A Cuba conosco un signore (di origine italiana) passato I 60 che sta da molto tempo con una ventenne cubana (parecchio figa). Ha piccola attivitá commerciale in un piccolo paesino della provincia (piccoli guadagni giusto per non far niente) e sono sicuro la ragazza viene aiutata in modo "giusto", ovvero con qualcosina ma non troppo. La relazione dura da alneno 3 anni, e pertanto non penso che da parte della chica sia meramente per interesse economico (chi riuscirebbe a fingere per cosí tanto tempo?). Cosa dite voi? Quale é il motivo?
Motivo? Affetto sentimentale, ogni tanto esiste la sincerità.
Oppure, materialisticamente: la chica preferisce meglio poco che niente.
Ma auspico il primo caso.
Ma vi interessa veramente sapere perché una modella di 25 anni sta con uno di 58? Io preferirei sapere perché non sta con me - che di anni ne ho 52 - e in effetti lo so. Guardatevi fuori e dentro, con calma e in profondità, e lo imparerete anche voi.
E il lenzuolo si gonfia sul cavo dell'onda
E la lotta si fa scivolosa e profonda
@marko_kraljevic
preferirei sapere perché non sta con me - che di anni ne ho 52 - e in effetti lo so
concordo in toto....saggezza pura ! (del resto chi dice che gli Eroi, anche quelli balcanici valorosissisimi in battaglia, non possano essere altrettanto saggi ?
vorrei infatti sapere pure io perché non sta con me, che ho qualche anno in meno (ma ahimé pochi, siamo quasi lì ....e, analogamente a te, credo di saperlo
detto questo, chapeau per i fortunati (magari pure sessantenni, in certi rari casi) che tali fighe le frequentano e se le scopano il vero motivo, le recondite ragioni o quel che volete voi, sono tutto sommato irrilevanti ! fatti loro, comunque
@marko_kraljevic said:
Ma vi interessa veramente sapere perché una modella di 25 anni sta con uno di 58? Io preferirei sapere perché non sta con me - che di anni ne ho 52 - e in effetti lo so. Guardatevi fuori e dentro, con calma e in profondità, e lo imparerete anche voi.
Sì, ci interessa perchè è paradigmatico del rapporto fra natura e società.
La donna gode del privilegio (di natura, e quindi di cultura) di ricevere il sorriso degli astanti, il desiderio subitaneo ed incondizionato dell’altro sesso, l’apprezzamento e l’accettazione di tutti al primo sguardo, per quello che è, per la sua grazia, la sua leggiadria, la sua essenza mondana, in una parola per la “bellezza” (anche quando essa manca, vi supplisce quasi sempre l’illusione generata dal desiderio), senza bisogno di fare obbligatoriamente qualcosa, di compiere particolari imprese (cui sono invece costretti i “cavalieri”), di mostrare questa o quella dote nella speranza di “fare colpo” su qualcuno in particolare o di emergere nella considerazione generale, proprio perché le è stato assegnato il privilegiato e confortevole ruolo di “selezione della vita” (ben simboleggiato dall’immagine dell’ovulo che può ben aspettare l’arrivo dello spermatozoo più veloce e resistente fra tutti quelli attratti senza bisogno di muoversi), senza il quale nessuna specie potrebbe preservarsi, ma con il quale i desideri umani di libertà e felicità hanno un rapporto necessariamente problematico.
All’uomo è invece dato l’opposto-complementare, assai più ingrato e disagevole, ruolo di “propagazione” della vita (disiare la bellezza con la rapidità del fulmine e l’intensità del tuono, non appena questa si mostra nelle grazie ch’è bello tacere, mirarla, seguirla e cercare di ottenerla in modo da permettere alla controparte femminile di selezionare fra i tanti chi eccelle nelle doti volute perché qualificanti la specie) e quindi, se vuole ottenere lo stesso sorriso del mondo, la stessa desiderabilità amorosa, lo stesso apprezzamento dal sesso opposto, la stessa accettazione sociale, deve COSTRUIRE socialmente il proprio ruolo.
Chi è bravo costruttore di se stesso (anzi, dell'immagine di se stesso più apprezzata dalla società: nella società turbocapitalista, stiamo ovviamente parlando del top manager "costruttore" di lavoro e ricchezza, secondo la nota leggenda neoliberista) viene, come un leone vincente, circondato da tante belle leonesse che con gli altri mostrano solo gli artigli della stronzaggine, mentre a lui offrono grazie, dolcezza e quasi venerazione.
@FlautoMagico said:
Ma anche io sono libero, vado dalla ventenne quando con lo sguardo mi fa capire le sue inclinazioni sessuali, altrimenti sto benissimo da solo, senza bisogno di surrogati.
La libertà non ci è data da un dio fuori dal mondo, come ancora crede qualcuno, ma dalle condizioni reali in cui, nel mondo, vediamo rapportarsi i nostri bisogni (in questo caso naturali) con le alternative possibili per appagarli.
