Andiamo

Gnoccatravel in Moldavia a Chisinau in cerca di gnocca

L’indomani mattina salutiamo Oana e amica. L’ennesima avventura ci attende, non possiamo abbandonare la Compagnia dell’Anello! Ma la domanda sorge spontanea: come cazzo ci arriviamo a Chisinau? Riuniti in tavola rettangolare da Albert, pianifichiamo il viaggio: abbiamo a disposizione una macchina in 8.

Il Max ci fa presente l’alternativa treno, in partenza a giorni pari da Bucarest, durata viaggio circa 12 ore; dobbiamo partire l’indomani per reperire il visto in ambasciata, e fiondarci a Gara de nord, per non perdere il treno. Partiamo quindi la mattina seguente, 4 in Opel Corsa e 4 in Maxitaxi, i taxi da 10 posti, economici e sicuri (quando non azzardano sorpassi impossibili). In ambasciata sembra andare tutto liscio, ma al momento del pagamento, ci viene riferito che sono accettati solo contanti: dollari americani. Sandalo, forte delle suo portafoglio gonfio, decide (all’unanimità degli altri!) di anticipare i dollari per tutti.

Ci rechiamo quindi in stazione muniti di visto, dove veniamo tuttavia a sapere che, a causa delle rotaie dilatate per la calura del giorno, il treno partirà l’indomani mattina. Spossati dalla giornata infinita, e dal pensiero della pesantezza di un viaggio così lungo intrapreso di giorno, cerchiamo un tassista disposto a portare a Chisinau la metà della truppa. Prezzo? Circa 200 euro. Sono 8 ore di viaggio.

Saldiamo il debito, dividendo x8, e finalmente si parte. Le tenebre ci avvolgono nella steppa rumena mentre procediamo cauti lungo la statale bucherellata. Ammassati assieme ai copiosi bagagli nella Opel Corsa GSI, seguiamo la Dacia blu, che viaggia pericolosamente spedita. Ci fermiamo all’altezza di Focsani, alla stazione di servizio; scendiamo dalle auto a sgranchirci le gambe, mentre Guaranà e il tassista impugnano le pompe per il rifornimento. Giusto il tempo di afferrare un paio di sandwich e dell’acqua, che degli schiamazzi provenienti dall’area di servizio ormai deserta richiamano la mia attenzione: Guaranà ha incollato il tassista sulla portiera della macchina, tenendolo per il collo, inveendo contro l’uomo in inglese, russo e italiano! Ci avviciniamo per capire cosa stia succedendo: il tassista si era infilato in macchina tentando la fuga, con tanto di valigie a bordo e soldi in tasca, ma era stato bloccato appena in tempo.

Calmiamo Guaranà che, furibondo, ha già minacciato due o tre volte si sgozzarlo; prendiamo da parte l’uomo, ormai terrorizzato, e gli chiediamo uno sforzo di onestà, promettendogli ulteriori 50 Euro se ci porterà fino a destinazione. Il viaggio prosegue, è notte fonda quando giungiamo in frontiera dopo Risesti. Un fiume di persone (ricordandolo con gli occhi di oggi, immaginatevi l’esodo del film “La Guerra dei Mondi”!) sta varcando a piedi il confine, e le automobili, qui, sono già viste come qualcosa di eccezionale. Paghiamo una tassa di circa 5 euro per la disinfestazione dell’auto (passiamo sotto uno spruzzo d’acqua che, a mio avviso, è più sudicio che disinfettante) e procediamo al controllo documenti; la macchina viene attentamente analizzata dentro e fuori, e dopo un’oretta finalmente riprendiamo la marcia.

Ci restano circa un’ottantina di chilometri a Chisinau; la statale, unica in tutta la Moldavia, corre dentro una foresta senza nulla attorno, eccetto i pali della corrente elettrica (in legno come negli anni ‘60) che costeggiano la strada (se si può definire tale), sulla quale la macchina saltella come sul pavè milanese! Procediamo al secondo rifornimento nell’unica stazione presente (il Petrom) lungo tutto il percorso, e poco dopo giungiamo a un bivio: seguiamo la strada, trovandoci davanti due pattuglie della polizia che ci intimano di fermarci immediatamente. I gendarmi chiedono i documenti ai conducenti delle due auto.

