Andiamo

FKK WELLCUM – APRILE 2022 – RECENSIONE DI TITANO – “RITORNO AD ITACA”

Premessa

Per chi proseguirà nella lettura.
Desidero ringraziare la Direzione del Wellcum per l’amarcord avvenuto a Villach e per l’autorizzazione a pubblicare le fotografie che vedrete.
Stanotte ho avuto tempo da perdere e parole da spendere.

FKK WELLCUM – APRILE 2022 – RECENSIONE DI TITANO – “RITORNO AD ITACA

Nel freddo umido che ha il sapore di tristi brughiere, recuperato da un paio di amici dopo una liberazione dell’ultimissimo secondo, viaggiamo con la pioggia incessante, sulla strada viscida, sotto il cielo opaco che, a giorno fatto, assomiglia ad una deserta notte elettrica.

Al confine un imberbe poliziotto austriaco si era inventato di chiedere il greenpass, che fortunatamente avevamo con noi, senza approfondire nulla con lo scanner e poi facendoci cenno di passare.

Arrivati poco dopo l’apertura del locale, mentre i miei due amici entravano, io mi dirigevo con il Direttore e con il futuro cuoco dell’Andiamo, a Villach.
Quindici minuti ci separano da Faaker See, ed ero eccitato come uno scolaretto, non lo nego.
Neppure ricordo più da quando non li percorrevo quei pochi chilometri, dovrei recuperare i miei diari.
Per strada si rivanga qualche ricordo e faccio qualche racconto, e a parte qualche lavoro, nessuno stravolgimento, se non per un grosso stabile in costruzione in prossimità del locale, che apprendo sarà una concessionaria.
Neppure la storica gasthaus – punto comune di ritrovo – dove alloggiavo c’è più, e con essa il lampione con il nome del proprietario, dato che ha lasciato spazio a nuovi immobili.
Chissà, forse un giorno germoglierà un nuovo fiore, perché tutto si disfa e rinasce.
Arriviamo e sul cancello sbarrato c’è un cartello con il logo del locale e la scritta “The original number one”, orari e sito.
Parcheggiamo ed entriamo.

[Nostos.
Ritorno alla pietrosa Itaca.
Un balzo e sono sul pontile.
Ritorno dal regno dei Feaci, dalla sponda di Calipso, da Circe la maga.
Dai lotofagi, che mangiano oblio.
Nessun cane a morire di gioia, questa volta, nessun arco da tendere, e nessun dardo a trapassare scrocconi in fila ordinata in attesa di impalmare una vedova.
Penelope non abita più quelle stanze.
Arrampicato fino alla cima di questo monte brullo, osservo il panorama, e le rovine di quello che era un tempio.
Qui viveva un Dio potente.
Antiche genti salivano lo stesso sentiero, contro le stesse intemperie, per sacrificargli capre e buoi.
L’isola era fiorente, marmo e fichi, olio, navi e mercanti.
Sembra che questa pioggia abbia portato via tutto e certo, ci diciamo, questo rende evidente la nostra impermanenza]

L’emozione è forte, sarò sciocco ma non lo nego.
E’ un cantiere, è vero.
Ma non solo. Almeno non per me. E probabilmente per molti che leggono.
Giornate passate in piena spensieratezza con i miei amici, quando tutto era pura incoscienza.
Quei tramonti, che adesso non sembrano più gli stessi.
Riaffiorano ricordi malinconici, di tempi che non torneranno mai più.

