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Gnoccatraveler Giocondo in Malesia, nella città di Redang; tante belle ragazze da scopare

Atterriamo sani e salvi: una volta arrivati, un furgoncino scassato ci recupera all’aereoporto per condurci direttamente al villaggio scovato (e lautamente pagato) via internet: infatti, due sono i resorts principali sull’isola, il Laguna e il Berjaya (porta il nome stesso della compagnia, che vanta numerosi business paralleli in terra malese). Ovviamente, essendo svegliati all’ultimo secondo, questi due erano già esauriti, ed abbiamo quindi dovuto prenotare al Redang Holyday. Il camioncino ci conduce al molo, e da lì comincia la nostra epopea, in quanto dal villaggio ci rispondono che stanno venendo a prenderci, ma in realtà nessuna imbarcazione si delinea all’orizzonte.

Approdiamo che sono ormai le sei di sera, su una baia candida che ricorda tanto quella di “The beach”, con Leonardo di Caprio; il paesaggio è idilliaco, l’atmosfera di massimo relax e tranquillità, e l’acqua, appena togliamo le scarpe per arrivare a piedi sulla sabbia, è calda, non tiepida. Non vediamo l’ora di scaricare le valigie nel resort e tuffarci in queste acque cristalline. E qui, succede la tragedia…

Il resort, tale villa Redang, è costituito da una manciata di bungalow che sorgono qua e là ai confini della giungla vera e propria; chiediamo quindi di Jim, la persona con cui ci siamo interfacciati fin’ora durante la prenotazione del residence. Questo Jim, che non è stato possibile riconoscere nè per sesso né per affidabilità, ci ha intimato di pagare anticipatamente tutta la somma pattuita, non prevedendo nemmeno un saldo all’arrivo; questo ci ha insospettito non poco, ma le foto su internet ci hanno comunque tranquillizzato sulla qualità del servizio e sulla bellezza della location. E PROPRIO QUI STA L’ERRORE…

Jim ci accompagna attraverso la giungla, percorrendo un viale ciottolato costeggiato da folta vegetazione, per nulla curata; una volta giunti al bungalow, a un metro dal confine della foresta, ci accorgiamo della gabola; l’interno dell’edificio in legno è a dir poco umido, ha un condizionatore che funziona a singhiozzo e l’igiene lascia a desiderare.

Sediamo la nostra collera tuffandoci nelle acque splendide del litorale malese, e abbandonandoci alla pace dei sensi per circa mezz’ora: non siamo certamente tipi da spiaggia deserta e relax totale, ma la tranquillità che circonda questo paradiso libera totalmente la mente da qualsiasi pensiero..

La fame ci sta letteralmente divorando, e avendo il pranzo e la cena compresi nei circa 50 euro a testa al giorno che paghiamo per la nostra permanenza a Redang, ci organizziamo in modo da mangiare alle 8 e uscire subito dopo, ovviamente in ciabatte, per raggiungere l’altro lato della spiaggia dove il Laguna ospita eventi notturni ben più coinvolgenti di quelli del nostro villaggio. Dopo esserci docciati attraverso un rigolo d’acqua tiepida della doccia mal funzionante, scendiamo al “ristorante”, scoprendo la vera consistenza del servizio: quattro malesi servono un rancio da camerata da lager nazista, e indefinibili sono le pietanze distribuite nelle ciotole maleodoranti. Incazzati come delle iene, decidiamo comunque di cenare, non avendo altre alternative se non quella di vagare a muzzo sull’isola; il cibo è pessimo, e la metà delle pietanze non sono commestibili per un occidentale.

Svuotiamo quindi le varie stoviglie nei vassoi di competenza, mentre notiamo un’altra scena abominevole: un ciccione asiatico si sta lavando i denti in uno dei lavabi utilizzati per sciacquare i piatti…questo è davvero troppo.