All’una di notte, dopo 8 ore di viaggio, il nervosismo è alle stelle; questa volta l’accusa è di aver imboccato una strada nonostante il cartello indicasse un senso vietato..MA SE LA STRADA è UNA SOLA!!! Ci infervoriamo più che mai già comprendendo l’obiettivo dei corrotti di fare cassa, ma l’unica reazione è il ritiro della patente alla Divina e al tassista: siamo nella merda! Quando meno te l’aspetti..ecco il Max versione millantatore (così verrà soprannominato dopo questo viaggio) che, volteggiando le braccia in aria, protesta vivacemente minacciando di chiamare l’ambasciata (all’una di notte) e di scrivere l’intera vicenda su qualche testata giornalistica italiana. La recita colpisce i poliziotti, che, parlottando un po’ tra loro, propongono il solito patteggiamento in dollari. Non vedendo alternative (senza patenti e passaporti è dura andarsene) saldiamo la “tassa” ed entriamo a Chisinau.

Dall’esterno somiglia molto a Minsk, anche se immagino sia progredita rispetto agli anni passati; palazzoni scuri e imponenti, corrente elettrica limitata solo alle aree primariamente trafficate e via vai di automobili ridottissimo. Ci fermiamo al primo hotel sulla strada: uno schifo. Paghiamo l’ultima penale al tassista e lo lasciamo andare. La vecchia in reception parla solo russo e il suo galoppino vestito da maggiordomo pure. Saliamo nei corridoi tappezzati di verde, il bagno è esterno alle camere e la la doccia è peggio di quella di Costinesti. Tuttavia, resistendo al sonno come dei robots, decidiamo di uscire nonostante l’orario, le due di notte.

La città è quasi ovunque deserta, nonostante sia venerdì; ci fermiamo quindi nel primo locale che ci capita a tiro. E’ una sorta di grosso pub con una pista al centro; è semivuoto per via dell’orario, ma la poca fauna presente è limitata ai soliti tavoli di papponi accompagnati da bellissime fanciulle.

Il nostro arrivo è accolto con grande sorpresa da tutti i presenti, anche se preferiamo non avvicinarci troppo alle stupende ragazze che sinuosamente si muovono in mezzo alla pista, non volendo rischiare subito una pistolettata! Un paio di birre servono per ridurre il mal di testa dovuto alla stanchezza, e danno il tempo a un paio di uomini di avvicinarsi al nostro tavolo e chiederci informazioni sulla nostra provenienza: uno dei due parla italiano, ha lavorato vicino a Milano un paio d’anni ed ora vorrebbe tornarci. Ci presentano quindi una loro amica, Olga, sulla trentina, anche lei parlicchia l’italiano; veniamo invitati in un altro locale poco distante, dove trovano alcune loro amiche. Decidiamo di accettare..male che vada saremo sempre in 8 no? Seguiamo il trio in macchina e arriviamo alle porte di un ristorante, sembra chiuso.

La donna ci chiede di aspettarla fuori, ed entra; la luce si accende, lasciando intravedere delle ombre femminili all’interno. Una decina di minuti più tardi, la porta si apre e veniamo invitati a entrare; il ristorante ha una scala che conduce al piano di sotto, dove è situata una sauna. Nell’atrio antistante, una decina di ragazze ci aspettano sorridenti, sedute su delle panche. Olga ci propone di sceglierne qualcuna, concordando il prezzo personalmente. Chiariamo subito le nostre intenzioni di voler “conquistare gratuitamente”le fanciulle moldave, qualunque sia il contesto, e risaliamo velocemente le scale, mentre Citronella e Guaranà rimangono ancora al piano sottostante, assuefatti alle moine delle donzelle accondiscendenti. Li aspetto quindi al piano di sopra con la Divina, mentre Max e gli altri si avviano in taxi in hotel; i due uomini cercano ulteriormente di persuaderci a rimanere, enfatizzando la grande “qualità della merce”, senza successo.