La reception ha ancora il bel bancone, e dagli spogliatoi maschili, attraverso il piccolo corridoio con le cassette di sicurezza, e lasciata la vip room onnipresente a destra – e che ricordo occupata dai punter disabili o quando non c’erano stanze disponibili, e con le GPS e le ciabatte fuori dalla porta ad indicare la presenza di gente all’interno – si accede nel’area relax, e di lì varcate le rosse “colonne d’Ercole”, in arena.
Angolo bulgaro a destra dell’apice del bancone, angolo ungherese a sinistra.
Alicia, Michelle, Rita, Susi, Valeria, Laura, Tara, Tamara, Leona, Lilly…se chiudo gli occhi e mi concentro sull’udito, ancora sento le lunghe falcate attutite dall’alta moquette.
Ne ricordo tutti i nomi, nel corso degli anni.
Qualche volta rivedo i fotogrammi e mi domando dove siano, in questi strani giorni.
Se hanno mai avuto rimpianti, se ricordano ancora, se si sono mai rincontrate, se conservano lettere, spezzoni di film.
Io sono lo stesso di sempre, colleziono ricordi che non hanno importanza e mi racconto da solo.
Divento io il Cicerone dei miei due ospiti.
La piscina interna ha lasciato posto ad un’ampia zona con pochi divanetti, che oggi funge da ricovero di strutture a scheletri di mobili che erano nel locale, e che dà un’aria alquanto spoglia.
Molto intelligentemente i divani attorno al perimetro sono stati mantenuti e rifoderati con i colori più possibile simili agli originali, e con luci particolari.
Lo stesso dovrebbe accadere con la tappezzeria.
Piccoli accorgimenti anche al cinema, ancora work in progress ovviamente, con teli ovunque.
Esco e mi siedo sul divanetto di fronte la porta dello spogliatoio delle ragazze, dove si stava in attesa uscisse la ragazza desiderata, o per sbirciare tra il viavai se fosse arrivata.
Da lì un giro al ristorante, a mio avviso già praticamente finito, e mentre il Direttore parlava con il cuoco illustrandogli le cucine, io mi defilavo per un rapido giro nello spogliatoio delle ragazze, che ritrovo come lo ricordavo.

La pioggia ha dato una tregua nel frattempo, e usciamo in giardino.

Oramai quasi completamente coperto il manto erboso da assi di legno, riporto ai due com’era il gazebo originario - e com’era prima che ci fosse - e come avvenivano le grigliate, tra aneddoti e rievocazioni.
Si rientra e, mentre il Direttore dà indicazioni alle ditte in sopralluogo, salgo a vedere le camere al primo piano, vip inclusa, con ancora i cigni fatti con gli asciugamani e la vasca con luci cangianti.
Essendo state sistemate da poco, sono praticamente pronte, direi.
E ancora campeggiano sui letti le fotografie delle ragazze appese alle pareti…

[Ritorno.
Ritorno ogni volta.
Accanto al suo letto, un telaio colmo di arazzi che mi raffigurano nelle mie eterne fughe, nei miei eterni ritorni.
Quei disegni, un addio ricamato, filato e disfatto, di tutte le volte che sono approdato, cercando di non ricordare.
E ora mi rivedo allo specchio di quei fili che tramano il mondo, vecchio, stanco, e incrostato di sale, naufrago astuto che non sa naufragare.
E il sospetto mi prende - come un cavallo di legno alle porte della percezione - che una donna abbia filato i miei viaggi, il mio andare per mare]

Ancora un giro per illustrarci le idee e i progetti da realizzare in questi pochi giorni dall’apertura ufficiale, qualche scambio di opinioni su vari aspetti, e si rientra ad Arnoldstein.

[Non rimpiangiamo niente, compagni, e rimpiangiamo tutto.
Quello che siamo stati, amanti e cavalieri, è incarnato in pochi passi da noi.
Da qui io posso vedere Egeo che si lancia nel mare, e Dedalo alto nel cielo.
E’ tempo di andare, mentre mi volto ad accarezzare le fondamenta del tempio.
Come a prendere congedo dalle ceneri di un vecchio amico.
Risalgo sulla concava nave.
E mi rivedo mentre derido il Ciclope che, accecato, lancia massi nei flutti, e ricordo quelle parole di pietra che han colpito la mia nave che fugge: “Non sono io il cieco, Odisseo! Non sono io il cieco! Non sono io quello che non vede sé stesso!”.
E Penelope, filando, sorrideva del mio credermi astuto, nominandomi Nessuno per sempre, in oblio di rotte a salpare con souvenir di sirene, e di viaggi nel mare di vino, per dimenticare]


Espletate le procedure, entro in arena.
Ero conscio, prima di salire, che c’era stato molto lavoro nel weekend allungato dal ponte, e che molte ragazze quindi presenti riposassero quel giorno, mentre molte altre fossero a casa per la Pasqua ortodossa.
Quindi ero scevro da aspettative, e avrei preso quello che veniva.
Quando le occasioni latitano, bisogna fare di necessità virtù.
E poi, già l’amarcord valeva la giornata.

