Il volo con Nok Air scorre piacevole, vuoti d’aria a parte, e ci conduce all’Aeroporto Internazionale di Phuket in perfetto orario.
Il sole scende presto in queste Terre, e tempo dell’atterraggio, del ritiro del bagaglio e dell’attesa di un minibus per Patong è tramontato completamente, lasciando il posto ad un meraviglioso cielo stellato.
Il tragitto è abbastanza veloce e in 45 minuti siamo in hotel.
Operazioni di rito, relax in camera, e nel cuore della serata usciamo.
Tra gli apoftegmi morali, “Chi ha tempo non aspetti tempo” è il mio preferito.
-PHU-
“Più vile di un lupanare, la macelleria sigilla come un affronto la strada. Sopra l'architrave una cieca testa di vacca presiede il sabba di carne sgargiante e marmi finali con la remota maestà di un idolo” - JLB
Patong è il solito delirio.
Profumo di limone caramellato.
Gente indaffarata.
Aria pungente, e odore di naftalina dai box che organizzano i tour per le Andamane.
Rivoli lungo la strada adiacente i marciapiedi.
Sorrisi e mani giunte.
Cavi elettrici a tre metri da terra.
Foto ingiallite di località turistiche.
Ghiaccio con pesce a vista.
Spiedini di carne e pesce ovunque.
Gelato cucinato sulle piastre.
Exchange.
Sale massaggio ogni due metri.
Cliniche dentali ed apparecchi.
Coconut aperti e bancarelle di frutta.
Spremute di melagrana.
Gente con mascherine.
Ogni angolo occupato con qualcosa in vendita.
Ciabatte a forma di carpa.
Bazar.
Benzina per motorini in vendita in bottiglie di vetro.
Pullman per la via principale con atleti sullo scoperto a sponsorizzare incontri di moo-ay tai al Bangla Boxing Stadium.
Inglese stentato.
Mi ero appena ripreso da Bangkok ed eccomi di nuovo sotto attacco.
Rumori incessanti e luci.
Siamo affamati e ci cacciamo dentro al primo Tiger che troviamo.
La catena dei Colonnelli, per quanto turistica, è sempre di livello, ed i noodels speziati con carne e pesce sono eccellenti.
Il trucco in Thai è tenersi lontani dai piatti occidentali.
Una bella Tiger ghiacciata, negli immancabili portabirra per non gelarsi le mani, ci rinfranca la carne e lo spirito, e siamo pronti per la Bangla.
Vecchi lupi di mare.
La Bangla…che dire?
Bangla Road sta a Patong come Nana Plaza sta a Phuket, seppur con i dovuti distinguo, quindi rileggetevi le mie parole nel racconto precedente.
Come sta cambiando il paesaggio, diamine!
Quanto hanno tirato su in termini di costruzioni!
Le uniche granitiche certezze nella Bangla sono due.
La prima è la gente che ti sventola in faccia, ovunque, depliant di locali, consumazioni gratuite e ragazze gratis, e la seconda sono le fiche seminude sui banconi dei locali (o che sfilano per strada a promuovere i locali) e che dimenano il sedere in attesa dei clienti che offrano loro da bere per concordare il post consumazione.
Per il resto la solita raccolta decisamente miscellanea di derelitti e vagabondi del genere homo.
Faccio mie le parole di Cettolaqualunque: “Pilu a perdita d'occhio, pilu da costa a costa, pilu dall'alba al tramonto, pilu a pranzo e a cena! Immaginatevi un continente grande 10 volte l'Italia, ma senza steppe. Solo pilu!”.
Decidiamo di fermarci da Oscar, che si trova nell’angolo all’inizio (o alla fine, dipende da che parte si arriva) della Bangla.
Ennesima Tiger.
Mi prendo del tempo per guardarmi intorno.
Gozzovigliatori adunati all’interno del locale.
Tutte le ragazze sono in divisa con shorts jeans aderenti e magliettina tagliata sotto il seno. Sculettano attaccate ai pali da lap insistenti sui banconi, mentre sotto i clienti bevono.
Un italiano ubriaco offre da bere ad una ragazza, e la palpeggia a vista mentre a voce alta contratta il prezzo e lei fatica a trattenere l’imbarazzo.
Non voglio star lì ad invecchiare, e noto una ragazza minuta e molto carina, stranamente ignorata.
Sembra molto giovane. Forse troppo.
Seppur lucido e nel pieno possesso delle mie facoltà, sulle prime la cosa non mi ha destato dubbi.
La chiamo e concordiamo uno short time (un paio d’ore) nella mia camera, avendo opportunamente scelto un hotel guest friendly.
Si rifiuta e insiste per portarmi dove dorme lei, lì vicino.
Mi rifiuto io perché evidentemente è minorenne.
Ne sapeva più lei a 15 anni sugli uomini e sulla vita di quanto altre non ne sapranno a 50 anni.
Apro parentesi.
Negli hotel guest friendly , dei clienti e dei loro ospiti chiedono i documenti, che devono essere lasciati in reception, proprio per evitare scherzi del genere…e devo dire che i 200 bath ossia 5 euro richiesti per il passaggio dell’ospite sono ben spesi per la vostra tutela.
Dopo aver proferito alcuni consigli di prudenza riguardo ai pericoli inerenti al frequentare quartieri dei bordelli e le donne di malaffare in tali amene località, chiudo la parentesi.
Gli altri amici stanno concordando con un gruppetto di ragazze, e mi chiamano.
Trovata quella che più mi aggradava, di gran lunga la migliore del mazzo, longilinea con capelli neri lisci lucidi e bei lineamenti, e disponibili a venire tutte in hotel, vanno a cambiarsi e versiamo la somma pattuita a chi ci veniva indicato, il barista-papasan di turno.
In un batter d’occhio le ragazze si sono spogliate della divisa e indossati vestiti ordinari, ci prendono per mano e ci dirigiamo, attraverso la Bangla, in hotel.
Una sola parla bene inglese, e ci fa da interprete con le altre, che lo masticano appena.
Ping – la ragazza carina che ci aveva accolto in reception all’arrivo – capisce subito con chi avrà a che fare per i restanti giorni, ma sorride ed è molto professionale.
Registra le ragazze e versiamo la tassa per l’ospite.
Ascensore e via, ognuno al proprio piano nella propria singola.
La mia prescelta, Mali, ha delle belle treccine ed è molto “college girl”.
La bocca sembra un bocciolo di rosa.
Una teeny che non avrebbe difficoltà ad apparire in un film della Brazzers.
Ci spogliamo e dirigiamo in bagno.
Il seno è virato verso l’inesistente, ma il ventre è piatto, il sedere è molto bello così come le lunghe gambe affusolate.
Insiste per lavarmi lei ovunque, e contemporaneamente si lava lei.
Alquanto saponificato, dopo il valido servizio reso, mi limona con gusto sotto la doccia, cosa che mi attizza non poco.
Ci asciughiamo e andiamo sul letto.
Insiste per un massaggio con olio che aveva con sé. Molto apprezzato.
Il bbj, a causa delle dimensioni minute della bocca, è sofferto e poco affondato, ma – ladyboy a parte, a chi piace il genere – con molte thai è uno scotto da pagare.
Quando oramai sono pronto prende un condom, ma i suoi sono piccoli e stringono, quindi prendo i miei dalla valigia.
Molte posizioni in molti punti della stanza.
Mali ha una bella fantasia, una giovane età e una discreta dose di porcellaggine.
Finito ci laviamo assieme, e dato che c’è ancora un po’ di tempo insiste per farmi altro massaggio e per darmi il suo numero per contattarla anche fuori orario di lavoro, prassi sempre in voga, noto.
