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Il problema di chi vuole la gnocca "gratis"

Mi chiedo per altro da che gente siano circondati certi utenti. Io invece conosco ed ho conosciuto un sacco di ragazze di pochi anni più giovani di me che sono intellettualmente più stimolanti delle mie coetanee trentenni per non parlare di gente più grande.

Al solito eviterei gli schemini e le generalizzazioni per giustificare le proprie idee o insuccessi o la semplice sfortuna di trovarsi in un contesto sfavorevole.
Si tratta di opinioni quindi non verità assodate di natura strettamente soggettiva.

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@poliglotta io come "metodo" entro nella testa della strafiga di turno e riesco a trovare interessante quello che mi dice perché mi rivela qualcosa su di lei, anche se parla di palestre e basta.

- Che cazzo è quello?
- Ti sei risposto da sola.

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Come scritto nel thread del “free” chi cerca la gnocca gratis non è un seduttore ma un uomo senza soldi.

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@Tesista76 said:

Se è vero che la melanzana è una meravigliosa maschera popolare dell’italiana di oggi, il figlio di melanzana è stato poco analizzato

Il figlio di melanzana, nasce da madre melanzana dagli anni 50 in poi, abituato fin dall’infanzia ad essere al centro dell’atattenzione, soddisfatti tutti i suoi capricci e tollerato nelle sue manifestazioni si affaccia alla pubertà con timidezza, con pochi approcci e svariate molestie si avvicina al gentil sesso

Verso i 17-18 anni, dopo migliaia di atti osceni ed abusi sul proprio pene, conosce l’amore, il primo amore, quello pagato dai genitori, senza particolari meriti sul campo scopa

Per forza di cose, la relazione non dura, e qui purtroppo la partita viene persa più dalla melanzanina, che perso iil ruolo di compagna, si troverà verso i 35 anni a chiedersi dove sono finiti i veri uomini, non rendendosi conto che averlo lasciato nelle mani della mater melanzanae non può che aver fatto male alla mente ed alla autostima del poveretto

Il resto del tempo tra i 20 ed i 30, il nostro eroe li passa cercando di lavorare adattandosi ad una società spietata a cui chiede compromessi violenti alla sua libertà intellettuale come l’affiliazione a un oratorio

Arrivato il momento di mettere su famiglia, nel migliore dei casi troverà una donna interessata a fare figli, da bomber quale si sente, dopo aver abusato qualche migliaio di volte della compagna, si troverà improvvisamente sui 40 a sentire la mancanza di un’avvenatura free, non rendendosi conto di non essere più il pischello dei 20. Non trovando più un ambiente favorevole inizierà a lamentarsi dei suoi insuccessi, della modernità, delle donne, dei cambiamenti climatici e di tutto quello che non è stato e che purtroppo non sarà

Il free esiste, riguarda i giovani, ogni anno sbocciano nuovi fiori femminili e i coetanei possono approfittarne i se si sbattono un po’

Il mondo degli adulti, dai 25 in poi è gestione delle nuove generazioni, non esiste più il free per nessuno e nessuna cosa, l’unico Free lo si concede ai bambini alti meno di un metro a gardaland

Come gestire il mondo degli adulti? Da adulti. Cosa fa un adulto? Conta e 💴

Le pay: massaggiatrici specializzate, spesso dotate di doti linguistiche superiori, viaggiano volentieri e vanno pagate in proporzione alla professionalità. Indispensabili per una sana attività sessuale fatta di stimoli e fantasie, permettono agli adulti un sano trattamento terapeutico con rischi limitati ed un costo definito

In Italia, grazie alla secolarizzazione, prima o tardi torneranno i bordelli, nel frattempo ai gran figli di melanzane non posso che suggerire di uscire dagli oratori e frequentare l’erasmus della gnocca, a cui tanti ricercatori qui dedicano con passione tanto tempo e fissare degli obbiettivi realistici in funzione dell’eta

Se aveste scritto questo post 30 anni fa, nel 1988, sarebbe stata una perfetta descrizione di un certo tipo di italiano in tutte le mediocri fasi della sua irrilevante esistenza: lo studente, che anziché studiare, protesta anche se non ha nulla di cui lamentarsi, solo perché “lo dicono i più grandi“ e poi “la manifestazione si fa ogni anno”, il giovane che, uscito dall’università con il mito del diciotto politico vuole un lavoro sicuro e ben retribuito a prescindere dal proprio merito e solo perché “lavorare è un diritto”, l’intellettuale di sinistra che marcia assieme ai “lavoratori” contro lo stesso sistema che ha dato all’uno e all’altro benessere e lavoro (e che, almeno allora, era in grado di non mettere in contraddizione pubblica istruzione e stato sociale in genere, tutele ed eque retribuzioni, con la competitività delle imprese e la produzione della ricchezza), l’adulto indignato che si indigna perché “l’edonismo” allontana la gente dagli “ideali sociali”, il “laudator temporis acti” di ogni epoca che idealizza il mondo vissuto in giovinezza.
Oggi, però diverse cose sono mutate in modi riscontrabili ed incontestabili:

