Andiamo

'Gli uomini oggi sono uno peggio dell'altro,..........Sono scarsamente virili.

Innanzitutto, ringrazio chi ha postato perchè ne sta

risultando un thread che difficilmente si vedrà altrove.

OT ( parziale ):

io non manco di citare GT quando discuto di rapporti M/F , perchè qui emergono talvolta, aspetti importanti e veri della maschilità.

Il fatto che qualcuno, purtroppo anche maschi,

cerchi di screditare parlando di " puttanieri ", non mi tocca.

La vicenda umana tra uomo e donna trova il suo momento culminante nel rapporto carnale, e un " puttaniere " va visto come un marinaio :

non si può parlare di marine e navi, senza citare i marinai

;-)

Detto questo, nessun problema con le donne che vogliono competere : lo facciano però alla pari e senza denigrare l'uomo e ricordando che se oggi possiamo uscire di casa senza essere sbranati da una belva, lo dobbiamo a tanti nostri progenitori che, anche a costo della vita , hanno protetto e sfamato le loro famiglie i loro figli e , in una lunghissima catena, ci hanno trasmesso una parte di loro

marito : involuzione della specie

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@Cosacco

Trovati e letti articoli di Massimo Fini, grazie. Non tutto condivisibile, ma quasi. Comunque un grande. Grazie ancora.

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@Taladro Fini è a volte troppo spigoloso, ma in fatto di donne è quello che ha scritto cose più interessanti qui in Italia fra i contemporanei... gli spunti di riflessione sono semplicemente infiniti. Si può dissentire, ma è comunque un grande per tutta la sua opera.

@bagigilor Concordo...

Spesso, seriamente, gli si affacciava l'idea di dar addio a tutto, arruolarsi tra i cosacchi, comprarsi un'isba, il bestiame, ammogliarsi a una cosacca [...] andarsene a caccia e a pesca, e coi cosacchi alle spedizioni.
Lev Tolstoj "I Cosacchi" - 1863

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un altro problema grave italiano ,dato dalla grossa ignoranza, che si è sempre contrapposto il nazi-femminismo di tipo anglosassone con l oppressione estremista islamica delle donne....mai i media danno spazio a tante altre realtà dove la donna ha la sua dignità ma non per questo si sono stravolti i ruoli....

basta accennare qualche perplessità riguardo al nazi-femminismo che subito la melanzana di turno ti dice "ma cosa sei un talebano??"

ma cazzo in est europa, o anche in sudamerica ci sono donne che lavorano, mandano avanti figli(in molti paesi in caso di divorzio il coniuge forte,ovvero il marito ,mantiene solo la prole) donne con le palle quadre che si ricordano(non solo a letto) di essere donne...

mi ricordo una mia ex italiana amava "viziarmi" (piatti preparati, sorprese ecc) oltre al fatto che quando doveva uscire da sola mi chiedeva sempre(naturalmente la mia risposta era sempre si....primo perché non è giusto fare il padre padrone, poi anche perché ogni tanto è bello non averla tra le palle)...le sue amiche melanzane per questo la deridevano facendomi passare per una specie di talabano..

non so perché in italia siamo arrivati a tanto....forse per l atavico complesso di inferiorità che abbiamo nei confronti delle popolazioni anglosassoni-nordiche(che tra l altro ,mediamente,ci schifano) e quindi la voglia di imitarli....

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rispondero con un vecchio detto romano...

care melanzane, avete voluto aa bicicletta? e mo' pedalate!!!!

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@Paolorox D'accordo con te. Ma qui non c'è voglia di enunciare regole chiare e precise perché finirebbe l'ambiguità del femminismo italiota.

Poi non sarà mai preso in considerazione il modello russo: l'unico in cui c'è parità nel rispetto dei ruoli (e le cose, a modo loro, funzionano eccome. Inoltre lì la donna lavora quanto, se non più, dell'uomo....). Le lamentose italiane sono pronte a questo?

Spesso, seriamente, gli si affacciava l'idea di dar addio a tutto, arruolarsi tra i cosacchi, comprarsi un'isba, il bestiame, ammogliarsi a una cosacca [...] andarsene a caccia e a pesca, e coi cosacchi alle spedizioni.
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@cosacco

esatto....quando vedo ucraine in italia a spaccarsi la schiena per mantenere il marito russo(che magari nel frattempo scopa e si ubriaca con altre) e poi mi giro e vedo dei minchia che portarsi in giro na figa,magari non scopandola, si fottono lo stipendo di mezzo mese per una serata....

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@bagigilor ha ragione sugli effetti delle donne come re mida al contrario in molti settori. in realtà sono convinto che le donne negli ambienti di lavoro facciano, per diversi motivi, calare la produttività.

poi sono un onere per le aziende e il welfare, infatti con la maternità privano le aziende di continuità di progetto e le costringono a trovare dei sostituti (per lo meno se si tratta di contratti a tempo indeterminato), il tutto con un periodi di inattività retribuita.

ricordo quando andavo alle superiori e ci cambiarono 4 professoresse di italiani in un anno. fu una roba ridicola, una specie di effetto domino della maternità, per cui alla professoressa di ruolo in maternità dovettero trovare una supplente, che andò anche lei in maternità e dovettero trovare un altra supplente, che per maternità dovette cedere il posto a un altra supplente.

insomma, una cosa più tragica che comica.

negi usa ad esempio non esistono le quote rosa e sono a tutti gli effetti la società più meritocratica nel mondo. nella sillicon valley la predominanza è di gran lunga maschile, per lo meno ai vertici. lo stesso si può dire per il distretto di wall street, che sono i due luoghi più produttivi in termini di ricchezza dell intero pianeta (ad esempio, per far capire che cifre guadagnano i dirigenti, una prostituta nelle zone di wall street guadagna diverse centinaia di migliaia di dollari per quache ora, anche cifre intorno al milione le migliori). gli stessi premi nobel, appena assegnati quest anno, sono quasi sempre uomini (tranne i nobel per la pace, dati sempre a qualche donna cresciuta in circostanze difficili e in paesi "maschilisti" che cerca di far "risvegliare" le donne). da qui, a mio modesto parere, si evincerebbe la penosità del nobel per la pace (dato fra l altro anche ad obama, scelta azzeccatissima...).