Scendo nuovamente di sotto a richiamare gli altri, che stanno ancora dialogando con le signorine: Citronella sembra in estasi con le due ragazze che gli parlano e lo accarezzano a un centimetro di distanza, senza accorgersi che una delle due gli sta addirittura sfilando il portafoglio dai jeans. Intervengo energicamente strattonandolo, e risaliamo le scale, riassumendo brevemente l’accaduto alla Divina, e dirigendoci velocemente verso la macchina. I due uomini sono al telefono, ci chiedono di aspettare l’arrivo di altre ragazze, ma non siamo così cretini, e oramai abbiamo capito il giochetto. Mentre saliamo in macchina, due vetture si fermano alle nostre spalle, e ripartono non appena avviamo la marcia. E’ ora di far sentire i cavalli del GSI, la Divina schiaccia sull’acceleratore e cominciamo a sfrecciare velocemente tra le vie di Chisinau deserta, senza una meta; un paio di curve e accelerazioni alla milanese e le Skoda sgangherate si riducono a un puntino lontano: ci fermiamo a una stazione dei taxi, dove paghiamo un tassista per ricondurci in hotel…che giornata! La mattina seguente raccontiamo l’episodio ai ragazzi, che allibiti deridono i due sventurati.

Ci dividiamo in due gruppi: La Divina, Citronella, Jojoba e Dani andranno a fare shopping (a Chisinau??) mentre io e Sandalo accompagneremo il Max dall’amico che l’aveva guidato l’ultima volta per i meandri della capitale moldava, un certo Vlad. Costui ci viene a recuperare con la sua jeep, portandoci per pranzo in un noto ristorante della città, l’Hutoroc, una specie di steak house ucraino/moldava con le cameriere in tenuta folkloristica. Ci ingozziamo voracemente dato che sono giorni che non mangiamo carne decente e qua il cibo è molto buono; Vlad ci racconta come la Moldavia sia ancora molto indietro rispetto alla stessa Romania, ma anche come molti imprenditori stranieri stiano investendo in questo paese. Ricorda quindi i tempi passati col Max, e l’ultimo loro tour della State University of Moldova dell’anno precedente, dove avevano conosciuto la sua attuale fidanzata e relative amiche; chiediamo quindi a gran voce un giro turistico con tappa finale all’università.

Vlad salda il conto per tutti e ci dirigiamo alla Cattedrale della nascita di Cristo, una grande chiesa bianca molto pittoresco che somiglia a quella di Gesù Cristo Salvatore a Mosca, in versione ridotta. Passiamo quindi in centro davanti al parco Stefan cel Mar, molto verde ma poco frequentato visto il caldo torrido, giungendo finalmente all’edificio universitario. Grigio e imponente all’esterno, una volta entrati si presenta quasi deserto, perché, come ci spiega Vlad, tutti gli studenti nel periodo estivo tornano nelle loro città di provenienza.

Delusi e depressi dal fallimento, raggiungiamo gli altri, trovandoli al “Trony” moldavo; dopo aver pranzato al “Biffi” moldavo, i ragazzi si sono diretti in questo magazzino per volontà della Divina Provvidenza, che ha appena acquistato una videocamera. Facciamo quindi un po’ i coglioni in giro riprendendo le ragazze che passano sul corso principale, Stefan cel Mare Boulevard, dove ha sede anche il Governo e altre strutture istituzionali della città, e al Mac Donald, unico posto frequentato in questa città che a fine Luglio sembra il deserto dei Tartari..