  • le nuove generazioni sono le prime, in tutta la storia d’Italia (e forse del mondo occidentale) ad essere destinate mediamente a godere di una ricchezze sensibilmente minore di quella a cui erano abituati i genitori;
  • stiamo, per volontà della finanza senza patria (ma spesso con sede in Usa), importando “classi medie” dall’Africa in sostituzione di quelle distrutte in Italia dai governi più o meno tecnici servi di quello stesso capitale internazionale;
  • lasciamo fuggire all’estero le migliori menti dando poi dei “choosy” a chi rimane, se non si adegua senza fiatare a buttare via la parte migliore della propria vita in attività “flessibili” retribuite poco e correlate ancor meno con i meriti del proprio studio.

Che tutto ciò sia drammaticamente reale e non solo virtuale percezione di “bambini viziati” è testimoniato dalla politica: proprio oggi che avrebbe senso essere di sinistra in senso classico, ovvero, per dirla con il buon Canfora (senso ironico), in difesa “di chi sta sotto” (o anche solo di chi è stato cacciato in basso dai vortici della turbofinanza: ex-borghesi ed ex-lavoratori riuniti nel nuovo precariato globalizzato), i residuati della sinistra si sono spostati dalla parte del capitale “che sta sopra a tutto”. E l’intellettuale sinistrorso nostrano, con la sua aria di superiorità morale, la sua pretesa “missione” di bene (o di progresso), le sue parole d’ordine “umanità”, “solidarietà”, “cultura”, la sua aria insomma di “santità” è da noi quello che per Nietzsche è da sempre il tipo sacerdotale: quanto “percepisce come vero è sicuramente falso: questo è quasi un criterio di verità. E’ il suo istinto più basso di autoconservazione a proibirgli di considerare un qualsiasi aspetto della realtà o anche solo di parlarne”.

Ahimè, i motivi per la “rivolta generazionale”, che 50 anni fa oggettivamente mancavano, ora ci sono proprio tutti. Certo, tutto questo non cancella il fatto che, come in ogni tempo, esistano ancora gli studenti negligenti, i giovani buoni a nulla, gli intellettuali privi di intelletto, i lavoratori che vorrebbero non lavorare e vivere con un sussidio statale, gli indignati di professione, i nostalgici di un’età dell’oro mai esistita. Dovrebbe però impedire di fare di un’analisi ancora generalmente vera trent’anni fa la principale chiave di lettura per la realtà di oggi, dentro e fuori l’argomento “gnocca”.
Quando vedo, da un lato, tanti personaggi peggiori sotto ogni punto di vista culturale e intellettuale, privi di qualsivoglia merito superiore (gente insomma, che, messa nella stessa classe del liceo o nello stesso corso di università, avrei battuto, strabattuto e umiliato) avere retribuzioni e sicurezze superiori alle mie solo in virtù dell’esser nati prima e, dall’altro lato, tanti giovani pari per preparazione, impegno e voglia di riuscire a quello che ero io alla loro età, avere (in termini di posti, garanzie e prospettive) molto, ma molto, meno, solo perché nati dopo, capisco il senso di “ingiustizia generazionale”.

Personalmente avrò anche pochi amici, sarò pure stato troppo rinunciatario e troppo ingenuo, però, se di nessuno – e dico nessuno – degli amici o conoscenti, coetanei o più giovani, di cui ho notizia, invidio la situazione economico-lavorativa (intesa come rapporto fra ricavi e costi in termini di fatiche non creative, tempo e libertà personale) ed erotica (intesa come livello di gnocca conquistata o frequentata) significa che il problema non è personale, ma generale.
Vero che Schopenhauer ci insegna che l’infelicità è figlia dell’esistenza umana e non dell’organizzazione sociale, ma è anche vero che l’attuale fase del turbocapitalismo (con la sua doppia tirannide finanziaria e femminista ed il suo corollario culturale “politicamente corretto”) rende sempre più difficile anche solo quella vita “serena e autarchica” volta a “vivere sopportabilmente” come da lui consigliato nell’arte di vivere felici.
Vero che lo stesso amico di Danzica attribuisce all’imbecillità degli uomini gran parte di quanto essi chiamino “sfortuna”, ma è anche vero che oggi persino il più savio degli uomini farebbe fatica ad essere “fortunato” nell’Italia post-montiana e melanzanizzata.