Scendo con gli altri e ci facciamo un’ultima birra nella reception dell’hotel, munito di angolo bar, raccontandoci le nostri impressioni.
Buona la prima.
L’indomani spiaggia di Patong, e relax con watermelon juice e coconut, e degli eccellenti shrimps in un bel bar sulla spiaggia, che tra l’altro aveva il caffè Illy in cialde.
La stagione ideale.
A casa a congelarsi le palle con Burian.
Ben oltre i 30 gradi nelle spiagge di Phuket.
Al rientro dalla spiaggia tappa al Beyond Night Market giusto per una birra e degli spring rolls.
Poi hotel.
La “cena dinamica”, come l’ho ribattezzata, è fatta attraverso i banchi del mercatino di fronte lo Jungceylon, il centro commerciale di Patong, ed include dell’ottimo Pad Thai e pesce arrostito.
Pronti per la Bangla, decidiamo che è tempo di ributtarci nella mischia.
Saltare un giro per una sera?
Tanto vale che domani cerchino d’impedire che sorga il sole.
Prima però ci fermiamo a vedere qualche stazione che vende le escursioni, così giusto anche per digerire.
Fortuna vuole che, tra le tante, adiacente al ristorante ce ne sia una con un indiano che sembra chiedere meno della metà di altre.
Buon Samaritano del quale servigio eravamo in grande necessità.
In altri frangenti non ci saremmo fidati, ma il tizio sembra corretto, e decidiamo di investire 1000 bath (25,00 euro circa) a testa per una escursione giornaliera a Raya Island e Coral Island, inclusi pasti e trasporti.
Paghiamo, lasciamo i dati, prendiamo la ricevuta e ci scambiamo i numeri di telefono.
Si rivelerà la scelta azzeccata, tanto che diventerà la nostra “agenzia di fiducia” per il resto del tempo.
Una birretta al Suzie Wong giusto per buttare l’occhio sulle ragazze, ma poi optiamo per un bar più interno alla Bangla, di quelli in cui il tempo si è quasi fermato.
Più ci si inoltra all’interno della città, infatti, più si abbassano i prezzi delle ragazze e si trova sempre meno clientela turistica e sempre più gente di età elevata.
Certo, anche la qualità delle ragazze cala, dato che le migliori sono reclutate dai baretti in Bangla, che offrono più visibilità e guadagni maggiori, ma la perla è sempre dietro l’angolo.
In uno di questi infatti sono rapito da una bellissima ragazza rossoramato, con lenti a contatto verdi smeraldo.
Tratti somatici indiani, viso meraviglioso, pelle abbronzata, sembra avere un bel seno sotto un corpetto amaranto, ed il sedere è perfetto avvolto in jeans così aderenti da calzarle come una seconda pelle.
Ricordo di averle chiesto due volte (o tre…) se fosse un ladyboy, tanto appariva senza imperfezioni.
Ha l’apparecchio ai denti, ma poco conta.
Neppure beviamo che mi faccio indicare il proprietario e verso 500 bath per sganciarla.
Concordo un long time (tutta la notte), cosa che non faccio in genere, dato che dopo qualche ora in genere preferisco liberarmi, ma la ragazza vale la pena.
Il perché non so dirlo con precisione.
Lascio gli amici alla loro caccia e con Mimì, questo il suo nome, ci dirigiamo all’hotel.
Solite operazioni in reception – non c’era Ping questa volta, ma la moglie del proprietario europeo intenta ad allattare il figlio – e saliamo.
Ci spogliamo e andiamo in bagno.
Avevo visto bene.
Veramente notevole.
Ancora azzecco i vincenti.
Mimì è molto brava e si dona con trasporto, e il FK e il BBJ non risentono affatto dell’apparecchio.
Parla un buon inglese e tra una sessione e l’altra delle tre che affronteremo insieme, mi racconta di sé.
Lo stimolo intellettuale è un tonico di prim’ordine per lo spirito.
In medias res mi offre il suo numero di telefono per trovarci anche al di fuori del lavoro, cosa che fanno in molte per arrotondare senza dovere passare per l’obolo del bar, cui con evidenza girano una parte dell’incasso.
La conoscenza fisica e caratteriale si sviluppa a poco a poco, sino a giungere all’acme nel corso della notte.
Ci lasciamo così tardi che è quasi presto.
Io stremato e al limite anagrafico per queste cose, tacendo sul fatto che di lì a poche ore sarebbero venuti a prenderci per l’escursione di cui sopra, e lei appena ventenne che mi prega invano di restare a dormire qualche ora.
Ma fa parte della disciplina dire di no, e su certe cose seguo il manuale alla lettera.
Quali reminiscenze le corrugarono temporaneamente la fronte?
Vai a saperlo.
Ci vuole anche improntitudine ad interferire con il prossimo a quell’ora.
Con passi alquanto stracchi la congedo, nel sole sorgente percettibile basso all’orizzonte.
Ognuno ha la sua porzione di fortuna, si dice, ed io ho avuto la mia.
A onor del vero durante la vacanza ci sentiremo ogni tanto tramite sms, ma non concretizzerò nuovamente, pur essendomi trovato benissimo.
La mattina mi alzo con un muro sulla schiena.
Colazione e puntuale il pulmino alle 8.00 ci porta a Chalong Pier.
Due ore di viaggio per l’isola, passate a sonnecchiare tra i colpi dati dalle onde allo scafo della potente imbarcazione.
Spiaggia, relax e lo snorkeling mi rinfrancano.
C’è un ricco buffet e molta frutta per pranzo.
Poi Coral Island, veramente meravigliosa.
Il rientro è nel pomeriggio e per le 18.30, stremati e appagati, siamo in hotel.
Doccia e riposino, e nella notte ci dirigiamo al Savoy per una bella aragosta e dei gamberoni tiger.
La prassi, per i lettori neofiti, è questa: il tizio del Savoy ce la fa scegliere, ci pesa il pesce, ci dice l’importo, così ogno sorpresa è evitata, e che tipo di cottura preferiamo.
Insalatina di frutta e salsine speziate, e una bella Tiger gelata.
Poesia. Poesia.
Birra da Hooters giusto per farci l’occhio con le strepitose cameriere, e all’Hard Rock Cafè per un paio di acquisti.
Siamo troppo cotti per una mischia in Bangla, quindi optiamo per il Christin – l’unica sala massaggi di Phuket – e un bel body massage.
Essendo l’unica sala del genere, come detto, opera in regime di monopolio, e quindi i prezzi sono più elevati di Bangkok, infatti un massaggio di un’ora e 15 minuti costa 3.300 bath (circa 80 euro…un’inezia ovviamente, ma cara per i prezzi medi per il medesimo servizio che si trovano nella capitale).
Il Christin è immutato nel tempo, e sembra essersi fermato agli anni ’70.
Si sale una scalinata e ci si ritrova alla destra un bar e alla sinistra il fishbowl.
C’è un buon livello, seppure molte ragazze sembrino avanti con gli anni (e intendo sui 35, giusto per prendere come riferimento il parametro Thai).
Qualche avventore seduto nelle poltrone imbottite circolari con scheletro in legno a sorseggiare qualcosa, studiando le ragazze.
Ci si fa incontro il Papasan, in giacca chiara e pochette, sudato, e con un bel nero tappo di sughero in testa, che ci invita a sederci e bere qualcosa, spiegandoci le regole della casa.
Confabuliamo tra noi sulle ragazze, e a scelta effettuata ci rechiamo in cassa a pagare, indicando il numero che è visibile sul loro petto.
La ragazza esce dalla fishbowl e appare dalla cassa miracolosamente, sorridente e a mani giunte.