Prima della chiusura del ristorante sono riuscito ad intercettare i due amici – per un saluto e quattro chiacchere sulla situazione e le loro impressioni durante la mia assenza – e mi sono diretto a pranzare con pollo (ottimo) e verdure varie. Presente anche carpaccio di manzo, pasta al pomodoro, patatine grigliate, peperoni ripieni e buffet di affettati, formaggi e dolci.

Entro in arena e dò uno sguardo generale.
Un buon numero di ragazze. E anche di clienti che cresceranno durante tutta la giornata per un inaspettato (per me) frequentato martedì.
Addirittura un po’ di coda per le camere nel tardo pomeriggio.
Martedì è giornata di abbigliamento free, e si passava dal total naked di Adelina e Yvonne al vestitino latex di Davina.

Noto Ester in body azzurro, e con il taglio corto sofisticato, seduta a bere sul primo tavolino.
Tuttavia mi unisco agli amici.
Passa Crina a salutarmi e scambiamo qualche battuta, ma la congedo.
Mentre bevo al bancone mi avvicina un simpatico soricelu con capelli castano-biondo, raccolti in ampio chignon con coda finta – di gran moda, vedo – in body blu elettrico e culino-ino-ino.
Mi chiede se sono nuovo.
La domanda, dal suo punto di vista, ha un senso.
Dopo averla rassicurata sul fatto che sono un usato garantito, si presenta.
Mi chiamo Mika!”, mi fa con viso che sprizza simpatia e un bel sorriso.
Porecla” le faccio.
Ci pensa dubbiosa e se ne esce con un “Male” che me la fa risultare subito simpatica.
Mika Male”… dall’occhio spermatozoico dell’amico che mi ha raggiunto, suscita il suo interesse.
D'altronde mentre io ci parlavo lui la guardava da dietro…
Non avendo interesse a stanzarla, li lascio.
Me ne parlerà con toni entusiastici.
Mica male, la “Mika Male”, dunque.

La clientela è in aumento, e le ragazze presenti saranno queste fino all’ultimo turno.

Cambio zona e mi dirigo verso lo spogliatoio femminile. Mi siedo al bar.
Incrocio lo sguardo con l’ottima Talia, con le consuete autoreggenti, reggicalze e bustino total black.
Mi sento agguantare e mi giro trovandomela davanti.
E’ bella calda e lampadata.
Le chiedo come mai indossi autoreggenti con il reggicalze.
Così puoi tirare i fili quando mi scopi a pecorina”.
In effetti, domanda sciocca.
Sono vecchio per ste robe, ragazze, ma una risata interiore mi scappa.
Lei è la solita.
Ad un solo respiro da me, eppure guardandomi da distanze abissali, ti provoca nella discussione in cerca una tua reazione, giocando a fare l’enigmatica, a promettere senza promettere, dice, non dice, ti fissa…
Si può fare, dai. Saliamo. Pochissime chiave appese.
Leva solo il bustino e per il resto rimane com’era in arena.
Rapido lavaggio e si parte.
Chiede subito più lingua, ma non non ne ho più, quindi la prossima volta passerò in macelleria a recuperarne una di manzo di rinforzo.
E’ una ragazza con un bel fisichino e un’amante calda e appassionata, di certo, e toccando le giuste corde si lascia andare molto.
Anche in camera ti fissa con lo sguardo.
Come in alta quota, le distanze si fanno rarefatte, ogni orizzonte è una possibilità, e la vetta non è vicina quale appare.
Scendo ampiamente soddisfatto.

Oltre il vetro, con grande discrezione, una pioggia sottile stillava.