eppure nel mondo occidentale hanno le stesse opportunità e nelle alte sfere non riescono lo stesso ad emergere (se non come la moglie di tizio o caio o come attrici).

mi ha fatto piacere leggere i tuoi interventi, vedo che non sono l unico a pensarla in questo modo. per spirito d iniziativa ed inventiva probabilmente i migliori uomini sono le menti migliori del pianeta. sul discorso dell autostima che stavi facendo, sono ricollegato ad esso anche ragioni fisiche. un organismo più forte è anche più sicuro e cosciente delle proprie capacità. inoltre gli uomini a livello ormonale producono maggiori quantità di testosterone che conferiscono caratteristiche (tipo la maggiore aggressività e la minor passività) fondamentali per emergere in società ed assumere i ruoli dirigenziali e di leadership.

c è anche una questione che di cui mi piacerebbe conoscere un parere scientifico più accurato, perché ho letto anche che il testosterone nella fase della crescita tende rispetto agli estrogeni ad ingrandire tutti gli organi, ma il cervello ne risulta ingrandito maggiormente rispetto agli altri organi (lo si può trovare anche su wiki.en, ho controllato anche li). questo ovviamente non indica la quantità di materia grigia presente nella corteccia, però è anche vero che potenzialmente il cervello può svilupparsi maggiormente e, per motivi quantitativi, potrebbe esserci più probabilità che la materia grigia sia maggiore. vorrei sapere se sei più informato di me in merità, perché oltre ad osservazioni empiriche, sull emotività, ecc., vorrei sapere anche qualcosa di più in merito. poi magari non c è nessun legame con l intelligenza, ma sarei curioso di approfondire l aspetto neurobiologico.

sempre sull aspetto neurobiologico so che le donne hanno maggiore memoria grazie ad una maggiore produzione di ossitocina che stimola la dopamina, che è diretta responsabile di quanto detto, per discorsi analoghi hanno più resistenza allo stress, però che io sappia non si è approfondito molto molto su questo maggiore ingrandimento del cervello rispetto agli altri organi interni dovuta al testosterone (seppur si parla di differenze non chissà quanto grandi).

si sa però che il testosterone migliora le facoltà cognitive, diminuendo il rischio di demenza e di depressione.

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@ndoquazzo

ora che mi hai fatto ritornare in mente: anch'io alle superiori il primo anno cambiai 3 o 4 professoresse di inglese, il risultato sull'apprendimento generale della classe fu disastroso...

per quanto riguarda i guadagni ci sarebbe poi da discutere (e in effetti c'è un dibattito in corso in merito) perchè ad esempio nel tennis le giocatrici sono riuscite a strappare a livello WTA gli stessi guadagni dei loro colleghi uomini a livello ATP quando tutti sanno che ad esempio nei tornei slam tutte le partite maschili sono 3 set su 5 (con a volte interminabili maratone di diverse ore) mentre le partite femminili sono solo di 2 set su 3 (e talvolta in meno di un'ora finiscono).......

per quanto riguarda il testosterone invece:

:-D

40034.jpg

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@Strutter : la vicenda del tennis è scandalosa .

Le tenniste non sono assolutamente in grado di competere con i maschi , ma vogliono le stesse retribuzioni.

Facessero allora i tornei open : maschi e femmine insieme.

Poi ci sediamo, accendiamo la TV e ci facciamo un sacco di risate, nel vedere la serie dei

6 -0, 6-0, 6-0.

@ndoquazzo : hai detto bene , gli uomini sono più intelligenti.

Mi spiego :

la curva del Q.I. ( con tutti i suoi limiti ) segue la forma della campana di Gauss.

i valori medi sono 90 - 110 .

All'iterno dei valori medi , M e F sono più o meno in numero uguale.

Ma all'estremo della campana, i maschi sono in netta maggioranza.

Quindi, più minorati mentali, e lo vediamo.

ma anche soggetti più intelligenti.

Non c'entra la società patrircale, tant'è che anche oggi , le donne sono favorite a scuola, ma alla fine NON emergono.

Preciso che non sono idee mie, am esistono studi in merito, che potrei postare, appesantendo però il thead.

Riguardo alla femminilizzazione della scuola, che favorisce le caretteristiche femminili, è sotto gli occhi di tutti e comunque, anche qui, esistono i dati.

Esattamente come per le donne nelle forse armate : in caso di test comuni, fine della festa.

resistenza allo stress : anche qui, le donne hanno accumulato un vantaggio dovuto al fatto che gli uomini avevano abitudini più dannose ( alcool e fumo ) e attività pericolose, TUTTE maschili.

Ora, gli uomini stanno smettendo il fumo, le donne aumentano e infatti il gap F>M si sta riducendo.

http://www.corriere.it/salute/cardiologia/14_ottobre_14/stress-carriera-sta-allineando-due-sessi-nell-aspettativa-vita-1d2362ce-53af-11e4-a6fc-251c9a76aa3c.shtml

Inoltre, la disoccupazione dilagante ci fa vedere che muoiono meno uomini sul lavoro . Già, visto che i lavori pericolosi sono svolti tutti dai maschi/maschilisti/oppressori/ discriminatori e via discorrendo.

Strano tipo di oppressione : l'oppressore che si riserva i lavori peggiori, dando alle oppresse comode occupazioni scaldasedia.

Una ultima cosa sui sovvenzionamenti alle donne , ecc :

la vera ragione di questa crisi europea e occidentale ,

è che il nostro welfare è a debito.

e chi è che usufruisce di più del welfare ?