Ci prende per mano e si dirige all’ascensore.
La mia ha lunghi capelli neri, e un vestino stretch molto aderente in lycra con motivo floreale.
Occhio a mandorla vispo e nerissimo.
Mascella squadrata e denti perfetti.
Bel sedere e seno naturale.
Bocca da pompe.
Assomiglia all’attrice Lucy Liu per capirci.
Ci spogliamo mentre regola la temperatura dell’acqua dell’ampia vasca.
Alla temperatura ideale mi invita ad entrare con lei.
Mi lava con uno dei numerosi prodotti presenti, molto schiumosi e profumati, e mi offre del collutorio, molto gradito.
Poi ci stendiamo sulla vasca e inizia a strusciarsi…veramente bei momenti…anche lì sotto…
Prepara il materassino, immediatamente vicino alla vasca, in una zona ricavata apposta, e con molta maestria in una ciotola con acqua prepara la saponata, che verserà sullo stesso.
Mi fa accomodare, steso supino, ed inizia il massaggio con il corpo.
Arte sublime.
Con prese e leve si inarca e mi ripassa ogni zona del corpo – mani, braccia, collo inclusi – anche con il pube, oltre a salirmi con i piedi sulla schiena.
Rinasco.
Poi di nuovo in vasca per il risciacquo.
Quindi ci asciughiamo e via sul letto.
Il bacio è appena accennato, mentre il BBJ è da antologia, e lo stesso la scopata.
Trovo una bella cavallerizza che ama stare sopra e agitare la folta chioma.
Termino allo scoccare del tempo, ma non ci sono problemi a farci una doccia assieme e scendere prendendo l’ascensore insieme.
Mi ricongiungo agli altri, contentissimi, e rientriamo in tuk tuk.
L’indomani scorre tranquillo, tra spiaggia e relax e il solito pesce fresco al Sabai.
La serata sarà allo Jungceylon, eccellente cena giapponese inclusa, con uno squisito dolce al the verde e riduzione di wasabi da antologia.
Poi un bel giro per go go bar.
E qui la svolta.
Fortuna vuole, infatti, che proprio a pochi metri dal nostro hotel ci fossero una serie di go go bar che non avevamo mai notato dalla strada principale che eravamo usi percorrere.
Si trovavano infatti immersi nell’oscurità della notte che rende invisibili, in posizione di scarsissimo passaggio, tra luci fioche di antiche lampare.
Ci addentriamo in gruppo. Beata incoscienza.
Saranno una mezza dozzina.
Uno addirittura ha il cartello “affittasi”.
“Pure qui”, penso.
La incerta e perigliosa strada termina con una diffusione della luce da una sorgente luminosa invisibile, ma ogni tanto mi guardavo alle calcagna.
Squagliarsela non era un cattivo piano, secondo le audaci teorie preconizzate da un amico, genus omne.
Ma la curiosità degli altri, mia compresa, prevaleva.
Quello esteticamente migliore si trovava al di sopra di una scalinata.
Delle ragazze stavano giocando a biliardo.
Scorgo un unico attempato avventore è intento a bere con due ragazze, non molto carine, femmine carnose e trascurate.
Un’altra è seduta al bancone, sullo sgabello, e parla con la barista-mamasan.
Accavalla le gambe con maestria.
Sembra molto bella, e decidiamo di fare gli scalini e salire.
I miei amici si dirigono a sfidare le ragazze a stecca, partita che poi si protrarrà nella camera dell’hotel.
Io mi intrattengo con Ben.
Indossa un meraviglioso vestito lungo cremisi come il fuoco, con bello spacco laterale – per nulla volgare – e collo alla coreana.
Le scarpe molto eleganti, pure rosse.
Si apre in un sorriso perfetto, come i lineamenti del volto.
Occhi di una certa gradazione di verde, grazie alle lenti. Ipnotici.
La pelle, nella parte scoperta, è di porcellana, senza una imperfezione.
I capelli sono castani, raccolti in uno chignon fermato con una bacchetta di legno.
Parla un ottimo inglese, e svolge la professione a buon livello, girando anche altri paesi dell’Asia.
Singapore per lo più, mercato molto florido, come confermatomi da un amico che ci vive.
Sono molto attratto da questa creatura.
Gesti pacati, brillante conversazione, aspetto meraviglioso.
Semplicemente perfetta.
E dalle curve del vestito sembra avere un corpo per nulla da meno.
Si imponeva chiaramente il dovere di prendere qualche misura,
Opto per uno short time, essendo già tardi, e verso l’obolo alla mamasan.
Lei va a cambiarsi ed esce con una bella tutina bianca di gran marca, molto aderente, ed un cappellino.
Sembra un’altra, ma non mi sono pentito per nulla.
Un paio di minuti e siamo in hotel.
Ping mi sorride, durante la registrazione.
Saliamo.
Solito cliché.
Si spoglia ed il seno è rifatto in maniera magistrale, e si attaglia perfettamente alla sua esile figura.
Non un inestetismo, neppure sul resto del corpo.
Chiede permesso per ogni cosa, mentre cammina per la stanza nuda come Dio l’ha fatta.
Ben è brillante sul letto è su di me quanto lo è su uno sgabello a conversare.
Ne inalo con intima voluttà l’odore, mentre il calore umano delle sue membra stese su di me è temperato dalle fresche lenzuola color susina colpite dall’aria condizionata.
Abbandono la panoplia, nel vedere il suo viso e ascoltarne le parole, ed è umida e gocciolante di rugiada saporita mentre la spingo indietro di rimbalzo e la riporto a me.
Baci lunghi e caldi che ti arrivano al cuore.
Ci troviamo subito, sotto ogni aspetto.
In genere non lo faccio, essendo una pratica migliore da porre in essere nell’America Latina, ma fedele alla natura nel tendere sempre ad alti livelli, decido di passarci qualche giorno.
E quando è tempo di andare già fisso tutti i dettagli per rivederla l’indomani, al di fuori dal lavoro.
Tra l’altro alloggia vicino al nostro hotel.
L’accompagno e la saluto, e giù vedo gli amici intenti a bere, anch’essi aventi terminato da poco.
Mi unisco a loro, dicendo che sparirò per un po’.
Assicuro che adotterò circospezione e precauzione, e agirò prudentemente e lievemente.
L’indomani è puntualissima all’hotel, e facciamo un giro a Kamala Beach, dove la marea crea paesaggi da cartolina.
Passiamo la giornata assieme, tra massaggi in spiaggia e relax, fissando una escursione per le Phi Phi per l’indomani.
Rientra con me in hotel e dopo una bella doccia e del sano sesso, in cui raggiunge uno stadio di incandescenza rutilante, mi offre un altro massaggio.
Mi porta a cena in un ristorante che conosce lei, non frequentato da nessun turista, in cui mangerò i migliori gamberi della gita e ci ritiriamo sul presto, dovendo alzarci all’alba per le Phi Phi.
La gita – e chi ci è stato lo sa – offre panorami spettacolari.
Ben, con i suoi veri occhietti marroni luccicanti e lo sguardo da furbetta, si diverte molto, tra cuori fatti con le dita sulla barca e disegnati sulla sabbia, tramonti e gran cibo, e lei che cerca di insegnarmi qualcosa di profondo sulla cultura asiatica.
Io, occasionalmente e con qualche stratagemma, scopro fattori comuni di somiglianza tra le loro rispettivamente simili e dissimili reazioni all’esperienza con gli uomini, e quelle di altre donnine allegre di altra nazionalità che sono uso frequentare.
Il sesso è grandioso e abbondante, e staremo assieme tre giorni, per un prezzo talmente irrisorio, anche a voler includere gli extra, che mi vergono a scriverlo.