A proposito, quando parlate di “molte molestie”, senza dubbio dovete intendere quelle subite in età scolare dai giovani maschi ad opera delle coetanee a cui è stato trasmesso culturalmente che stronzeggiare è un diritto.
Già ancora a livello di amiche e compagne di classe è, se non ancora molesto personalmente, quantomeno fastidioso per il nostro genere, sentirsi trattare (solo in quanto maschi) con sufficienza, se non con aperto disprezzo, quando si tenta un qualunque approccio con loro, le quali sistematicamente si atteggiano come chi ha tanti ammiratori (anche quando oggettivamente non ci sarebbe nulla da ammirare!) e può fare a meno di tutti, e fan così sentire colui, il quale dal trasporto verso la bellezza sarebbe portato ad affinare la propria anima e il proprio intelletto, uno dei tanti, un uomo senza qualità, un banale “scocciatore”.
Appena poi le si avvista da lontano, sono già moleste coloro le quali dimenticano come non tutti siano commedianti nati al pari di loro, che si sforzano con ogni mezzo di suscitare ad arte il desiderio negli uomini per poi compiacersi della sua negazione ed infoltire così le schiere di ammiratori, ed alla fine guardano tutti dall'alto al basso, arrivando addirittura a deridere gli approcci, o ad appellare molestatori quegli aspiranti corteggiatori che ingenuamente o maldestramente cercano di conquistarne i favori.
Sono poi molestissime, dal più fuggevole approccio al più profondo corteggiamento, coloro le quali, essendo appagate del semplice sentirsi ammirate da schiere di corteggiatori, senza che questo necessariamente si traduca in un vero rapporto umano, sincero e appagante (poiché la vanità, naturale nelle femmine, si mostra manifestamente soddisfatta dal ricevere quelle cure, quelle riverenze, quelle attenzioni che i plurimillenari privilegi della Galanteria impongono di tributarle) sfruttano la situazione per attirare ad arte ammiratori e poi respingerli, con l'unico scopo del proprio diletto e del rendere loro ridicoli agli occhi degli amici e dei presenti, dell'offendere il loro desiderio di natura, del farsi gioco del loro purissimo ed ingenuo trasporto verso la bellezza

Quando si parla di “pochi approcci”, come se semplicemente tutti i “figli di melanzana” fossero come lo sfigato pauroso e occhialuto delle commedie di Vanzina, sicuramente immaginate scene ambientate, appunto, negli anni Ottanta, non nell’oggi in cui il post-femminismo ha imposto:

  • La sopravvalutazione estetico-filosofica della figura femminile, nata sì con il medioevo delle dame, dei cavalieri, dei tornei, delle giostre e delle corvèe e delle poesie amorose, ma portata oggi al parossismo dalla cultura ufficiale nella quale tutto quanto è più o meno fondatamente sentito come femminile viene presentato come “bello”, “buono”, “pacifico”, “progredito”, “complesso” (mentre quanto è più o meno arbitrariamente visto come maschile è svilito come “brutto”, “malvagio”, “violento”, “rozzo”, “semplice”, anche quando otto secoli di poesia e qualche giorno in una realtà quotidiana non ideologizzata potrebbero anche far credere l’esatto contrario);
  • La stronzaggine vista come il diritto di usare l’arma della bellezza (o, meglio, della sua illusione) per ferire, irridere e umiliare chi è più debole da un punto di vista psicosessuale, in maniera identica a quanto farebbe un bullo scuola con il ragazzo più piccolo;
  • Le leggi a senso unico femminil-femminista che impongono, prima di lasciarsi andare ad un complimento, un invito, un gesto, una carezza, un bacio, addirittura solo uno sguardo, di riflettere (uccidendo la spontaneità e quindi la possibilità di riuscita) se ciò potrebbe essere o meno “percepito” come una “molestia” (o addirittura una “violenza”) dalla ancora semisconosciuta controparte, e che possono definire stalking proprio quella capacità di non arrendersi alle prime difficoltà, di resistere ai dinieghi, di riprovare con nuovi modi, nuove offerte e nuove sorprese, con la quale un tipo molto diffuso di ragazza italiana discendente dalla madonna di Ciullo d’Alcamo misura – a mo’ di prova infernale medievale - il reale interesse dell’uomo, valuta la sua disposizione ad offrire e soffrire, ne saggia le doti e quindi sceglie;
  • La pubblicità e il cinema hollywoodiano che mostrano i maschi solo o come bruti da respingere e punire nel modo più vasto e doloroso possibile (dai calci nelle palle ai colpi di mitra di certi film o videogiochi salta e spara stile Lara Croft) o come pupazzi da sollevare nell’illusione e gettare nella delusione con il massimo del riso e del trastullo (pubblico o provato, dalle discoteche ai luoghi di lavoro o di studio).