Recupero il compagno salito con Mika, mentre l’altro è con Gloria, mi dice.
Siamo nei momenti più tranquilli del pieno pomeriggio, quando lasci fuori i tuoi problemi ad asciugare all’aria aperta insieme al bucato.
Le conversazioni tra vicini sono coriandoli, e sembra che tutto acquisti un’aura di serena permanenza.

Mentre beviamo, parliamo di vita.
E mentre bevo rifletto che non sono un teologo: non gioco a scacchi con la morte su una spiaggia svedese di sassi.
Gioco a scopa con Dio, e ogni mano io baro la carta.
Qualche volta Lui ride, qualche volta mi guarda.
Qualche volta penso di essere fuori tempo, fuori orario.

Nel frattempo Guezel ci cammina attorno senza sosta – come gli squali che nuotano anche mentre dormono e non possono fermarsi, o morirebbero – in un improbabile costume intero bianco, con righe rosse e verdi, che ricorda i bastoncini zuccherati a manico d’ombrello, quei dolciumi da carie e giostre in piazza.
Levate via tutto, ragazze, vedrete come lavorate, specie con quel bel corpo.

Noto poi la bella Lara, con body verde, e capello nero raccolto a coda nel solito chignon, seduta al divano adiacente l’ingresso del ristorante, mentre fa finta di non annoiarsi con l’anziano avventore che l’ha noleggiata per il pomeriggio.

Total naked salvo autoreggenti per una altissima e notevole Miriam, pure lei con chignon e lunga coda bionda.

Sotto la postazione del DJ un’annoiata Ruby parla con due amiche.

Uno sprazzo di sole concede una tregua, ed esco in giardino, a fumare nel cielo carta di zucchero per un istante, attorniato da diverse ragazze con accappatoio di pile e pochi orsi, mentre si stanno approntando le direttive per il grande gazebo fronte piscina.
Rientro in arena al primo bagliore e al susseguente boato che preannuncia ulteriori scrosci di pioggia.

I due amici all’interno sono intenti a conversare con Gloria, di rossa chioma, con calze e scarpe nere e seno sparso in bella evidenza sul bancone. Mi squadra con fare strano, poi si ricorda e scambiamo tutti assieme quattro chiacchere, benché lei sia già promessa all’altro amico.
Sempre indossando il suo misterioso sorriso perfetto che interpretavo in traduzioni differenti, a seconda del tempo.
Quanto a noi quattro,siamo quello che siamo, l’istantanea di un attimo.
Il biglietto comperato alla stazione, mentre il treno sta partendo.
Siamo quello che siamo stati, quello che saremo: quattro spiccioli di ricordi, quattro frasi, buttate giù con il vino.

Saliti loro due, l’altro amico punta Yvonne, di cui mi ha parlato a lungo nella gita, memori dei loro bei trascorsi.
E io vado con passo distratto, ricordando le loro facezie sul mio essere vecchio, sul mio essere stanco.
Fischiettando, mi illuderò ancora una volta di avere ingannato l’ora più cupa.
Di avere ingannato la vita.
Sorriderò ringraziando l’occasione di esser vivo, in un giorno che muore.

Mi perdo barcollando all’angolo del bancone adiacente il ristorante.
Mi si fa incontro una sorridente, magrolina ed emaciata Asia.
Ha un viso meraviglioso, Michelle Pfeiffer in giovane età
La incontro, nelle sue spalle strette e sguardo basso.
I suoi occhi sono nuvole grigie, capillari spezzati.
Un leggero sussulto nel procedere innanzi.
Luci elettriche la illuminano e io sono di troppo.
Un’ipotesi, un sogno, un futuro possibile.
Tuttavia altamente improbabile
Avrei cose da dire, ma la notte imminente mi prende e confonde il cammino
Prova a spiegarmi regole assurde, infine desiste, ricordandomi solo i principi basilari ma è necessario un naturale istinto di superficialità che non mi appartiene.
La congedo e mi lascia dove mi ha pescato, in qualche landa tra dialoghi non più pervenuti.
Peccato per quegli occhi che ridono, occhi da spendere su palcoscenici facili.
In futuro? Chissà.