Ci lasciamo bene, e ci sentiamo ancora oggi.
Una donna, qualsiasi cosa faccia, sa dove fermarsi.
Questa donna, assolutamente eccelsa, ha qualcosa di speciale, di maledettamente struggente che mi è entrato dentro.
Sono passati più di 5 mesi – oggi che scrivo e mi leggete – da quei giorni.
Eppure se ci penso ancora sorrido, e il mio corpo è attraversato da una sensazione di pace e benessere.
Ma sarò coglione?
Siate benevoli, dite di no.
Direi che se una vacanza ti lascia un bel ricordo ed un buon sapore in bocca, ha raggiunto il suo scopo, e ne valeva la pena.
Rientro tra i miei amici accolto come novello Robinson Crusoe dopo il naufragio.
C’è molto da raccontarci, e lo faremo tra Kho Samui e Kho Pha-Ngan, in cui ci fermeremo un paio di giorni, oltre a Krabi, in cui ci fermeremo un giorno.
In vecchi go go bar di queste isole, tra anziani turisti e non giovanissime meretrici, mi salgono delle reminiscenze… Puttane e marmittoni…chissà cosa hanno visto quegli sgabelli nel corso degli anni…uomini rapati a zero che hanno lasciato lì il loro cuore giovane e ora ci trascinano le carni anziane e donne che hanno dato loro piacere e riverenza in tempi passati, mentre magari ora ci pensano le figlie.
Ordinaria amministrazione.
Mi infratto con una dimenticabile ragazza, molto dolce, in una piccola stanza gestita da musulmani presa per la notte dove bisognava lasciare fuori le scarpe.
Più vicina a noi, l’ultimo giorno, Karon Beach, giornata allietata dalla presenza di un carissimo amico che non vedevo da tempo, che si unirà a noi, giunto apposta da Singapore per passare una giornata assieme, tra mare, shopping e cena allo Jungceylon, bevute all’Hollywood e donne in Bangla.
L’indomani è tempo di rientrare, lasciando i russi e le russe che stanno popolando Phuket in ogni angolo, gli arabi occidentalizzati, i megaresort della glamour Karon, le sale massaggi dove andavamo a fare le sveltine nel retrobottega o nelle stanze ai piani superiori, i meravigliosi gamberi rossi al curry, il pollo satay, i classici noodles, i mercatini con piatti saltati al wok, le piccanti insalate e le meravigliose giornate passate in questo Paradiso infernale, in mezzo a turisti con troppi quattrini e poco sale in zucca.
Un luogo meta di un viaggio-capolavoro, ricco di emozioni, di immagini, di rievocazioni, come una tela impressionista.
Ritirata la nostra roba alla laundry dell’hotel e riscossa la cauzione, ci dirigiamo verso l’aeroporto – io non prima di avere salutato Ben – pronti per gli ultimi 2 giorni turbolenti ed intensi, per chiudere con il col botto, a BKK.
Partiamo alle “incipienti avvisaglie di una prossima aurora” (cit.).
Ma è un’altra storia.
Pazientate.
"Questa è la chiave direi: fissare, in una sorta di eternità, l’estasi"
Ottima rece davvero! Peccato per i prezzi mancanti! Una curiosità, saró a Phuket a Novembre, questa agenzia indiana dove sarebbe di preciso? Graz8e @titano
@stunned84
Qualche prezzo c'è.
Posso aggiungere che la Bangla - in cui i prezzi sono allineati - è più cara del "fuori Bangla", in cui puoi contrattare maggiormente, come ho scritto.
E che ovviamente uno short time è più caro di un long time.
Di certo poi vale per il primo incontro.
Le ragazze, infatti, le volte successive puoi incontrarla senza passare per i locali e in altri orari.
Potendo contrattare, è difficile scrivere un prezzo standard cui attenersi che poi risulti valido per tutti, per cui ho preferito soprassedere pur dando qualche indicazione.
"Questa è la chiave direi: fissare, in una sorta di eternità, l’estasi"
Ci mancherebbe ognuno fa come vuole, anche se i prezzi oramai li conoscono tutti..l'agenzia viaggi indiana invece? Dove si trova? Quanto ti avevano chiesto per il tour? Giusto per confrontarla con le altre..grazie!
@stunned84
Se li conoscono tutti è pure inutile chiederli, mi viene da dire.
L'agenzia non è "indiana" ma gestita da un simpatico indiano. Passando in serata trovavamo lui, ma non escludo che in altri orari lavorassero altre persone.
Come noto le medesime attività lì spesso se le dividono.
Diciamo che devi attraversare la strada al Beyond Night Market come stessi per dirigerti verso la spiaggia, ma poi proseguire alla sinistra stando sul marciapiede.
Percorro poche decine di metri.
È un piccolo banco con i depliant adiacente un ristorante.
"Questa è la chiave direi: fissare, in una sorta di eternità, l’estasi"
Ma infatti la mia richiesta dei prezzi era riferita non alle girls, ma a tutto il contorno del "cosa fare a Phuket" a parte trombare..tutto qui..lo so che "siamo in un forum di figa" era cosí giusto per chiedere..grazie comunque
@stunned84
Personalmente ero a Phuket per spiaggia e relax, quindi grandi escursioni, cene e ragazze, anche perché luoghi e monumenti li avevo già visti in altre gite.
Ho tenuto la parte "turistica" visitando molti luoghi e monumenti a Bangkok, tra andata e ritorno.
Ma consiglierei un viaggio dedicato, per le visite.
La Thailandia offre molto.
"Questa è la chiave direi: fissare, in una sorta di eternità, l’estasi"
Verissimo, la Thai offre tanto per questo ci vado almeno una volta l'anno (quest'anno addirittura due)..poi a me Phuket piace, a prescindere dalla gnocca, mi trovo proprio bene e penso sia un ottimo connubio tra vita di mare, relax e divertimenti! In piú, se uno si accontenta, si riesce ancora a spendere poco!
Un racconto davvero piacevole e ben scritto che mi ha trasportato in quei luoghi a me tanto cari (ci vado ogni anno dal 2005). Mi viene da chiederti le coordinate della soi dove hai conosciuto Ben. Mi piaciono queste zone più "tranqulle" grazie!
Lascio agli altri la convinzione di essere i migliori, per me tengo la certezza che nella vita si può sempre migliorare.
@maverickvigna
Circa zona Soi Chuwong 3 partendo dalla caserma della polizia (dove c'è anche l'area del piccolo parco con gli attrezzi ginnici liberi).
Una piccola passeggiata.
Grazie dei complimenti.
Buona caccia.
"Questa è la chiave direi: fissare, in una sorta di eternità, l’estasi"
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TITANO
08/08/2018 | 17:52
Gold
-Inizio-
Il volo con Nok Air scorre piacevole, vuoti d’aria a parte, e ci conduce all’Aeroporto Internazionale di Phuket in perfetto orario.
Il sole scende presto in queste Terre, e tempo dell’atterraggio, del ritiro del bagaglio e dell’attesa di un minibus per Patong è tramontato completamente, lasciando il posto ad un meraviglioso cielo stellato.
Il tragitto è abbastanza veloce e in 45 minuti siamo in hotel.
Operazioni di rito, relax in camera, e nel cuore della serata usciamo.
Tra gli apoftegmi morali, “Chi ha tempo non aspetti tempo” è il mio preferito.
-PHU-
“Più vile di un lupanare, la macelleria sigilla come un affronto la strada. Sopra l'architrave una cieca testa di vacca presiede il sabba di carne sgargiante e marmi finali con la remota maestà di un idolo” - JLB
Patong è il solito delirio.