.

marito : involuzione della specie

figgmi.ch

2 risate :

40045.jpg

in un articolo ha detto che noi italiani siamo pieni di tabù, oltre a spaccare le pa..e con i suoi incubi femministi, poi però , dopo Ramazzotti, ricco e italiano chi sposa ?

Trussardi ...ricco e italiano.

queste sono le femmniste :-))

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p.s : la didascalia nella foto è mia :-D

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@bagigilor, quella cosa che hai scritto in merito alla curva di gauss lo avevo già immaginato, ma non sapevo dell esistenza di studi specifici in merito.

comunque la scuola italiana andrebbe riformata sotto molti aspetti perché si struttura su fondamenti erronei, quelli femminili di cui tu parlavi.

è il trionfo dell immeritocrazia giustificata dalla "uguaglianza", usata a sproposito ovviamente. l uguaglianza deve essere sui diritti, non sui risultati.

fra l altro la scuola italiana verte troppo sulla memoria e molto poco sulla logica. la stessa matematica diventa un esercizio mnemonico, una cosa allucinante. io preferirei un maggior pragmatismo, di cui fortunatamente è maggiormente dotato il sistema universitario (con tutti i suoi difetti, perché anch esso non ne è esule).

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@bagigilor potresti citare le fonti che affermano come gli uomini parlando di quoziente intellettivo si collocano in maggioranza sia nella parte bassa del range che in quella alta, sarei interessato ad approfondire questo argomento.

Detto questo però ancora non comprendo perché si continui a prendere l'esempio della scuola citando la maggiore presenza femminile come un fattore di per sé negativo che porta ad un abbassamento della qualità dell'insegnamento...io non sono per niente d'accordo anche per esperienza personale ricordo alle superiori 2 mediocri insegnanti uomini ed invece alcune eccellenti professoresse donne, non penso che sia capitato solo al sottoscritto.

@ndoquazzo sinceramente non mi è piaciuto il discorso sulla maternità, da quasi la sensazione che sia di fatto un problema che la donna lavoratrice rimanga incinta (e poi ci lamentiamo del basso tasso di natalità)....il congedo di maternità è un giusto diritto previsto nei Paesi evoluti, in Italia mi pare sia di 5 mesi e in generale si va da un minimo di 3 ad un massimo di un anno pagato dal 70 al 100%....vogliamo tornare al medioevo? Le donne tutte a casa a fare figli e gli uomini a lavorare? Non capisco dove si voglia andare a parare....il sesso conta un caxxo quando si parla di produttività, lo ribadisco per l'ennesima volta ci sono donne più in gamba di uomini e viceversa, non si può fare una classifica accusando le donne che per un tot di mesi causa maternità sono inattive, lo trovo veramente inaccettabile.

Aggiungo che non c'è correlazione alcuna tra meritocrazia e femminilizzazione della scuola...i problemi sono ben altri ed una controriforma sarebbe necessaria per riportare la scuola ai fasti del passato con il ritorno della figura del maestro/a unico e una maggiore preparazione degli insegnanti che come i genitori di oggigiorno non sanno più EDUCARE e mancano totalmente di AUTOREVOLEZZA.

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Bhe @pawel il discorso e lungo ma la donna a casa sopratutto se e colta e preparata fa si che la prole venga accudita in maniera appropriata,che tutti in casa consumino cibo più sano e fresco perche lavorato artigianalmente e con amore e comprato solo alla occorrenza ,creando cosi un clima pulito rilassato di risparmio (meno specgi dovuti alla fretta e alla impazienza) ,altrimenti abbiamo tutte ste madri lavoratrici e in carriera che delegano alla play station a internet e nel migliore dei casi a babysitter e nonni i figli,cucinano cose congelate OGM da supermercato.Io tornerei volentieri alla formula monoreddito come base della società,dove la donna e mamma e moglie a tempo pieno a meno che non abbia il talento o le capacita tali da essere lei a guadagnare il monoreddito allora si trova un uomo disposto a portare la gonna

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E cosi una volta per tutte otterremo qualche milione di posti di lavoro vacanti e un tasso di disoccupazione pari allo 0 con un ovvio aumento degli stipendi che permetterebbero i monoreddito !

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Ovvio addio agli iphones,e alle borse da 1000e

Ma ci sono cellulari super da 100 e borse altrettanto ottime da 100 euro magari avendo il tempo di cercarle(casalinga)sono pure più belle e fatte in Italy e non in Cina!

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Bhe non andiamo fuori topic ,pero il fatto che le donne vogliano fare tutto come gli uomini e anche tutte le cose da donne e uno dei grandi problemi del melanzanistan con ricadute importanti anche sul sesso ,perche dopo una giornata di lavoro come cassiera magari

e moolto più facile che abbiano il famoso mal di testa :) ecco fatto lui stressato lei col mal di testa ,separazione assicurata con costi sociali ed economici ....

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Stiamo rischiando l'off topic, ma azzardo ugualmente (eventualmente i moderatori me lo dicano, e chiudo il discorso qui;-) ). @Pawel Innegabile che la maternità sia un diritto, e guai a toccarlo!!!

Ma c'è qualcosa che mi colpisce fra Italia e altri due paesi (Russia e Repubblica ceca): da noi mi sembra che siano 6 mesi più allattamento (ma potrei non essere preciso). Nei due paesi da me citati è di tre anni!!!

A me pare una differenza abissale, e sinceramente - a mio vedere - fa onore a Russia e R.Ceca che tutelano maggiormente la maternità. Da noi, a quanto pare, non è un fatto tanto importante... a dispetto della retorica.

Mi sono perso qualcosa?

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@poliglotta il problema non sta nella donna che lavora ma nella società moderna dei nostri tempi dove uomini e donne sono menefreghisti, egoisti, individualisti incapaci di educare i figli come un tempo....in passato le donne riuscivano bene a gestire lavoro e famiglia, oggi come i loro compagni delegano ai nonni non tanto per mancanza di tempo ma di voglia...sono poi troppo permissivi quando invece bisognerebbe tornare a fare i padri e le madri ed essere AUTOREVOLI.