La ferita che ho è curabile, proprio al centro delle costole.
Vecchio pugile, sopravvivo all’angolo, tossico di letteratura.
Confondo nello scorrere uroborico del tempo, gocce d’inchiosto.
Poi aspetto il loro fluire alla foce del Tutto, dove l’estuario diviene sorgente.
E la mia sorgente per oggi ha il colore dell’inchiostro.
Una Venere di Botticelli, ma di colore.
Naomi seduta al bancone non indossa che un microbikini che non è in grado di trattenerne le generose forme.
L’avrò vista decine di volte la gazzella giamaicana, eppure non l’ho mai guardata.
Ogni segno inciso con l’unghia, pittato con il sangue, o graffiato dai denti, ogni bolo di virgole e frasi.
La scrittura proviene dal verbo, tentando di assurgere a promessa di tempo infinito
L’immagine è sparigliata in frammenti, e cerco di ricomporre quell’attimo.
Ancora una imminente notte a cercare una speranza dove arenarmi.

Arriverai con il sole di quel tuo sorriso fotografico, che il tuo spirito libero spende al mondo da irridere. E con miliardi di capelli neri sciolti tra i quali non vedo l’ora di passare le dita.

Tutte le parole dette. Tutte quelle ascoltate.
Mi siedo e il lungo dialogo è uno dei più brillanti che abbia mai avuto per locali.
Ha veramente ottimi vocabolario ed eloquenza.
La sua vicinanza è come toccare l’arcobaleno.
Una meraviglia quasi tangibile.
C’è troppo scirocco nella mia testa, l’umido salino del naufragio previsto, mari agitati in prossimità delle coste.
La corrente mi sta allontanando quando – correttamente – mi dice che con sovrapprezzo la prestazione sarebbe stata “più generosa”, ma la risacca è forte e da naufrago mi accontento di quello che può essermi offerto senza.
Levatasi dallo sgabello si staglia altissima, oltre gli sguardi bramanti, che sono numerosi per lei, sentendoli pure io quegli occhi.
Si leva il microcostume e scesa sulla Terra è comunque molto alta.
Improvvisa uno schiumato body massage per me, in piedi, sotto la doccia, con i suoi prodotti e poi tocca a me lavarne i numerosi tatuaggi che la ammantano.
Mentre ne tengo in bocca il seno sinistro, e ne mordicchio il freddo piercing metallico, penso agli Dei che elaborarono arcane e intricate teorie, sottili come capelli e flebili come foglie che scorrono nel torrente; che immaginarono ogni singola azione e le sue corrispondenze, diluite come medicine omeopatiche nel corso degli eoni.
Eppure non so se mai previdero noi.
Sottili e impalpabili, trasparenti e incongrui, quei lunghi fili che ci legano formano il labirinto.
Tela di ragno protesa tra una notte e quella a venire.
Amata e abbandonata al crepuscolo egeo, quando il mare colora il vino.
Sei preda e sei carnefice. Sei mosca e sei ragno.
Lei è veramente meravigliosa e partecipe, e andiamo comunque lontano.
Il clitoride rosa sa di canna da zucchero appiccicosa.
Mi porta per isole tropicali frequentate in gioventù, a casa sua dove c’è l’origine del Tutto; apro il pacchetto e torno ad assaporare la dolcezza dell’inganno del vivere.
Fortunatamente trovo ancora qualche punto incandescente e pulsante, dal quale scaturisce la sua grazia nel sorridere.
Chiudo gli occhi fissando l’immagine su quel suo sorriso enigmatico.

A questo punto la cena è servita, ma il mio ospite mi chiede di attenderlo, quindi congedo gli amici dandoci l’orario di ripartenza e ne approfitto per farmi un giro in area relax, essendo praticamente vuota, idromassaggio a parte.
Un bel giro di saune.
In quella esterna, dal buio e caldo interno in cui sembra di risprofondare nell’utero materno, scorgo una ragazza fuori in giardino, in angolo, intenta a telefonare. Anche lei sembra lontanissima, altrove.
Qualche volta, nello svolgere della notte, tutto si fa distanza.

Doccia gelata ed esausta felicità.