Va bene che tutti questi elementi “culturali” volti a distruggere autostima, sicurezza ed integrità psichica dei giovani uomini (specie nel momento più delicato della loro formazione, quando non hanno ancora i mezzi per costruire una solida identità sociale e sessuale) solo soltanto propaganda ed un guerriero non può essere sensibile alla propaganda del nemico. Però, a tutto questo si diventa insensibili solo dopo, appunto, essere diventati guerrieri. A 17-18 anni (oggi anche oltre) si è ancora solo ragazzi manipolabili dalla propaganda come quelli di “niente di nuovo sul fronte occidentale”. Non si può dunque pretendere che i “figli di melanzana” siano già a quell’età armati contro le “figlie di melanzana” e la cultura che le spalleggia. Solo dopo capiranno, ma capendo che devono essere “guerrieri”, capiscono anche che, oggi, il sesso “gentile”, almeno in genere, non merita tale nome e deve pertanto essere trattato con un chiaro, aperto e risoluto atteggiamento d’ostilità. E quindi, ancora una volta, niente approcci. Non più per timidezza ma per consapevolezza.

Quando parlate poi di “amore senza merito” mi sorprendete. Come ben diceva il miglior discepolo di Schopenhauer, l’amore, in quanto natura, è “grande e immorale per tutta l’eternità”. Non contempla meriti o colpe. Specie l’amore adolescente. Quando mai due ragazzi hanno il “merito” di essere amati? Se si “corrispondono individualmente”, per dirla con le parole del Nostro, saranno reciprocamente attratti ad onta della loro inesperienza e delle loro cattive maniere, altrimenti la loro storia non funzionerà comunque. Lì la “chimica” può molto più dell’educazione, della volontà cosciente, della “buona anima”.
Ragazzi immeritevoli? Che merito avrebbero poi le ragazze, se non quello di essere nate, per caso, femmine, per essere circondate da stuoli di amici-ammiratori pronti a tutto per un sorriso, per potersi atteggiare a miss mondo anche quando di bellezza non mai alta ma solo di comportamento altezzoso, per avere la corte dei miracoli (d’amore) composta da un’umanità maschile variabile dai cavalieri serventi disposti in pensieri parole ed opere ad offrire qualunque cosa in cambio di una vana speranza, a veri e propri mendicanti che attendono la sportula guardando dal basso verso l’alto colei dal cui sì o dal cui no dipendono il paradiso o l’inferno?
Volete moralizzare l’amore a quell’età come scherzosamente proponevo io fino a qualche tempo or sono? Introducete la regola della scuola-etica (o, se preferite, scuola-sadica), nella quale, in ogni classe, in ordine di risultati scolastici (partendo da chi ha la media più alta nei voti di profitto), è possibile scegliere il partner del sesso opposto il quale, non potendosi rifiutare, diviene quindi schiavo/schiava per inferiorità di meriti di studio. Morale no? L’amore della sapienza che può imporre le scelte all’amore carnale a vantaggio dei più studiosi. Scherzo, ma sarebbe davvero l’unico modo per poter parlare di “merito” in ambito di amore sessuale.