Con i salari fermi da quasi 20 anni e le tasse cresciute a livelli scandinavi pensare che sia sufficiente il monoreddito per mantenere una famiglia mi pare utopistico e non dico altro....concludo dicendo che in una società ignorante e priva di valori come la nostra si è perso il concetto di ciò che è importante e ciò che lo è meno per cui si è in crisi se non riesco a comprare l'ultimo melafonino o cambiare auto ogni 2 anni, siamo messi veramente male.

@cosacco mi pare che si parte da un minimo di 3 mesi negli States sino a superare l'anno in alcuni Paesi, poi dipende anche da quanto il congedo viene pagato se integralmente o in percentuale più bassa....sinceramente non conosco i dati russi ma 3 anni mi sembrano un po' troppi.

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@cosacco può essere che in Russia si venga pagati per un tot di mesi al 100% e la percentuale cali con il passare del tempo consentendo però alla madre di non perdere il posto di lavoro sino a 3 anni dal parto ma senza guadagnare un rublo....in Italia sono comunque 5 mesi all'80%.

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sinceramente a me non frega una mazza del discorso "tornare al medioevo" se quello che tu consideri un regresso sia in realtà un progresso aziendale.

penso che una azienda incorra in numerosi problemi di competitività quando assume donne che vanno in maternità a catena, specialmente nell ambito dirigenziale (meno problemi ci sono invece per le basse sfere, dove il lavoro di un dipendente può essere facilmente sostituito).

francamente non vedo neanche tutti questi problemi nel far fare alla donna il fulcro del nucleo familiare. in realtà, come spiegato anche da altri, porterebbe vantaggi (sempre che non si compensi alla perdita con il lavoro immigrato, basterebbe fare una seria legge sul modello tedesco o australiano per esempio).

per motivi abbastanza intuibili la forza lavoro femminile ha inoltre inciso anche sulla svalutazione degli stipendi agendo non solo sul fattore retribuzione, ma anche su quello del prezzo dei prodotti.

in una società ideale non ci penserei due volte a lasciare alle donne ruoli non dirigenziali. i ruoli dirigenziali richiedono continuità di progetto e si incorre in grossi problemi di gestione quando si cambiano spesso i dirigenti.

onestamente la tua esperienza fondata sul "le mie due prof e i miei due prof" è statisticamente irrilevante di fronte a quanto detto precedentemente da bagiglor.

in realtà l istituzione familiare è fondamentale in una società come la nostra, e questo modello di sviluppo "rosa" sta penalizzando tutti, incluse le donne, anch esse vittime delle deviazioni morali ed economiche che si stanno venendo a creare.

la società pre-femminista era sostanzialmente piatta e con valori stabili nel tempo. le degenerazioni educative, morali e culturali odierne stanno trasformando la società in un modo che definirei ben poco positivamente.

l unico vantaggio è che si scopa di più e più liberamente (non in melanzanistan ovviamente, parlo a livello globale). e penso che il gioco non valga la candela.

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se ci rifletti bene ti accorgi che uno sviluppo del potere d acquisto cosi squilibrato è in primis da attribuire all entrata massiccia delle donne nel mercato del lavoro. con la famiglia monoreddito non si poteva verificare uno scossone di questo tipo, semmai cambiamenti meno radicali.

e, continuando sul discorso demografico, sarebbe un bene se al momento l italia avesse un calo demografico, ancor meglio se si avesse un calo della popolazione anziana. questo sempre facendo un discorso ideale.

su quelli che definisci "donne e uomini incapaci" (in realtà curano i figli molto di più di quanto non facessero i loro genitori, almeno per quanto riguarda i papa) sono solo la conseguenza di questa società femminista e femminizzante. non mi sembrano poi di cosi difficile intuizione i motivi.

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:-? Ricapitolando il tutto lo stallo dei salari reali e la riduzione del potere d'acquisto delle famiglie in Italia sarebbe causato dalla femminilizzazione del lavoro ossia da una massiccia presenza delle donne che essendo meno produttive causa anche la maternità avrebbero un impatto negativo sulla crescita del Paese :-? Sti caxxi, con questa teoria economica si può vincere il premio nobel :))

Alcune domande però sorgono spontanee....come mai Paesi quali gli USA o quelli scandinavi che hanno in percentuale più donne che lavorano e che sono madri non hanno subito le stesse conseguenze? E come mai in Italia nelle regioni del sud laddove statisticamente le donne stanno più a casa i problemi economici sono più marcati? ;)

Non per risultare tedioso ma ricordo che il PIL è determinato da quante persone lavorano, quanto ore lavorano e quanto producono per ora lavorata...bene, detto questo si capisce come se lavorassero solo gli uomini non sono così certo le cose migliorerebbero da un punto di vista economico così come si dovrebbe porre l'accento sul vero male dell'economia italiana che è LA MANCATA CRESCITA DELLA PRODUTTIVITA' che non ha sesso ma ha cause ben precise e dipende dal fatto che la nostra economia si basa su piccole imprese le quali non avendo una determinata struttura organizzativa non hanno saputo sfruttare i benefici della rivoluzione informatica perdendo di fatto in competitività, altroché dare la colpa a dirigenti donna che prendono il congedo di maternità :-D

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lo stallo non è tutto li, ma è evidente che non hai capito quello che ho scritto.

adesso dovrei risponderti riscrivendo la stessa roba.

negli usa gli uomini guadagnano più delle donne, e sono la società probabilmente più meritocratica al mondo.

già da questo potresti farti 2 domandine. questo soprattutto in california e new york state (a buon intenditor poche parole), dove la sproporzione diventa allucinante.

la mancata crescita della produttività delle aziende è in parte (in parte) anche determinata dalle donne sul lavoro e in ambito dirigenziale la componente incide più che nelle basse sfere. però ho anche scritto che il lavoro femminile in settori come la distribuzione o comunque a livello non dirigenziale non da fastidio.