Per la serata, Vlad ci conduce allo Star Track, una discoteca molto singolare perché dovrebbe ricordare la celebre serie televisiva; due piani, quello superiore ospita i tavoli e quello inferiore la pista. Il suo tavolo è uno dei migliori della discoteca, e diverse amiche della sua ragazza (incredibile la somiglianza con Scarlett Johansson) sono già accomodate al momento del nostro arrivo, accolto con sorrisi e calorose presentazioni. Sul gruppo spiccano due more davvero splendide, quasi sembrano gemelle; pelle bianca, capelli lunghissimi lisci neri, occhi verdi e gambe affusolate. Purtroppo solo uno di noi riesce ad avere fortuna questa volta, perché una delle due dichiara subito di essere fidanzata e si autoesclude dalla nostra selezione. Max si allontana quindi poco dopo con la fanciulla e a noi non” rimane che” ubriacarci di Martini con le amiche di Vlad. Io e Dani ci appartiamo velocemente con due sorelle, Andrea e Micaela, con cui spariamo dalla circolazione dopo diversi balli fugaci, per il resto della serata. Purtroppo l’hotel sgrausissimo che abbiamo preso non ci permette di invitare le fanciulle con noi, e non accetterebbero senza le amiche, che non sono davvero nulla di che. Torniamo in hotel contenti, ubriachi e stremati; ci aspetta un viaggio di dodici ore in treno il giorno seguente!

Posti da visitare

Ristorante Hutoroc. State University of Moldova, Cattedrale della nascita di Cristo, parco Stefan cel Mar

Dove cuccare

Star-Track

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cazzo é pazzesco come ormai la corruzione predomini...poi i ripetuti tentativi per spillarvi soldi hanno dell'incredibile...che gentaglia...

Quando si manifesta l' imbecillità essere sconfitti é un onore.

Cit. Mino Maccari

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però i ragazzi hanno avuto le palle

Perché certi uomini non cercano qualcosa di logico, come i soldi. Non si possono né comprare, né dominare. Non ci si ragiona, né ci si tratta. Certi uomini vogliono solo veder bruciare il mondo.

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che avventura ragazzi ... purtroppo per andare con un certo margine di sicurezza (e neanche troppo) dovresti avere un contatto sul posto. La moldavia non é certo una capitale tourist friendly (anche se le ragazze sono bellissime)

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che coglioni,ma statevene a casa, certi viaggi descritti per polli fanno pena, in primis perche' non esiste visto per la moldavia,e secondo, ci sono bus che in 7 -8ore partono regolari ogni 2 ore, bah. che merde

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Blumedico
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Infatti anche a me è sembrato un copia e incolla di qualche viaggio fatto molti anni fa.

Arcaton

effetivamente pare un viaggio del c@zzo..

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Blumedico

bel racconto! FANTASIA VOTO 10

è meglio pagare il latte caro che mantenere la vacca!

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Oxyzen-mobile

...hahahahaah....e questa é l'italia...resoconto di un viaggio fallimentare ad opera di una dozzina di sfigati, e non solo; alla fine risulta pure essere stato inventato/copiato da chissà dove.
Certa gente é ridotta così male da sentirsi figa anche nel vantarsi di fallimenti altrui. :D

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wellcum_mobile

ahahah a maggio 2011 rotaie dilatate? Dai ragazzi non esagerate.....
Per il resto un bell racconto di fantasia.....

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andiamo
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Riguardo il discorso corruzione posso solo confermare.
Fino a poco meno di 10 anni fa (non so adesso) appena arrivavi all'aeroporto c'erano addirittura i polizzioti che, vedendoti straniero, ti dicevano che dovevi pagare una "tassa", (???????) per essere entrati in territorio moldavo. Assurdo!
Alla fine era solo un modo come un altro per spillarti soldi con una penosa ed infame trovata..

Quando si manifesta l' imbecillità essere sconfitti é un onore.

Cit. Mino Maccari

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IlProfessor69
25/02/2012 | 21:42
Cargo battente bandiera liberiana |  36-50
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Lunedi il Professore si è trombato una moldava... devo dire, a letto ci sanno fare...

Se ti ama, ingoia

Lavieenrose_mobile

non sei trasparente! devi chiarire che si e' trombato una puttana con 60 euro, restate a casa,che senso ha andare li a puttane?

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