Quando infine raccontate del triste destino delle “melanzanine” cui è fallita la relazione e che si chiedono “dove sono finiti gli uomini di una volta?” mi fate davvero pensare che stiate scrivendo dal 1976 (come da nick). Sono finiti dove è finita la società di una volta. Per quanto concordi con Schopenhauer sulla “naturalità” dello schema di scelta/selezione sessuale che vede l’uomo essere attratto dalla bellezza (sinonimo in natura di salute) e la donna dall’eccellenza (nelle doti di volta in volta conferenti primato o prestigio nei vari tipi di società, indispensabili per la felicità e la sopravvivenza della prole), qualcosa agli antropologi devo riconoscere. La cultura modifica le declinazioni di queste scelte “naturali”. Se prima del nefasto femminismo, nell’età dell’adolescenza (quando non ci sono ancora soldi, lavoro e potere a contare davvero) una certa eccellenza nello studio, un comportamento educato (o addirittura un linguaggio colto), un’origine sociale agiata, una data disposizione alla calma e al ragionamento potevano dare al giovane maschio quell’aurea di “buon partito” di cui la giovane femmina umana sentiva bisogno per il proprio futuro (e, nel presente la stessa possibilità di uscire di casa senza genitori, cosa non possibile per una ragazza sola, bilanciava abbastanza bene quella naturale disparità di numeri e desideri nell’amore sessuale che oggi, non più compensata/frenata, svantaggia tremendamente il nostro sesso in termini di forza contrattuale e di possibilità di scelta), oggi che si pretende di dare alle donne anche quanto un tempo era riservato agli uomini proprio per avere una vera equità (la quale appunto per le disparità naturali qui accennate non potrà mai essere sinonimo di uguaglianza) fra i sessi, solo chi è dalla insana moda del momento visto come “fighetto” (perché ha l’auto o, oggi, lo smartphone nuovo, conosce i posti più fighi, va ai concerti più seguiti, può accompagnare nei posti più “alla moda”) può avere speranza di essere scelto “liberamente” da una coetanea a quell’età. Non vi è più, come nel mondo tradizionale, possibilità di bilanciamento con elementi veramente riconducibili al merito individuale (studio o lavoro, che da adolescente non può ancora essere prestigioso).

Come possono le donne mantenere ancora i privilegi del medioevo (galanteria, corteggiamento, protezione in ogni senso fisico, psicologico, economico e pure giudiziario) quando pretendono i moderni diritti (parità in tutto quanto uomini più forti e saggi di noi avevano storicamente costruito per bilanciare socialmente in desiderabilità e potere le disparità di numeri e desideri nell’amore sessuale favorevoli grandemente alle donne e quelle psicologiche correlate alla predisposizione all’esser madri)? Come possono volere che un uomo affronti ancora i disagi e le fatiche della cosiddetta conquista senza che gli vengano poi riconosciuti i diritti del conquistatore (si è mai vista nella storia una città conquistata dopo un lungo e faticoso assedio poter “scacciare” il vincitore a proprio capriccio? Nella storia chi si fa assediare e perde deve pagare il tributo ed onorare chi ha rischiato e vinto. Solo nel matrimonio occidentale succede il contrario! Cosa di cui “tutto l’Oriente ride come ne avrebbero riso i Greci”)? O, peggio, come possono ancora parlare di “ragazzi che dovrebbero maturare per diventare padri” quando al padre contrappongono nella realtà le sentenze a senso unico del femminismo su aborto, divorzio e violenza sessuale (le quali, lungi dall’essere fondate sulla ragione, sulla giustizia e sulla libertà, sono semplicemente dettate dall’odio contro il cosiddetto “patriarcato” e tutti quei singoli uomini che, consapevolmente o meno, lo “ricordano” anche solo lontanamente, anche solo “simbolicamente”, anche soltanto per associazioni d’immagini o di idee o di desideri naturali, con presunte e mai troppo dimostrate, spesso fin troppo discutibili, colpe o mancanze)?

Se non dobbiamo perdere troppo tempo a rimpiangere il passato, dobbiamo per ancor meno tempo continuare ad illudere sul presente. E, soprattutto non dobbiamo usare i criteri che andavano bene prima dell’ultimo femminismo per riversare su una presunta incapacità o immaturità dei ragazzi le colpe della decadenza dell’occidente e della iniquità del femminismo.