a livello di educazione scolastica può essere invece perfino deleterio, non solo per le maternità, ma anche per la figura troppo umorale ed empatica e talvolta incapace di gestire la classe che la donna spesso incarna. ovviamente non tutte, specie in età avanzata per motivi biologici (ovvero quando le produzioni ormonali ed enzimatiche si riducono cosi come alcuni effetti che definirei nocivi sull ambiente lavorativo). ma non è per le eccezioni che dobbiamo fare le regole...

comunque il pil non è determinato solo da quante persone lavorano...

sul sud non cè molto da rispondere, purtroppo non hai ben recepito. fra l altro non puoi considerare un area economica senza scinderla dal resto della nazione, dalla cui politica (economica e non) è influenzata. fra l altro il mercato immobiliare (giusto per fare un esempio di beni strettamente legati al territorio e che non competono in maniera diretta come le merci mobili con il mercato esterno) è più equilibrato al sud di quanto non lo sia al nord, ovviamente rapportandolo alle retribuzioni. non è tutto da attribuire alla sfasatura che ha contribuito a creare la presenza delle donne sul lavoro, ma in buona parte è sicuramente attribuibile.

sul resto non ho molto da aggiungere, ho già scritto in precedenza, chi capisce capisce.

anzi, aggiungo un ultima cosa. le quote rosa ti sembrano sensate? non solo in termini di produttività, ma anche solo come concetto fine a sé stesso.

questo giusto per mettere un altro piccolo puntino sulle i.

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Eppure mi pare di aver compreso il tuo pensiero e se dovessi fare un breve sunto l'idea che ne esce è quella di una società che per essere considerata ideale dovrebbe tornare alla famiglia monoreddito in cui l'uomo lavora e la donna sta a casa, in questo modo parrebbe che ci sarebbero benefici sia sul piano economico che sociale.....peccato che a me non convince, la trovo carente nelle motivazioni dove tra l'altro si enuncia la tesi surreale

per cui sulla competitività delle aziende peserebbe la presenza femminile nei ruoli chiave che causa maternità non consentirebbe a tuo dire "continuità di progetto"....la femminilizzazione del lavoro IMO non ha portato ad alcuna riduzione né di salario né di capacità di acquisto familiare e aumento della disoccupazione nel nostro Paese dove i fattori scatenanti la crisi sono ben altri ma non ha senso enunciarli perché qui si parla di gnocca e non di politica economica.

In altri Paesi abbiamo assistito ad una crescita costante (anche degli stipendi) seppur in presenza di un maggior numero di donne lavoratrici madri nei ruoli dirigenziali (negli Stati Uniti ad esempio la quota di manager femminile è del 40%) seppur vero è che rimane un gap retributivo nell'ordine del 15% a favore degli uomini a parità di lavoro eseguito e indipendentemente dalla qualità dello stesso.

Non mi piace il concetto delle quote rosa perché poco meritocratico ma non vorrei che qui sul forum passasse il messaggio per cui se sei donna non vali e sei poco produttiva...valutiamo le persone singolarmente e non in base sesso, etnia, censo e quant'altro. Qui in Italia purtroppo vige la regola della raccomandazione e non della qualità professionale della persona, ecco perché ci troviamo spesso difronte incapaci che sono sia uomini che donne.....e se c'è un decadimento della società non si può colpevolizzare solo la femmina ma questo è un discorso fatto almeno un milione di volte.

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beh visto la piega che ha preso il discorso spostiamoci tutti qui... ;-)

http://www.gnoccatravels.com/viaggiodellagnocca/19911/siete-gt-responsabili/p1

- Che cazzo è quello?
- Ti sei risposto da sola.

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@ndoquazzo : quoto integralmente quanto scrivi

@Pawel :

http://medicalhypotheses.blogspot.com/2009/05/do-elite US colleges choose persona...

per chi sa l'inglese, posto il testo :

Medical Hypotheses

Wednesday, 27 May 2009

Blog Archive

Do elite US colleges choose personality over IQ?

Sex ratios in the most-selective elite US undergraduate colleges

and universities are consistent with the hypothesis that modern

educational systems increasingly select for conscientious

personality compared with intelligence

Medical Hypotheses. 2009; 73: 127-129

Bruce G. Charlton, , Editor-in-Chief, Medical Hypotheses

The main predictors of examination results and educational

achievement in modern societies are intelligence (IQ – or general

factor ‘g’ intelligence) and the personality trait termed

‘Conscientiousness’ (C). I have previously argued that increased

use of continuous assessment (e.g. course work rather than timed

and supervised examinations) and increased duration of the

educational process implies that modern educational systems have

become increasingly selective for the personality trait of

Conscientiousness and consequently less selective for IQ. I have

tested this prediction (in a preliminary fashion) by looking at the

sex ratios in the most selective elite US universities. My two main

assumptions are: (1) that a greater proportion of individuals with

very high intelligence are men than women, and (2) that women

are more conscientious than men. To estimate the proportion of

men and women expected at highly-selective schools, I performed

► 2007 (32)

About Me

bgc

I am Professor of Theoretical Medicine,

University of Buckingham, UK. I dwell in

Newcastle upon Tyne, UK and teach at the

old university in that city. I can be e-mailed

at hklaxness at yahoo dot com (remove

spaces and insert symbols instead of

names). Anonymous comments will not be

published - if not your real name, then

please create a pseudonym.

View my complete profile

demonstration calculations based on three plausible estimates of

male and female IQ averages and standard deviations. The

expected percentage of men at elite undergraduate colleges

(selecting students with IQ above 130 – i.e. in the top 2% of the

population) were 66%, 61% and 74%. When these estimates were

compared with the sex ratios at 33 elite colleges and universities,

only two technical institutes had more than 60% men. Elite US

colleges and universities therefore seem to be selecting primarily

on the basis of something other than IQ – probably

conscientiousness. There is a ‘missing population’ of very high IQ

men who are not being admitted to the most selective and

prestigious undergraduate schools, probably because their high

school educational qualifications and evaluations are too low. This

analysis is therefore consistent with the hypothesis that modern

educational systems tend to select more strongly for

Conscientiousness than for IQ. The implication is that modern

undergraduates at the most-selective US schools are not primarily

an intelligence elite, as commonly assumed, but instead an elite for

Conscientious personality.


