamo un paesino su una collina e andiamo a vedere. Si chiama Altafulla, ed è un piccolo paese che presenta notevoli somiglianze con Castellarquato. Per chi non lo conosce è un antichissimo paese in collina con castello e stradine in salita. Bello. Altafulla è stranissimo ed avvolto da un’ atmosfera magica: dopo aver letto Il codice Da Vinci vedo strani simboli ovunque. Il paese era deserto con le persone che guardavano con sospetto fuori dalle porte, strani disegni sulle case (sole, luna, pipistrelli…) un pannello con una strega appeso ad un muro. Non so se tutto questo significa che in paese vengono anche fatti rituali tipo sesso di gruppo o sacrifici umani, ma a me piace pensare che sia così…

Torniamo in hotel e passiamo il pomeriggio in piscina. La sera ci facciamo le solite passeggiate in paese dove le giovani inglesi fanno a gara a chi ha l’ abbigliamento più da troia. I soliti negozie di magliette e ricordini fabbricati in Cina, bar, fast food, pub con partite del campionato inglese, e cagate del genere. Una sera ho visto anche una Jaguar Coupè con targa inglese (volante quindi sulla destra). Il guidatore era intento a conversare sottovoce con alcuni loschi figuri sul marciapiede. Poichè la sua faccia presentava notevoli somiglianze col mio culo ho tratto le seguenti conclusioni: A: non era inglese, B: era un trafficante di droga, C: era pieno di soldi (questa è una diretta conseguenza del punto B).

La notte il solito casino.

Quando si viaggia spesso non si caga: per questo motivo è utile portarsi da casa supposte di glicerina e microclismi evacuanti, il cui utilizzo è anche molto divertente. Perché se ci dovesse essere bisogno di queste cose, andare in una farmacia locale può essere problematico: come fate a spiegare al farmacista che avete bisogno di qualcosa per cagare? Potreste mimare il gesto, ma lui potrebbe erroneamente interpretarlo come diarrea e darvi un farmaco anticagone. Per questo bisogna partire già attrezzati. Una curiosità: avete notato che sulle scatole di supposte (di qualunque tipo) c’ è sempre scritto “USO RETTALE”? Quale altro uso si può fare di una supposta? Tanto varrebbe che ci scrivessero “FICCATEVELE SU PER IL CULO BRUTTI FIGLI DI PUTTANA”.

Il giorno dopo andiamo finalmente al mare, per la precisione a La Pineda, che si trova a 3 km da Salou. C’ è un bello spiaggione lungo, che fiancheggia un lungomare con palme e negozietti.

Siamo in 4 ma essendo poveri prendiamo un solo lettino e facciamo la figura dei barboni. Cazzo, sono sempre stato povero. Da bambino non avevo mai i giocattoli che volevo perché mio padre aveva sempre la solita scusa che doveva pagare le rate della Ferrari che teneva chiusa in garage e che non usava quasi mai.

Comunque il mare a La Pineda è così, così, non certo come il mare delle Baleari, ma sicuramente più bello del mare merdoso della riviera romagnola. Ma la cosa più importante qui non è il mare: qui sono tutti russi. E russe… in tanga… Cazzo c’ è da rifarsi gli occhi su questa spiaggia. No, dico, avente presente come sono le russe? In ogni caso io avevo le mani legate (e non solo quelle)… Per la verità non sono sicurissimo che siano proprio russi, nel senso che potrebbero anche venire dall’ Ucraina o dall’ Estonia. Diciamo che sono ex sovietici. C’ è un bar proprio all’ inizio del lungomare, dove anche la barista è russa. Se capitate da queste parti dateci un’ occhiata: è una rossa (una russa rossa…), con occhi ovviamente azzurri, con camicia con 4 bottoni aperti, pantaloni trasparenti in modo che si veda che il perizoma che indossa è nero. Ragazzi, non ho mai visto una gnocca simile…

Il giorno dopo, che è anche l’ ultimo, accompagno le mie donne in spiaggia e vado a fare un’ escursione nell’ interno, per la precisione a Valls.

E’ una cittadina assolutamente priva di turisti con un centro storico pedonale abbastanza bello, con vecchie case, chiese e negozi finalmente normali. Niente però di particolarmente sconvolgente.

Torno anch’ io in spiaggia per godermi l’ ultimo pomeriggio di sole e di gnocche. La sera è triste rifare i bagagli, però la mattina dopo bisogna ripartire.

Mi sono preso una piccola soddisfazione l’ ultima sera: il mio balcone era al 5° piano e sotto di me c’ erano i tavoli del bar all’ aperto, che la sera erano sempre affollatissimi. Ho bevuto un’ intera bottiglia da 1.5 litri di acqua ed ho atteso pazientemente che facesse effetto. Poi ho appoggiato una sedia al parapetto del balcone e ci sono salito sopra. Sono stato molto prudente: mi sono prima legato con diversi giri di corda da bucato, ben fissata al parapetto. Era una bellissima sera, calda ed il cielo era stellato. I poveri stronzi la sotto si saranno chesti come mai piovesse…

Geom. Sventrapapere

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