Quando si hanno meno dei vent'anni non si hanno nè poteri nè ricchezze da contrapporre alla bellezza che già fiorisce sulle coetanee e quindi al di là di ogni nascondimento (dettato da delicatezza o ipocrisia) si può soltanto essere ammiratori dal basso all'alto, uomini episodici (quando va bene) o ammaliati perennemente illusi e frustrati (quando va male), comunque socialmente trasparenti cavalieri serventi pronti a tutto per un sorriso.ma più frequentemente mendicanti alla corte dei miracoli pronti a tutto per un sorriso (nella speranza di qualche briciola di carità amorosa)
giullari di cui ridere e a cui irridere nel disio, o attori da porre in ridicolo innanzi a sè e agli altri quando recitano male la parte dei seduttori. Si finisce sempre e solo con l'essere usati da freddi specchi su cui (quasi tutte testano) testare l'avvenenza o da pezzi di legno innanzi ai quali (le stesse si permettono) permettersi letteralmente di tutto, con il far parte dei "presenti" su cui le stronzette di turno diffondono studiatamente in ogni modo disio e che poi trattano con sufficienza quando non con aperto disprezzo se ardiscono farsi avanti,con l'essere trattati da uomini qualunque scelti a caso fra tanti solo per essere gettati a terra con tanto più fragore e dolore quanto più sono stati sollevati al cielo tramite apposite illusioni erotico-sentimentali da esseri qualsiasi, privi di qualità, da attrarre solo per poterli poi respingere, da banali scocciatori da chiamare molesti quando magari maldestramente cercano di carpire i favori di chi li ha scientemente attirati apposta per farli sentire nullità davanti a sè, irriderli nel profondo, ferirli emotivamente ed umiliarli davanti a tutti, o addirittura con l'essere vittime della perfidia sessuale di chi si diletta a suscitare ad arte il disio per poi compiacersi della sua negazione e di come questa, resa massimamente beffarda e umiliante da una studiata perfidia, provochi nel profondo del corpo e della psiche tormenti tanto più infernali quanto più paradisiache erano state le implicite promesse di concessione, con l'essere presi a bersaglio per quanto il capriccio, vanità, autostima o sadico diletto suggeriscono, con l'essere ridotti ad oggetto di tensioni psicologiche, irrisioni al disio, ferimenti emotivi, umiliazioni pubbliche e private, frustrazioni continue, sofferenze fisiche e mentali, inappagamenti fino all'ossessione, disagi da sessuali ad esistenziali.

Altro che occasioni mancate a vent’anni! Sofferenze schivate!

Adesso, a quarant’anni, dovremmo lasciare che i “fiori ventenni” siano colti dai coetanei? Dopo che, quando eravamo noi i coetanei delle ventenni, siamo stati trattati nel modo sopra descritto?
Eh, no, caro tesista. Adesso tocca a noi. Adesso deve venire il bello. E se la crisi, il mondo, il “senso storico”, La Repubblica, Saviano, la Boldrini e gli altri sono contro di noi, tanto peggio per loro! Persino nella crudele natura c'è un grammo di giustizia! Chi non ha avuto privilegi nella prima parte della vita ha compensazioni nella seconda. E non è solo questione di scopare gratis o pay. E' questione di essere apprezzati socialmente (e quindi anche dalle donne). E' questione di sentirsi finalmente al centro dopo essere stati immeritatamente confinati in periferia.

A 20 anni non si possono non dico conquistare, ma neppure mirare da lontano le fanciulle in grado di interpretare il nostro sogno estetico quale eteree creature che passeggiano per via come musiche al vento mentre “parlare null’omo pote ma ciascun sospira”.
E se anche le si potesse incontrare, si potrebbe essere rimirati soltanto con sufficienza o con aperto disprezzo, non potendo ancora possedere nemmeno una di quelle doti oggettivamente valide e immediatamente apprezzabili con le quali un uomo può essere mirato, disiato, accettato, dalla società e dalle donne, come queste lo sono per la bellezza.

Se e quando con il tempo, lo studio, il lavoro, la fatica, l'impegno, la fortuna o il merito individuali si ha avuto modo di raggiungere una certa posizione di preminenza o prestigio nella società le cose cambiano.

E' in genere dopo i quaranta anni che ciò accade (quando accade).

Solo allora, infatti, si possono aver conquistato quelle doti immediatamente apprezzabili e oggettivamente valide al pari della bellezza con le quali essere universalmente mirati, amorosamente disiati e socialmente accettati (ripetizione voluta) a priori, a prescindere dalle soggettività, e al primo sguardo, così come le belle donne lo sono per le grazie corporali.

La gerontocrazia tipicamente italiana ha ritardato questo momento sempre di più. L’impoverimento (eterodiretto) dell’Italia, unito all’avanzata del femminismo (che vorrebbe addirittura chiamare, a seconda dei casi, con me too o con le pari opportunità, “abuso” o “discriminazione” il giusto bilanciamento), vorrebbero addirittura togliere questa possibilità (questa seconda vita: proprio perché non si è più pischelli si dovrebbero avere possibilità in più) alla generazione cui appartengo (e soprattutto a quelle successive!). Di qui questi post, che sono “gli occhi, u core e la rabbia mia”, per dirla con Pietro Savastano.