Sono affamato e ceno con il mio ospite.
Il buffet prevede del carpaccio di salmone, delle crocchette pollo, delle patatine fritte e degli hamburger (giornata con cena USA, mi dicono), dei tortelli con funghi, verdure, frutta e il diabolico buffet di dolci, con tiramisù e – credo – una torta di frolla con mele e frutta secca.
Sento partire del manele per festeggiare il compleanno di una ragazza, e al tavolo arriva anche dello champagne con le fragole.
Mi limito tuttavia, ma non rinuncio al dolce, che nel locale è una lunga scommessa con il Padreterno.
Racconto di come sia andata la giornata, ed il sorriso di Dio, se ci fosse mai stato, è svanito nel cielo, e di questa notte rimane sul tavolo solo la colpa, come il cacao amaro del dolce.

Rientro in sala giusto per il caffè ed bicchiere della staffa.
Sbadigli, piccole gioie, grandi paure, noie sottili, esili, tremanti.
Molta gente e un bel movimento.
Cerco di vaticinare cosa accadrà, ma è difficile, perché come uno specchio che va in mille pezzi, ogni scheggia riflette un’immagine diversa.
Eppure - tutto e tutti - siamo ancora qui, con tutte le nostre contraddizioni.

Mi sento bene e leggero, del resto se soffri di questo dolore significa che lo hai meritato.
Mi avvio verso lo spogliatoio, mentre passeggio tra questi fiori che sbocciano e cadono nella tarda primavera, e che ti a intiepidiscono la vita.
Sembrano denti di leone.
D’improvviso, sarà per il vino dolce, ho guardato tutti questi soffioni distaccarsi e involarsi oltre la finestra, nel blu della notte, insieme al giorno finito.

"Questa è la chiave direi: fissare, in una sorta di eternità, l’estasi"

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@TITANO
Come sempre grandissima rece!
Grazie anche per il report fotografico.

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@Iustus

Grazie.
È venuta.
Ho i miei momenti 😉

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@Italia77

Grazie dell'apprezzamento.

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Complimenti @Titano è un piacere leggerti

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@tommasomoro

Grazie dell'apprezzamento.

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un poeta punter che ha letto i classici è bellissimo, in fondo per quanto possiamo essere eruditi, dotti e scrittori siamo anche istinto che reclama la sua parte.
Premesso che anche io nel 2012/13 ho frequentato l'andiamo e se qualcuno mi chiede quale è stato il più bel capodanno della mia vita potrei dire senza esitazione, quello passato all'andiamo la prima volta che aprirono per il capodanno... che ricordi...
Viva il sesso senza impegni e viva la vita.

Ps.: chiedo consiglio: a maggio vorrei andare nel naufragar me dolce di quel mare che è il welkum e vorrei sapere se per andare in auto serve comprare la vignetta per l'auto e se chiedono ancora il green pass per entrare in Austria.
In pratica se qualcuno vuol essere cosi gentile da spiegarmi come funziona andare in auto fino al welkum
Grazie a chi avrà la cortesia di rispondermi

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Ciao @mimandapicone vignetta la eviti se esci a Tarvisio e fai statale, tranquillo son solo 15km.
Sul discorso green pass invece leggi il Decreto Riaperture di ieri 28/04, ho messo un estratto sulla discussione generale del Wellcum, in sintesi dal primo maggio pare serva ancora mentre il modulo da commpilare per il spostamenti invece non serva più.

@TITANO mi permetto di aggiungere alle gesta di Ulisse, se aggiungessero qualche Penelope jamaicana in più al @wellcum.at chi sono io per oppormi.

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@TITANO che dire … chapeau! Impeccabile come sempre , questa volta forse di più ! Grazie

Gnoccatravels, il portale dei viaggi della gnocca
http://www.gnoccatravels.com

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@mimandapicone

Grazie dell'apprezzamento.

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@Italia77

Ci sono difficoltà oggettive dettate dalla normativa per gli extraUE, salvo abbiano passaporto comunitario.
Vedremo.

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@Gnoccatravels

Grazie.
Tentiamo di dare un po' di respiro ai disastrati tempi che corrono.

