Ho approfittato di un viaggio di lavoro a Istanbul per incontrare una quasi collega russa in missione in Turkmenistan ma ben disposta a passare un weekend sul Bosforo. Premetto che ai cittadini italiani non è attualmente permesso di viaggiare in Turchia per turismo; io disponevo di ampia documentazione lavorativa ma all'aeroporto di Venezia nulla mi è stato chiesto. Oltre al passaporto ho dovuto comunque esibire il green pass e sottoscrivere una dichiarazione diretta al Ministero della salute italiano circa il luogo dove trascorrerò la quarantena (10 gg più PCR finale) al rientro. Mi sono anche registrato presso il Ministero della salute turco seguendo un link messo a disposizione da Turkish airlines; viene rilasciato un codice HES necessario per entrare in alcuni luoghi/uffici pubblici. Non più di 72 ore prima del rientro è necessario fare (in Turchia) un PCR; se positivo, non si è ammessi all'imbarco del volo per l'Italia. Oltre al PCR, anche all'aeroporto di Istanbul mi è stato chiesto il green pass. All'arrivo a Venezia nessun controllo, salvo il passaporto. Dall'aeroporto al centro città in taxi serve circa un'ora e 200/300 lire turche (20/30 euro). La cena più costosa che ho offerto alla mia collega - vista notturna su Santa Sofia - mi è costata l'equivalente di 60 euro in due. Nei ristoranti normali la metà, dai kebab 3 euro bastano e avanzano. Per il bere, alcool poco e cocktail penosi. Un bellissimo appartamento vicino alla Torre di Galata mi è costato poco meno di 100 euro al giorno. In questa settimana di lockdown la città era letteralmente invasa dai russi. Qualche bella figa pure tra le turche, ma tra l'età e la compagnia ho dovuto soprassedere.
E il lenzuolo si gonfia sul cavo dell'onda
E la lotta si fa scivolosa e profonda
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marko_kraljevic
05/11/2021 | 22:19
Veneto | 51-100
Silver
Ho approfittato di un viaggio di lavoro a Istanbul per incontrare una quasi collega russa in missione in Turkmenistan ma ben disposta a passare un weekend sul Bosforo. Premetto che ai cittadini italiani non è attualmente permesso di viaggiare in Turchia per turismo; io disponevo di ampia documentazione lavorativa ma all'aeroporto di Venezia nulla mi è stato chiesto. Oltre al passaporto ho dovuto comunque esibire il green pass e sottoscrivere una dichiarazione diretta al Ministero della salute italiano circa il luogo dove trascorrerò la quarantena (10 gg più PCR finale) al rientro. Mi sono anche registrato presso il Ministero della salute turco seguendo un link messo a disposizione da Turkish airlines; viene rilasciato un codice HES necessario per entrare in alcuni luoghi/uffici pubblici. Non più di 72 ore prima del rientro è necessario fare (in Turchia) un PCR; se positivo, non si è ammessi all'imbarco del volo per l'Italia. Oltre al PCR, anche all'aeroporto di Istanbul mi è stato chiesto il green pass. All'arrivo a Venezia nessun controllo, salvo il passaporto. Dall'aeroporto al centro città in taxi serve circa un'ora e 200/300 lire turche (20/30 euro). La cena più costosa che ho offerto alla mia collega - vista notturna su Santa Sofia - mi è costata l'equivalente di 60 euro in due. Nei ristoranti normali la metà, dai kebab 3 euro bastano e avanzano. Per il bere, alcool poco e cocktail penosi. Un bellissimo appartamento vicino alla Torre di Galata mi è costato poco meno di 100 euro al giorno. In questa settimana di lockdown la città era letteralmente invasa dai russi. Qualche bella figa pure tra le turche, ma tra l'età e la compagnia ho dovuto soprassedere.
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