Profumo di limone caramellato.
Gente indaffarata.
Aria pungente, e odore di naftalina dai box che organizzano i tour per le Andamane.
Rivoli lungo la strada adiacente i marciapiedi.
Sorrisi e mani giunte.
Cavi elettrici a tre metri da terra.
Foto ingiallite di località turistiche.
Ghiaccio con pesce a vista.
Spiedini di carne e pesce ovunque.
Gelato cucinato sulle piastre.
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Sale massaggio ogni due metri.
Cliniche dentali ed apparecchi.
Coconut aperti e bancarelle di frutta.
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Ciabatte a forma di carpa.
Bazar.
Benzina per motorini in vendita in bottiglie di vetro.
Pullman per la via principale con atleti sullo scoperto a sponsorizzare incontri di moo-ay tai al Bangla Boxing Stadium.
Inglese stentato.
Mi ero appena ripreso da Bangkok ed eccomi di nuovo sotto attacco.
Rumori incessanti e luci.
Siamo affamati e ci cacciamo dentro al primo Tiger che troviamo.
La catena dei Colonnelli, per quanto turistica, è sempre di livello, ed i noodels speziati con carne e pesce sono eccellenti.
Il trucco in Thai è tenersi lontani dai piatti occidentali.
Una bella Tiger ghiacciata, negli immancabili portabirra per non gelarsi le mani, ci rinfranca la carne e lo spirito, e siamo pronti per la Bangla.
Vecchi lupi di mare.
La Bangla…che dire?
Bangla Road sta a Patong come Nana Plaza sta a Phuket, seppur con i dovuti distinguo, quindi rileggetevi le mie parole nel racconto precedente.
Come sta cambiando il paesaggio, diamine!
Quanto hanno tirato su in termini di costruzioni!
Le uniche granitiche certezze nella Bangla sono due.
La prima è la gente che ti sventola in faccia, ovunque, depliant di locali, consumazioni gratuite e ragazze gratis, e la seconda sono le fiche seminude sui banconi dei locali (o che sfilano per strada a promuovere i locali) e che dimenano il sedere in attesa dei clienti che offrano loro da bere per concordare il post consumazione.
Per il resto la solita raccolta decisamente miscellanea di derelitti e vagabondi del genere homo.
Faccio mie le parole di Cettolaqualunque: “Pilu a perdita d'occhio, pilu da costa a costa, pilu dall'alba al tramonto, pilu a pranzo e a cena! Immaginatevi un continente grande 10 volte l'Italia, ma senza steppe. Solo pilu!”.
Decidiamo di fermarci da Oscar, che si trova nell’angolo all’inizio (o alla fine, dipende da che parte si arriva) della Bangla.
Ennesima Tiger.
Mi prendo del tempo per guardarmi intorno.
Gozzovigliatori adunati all’interno del locale.
Tutte le ragazze sono in divisa con shorts jeans aderenti e magliettina tagliata sotto il seno. Sculettano attaccate ai pali da lap insistenti sui banconi, mentre sotto i clienti bevono.
Un italiano ubriaco offre da bere ad una ragazza, e la palpeggia a vista mentre a voce alta contratta il prezzo e lei fatica a trattenere l’imbarazzo.
Non voglio star lì ad invecchiare, e noto una ragazza minuta e molto carina, stranamente ignorata.
Sembra molto giovane. Forse troppo.
Seppur lucido e nel pieno possesso delle mie facoltà, sulle prime la cosa non mi ha destato dubbi.
La chiamo e concordiamo uno short time (un paio d’ore) nella mia camera, avendo opportunamente scelto un hotel guest friendly.
Si rifiuta e insiste per portarmi dove dorme lei, lì vicino.
Mi rifiuto io perché evidentemente è minorenne.
Ne sapeva più lei a 15 anni sugli uomini e sulla vita di quanto altre non ne sapranno a 50 anni.
Apro parentesi.
Negli hotel guest friendly , dei clienti e dei loro ospiti chiedono i documenti, che devono essere lasciati in reception, proprio per evitare scherzi del genere…e devo dire che i 200 bath ossia 5 euro richiesti per il passaggio dell’ospite sono ben spesi per la vostra tutela.
Dopo aver proferito alcuni consigli di prudenza riguardo ai pericoli inerenti al frequentare quartieri dei bordelli e le donne di malaffare in tali amene località, chiudo la parentesi.
Gli altri amici stanno concordando con un gruppetto di ragazze, e mi chiamano.
Trovata quella che più mi aggradava, di gran lunga la migliore del mazzo, longilinea con capelli neri lisci lucidi e bei lineamenti, e disponibili a venire tutte in hotel, vanno a cambiarsi e versiamo la somma pattuita a chi ci veniva indicato, il barista-papasan di turno.
In un batter d’occhio le ragazze si sono spogliate della divisa e indossati vestiti ordinari, ci prendono per mano e ci dirigiamo, attraverso la Bangla, in hotel.
Una sola parla bene inglese, e ci fa da interprete con le altre, che lo masticano appena.
Ping – la ragazza carina che ci aveva accolto in reception all’arrivo – capisce subito con chi avrà a che fare per i restanti giorni, ma sorride ed è molto professionale.
Registra le ragazze e versiamo la tassa per l’ospite.
Ascensore e via, ognuno al proprio piano nella propria singola.
La mia prescelta, Mali, ha delle belle treccine ed è molto “college girl”.
La bocca sembra un bocciolo di rosa.
Una teeny che non avrebbe difficoltà ad apparire in un film della Brazzers.
Ci spogliamo e dirigiamo in bagno.
Il seno è virato verso l’inesistente, ma il ventre è piatto, il sedere è molto bello così come le lunghe gambe affusolate.
Insiste per lavarmi lei ovunque, e contemporaneamente si lava lei.
Alquanto saponificato, dopo il valido servizio reso, mi limona con gusto sotto la doccia, cosa che mi attizza non poco.
Ci asciughiamo e andiamo sul letto.
Insiste per un massaggio con olio che aveva con sé. Molto apprezzato.
Il bbj, a causa delle dimensioni minute della bocca, è sofferto e poco affondato, ma – ladyboy a parte, a chi piace il genere – con molte thai è uno scotto da pagare.
Quando oramai sono pronto prende un condom, ma i suoi sono piccoli e stringono, quindi prendo i miei dalla valigia.
Molte posizioni in molti punti della stanza.
Mali ha una bella fantasia, una giovane età e una discreta dose di porcellaggine.
Finito ci laviamo assieme, e dato che c’è ancora un po’ di tempo insiste per farmi altro massaggio e per darmi il suo numero per contattarla anche fuori orario di lavoro, prassi sempre in voga, noto.
Scendo con gli altri e ci facciamo un’ultima birra nella reception dell’hotel, munito di angolo bar, raccontandoci le nostri impressioni.
Buona la prima.
L’indomani spiaggia di Patong, e relax con watermelon juice e coconut, e degli eccellenti shrimps in un bel bar sulla spiaggia, che tra l’altro aveva il caffè Illy in cialde.
La stagione ideale.
A casa a congelarsi le palle con Burian.
Ben oltre i 30 gradi nelle spiagge di Phuket.
Al rientro dalla spiaggia tappa al Beyond Night Market giusto per una birra e degli spring rolls.
Poi hotel.
La “cena dinamica”, come l’ho ribattezzata, è fatta attraverso i banchi del mercatino di fronte lo Jungceylon, il centro commerciale di Patong, ed include dell’ottimo Pad Thai e pesce arrostito.
Pronti per la Bangla, decidiamo che è tempo di ributtarci nella mischia.
Saltare un giro per una sera?