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@paddok
Vedi di piantarla altrimenti prendo provvedimenti.

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@Tergeste83

Grazie, ma non è il caso.
Continua a riportare con il tuo stile le tue esperienze.

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@Titano

Non credo che raggiungerò mai tale livello di prosa….
Continuerò sempre a riportare perché fa parte della ninfa vitale di questo forum ovviamente come da te suggerito su base delle mie esperienze e stile che poi viene influenzato dalle emozioni che da la giornata

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@Tergeste83

È lo spirito giusto.

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Credo che qualsiasi mio commento o aggettivazione sarebbero non solo superflui, finirebbero anche per essere riduttivi.

Solo una mia modestissima impressione. Caro Titano, questa non è una recensione, questa è letteratura! Profondamente ammirato!


Sento inoltre l'esigenza di replicare, per quanto posso fare da parte mia e per quanto mi è consentito, ad alcuni commenti più o meno espliciti letti sul topic generale dedicato al Wellcum in cui Titano - mi scuso in anticipo se ho frainteso - mi è parso venisse accusato di recensioni in malafede eccessivamene entusiastiche sul locale e sulla direzione del medesimo.
Ebbene, ho il piacere di conoscere Titano personalmente, auspico di godere della sua amicizia, certamente lo stimo. Posso garantire che è persona assolutamente imparziale, sempre in assoluta buonafede, ed estranea a qualsiasi interesse nel riportare le sue impressioni sul locale e sulle ragazze. Trovo francamente certe critiche lette inopportune ed infondate, per non dire altro.
Dopo di che, certamente ognuno di noi può ricevere dallo stesso locale e dalle stesse ragazze impressioni diverse, ci mancherebbe, si chiama soggettività. E altrettanto certamente ognuno è libero, sempre a mio modestissimo avviso, di esprimerle, le proprie impressioni e la propria soggettività. Purché si limiti a questo senza trascendere in critiche del tutto gratuite.
Un'ultima breve chiosa. Peraltro, leggendo il racconto di Titano che dà il titolo a questo topic, non mi pare si sia sperticato in lodi entusiastiche nei confronti di qualsiasi ragazza. Vedi NAOMI per esempio. In cui, se non ho capito male, comunica chiaramente delle limitazioni nel servizio, il fatto che la ragazza le abbia preventivamente dichiarate, e al tempo stesso la sua abilità - di Titano - nel cogliere quanto di buono c'è stato pur in un servizio con delle limitazioni. E debbo dire che mi ci ritrovo molto. Ho riscontrato anch'io servizi mediamente con diverse limitazioni, nonché la proposta di extra a me da anni e sino a poco fa ignoti come squirting, fingering, massaggio prostatico. Pratiche che ogni ragazza poteva fare o non fare, ma non certo extra. Ma, al momento, tant'è, e posso solo che prenderne atto e sperare, magari, in un ritorno alla status quo ante. Al contempo, ca va sans dire, le top, quelle che a differenza di altre che vedete per periodi interminabili inchiodate in arena godono al contrario di un meritato continuo avvicendarsi di clienti che le ricercano alla ricerca di un eterno frammento di paradiso, certi extra, nemmeno li nominano, certe richieste su quanto tempo vuoi stare in stanza prima ancora di iniziare e con ciò il condizionamento del servizio, mai le proferirebbero.


Grazie ancora a Titano per questo pezzo di letteratura.

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Accidenti @TITANO la recensione è bella bella ma ho dovuto chiedere mezza giornata di ferie per leggerla e gustarmela tutta a fondo. Saluti.

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@Friedrich28

Spero la mia replica sia all'altezza.

Anzitutto ti ringrazio molto per il tuo post e spero di leggerti più spesso.
So che ogni tuo complimento è sincero.

Quanto a me, pensa cosa possono tre orette rubate al sonno nella notte giusta, ma tra nottambuli che parlano la stessa lingua ci si capisce...

Fuori la luna è un limone anemico spaccato a metà e appiccicato al soffitto e dentro, in silenzio, cerchiamo di dare indicazioni: il Paradiso è da questa parte, Signori.