IQ and C predict educational attainment

Evidence from a range of studies suggests that the main

determinants of examination results and educational achievement

in modern societies are intelligence (IQ – or general factor ‘g’

intelligence) and the personality trait variously described as

‘Conscientiousness’, self-discipline, perseverance or something

similar (see Ref. [1] for review). IQ is (roughly speaking) that

cognitive ability which enables people to think abstractly and learn

quickly; Conscientiousness (broadly synonymous with perseverance

or self-discipline) is the personality trait that enables people to

work hard for long periods at dull tasks, to think before acting and

to take a long term view.

I have previously argued that a combination of the increased use of

continuous assessment (e.g. course work rather than timed and

supervised examinations) and the increased duration of the

educational process implies that modern educational systems have

become increasingly selective for Conscientiousness (C) [1]. My

argument is that, because C is not closely correlated with

intelligence, then demand for increasing levels of C will inevitably

lead to reduced selectivity for intelligence. Ever-higher levels of C

will usually only be attainable by progressively relaxing standards

for IQ.

If this reasoning is correct, it would be predicted that the most

highly-educated and most educationally-selected people would be

characterized more by their extremely-high Conscientiousness than

by their extremely-high intelligence. More precisely, there would be

a trend for educational selectivity to increase average ranking for C

more than the average ranking for IQ.

Sex ratios at the most-selective US colleges and universities

I have tested this prediction (in a preliminary fashion) by looking at

the sex ratios in the most selective elite US universities. My two

main assumptions are: (1) that a greater proportion of individuals

with very high intelligence are men than women, and (2) that

women are more Conscientious than men.

Most IQ studies find a greater proportion of men than women

among very high IQ adults. For example, the US national 2008 SAT

results show a higher proportion of men than women scoring in the

highest band for the most g-loaded sections (Critical Reading and

Mathematics) [2]. This male domination of the highest scorers in

IQ testing is consistent with IQ surveys going back over many

decades [3] and studies of creative and intellectual genius [4] and

[5]. I will therefore assume a higher proportion of men than

women at levels of very high IQ. In contrast, current evidence

suggests that Conscientiousness, especially the academically-

relevant sub-trait of self-discipline, is higher in women than men

[1] and [6].

On this basis alone, without any calculations, and if we assume

equal proportions of men and women in the US population, no

important differences in sex applications to college and a sex-blind

policy of selectivity; it would be expected that there was a greater

proportion of men than women at highly-selective elite colleges,

and that the more selective the colleges the greater would be the

expected proportion of men. By contrast, if there was an equal or

greater-proportion of women at elite colleges then this would be

consistent with C being more rigorously selected-for than IQ.

Predicted proportion of men at elite schools – on the basis of IQ

To make this exercise more precise, it is helpful to estimate the

proportion of men and women which would be expected at highly-

selective schools.

I have focused on predictions related to IQ because much more is

known about IQ than C, and C cannot yet be quantified as precisely

as IQ. An IQ of 130 is used as a plausible threshold for selectivity

at elite universities: this is approximately two standard deviations

above the average IQ and includes the top 2% of the population.

However, the magnitude of the expected sex differential is relevant,

since if the expected sex differential was small it could easily be

swamped by statistical noise, or by other relevant variables. The

magnitude of the predicted sex differential depends on the

assumptions of male and female IQ average differences and

distributions.

There are three mainstream explanations of why there are more

men than women among the population of very high IQ people.

  1. Men have a higher average IQ than women, but the same

variance. For instance, Lynn suggests that men have an average IQ

about 4–5 points higher than women with the sexes having the

same standard deviation (conventionally 15 IQ points) [7].

  1. Men and women have a near-identical average IQ, but men have

a greater variance in IQ than women (higher standard deviation).

For instance Hedges and Nowell present Project Talent data that

suggest men and women have the same IQ, but men have a

standard deviation around 10% greater than women [8].

  1. Men have both a higher average IQ and larger standard

deviation of IQ than women. For instance, Hans Eysenck accepted

Lynn’s estimate of about 4 IQ points difference in average IQ and

also assumed that women had a standard deviation of 14 compared

with the male standard deviation of 15 [4].

We can use these ball-park estimates as the basis for calculating

approximate expected sex ratios at elite US undergraduate schools.

Therefore on the basis of IQ considered alone (Table 1), it would be

expected to find a considerably greater proportion of men than

women at elite undergraduate colleges. The prediction is that the

most selective institutions would admit at least 60% men (and

probably a higher proportion).

Table 1.

Demonstration calculations of the effect of plausible male versus

female IQ averages and standard deviations on the proportion of

men and women at elite colleges with threshold IQ of 130 for a US

population with average mean IQ 100 (SD 15). Key: SD = standard

deviation; M = men; W = women; av. = average.

Assumption Mean IQ (SD) Percentage IQ > 130 Predicted % men

at elite college

M higher av. IQ than W: M 102 (15) 3.1% c. 66% W 98 (15) 1.6%

M > SD than W: M 100 (15.75) 2.8% c. 61% W 100 (14.25) 1.8%

Men higher av. IQ: M 102 (15) 3.1% c. 74% & >SD than W W 98

(14) 1.1%

So, any sex ratio less than this would imply that other qualities

than IQ are actually determining selection; or alternatively that one

or more of the assumptions are incorrect – for example there might

be sexually differential patterns of application or selection.

Using the About.com: College Admissions web pages

(http://collegeapps.about.com/ – up to March 2009) I generated a

list of sex ratios (the percentage of men) at three categories of

elite US colleges and universities: (1) Ivy League plus several

comparably-selective private research universities; (2) The top 10

public universities; (3) The top 10 liberal arts colleges.