Tanto vale che domani cerchino d’impedire che sorga il sole.
Prima però ci fermiamo a vedere qualche stazione che vende le escursioni, così giusto anche per digerire.
Fortuna vuole che, tra le tante, adiacente al ristorante ce ne sia una con un indiano che sembra chiedere meno della metà di altre.
Buon Samaritano del quale servigio eravamo in grande necessità.
In altri frangenti non ci saremmo fidati, ma il tizio sembra corretto, e decidiamo di investire 1000 bath (25,00 euro circa) a testa per una escursione giornaliera a Raya Island e Coral Island, inclusi pasti e trasporti.
Paghiamo, lasciamo i dati, prendiamo la ricevuta e ci scambiamo i numeri di telefono.
Si rivelerà la scelta azzeccata, tanto che diventerà la nostra “agenzia di fiducia” per il resto del tempo.
Una birretta al Suzie Wong giusto per buttare l’occhio sulle ragazze, ma poi optiamo per un bar più interno alla Bangla, di quelli in cui il tempo si è quasi fermato.
Più ci si inoltra all’interno della città, infatti, più si abbassano i prezzi delle ragazze e si trova sempre meno clientela turistica e sempre più gente di età elevata.
Certo, anche la qualità delle ragazze cala, dato che le migliori sono reclutate dai baretti in Bangla, che offrono più visibilità e guadagni maggiori, ma la perla è sempre dietro l’angolo.
In uno di questi infatti sono rapito da una bellissima ragazza rossoramato, con lenti a contatto verdi smeraldo.
Tratti somatici indiani, viso meraviglioso, pelle abbronzata, sembra avere un bel seno sotto un corpetto amaranto, ed il sedere è perfetto avvolto in jeans così aderenti da calzarle come una seconda pelle.
Ricordo di averle chiesto due volte (o tre…) se fosse un ladyboy, tanto appariva senza imperfezioni.
Ha l’apparecchio ai denti, ma poco conta.
Neppure beviamo che mi faccio indicare il proprietario e verso 500 bath per sganciarla.
Concordo un long time (tutta la notte), cosa che non faccio in genere, dato che dopo qualche ora in genere preferisco liberarmi, ma la ragazza vale la pena.
Il perché non so dirlo con precisione.
Lascio gli amici alla loro caccia e con Mimì, questo il suo nome, ci dirigiamo all’hotel.
Solite operazioni in reception – non c’era Ping questa volta, ma la moglie del proprietario europeo intenta ad allattare il figlio – e saliamo.
Ci spogliamo e andiamo in bagno.
Avevo visto bene.
Veramente notevole.
Ancora azzecco i vincenti.
Mimì è molto brava e si dona con trasporto, e il FK e il BBJ non risentono affatto dell’apparecchio.
Parla un buon inglese e tra una sessione e l’altra delle tre che affronteremo insieme, mi racconta di sé.
Lo stimolo intellettuale è un tonico di prim’ordine per lo spirito.
In medias res mi offre il suo numero di telefono per trovarci anche al di fuori del lavoro, cosa che fanno in molte per arrotondare senza dovere passare per l’obolo del bar, cui con evidenza girano una parte dell’incasso.
La conoscenza fisica e caratteriale si sviluppa a poco a poco, sino a giungere all’acme nel corso della notte.
Ci lasciamo così tardi che è quasi presto.
Io stremato e al limite anagrafico per queste cose, tacendo sul fatto che di lì a poche ore sarebbero venuti a prenderci per l’escursione di cui sopra, e lei appena ventenne che mi prega invano di restare a dormire qualche ora.
Ma fa parte della disciplina dire di no, e su certe cose seguo il manuale alla lettera.
Quali reminiscenze le corrugarono temporaneamente la fronte?
Vai a saperlo.
Ci vuole anche improntitudine ad interferire con il prossimo a quell’ora.
Con passi alquanto stracchi la congedo, nel sole sorgente percettibile basso all’orizzonte.
Ognuno ha la sua porzione di fortuna, si dice, ed io ho avuto la mia.
A onor del vero durante la vacanza ci sentiremo ogni tanto tramite sms, ma non concretizzerò nuovamente, pur essendomi trovato benissimo.
La mattina mi alzo con un muro sulla schiena.
Colazione e puntuale il pulmino alle 8.00 ci porta a Chalong Pier.
Due ore di viaggio per l’isola, passate a sonnecchiare tra i colpi dati dalle onde allo scafo della potente imbarcazione.
Spiaggia, relax e lo snorkeling mi rinfrancano.
C’è un ricco buffet e molta frutta per pranzo.
Poi Coral Island, veramente meravigliosa.
Il rientro è nel pomeriggio e per le 18.30, stremati e appagati, siamo in hotel.
Doccia e riposino, e nella notte ci dirigiamo al Savoy per una bella aragosta e dei gamberoni tiger.
La prassi, per i lettori neofiti, è questa: il tizio del Savoy ce la fa scegliere, ci pesa il pesce, ci dice l’importo, così ogno sorpresa è evitata, e che tipo di cottura preferiamo.
Insalatina di frutta e salsine speziate, e una bella Tiger gelata.
Poesia. Poesia.
Birra da Hooters giusto per farci l’occhio con le strepitose cameriere, e all’Hard Rock Cafè per un paio di acquisti.
Siamo troppo cotti per una mischia in Bangla, quindi optiamo per il Christin – l’unica sala massaggi di Phuket – e un bel body massage.
Essendo l’unica sala del genere, come detto, opera in regime di monopolio, e quindi i prezzi sono più elevati di Bangkok, infatti un massaggio di un’ora e 15 minuti costa 3.300 bath (circa 80 euro…un’inezia ovviamente, ma cara per i prezzi medi per il medesimo servizio che si trovano nella capitale).
Il Christin è immutato nel tempo, e sembra essersi fermato agli anni ’70.
Si sale una scalinata e ci si ritrova alla destra un bar e alla sinistra il fishbowl.
C’è un buon livello, seppure molte ragazze sembrino avanti con gli anni (e intendo sui 35, giusto per prendere come riferimento il parametro Thai).
Qualche avventore seduto nelle poltrone imbottite circolari con scheletro in legno a sorseggiare qualcosa, studiando le ragazze.
Ci si fa incontro il Papasan, in giacca chiara e pochette, sudato, e con un bel nero tappo di sughero in testa, che ci invita a sederci e bere qualcosa, spiegandoci le regole della casa.
Confabuliamo tra noi sulle ragazze, e a scelta effettuata ci rechiamo in cassa a pagare, indicando il numero che è visibile sul loro petto.
La ragazza esce dalla fishbowl e appare dalla cassa miracolosamente, sorridente e a mani giunte.
Ci prende per mano e si dirige all’ascensore.
La mia ha lunghi capelli neri, e un vestino stretch molto aderente in lycra con motivo floreale.
Occhio a mandorla vispo e nerissimo.
Mascella squadrata e denti perfetti.
Bel sedere e seno naturale.
Bocca da pompe.
Assomiglia all’attrice Lucy Liu per capirci.
Ci spogliamo mentre regola la temperatura dell’acqua dell’ampia vasca.
Alla temperatura ideale mi invita ad entrare con lei.
Mi lava con uno dei numerosi prodotti presenti, molto schiumosi e profumati, e mi offre del collutorio, molto gradito.
Poi ci stendiamo sulla vasca e inizia a strusciarsi…veramente bei momenti…anche lì sotto…
Prepara il materassino, immediatamente vicino alla vasca, in una zona ricavata apposta, e con molta maestria in una ciotola con acqua prepara la saponata, che verserà sullo stesso.