Ci incamminiamo sulla fresca e candida sabbia, percorrendo tutta la baia; lo spettacolo che la luna piena ci offre è affascinante, e il paesaggio è veramente da sogno, come ci trovassimo nel film di Di Caprio; una musica tunz tunz richiama la nostra attenzione in questo deserto di pace e relax. Si tratta di un baracchino sulla spiaggia adibito a discoteca, dove sono sedute parecchie persone, tra cui anche i compagni di viaggio napoletani conosciuti sull’aereo; le due coppie ci salutano felicemente, invitandoci a sederci con loro e raccontandoci le vicissitudini del loro viaggio. In particolare, i ragazzi sono stati a Dubai, sopportando un caldo opprimente per quattro giorni; hanno fatto pochissimo mare per dedicarsi completamente alla visita della città, e hanno poi desistito volando sulla Malesia, passando per Kuala Lumpur e poi approdando alle Perenthian Islands. Nonostante questo giro astronomico, riconoscono la supremazia indiscussa di Redang come una delle isole più belle mai viste in vita loro.

Facciamo presente loro il nostro disagio per quanto riguarda l’alloggio, e fortunatamente ci ritroviamo nella stessa condizione: alloggio scadente e sporco (loro parlano addirittura di topi), cibo insoddisfacente e servizio pessimo; nonostante su questa isola sembri esserci solo il mare, i ragazzi ci fanno presente che due sono i villaggi sugli standard occidentali: il Laguna e il Berjaia. Purtroppo, anche loro li hanno trovati pieni e hanno dovuto ripiegare sul livello più basso. Distrutti dalla giornata di trasferimento e con il volo ancora sulle spalle, li salutiamo dando loro appuntamento al giorno seguente.

Improvvisamente, vediamo comparire due miraggi a viaggio vacanza Redang: infatti, nella moltitudine di cinesi che bevono birra in questa serata brezzolata, due bionde, dalle chiare fattezze italiane, si avvicinano al nostro tavolo, e si siedono a bere qualcosa. Il colpo della vita sembra alle porte, e Ferdinando, uno dei due ragazzi napoletani, ci spinge all’attacco; valutiamo la situazione e le carte in tavola…ancora una volta siamo in maggioranza..la famosa regola del tre, il numero sbagliato, ha colpito ancora.

Le fanciulle ci raccontano le solite storie da single depresse: gli ex fidanzati, arrapati più che mai, le hanno scaricate in malo modo per in cerca di svariate poligamie, lasciando le fanciulle andare in vacanza da sole a scatenarsi.

La serata non promette molto di più che le solite inutili e stancanti chiacchierate tra connazionali, dove a rallegrare i noiosi discorsi si uniscono fortunatamente le due coppie napoletane, spostando l’attenzione sulle vicissitudini campane, sull’immondizia e le condizioni di vita del posto.

La giornata comincia con la visita allo splendido Marine Park di viaggio vacanza Redang: la solita bagnarola che galleggia per miracolo ci carica a bordo con la solita truppa di cinesi, emozionati e magliettati più che mai per l’occasione.

Le romane giacciono sulla spiaggia nei loro costumini succinti, ma la nostra attenzione è richiamata da ben altro: infatti, come già ravvisato, la spiaggia di giorno è battuta avanti e indietro da coppiette, principalmente italiane, delle tre principali metropoli nostrane. Di conseguenza si vedono transitare diversi missili terra aria, rigorosamente accompagnate dai rispettivi compagni che se le tengono strette..e fanno bene. La nostra contemplazione e le successive riflessioni vengono infatti interrotte da un’esclamazione in romanesco acceso: ”Ahò, ma hai visto che pettorali che c’aveva Mowgli quando stava in piedi suabbarca?? Se mi passa tra le mani, anzi tra le gambe, amvedi che je combino!”

Sandalo, soprannominato “Er principe” dalle due fanciulle per via delle sue maniere galanti, e dai suoi denari, immediatamente mi sussurra all’orecchio: “ Che zozzone ste romane..e poi pensa che qualcuno se le sposerà pure!”.

Cominciamo a patteggiare e a discutere sul da farsi, anche perché le prede libere si contano sulla punta delle dita, sono praticamente solo le due “zozzone” e, nonostante siano due ragazze normalissime su un’isola deserta, nulla è certo sul nostro successo, visto che hanno già provveduto a rimbalzare il loro stesso gruppo di amici e 4 o 5 asiatici impresentabili.

Rientriamo in camera a viaggio vacanza Redang: l’indomani, infatti, ci aspetta Singapore.

Posti da visitare

Laguna residence, Berjaya residence, Laguna beach, Marine Park.

Dove cuccare

Discoteche in spiaggia, Ristorante del Laguna.

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