Certo, i “vecchi”, sicuri nei loro stipendi, nei loro posti, nel loro potere (finché il sistema troverà utile lasciar loro stipendio, posto e potere), trovano comodo pontificare dando tutta la colpa alla “concorrenza incapace” dei giovani. Ma i giovani non devono cadere nella trappola. Il problema non è loro se oggi a vent’anni non riescono ad avere un rapporto soddisfacente per quantità e qualità. E’ normale in un mondo senza bilanciamento di genere come quello femminista pseudoegalitario. Devono lasciar perdere le coetanee, non ascoltare la propaganda di tv e giornali (e soprattutto di quella cloaca di femminismo che è il cinema di Hollywood), sopravvivere se necessario con gli FKK (che costano meno delle fidanzate e soprattutto provocano meno danni al proprio tempo e alla propria psiche, risorse da impegnare solo negli obiettivi importanti), studiare e lavorare e aspettare i 40. La chiave non è “essere fighi” a 20, ma arrivati a 40. Ecco perché è cruciale combattere non solo individualmente, ma soprattutto politicamente perché possano ritornare in Italia le condizioni per avere un lavoro ben pagato e ben rispettato.

Certo, bisogna eliminare gli ostacoli. Quindi non bisogna guardare in faccia a nessuno. Tantomeno alla filosofia morale della menzogna egalitaria figlia del cristianesimo (tu la chiami oratorio?). Non si può tornare ad affamare il terzo mondo, a colonizzare parte dell'Asia, a respingere i migranti, a discriminare le donne? Non si può perché ci sono la globalizzazione, i migranti, “le donne”? Passiamo sopra a tutto questo con la furia di un Gennarino prima maniera, di un O’Trak sparatutto. E' adesso che bisogna fare il "sessantotto". E' adesso che bisogna mandare "l'immaginazione al potere". Chi dice che “cambiare direzione alla storia” (ma a noi basterebbe solo alla nostra nazione) è impossibile ha troppa poca forza per immaginarlo o troppi interessi in gioco per volerlo. Basta essere disposti a pagarne il prezzo (e soprattutto a farlo pagare ai nemici). Sto sognando? Mah, qualche bisonte tinto di biondo pare ci stia provando oltreoceano.

Alla faccia di Wall Street e del femminismo. Dei Saviano e dei terzomondisti. Del gesuita che usurpa il soglio pontificio e della Boldrini che ha usurpato la pazienza. “Ce ripigliamm' tutt' chell che è 'o nuost”.

P.S.
Ad essere figli di melanzana sono sia i maschi sia le femmine, ma solo le secondo possono far valere la loro abitudine alle conquiste facili, ai premi senza merito, alle concessioni senza motivo, la loro immaturità insomma, come legge in ogni fase del rapporto, dal primo approccio all’ultimo divorzio, poiché non trovano ostacoli all’esplicarsi psicologico, sessuale e sociale delle disparità naturali di numeri e desideri voluti dalla natura per i fini afferenti la selezione/propagazione della vita, a loro favorevoli e da loro sfruttate senza limiti, remore, né regole.

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Caro amico B.

40, 41, -9 ai 50, questa maledetta matematica. Matematica 100111001 questo vedi, il bit, il led e poi il pin, il mec. Il tempo che muta, le stagioni raccontate, la metrorina, i meteoriti, social, polaroid, motori rombanti, motori inquinanti.

Il novecento era una follia, il duemila no, perché rallenta, lo senti rallentare? Pochi giovani lenti, quelli veloci lontani. È già tutto successo al sud il sud è tutto lì . Solo il nostro tempo accelera perché quello che siamo è 40, 41, -9 ai 50. Esci amico, esci dai social, esci dai giornali, dai telegiornali, da quei librii , dai vizi superati, dalle pipe, dalle birre aromatiche, dai liquori. Il mondo ci vuole liquidi, non ancora rigidi. Bevi la liquidità ma con cautela che non siamo fatti per i tatuaggi, puoi avere la terza moglie di Picasso ma lascia perdere Madeleine.. è morta! M-o-r-t-a

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@emii

... si vede che rosichi più degli altri
leggiti le mie recensioni ed impara qualcosa... secondo me ce la potresti anche fare
dai su.... che ci arrivi da solo....

secondo te in Italia se fossi uno straniero e se avessi un paio di settimane di vacanza, è meglio perdere tempo con una studentessa fuori sede che vive da sola indipendente, e che dunque è libera, e che lavora per mantenersi (io non vado a mignotte o a gold digger)...o è meglio perdere tempo con una ragazza che vive con i genitori, è piena di cazzi che la circondano e pensa solo a cazzate tipo i-phone e facebook e che neanche parla inglese?....
Parliamo di target 18-22....

non parlo solo di trombare ma anche di avere una relazione .... dopo 20 anni ti posso dire che le migliori (bellezza, carattere, maturità, indipendenza, intelligenza, coraggio....) le abbiamo trovate nelle ragazze che venivano da fuori

dai su che secondo me ce la puoi fare a capire.... poi quando ti vedi i miei video capisci di cosa sto parlando....