Mi fa accomodare, steso supino, ed inizia il massaggio con il corpo.
Arte sublime.
Con prese e leve si inarca e mi ripassa ogni zona del corpo – mani, braccia, collo inclusi – anche con il pube, oltre a salirmi con i piedi sulla schiena.
Rinasco.
Poi di nuovo in vasca per il risciacquo.
Quindi ci asciughiamo e via sul letto.
Il bacio è appena accennato, mentre il BBJ è da antologia, e lo stesso la scopata.
Trovo una bella cavallerizza che ama stare sopra e agitare la folta chioma.
Termino allo scoccare del tempo, ma non ci sono problemi a farci una doccia assieme e scendere prendendo l’ascensore insieme.
Mi ricongiungo agli altri, contentissimi, e rientriamo in tuk tuk.
L’indomani scorre tranquillo, tra spiaggia e relax e il solito pesce fresco al Sabai.
La serata sarà allo Jungceylon, eccellente cena giapponese inclusa, con uno squisito dolce al the verde e riduzione di wasabi da antologia.
Poi un bel giro per go go bar.
E qui la svolta.
Fortuna vuole, infatti, che proprio a pochi metri dal nostro hotel ci fossero una serie di go go bar che non avevamo mai notato dalla strada principale che eravamo usi percorrere.
Si trovavano infatti immersi nell’oscurità della notte che rende invisibili, in posizione di scarsissimo passaggio, tra luci fioche di antiche lampare.
Ci addentriamo in gruppo. Beata incoscienza.
Saranno una mezza dozzina.
Uno addirittura ha il cartello “affittasi”.
“Pure qui”, penso.
La incerta e perigliosa strada termina con una diffusione della luce da una sorgente luminosa invisibile, ma ogni tanto mi guardavo alle calcagna.
Squagliarsela non era un cattivo piano, secondo le audaci teorie preconizzate da un amico, genus omne.
Ma la curiosità degli altri, mia compresa, prevaleva.
Quello esteticamente migliore si trovava al di sopra di una scalinata.
Delle ragazze stavano giocando a biliardo.
Scorgo un unico attempato avventore è intento a bere con due ragazze, non molto carine, femmine carnose e trascurate.
Un’altra è seduta al bancone, sullo sgabello, e parla con la barista-mamasan.
Accavalla le gambe con maestria.
Sembra molto bella, e decidiamo di fare gli scalini e salire.
I miei amici si dirigono a sfidare le ragazze a stecca, partita che poi si protrarrà nella camera dell’hotel.
Io mi intrattengo con Ben.
Indossa un meraviglioso vestito lungo cremisi come il fuoco, con bello spacco laterale – per nulla volgare – e collo alla coreana.
Le scarpe molto eleganti, pure rosse.
Si apre in un sorriso perfetto, come i lineamenti del volto.
Occhi di una certa gradazione di verde, grazie alle lenti. Ipnotici.
La pelle, nella parte scoperta, è di porcellana, senza una imperfezione.
I capelli sono castani, raccolti in uno chignon fermato con una bacchetta di legno.
Parla un ottimo inglese, e svolge la professione a buon livello, girando anche altri paesi dell’Asia.
Singapore per lo più, mercato molto florido, come confermatomi da un amico che ci vive.
Sono molto attratto da questa creatura.
Gesti pacati, brillante conversazione, aspetto meraviglioso.
Semplicemente perfetta.
E dalle curve del vestito sembra avere un corpo per nulla da meno.
Si imponeva chiaramente il dovere di prendere qualche misura,
Opto per uno short time, essendo già tardi, e verso l’obolo alla mamasan.
Lei va a cambiarsi ed esce con una bella tutina bianca di gran marca, molto aderente, ed un cappellino.
Sembra un’altra, ma non mi sono pentito per nulla.
Un paio di minuti e siamo in hotel.
Ping mi sorride, durante la registrazione.
Saliamo.
Solito cliché.
Si spoglia ed il seno è rifatto in maniera magistrale, e si attaglia perfettamente alla sua esile figura.
Non un inestetismo, neppure sul resto del corpo.
Chiede permesso per ogni cosa, mentre cammina per la stanza nuda come Dio l’ha fatta.
Ben è brillante sul letto è su di me quanto lo è su uno sgabello a conversare.
Ne inalo con intima voluttà l’odore, mentre il calore umano delle sue membra stese su di me è temperato dalle fresche lenzuola color susina colpite dall’aria condizionata.
Abbandono la panoplia, nel vedere il suo viso e ascoltarne le parole, ed è umida e gocciolante di rugiada saporita mentre la spingo indietro di rimbalzo e la riporto a me.
Baci lunghi e caldi che ti arrivano al cuore.
Ci troviamo subito, sotto ogni aspetto.
In genere non lo faccio, essendo una pratica migliore da porre in essere nell’America Latina, ma fedele alla natura nel tendere sempre ad alti livelli, decido di passarci qualche giorno.
E quando è tempo di andare già fisso tutti i dettagli per rivederla l’indomani, al di fuori dal lavoro.
Tra l’altro alloggia vicino al nostro hotel.
L’accompagno e la saluto, e giù vedo gli amici intenti a bere, anch’essi aventi terminato da poco.
Mi unisco a loro, dicendo che sparirò per un po’.
Assicuro che adotterò circospezione e precauzione, e agirò prudentemente e lievemente.
L’indomani è puntualissima all’hotel, e facciamo un giro a Kamala Beach, dove la marea crea paesaggi da cartolina.
Passiamo la giornata assieme, tra massaggi in spiaggia e relax, fissando una escursione per le Phi Phi per l’indomani.
Rientra con me in hotel e dopo una bella doccia e del sano sesso, in cui raggiunge uno stadio di incandescenza rutilante, mi offre un altro massaggio.
Mi porta a cena in un ristorante che conosce lei, non frequentato da nessun turista, in cui mangerò i migliori gamberi della gita e ci ritiriamo sul presto, dovendo alzarci all’alba per le Phi Phi.
La gita – e chi ci è stato lo sa – offre panorami spettacolari.
Ben, con i suoi veri occhietti marroni luccicanti e lo sguardo da furbetta, si diverte molto, tra cuori fatti con le dita sulla barca e disegnati sulla sabbia, tramonti e gran cibo, e lei che cerca di insegnarmi qualcosa di profondo sulla cultura asiatica.
Io, occasionalmente e con qualche stratagemma, scopro fattori comuni di somiglianza tra le loro rispettivamente simili e dissimili reazioni all’esperienza con gli uomini, e quelle di altre donnine allegre di altra nazionalità che sono uso frequentare.
Il sesso è grandioso e abbondante, e staremo assieme tre giorni, per un prezzo talmente irrisorio, anche a voler includere gli extra, che mi vergono a scriverlo.
Ci lasciamo bene, e ci sentiamo ancora oggi.
Una donna, qualsiasi cosa faccia, sa dove fermarsi.
Questa donna, assolutamente eccelsa, ha qualcosa di speciale, di maledettamente struggente che mi è entrato dentro.
Sono passati più di 5 mesi – oggi che scrivo e mi leggete – da quei giorni.
Eppure se ci penso ancora sorrido, e il mio corpo è attraversato da una sensazione di pace e benessere.
Ma sarò coglione?
Siate benevoli, dite di no.
Direi che se una vacanza ti lascia un bel ricordo ed un buon sapore in bocca, ha raggiunto il suo scopo, e ne valeva la pena.
Rientro tra i miei amici accolto come novello Robinson Crusoe dopo il naufragio.
C’è molto da raccontarci, e lo faremo tra Kho Samui e Kho Pha-Ngan, in cui ci fermeremo un paio di giorni, oltre a Krabi, in cui ci fermeremo un giorno.