From Table 2 it is clear that almost all these 33 elite US

undergraduate schools select approximately equal proportions of

men and women with only two technical universities (Caltech and

Georgia Tech) having a male sex ratio greater than 60%. If the

assumptions hold, then the implication is that elite colleges seem to

be selecting mainly on the basis of something other than IQ –

probably Conscientiousness.



Table 2.

Sex ratios at undergraduate level – percentage of men. Colleges

with more than 60% men are marked with an asterisk.

Ivy League and similar private research universities

Brown 48%

Columbia 51%

Cornell 51%

Dartmouth 50%

Harvard 47%

Pennsylvania 49%

Princeton 53%

Yale 51%

Stanford 52%

Duke 51%

Chicago 50%

MIT 56%

*Caltech 71%

Top 10 public universities

Berkeley 46%

*Georgia Tech 71%

UCLA 45%

UCSD 48%

U Michigan 50%

UNC Chapel Hill 41%

Urbana Champaign 53%

U Virginia 45%

William and Mary 46%

Top 10 liberal arts colleges: (NB: Wellesley is essentially a women’s

college)

Amherst 50%

Carleton 47%

Claremont–McKenna 54%

Grinnell 46%

Haverford 46%

Middlebury 48%

Pomona 51%

Reed 45%

Swarthmore 48%

Wellesley 2%

Williams 49%

It seems that there is a ‘missing population’ of very high IQ men

who are not getting admitted to the most selective and prestigious

undergraduate schools. The likely reason is that their high school

educational qualifications and evaluations are too low, since these

men probably lack the very high levels of C required to negotiate

modern educational systems and achieve the very highest level of

success (in the top 2% of attainment). These men with very high

IQ but only moderate C are presumably attending a wide spectrum

of less-selective and lower-ranked undergraduate schools, or (less

plausibly) dropping-out of the educational system altogether.

A further factor may be that colleges are also selecting on the basis

of high sociability, which can be measured as the personality trait

of Agreeableness [1]. Agreeableness is higher in women. High

Agreeableness would not be expected to lead to better educational

performance, but instead would be likely to enhance an applicant’s

resume with a record of participation in societies, charities and

sports together with general friendliness and club-ability – these

factors may well be counted in favour of a student and would also

tend differentially to favour the admission of women.

My hypothesis [1] that Conscientiousness (and perhaps

Agreeableness) count for more than IQ at the level of elite college

admissions receives some support from this data set, and could be

tested further by longitudinal studies which measured IQ and

personality during childhood (rankings of IQ and personality tend to

be stable throughout life), and followed-up students through the

school and college examination and selection process to observe

the interaction between these variables.

The implication is that modern undergraduates at the most

selective US universities are not so much an elite for intelligence,

as is commonly assumed, but more of an elite in terms of traits

such as perseverance and self-discipline.

Acknowledgement

My thanks to Richard Lynn for his help and advice in preparing this

editorial.

References

[1] B.G. Charlton, Why are modern scientists so dull? How science

selects for perseverance and sociability at the expense of

intelligence and creativity, Med Hypotheses 72 (2009), pp.

237–243.

[2] College Board SAT, 2008 College Bound Seniors. ; [accessed

19.03.09].

[3] B.G. Charlton, Pioneering studies of IQ by G.H. Thomson and

J.F. Duff – an example of established knowledge subsequently

‘hidden in plain sight’, Med Hypotheses 71 (2008), pp. 625–628.

[4] H.J. Eysenck, Genius: the natural history of creativity,

Cambridge University Press, Cambridge, UK (1995).

[5] C. Murray, Human accomplishment. The pursuit of excellence in

the arts and sciences 800 BC to 1950, HarperCollins, New York

(2003).

[6] A.L. Duckworth and M.E.P. Seligman, Self-discipline gives girls

the edge, J Educ Psychol 98 (2006), pp. 198–208.

[7] R. Lynn and P. Irwing, Sex differences on the progressive

matrices: a meta analysis, Intelligence 32 (2004), pp. 481–498.

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EDUCAZIONE

SCUOLA/ La ricerca Ocse sui test Pisa: gli insegnanti

favoriscono le ragazze e i ricchi

Redazione

lunedì 18 marzo 2013

Secondo l’Ocse (l’Organizzazione internazionale per la cooperazione e lo sviluppo economico) «gli insegnanti

favoriscono le ragazze e gli studenti benestanti o provenienti da ambiti socio-culturali più favorevoli». E’

quanto si legge nel ventiseiesimo approfondimento effettuato sui test Pisa (Programme for International Student

Assessment) del 2009 in Lettura, Matematica e Scienze. In sostanza, a parità di performance, le suddette

categorie ottengono voti più alti degli studenti maschi o provenienti da ceti socio-economici medi o svantaggiati.

Una dinamica, a detta degli analisti dell’Ocse, decisamente preoccupante. Va da sé, infatti, come sottolinea

l’organizzazione, che sovente i ragazzi ipotizzano il proprio futuro lavorativo o universitario anche in base ai voti

che ottengono a scuola. D’altro canto, sono gli stessi sistemi educativi a selezionare chi è meritevole o meno di

accedere ad un determinato percorso accademico in virtù alla media scolastica. Chi è svantaggiato rischia di

esserlo ancora di più, mentre i più abbienti avranno la vita facilitata senza alcun merito. Una deformazione,

quella rilevata dall’Ocse piuttosto diffusa: il test Pisa ha, infatti, «dimostrato che le istituzioni educative e gli

insegnanti ricompensano costantemente caratteristiche degli studenti che non hanno relazione con

l'apprendimento». E’ quel “costantemente” che preoccupa. E preoccupa ancora di più il fatto che l’Italia, tra i

Paesi europei, è uno di quelli in cui il gap tra voti attribuiti e saperi effettivi è più alto che altrove.