Arcaton

Comunque quante cazzate si leggono su questo sito.....Fantastico
erano mesi che non leggevo queste cazzate dai vari "Looser" di turno.....

Avrò spiegato milioni di volte come si fa a trombare bellissime gnocche senza pagarle.... eppure vedo che non capite ancora.....

ancora domande del tipo "fermi 1oo ragazze e ne trombi solo 2???" o del tipo "fermi solo quelle della steppa siberiana???"

e ancora "giri per strada col calcolatore per capire quanto spendi????"

FANTASTICO

GRAZIE...

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In tutto il mondo le ragazze che hanno viaggiato (di qualunque nazionalità) sono meglio di quelle che vivono ancora con mamma e papà.

L'unica eccezione è se mamma e papà fanno i gioiellieri e allora la ragazza che si appoggia ancora a loro la trovo più "attenzionabile" della sorella che magari è andata via di casa presto per mostrare di essere indipendente e ha i soldi contati…

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Ma guarda ho letto il 3d di questo emil.... bah
dice cose giuste nel complesso.... anche se non ha letto bene le mie recensioni su come si fa a trombare una superfiga di 20 anni senza pagarla..... e ancora ripete la storia della passeggiata al parco.....

Avrò spiegato milioni di volte quello che faccio io..... e lo ripeto per gli asini che ancora fanno domande

la passaggiata al parco è il top del rimorchio..... alla luce del sole e senza spese monetarie
durante la passeggiata si ha un rapporto one to one in cui si cerca di fare colpo sulla ragazza con un contatto che oltre ad essere naturale è anche mentale..... ovviamente se uno ci sa fare
inoltre è un incontro rilassante.... non si ha nessuna fretta di trombare e le ragazze si sentono a loro agio.....

la prima regola è la seguente: conoscersi senza pretese .... già in un ristorante la ragazza può pensare "questo mi paga la cena e poi si aspetta che trombiamo"....e già si parte male......invece la partenza deve essere totalmente disinteressata.....ed è qui che si inizia a colpire

le russe poi quando è una bella giornata impazziscono per le passeggiate al parco.... rilassanti... costruttive.... mitiche....

Bah..... asini che devono studiare e ristudiare.....

4)

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andiamo
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in ogni modo i contenuti del 3d sono in linea di massima tutti corretti... bisogna studiare bene però....dai su cazzo.....studiate

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@pietroilgrande2 guarda che emii è master, ovvero uno tra quelli che ti criticavano pesantemente

Tu sterco di cane gratta-stronzi di cavallo mentre mamma te lo piazza in culo!!

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Lavieenrose_mobile

Nel mio piccolo confermo, con la russa al primo appuntamento a milano ci siamo subito fondati al parco. Il bello è che pensava che gli spacciatori fossero "immigrati che vogliono fare come gli italiani"… sveglia, piccola!

- Che cazzo è quello?
- Ti sei risposto da sola.

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ItaloRussian
30/07/2018 | 09:34
La migliore città della Terra |  36-50
Silver

Scusate se mi ci metto anch'io coi miei 5 cents.
La passeggiata al parco va benissimo se fuori non sono 20 gradi sottozero, per cui se cucchi a Mosca d'inverno e non a Cuba, bisogna considerare anche questi aspetti qui.
Poi serve anche sfoggiare la ricchezza, vera o presunta tale, nei tempi, modi e misure giuste, appunto a meno che non si tratti di una puttana, anche semipro, allora il discorso cambia.
Ma anche a quella semipro indipay piacerebbe di più cenare elegante in un locale di buon livello e non al McDonald's, soprattutto quando come cantava Massimo Ranieri.."I capelli un po' di argento li colora...." Perché quello che è naturale per un 20enne ragazzino, è ridicolo per noi, quarantenni, bisogna sempre mostrare la classe, porco zio!!!

Non esiste una regola per tutti i casi, anche perché se percepisci (e qui sta l'esperienza e il saperfare) che la figa ci sta, e sta per darti, è inutile marinarla nei parchi e nei ristoranti, diventa acida! Nei parchi ci vai con lei dopo aver trombato per benino, diamine!!!

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Top_damas_mobile

quando fanno -20 gradi portatele in chiesa o nei musei.....
seguite il consiglio.....
ma dai su cazzo però.....e dai..... ma che sempre le stesse cose devo dirvi....

di inverno portatele in chiesa....e fatevi due risate..... e già si inizia bene.....

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  • 3 di 3
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