In vecchi go go bar di queste isole, tra anziani turisti e non giovanissime meretrici, mi salgono delle reminiscenze… Puttane e marmittoni…chissà cosa hanno visto quegli sgabelli nel corso degli anni…uomini rapati a zero che hanno lasciato lì il loro cuore giovane e ora ci trascinano le carni anziane e donne che hanno dato loro piacere e riverenza in tempi passati, mentre magari ora ci pensano le figlie.
Ordinaria amministrazione.
Mi infratto con una dimenticabile ragazza, molto dolce, in una piccola stanza gestita da musulmani presa per la notte dove bisognava lasciare fuori le scarpe.
Più vicina a noi, l’ultimo giorno, Karon Beach, giornata allietata dalla presenza di un carissimo amico che non vedevo da tempo, che si unirà a noi, giunto apposta da Singapore per passare una giornata assieme, tra mare, shopping e cena allo Jungceylon, bevute all’Hollywood e donne in Bangla.
L’indomani è tempo di rientrare, lasciando i russi e le russe che stanno popolando Phuket in ogni angolo, gli arabi occidentalizzati, i megaresort della glamour Karon, le sale massaggi dove andavamo a fare le sveltine nel retrobottega o nelle stanze ai piani superiori, i meravigliosi gamberi rossi al curry, il pollo satay, i classici noodles, i mercatini con piatti saltati al wok, le piccanti insalate e le meravigliose giornate passate in questo Paradiso infernale, in mezzo a turisti con troppi quattrini e poco sale in zucca.
Un luogo meta di un viaggio-capolavoro, ricco di emozioni, di immagini, di rievocazioni, come una tela impressionista.
Ritirata la nostra roba alla laundry dell’hotel e riscossa la cauzione, ci dirigiamo verso l’aeroporto – io non prima di avere salutato Ben – pronti per gli ultimi 2 giorni turbolenti ed intensi, per chiudere con il col botto, a BKK.
Partiamo alle “incipienti avvisaglie di una prossima aurora” (cit.).
Ma è un’altra storia.
Pazientate.
"Questa è la chiave direi: fissare, in una sorta di eternità, l’estasi"
Feynman
08/08/2018 | 18:32
Gold
@TITANO
Grazie mille per le recensioni, l‘ottimo stile narrativo e la quantitá enorme di informazioni.
INCONTRA DONNE VOGLIOSETITANO
08/08/2018 | 18:43
Gold
@Feynman
Grazie a te per la lettura e i complimenti.
"Questa è la chiave direi: fissare, in una sorta di eternità, l’estasi"
gian1983
08/08/2018 | 20:43
Venezia | 26-35
Newbie
Ottima recensione, se sei andato da quello che capisco a Marzo ero li!
Leggi le recensioni ESCORT e non farti fregare, trova la ESCORT nella tua cittàstunned84
08/08/2018 | 21:00
Colonia | 36-50
Silver
Ottima rece davvero! Peccato per i prezzi mancanti! Una curiosità, saró a Phuket a Novembre, questa agenzia indiana dove sarebbe di preciso? Graz8e @titano
Che non manchino mai fighe e vittorie
TITANO
08/08/2018 | 23:52
Gold
@gian1983
Un po' prima, ma il periodo è quello, il migliore.
"Questa è la chiave direi: fissare, in una sorta di eternità, l’estasi"
TITANO
08/08/2018 | 23:57
Gold
@stunned84
Qualche prezzo c'è.
Posso aggiungere che la Bangla - in cui i prezzi sono allineati - è più cara del "fuori Bangla", in cui puoi contrattare maggiormente, come ho scritto.
E che ovviamente uno short time è più caro di un long time.
Di certo poi vale per il primo incontro.
Le ragazze, infatti, le volte successive puoi incontrarla senza passare per i locali e in altri orari.
Potendo contrattare, è difficile scrivere un prezzo standard cui attenersi che poi risulti valido per tutti, per cui ho preferito soprassedere pur dando qualche indicazione.
"Questa è la chiave direi: fissare, in una sorta di eternità, l’estasi"
stunned84
09/08/2018 | 00:14
Colonia | 36-50
Silver
Ci mancherebbe ognuno fa come vuole, anche se i prezzi oramai li conoscono tutti..l'agenzia viaggi indiana invece? Dove si trova? Quanto ti avevano chiesto per il tour? Giusto per confrontarla con le altre..grazie!
Che non manchino mai fighe e vittorie
Dan13bis
09/08/2018 | 00:14
Newbie
una bella recensione piacevole da leggere!!
INCONTRA DONNE VICINO A TETITANO
09/08/2018 | 00:23
Gold
@stunned84
Se li conoscono tutti è pure inutile chiederli, mi viene da dire.
L'agenzia non è "indiana" ma gestita da un simpatico indiano. Passando in serata trovavamo lui, ma non escludo che in altri orari lavorassero altre persone.
Come noto le medesime attività lì spesso se le dividono.
Diciamo che devi attraversare la strada al Beyond Night Market come stessi per dirigerti verso la spiaggia, ma poi proseguire alla sinistra stando sul marciapiede.
Percorro poche decine di metri.
È un piccolo banco con i depliant adiacente un ristorante.
"Questa è la chiave direi: fissare, in una sorta di eternità, l’estasi"
stunned84
09/08/2018 | 01:29
Colonia | 36-50
Silver
Ma infatti la mia richiesta dei prezzi era riferita non alle girls, ma a tutto il contorno del "cosa fare a Phuket" a parte trombare..tutto qui..lo so che "siamo in un forum di figa" era cosí giusto per chiedere..grazie comunque
Che non manchino mai fighe e vittorie
TITANO
09/08/2018 | 08:16
Gold
@stunned84
Personalmente ero a Phuket per spiaggia e relax, quindi grandi escursioni, cene e ragazze, anche perché luoghi e monumenti li avevo già visti in altre gite.
Ho tenuto la parte "turistica" visitando molti luoghi e monumenti a Bangkok, tra andata e ritorno.
Ma consiglierei un viaggio dedicato, per le visite.
La Thailandia offre molto.
"Questa è la chiave direi: fissare, in una sorta di eternità, l’estasi"
stunned84
09/08/2018 | 08:25
Colonia | 36-50
Silver
Verissimo, la Thai offre tanto per questo ci vado almeno una volta l'anno (quest'anno addirittura due)..poi a me Phuket piace, a prescindere dalla gnocca, mi trovo proprio bene e penso sia un ottimo connubio tra vita di mare, relax e divertimenti! In piú, se uno si accontenta, si riesce ancora a spendere poco!
Che non manchino mai fighe e vittorie
TITANO
09/08/2018 | 11:53
Gold
Esattamente
"Questa è la chiave direi: fissare, in una sorta di eternità, l’estasi"
maverickvigna
11/08/2018 | 09:32
Newbie
Un racconto davvero piacevole e ben scritto che mi ha trasportato in quei luoghi a me tanto cari (ci vado ogni anno dal 2005). Mi viene da chiederti le coordinate della soi dove hai conosciuto Ben. Mi piaciono queste zone più "tranqulle" grazie!
Lascio agli altri la convinzione di essere i migliori, per me tengo la certezza che nella vita si può sempre migliorare.
TITANO
11/08/2018 | 11:42
Gold
@maverickvigna
Circa zona Soi Chuwong 3 partendo dalla caserma della polizia (dove c'è anche l'area del piccolo parco con gli attrezzi ginnici liberi).
Una piccola passeggiata.
Grazie dei complimenti.
Buona caccia.
"Questa è la chiave direi: fissare, in una sorta di eternità, l’estasi"