Ma come sai, se indichi la luna c'è chi, stolto, si ostina a guardare il dito.
Il gracidare acuto dei minus habens.
Leggere attentamente il foglietto illustrativo.
La cosa mi fa sorridere oramai, più che altro, perché nel corso del tempo questi spariscono inesorabilmente, assieme ai loro commenti, e io sono ancora qui.
Bottiglia di vino invecchiata.

E si che non faccio altro che riportare ciò che vedo e vivo durante le poche ore di svago, certo filtrando attraverso ricordi, esperienze e riflessioni.
Ma è tutto ampiamente verificabile.

Oltre all'apprezzamento, ti ringrazio anche perché il tuo intervento è ben scritto e di piacevole lettura, e dimostra che hai compreso perfettamente
il contenuto di alcune parti, ma la classe non è acqua e traspare anche da poche righe, riportandomi alla memoria anni di Forum meravigliosi e per certi versi irripetibili.

Brat, Mora, Magic, Noc, Luck, Willy, Follo, Sdo, Admiral, Gerry, Banky, Nero, Shu, Pumy, Syd, Rottalunare, tu e tanti altri del Sacro Ordine, autori di pagine di racconti memorabili nascoste al Mondo, di gite, cene e serate straordinarie, solo nostre.

Come li spieghi, a chi scrive e legge oggi?

Con molti di loro continuano, come sai, ma ahimé nonostante i miei tentativi, non riesco a farli riaffacciare qui, come è accaduto con te poco fa.

E si che porterebbero ancora a scuola molti.
Forse tutti.

Poi ci ripenso e non li biasimo, proprio per i motivi che hai esposto nel corpo del tuo post.
Tra noi era un piacere, oggi è sempre più faticoso, a volte penoso.

Sembra il finale di Casinò di Scorsese
"Oggi assomiglia a Disneyland...Arriva un pescecane con 4 milioni di dollari e uno studente della scuola alberghiera gli chiede il numero della sua previdenza sociale".

Ed eccoci qui, oggi.
Con il cuore da Cavalieri e la voglia di raccontare ancora questo mondo che amiamo e il nostro Sacro Hobby e le sempre maggiori difficoltà nel farlo.
Racchiusi in questo limbo.

"Questa è la chiave direi: fissare, in una sorta di eternità, l’estasi"

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@TITANO said:
@Italia77

Ci sono difficoltà oggettive dettate dalla normativa per gli extraUE, salvo abbiano passaporto comunitario.
Vedremo.

Grazie della risposta e spero di vederne allora.

@Friedrich28 ora, con la risposta di @TITANO, ho capito cosa tu intendessi, a legger nel forum generale nell'ultimo periodo in effetti qualcuno poteva fraintendere, io stesso ho scambiato un paio di messaggi privati con lui, come chiarimento, da persone civili e mature: gli uomini fanno così.
Purtroppo non sempre hai modo di discutere on-line, i messaggi spesso vengono fraintesi perchè detti da sconosciuti.

Leggi le recensioni ESCORT e non farti fregare, trova la ESCORT nella tua città
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@kaisersoze

Grazie per l'apprezzamento.

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@Italia77

Puoi essere più chiaro?

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@TITANO certo,
il mio messaggio è stato modificato senza chiedere:
ora, al netto che un moderatore abbia il diritto di farlo, se io lo fossi almeno avviserei il forumista spiegandone il motivo, sennò un utente scrive "roma" e poi si ritrova "toma", ma il messaggio resta a nome suo, quando però è stato invece adulterato di proposito.
Questo lo dico senza polemica ma solo per esprimere la mia libera opinione,
anzi, la chiudo qui,
perchè non voglio sporcare la tua recensione, questo thread è tuo.

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@Italia77
Io non ho modificato il tuo messaggio,ho solo editato la parte non ammessa.
Questo fa parte del mio compito di moderatore.
Ho più volte sottolineato che è vietato scrivere o fare pubblicità inerente ad altri forum.
Per non cancellare tutto il tuo post ho editato solo la parte incriminata.

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