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ripeto, non è esattamente ciò che ho scritto (non ho mai detto che le donne non devono lavorare in maniera assoluta) ed hai estrapolato solo alcune parti, il resto lo hai mandato a benedire.

io quando parlerei di variazioni del salario o altro considererei non solo i dati in quanto tali, ma anche quali erano le potenzialità della società in quel momento.

idem per quel che avrebbero potuto fare altri dirigenti al posto di quei dirigenti. a proposito di merito, chi spesso trova spazio non per meriti ma per attributi fisici sono le donne. la svezia del passato, cosi come un po tutti i paesi occidentali del passato, godevano di una espansione fisiologica, conseguendo aumenti fisiologici delle retribuzioni nel lungo periodo. ma diversi fattori (per carità, non solo il lavoro rosa) alla lunga si sono rivelati dannosi. io avrei preferito una crescita più bilanciata anche se magari un po più lenta, ma io sono un po come i tedeschi, sono fissato con l inflazione (visto che in genere sfocia nella stagflazione nell arco dei cicli economici).

una cosa però è quasi esatta, il fatto che le donne sono meno intelligenti. mi associo a quanto detto da bagiglior in precedenza (quando parlava della curva gaussiana), non ci sono eccellenze donne paragonabili alle eccellenze maschili.

un numero discreto di donne è adatto a lavori anche dirigenziali (ma in quantità massificata è un discorso sconveniente, le regole come dicevo non si fanno per le eccezioni), ma non ci sono degli equivalenti donna di quel che era steve jobs, di paul allen, di bill gates, di zuckerberg, di jack dorsey, di bezos, ecc.

in ambito economico la situazione diventa ancora più netta, non esistono krugman, sitglitz, sen, tirole e quant altri in versione femminile. nelle zone più ricche e produttive del mondo, facevo l esempio della sillicon valley, la percentuale di donne nelle alte sfere e la sproporzione dei salari uomo/donna sono a dir poco paurose. fra l altro un altro ambito in cui la differenza è abissale sono anche quelli della filosofia, della fisica, della matematica, della chimica e dell informatica (ovvero gli ambiti scientifico se escludiamo il comparto biologico ed affini). gli ambiti scientifici sono quelli che strutturano il mondo odierno. per cui le eccellenze di inventiva e le eccellenze di gestione e sfruttamento dell inventiva sono tutte "azzurre".

che poi ci siano donne in grado di dirigere è un altro discorso, ma per motivi di emotività, minor autostima, umoralità, scarse doti di leadership e carismatiche, quasi sempre le donne non sono effettivamente adatte per i ruoli più prestigiosi. del resto lo dimostrano già in ambito politico (vedi boschi, serracchiani, cancellieri e compagnia bella).

le stesse persone più ricche del mondo sono tutti uomini, grossa parte dei quali si sono fatti da soli in epoche più o meno recenti (per trovare una donna ricca devi scendere di parecchio le classifiche ed in genere o è nel campo della moda, o nel cinema o divorziata da un multimiliardario).

questi sono risultati concreti. se non riescono ad emergere neanche nella sillicon valley, dove una persona di talento ha la strada spianata, credo che non possano emergere più da nessuna parte.

mi sembra di averle già scritte queste cose.

però effettivamente gnoccatravels non è la sede adatta. non è neanche tanto banale o intuitivo rendersi conto degli squilibri progressivi generati dall entrata delle donne nel mondo del lavoro (che inizialmente, come si potrebbe dire della globalizzazione, hanno portato risultati positivi, ma l arco di periodo immediatamente successivo è stato, e lo è ancora, oltremodo deletereo). la differenza fra me e te è però che io parlo sempre argomentando con esempi statisticamente rilevanti. penso inoltre che questa discussione sia sterile. ad ognuno le sue idee, il bello (o anche il brutto se vogliamo) della libertà di parola è che ognuno può dire o scrivere quello in cui crede. ultima nota: non sto facendo discorsi discriminatori di sesso, non in senso assoluto, ma relativamente ai casi citati. è anche vero che ci sono ambiti in cui le donne sono più brave o adatte degli uomini. ad esempio nel ramo della distribuzione, per lo meno i ruoli non di gestione (salvo eccezioni) li lascerei alle donne perché spesso si rivelano più adatte. tanto per fare un esempio, nei call center riescono bene. anche nell ambito medico secondo me hanno un ruolo importante, non per le scoperte che fanno o le doti nel campo in sé e per sé, ma perché una figura femminile può ispirare più fiducia (specie ai bambini o ad altre donne in determinate situazioni), forse anche per la maggior empatia che trasmettono. penso semplicemente che ci siano enormi differenze attitudinali fra uomini e donne e che vadano rispettate. e che magari se dedicassero meno tempo al lavoro e di più alla famiglia non avremmo una società cosi culturalmente allo sbando, dove l educazione ha un ruolo quasi inesistente (quando non affidato a terzi, come la scuola o le baby sitter, con tutte le conseguenze del caso).

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P:S:

la radice ultima della crisi europea, che non si risolverà a breve termine, è il welfare a debito.

e chi usufruisce di più del welfare ?

B-)

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@Pawel

( seppur vero è che rimane un gap retributivo nell'ordine del 15% a favore degli uomini a parità di lavoro eseguito e indipendentemente dalla qualità dello stesso.

).

non esiste nessun gap retributo a parità di lavoro.

il punto è molto più semplice : le donne lavorano meno e, spesso, rendono anche meno

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infatti le aziende non possono pagare di più un uomo o una donna. la stessa azienda per legge deve retribuire in maniera eguale. poi le aziende che pagano di più sono in genere le compagnie più grosse ed ambite. e li il grosso lo fa il merito. la grosse aziende se ne fregano meno delle raccomandazioni, specie le multinazionali. se fatturi rimani, se non sei adeguato sei fuori. questo in linea generale. da qui, in linea di massima, le discrepanze.

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