Anch’io sono libero, ma solo perché, quando una ventenne dà l’aria di stronzeggiare, una trentenne di tirarsela all’inverosimile ed una quarantenne quella di credersi una principessa inconquistabile, posso licenziarle tutte tre (come farebbe Gasparino il carbonaro coll’amministratore, con suo padre e con suo nonno) e rivolgermi alle professioniste del Culto di Venere, preferendo di pagare in contanti per una recita estetica completa, piuttosto che in sincerità, dignità, recite in quelle forche caudine che sono ancora il corteggiamento anche se tu a parole credi di addolcirle chiamandole “seduzione”. Anch’io non ho bisogno di surrogati, perché mi basta il pensiero di poter appagare i miei desideri naturali pagando per potermi sentire immediatamente sollevato (da un punto di vista fisico e mentale).
Anche lo sugar daddy citato da @Itaconeti è libero, ma solo perché per ogni sugar baby che si mostri altezzosa, pretenziosa o tirannica, ne trova altre tre alle stesse condizioni estetico-economiche.
Un ragazzo che non abbia ancora (e forse mai avrà) denaro, posizione sociale, prestigio culturale o altro per bilanciare in desiderabilità e potere la bellezza è (e sarà sempre più) molto meno libero, giacché fra il continuare con le seghe o il dover sopportare la vanagloriosa prepotenza e la tirannica vanità della stronza di turno (spesso di bellezza non alta ma di comportamento sempre altezzoso), nella speranza più o meno vana di concessione, non ha alternative. E se l’evolvere delle leggi e dell’economia gli toglierà da adulto la possibilità di rivolgersi al sacro antichissimo culto di Venere prostituta per appagare il bisogno innato di godere della bellezza, il rischio di subire perfidie sessuali, tirannie erotiche e sbranamento economico-sentimentali diventerà certezza.
Quindi col cavolo che siamo tutti nati liberi uguali! O che possiamo restarlo a prescindere dal femminismo.
Quello che voglio dire è che sia tu, sia io, sia @Itaconeti o chi per lui, siamo liberi solo grazie a costruzioni culturali, sociali o individuali, che abbiamo la fortuna di poter sfruttare o il merito di esserci costruiti.
Tu hai potuto e saputo arrivare ad affermarti (come vedi prendo per vere le tue narrazioni senza remore né invidie) in quelle posizioni apicali del capitalismo grazie a cui ti mostri manifestamente, agli occhi di ogni giovane modella che in questo sistema vive e valuta, “l’eccellenza” (economica e sociale), la quale non deve né pagare né recitare (e forse neanche chiedere, se è vero che ti danno già il consenso con lo sguardo). @Itaconeti è stato capace di “cavalcare la tigre” (e gli faccio l’occhiolino se mi legge) del capitalismo fino a poter spendere l’equivalente di interi stipendi per mantenere accanto sé come geishe fanciulle che incarnano l’ideale estetico contemporaneo e con gli altri farebbero invece (come si evince anche da questo 3D) le stronze.
Io, fra i tanti demeriti, ho almeno il merito di aver organizzato la mia vita in maniera tale da preservare libertà di vita e di spesa sufficienti almeno per gli FKK. A chi mi critica dicendo che non è un merito mio ma semmai di mio padre, replico che comunque di fortuna costruita si tratta. C’è persino chi loda la mia conoscenza o la mia dialettica dicendo che farei meglio (una volta eliminato l’eccesso di citazioni e distillate le gocce di profume di Grasse…) a spenderle con le donne reali piuttosto che su gnoccatravel. Magari non ne avrei mai il coraggio, ma anche questa situazione ipotetica conferma quanto sia necessario costruire qualcosa da contrapporre alla bellezza naturale.
Comunque la si voglia giudicare, abbiamo in tutti e tre i casi costruito (tramite lo studio, il lavoro, il denaro la posizione sociale, la ricchezza, la cultura, il potere) la nostra libertà, la quale risiede quindi nel “mondo come rappresentazione”.
Le donne, invece, non ne hanno mai avuto bisogno, perché hanno tutta la loro forza contrattuale (e quindi la loro libertà) in quanto affonda le radici non in qualcosa di costruito o rappresentato, ma nell’immediatezza degli istinti, dei bisogni naturali, degli impulsi vitali (chè questo in fondo è l’amore sessuale) in qualcosa di simile a quanto Schopenhauer chiamerebbe “mondo come volontà” (metafisico in quanto al di là della catena delle cause: “voglio mangiare, fuggire, scopare, attaccare…perché voglio”).
L’istinto sessuale è uno dei quattro impulsi fondamentali dell’essere vivente e non può essere considerato alla stregua dei tanti bisogni indotti del capitalismo di cui con un po’ di forza di volontà si può fare a meno. Se non si mangia si muore di fame, se non si beve si muore di sete, se non si dorme si deperisce come morte foglie, se non si appagano sensi si deperisce in altro modo (disagio da sessuale ad esistenziale con rischio di ossessione o peggio).
Certo, è anche nelle donne è presente lo stesso impulso, ma è opposto-complementare come insegnano gli etologi, non uguale come narrano gli antropologi.
Purtroppo per noi, alla donna è dato (non dalle convenzioni di una particolare società, ma dalla natura) il grato e facile ruolo di “selezione della vita” (ben simboleggiato dall’immagine dell’ovulo che può ben aspettare l’arrivo dello spermatozoo più veloce e resistente fra tutti quelli attratti senza bisogno di muoversi), a noi quello ingrato e faticoso del propagarla (disiare la bellezza, nella vastità multiforme delle creature femminine, con la rapidità del fulmine e l’intensità del tuono, non appena questa si mostra nelle grazie ch’è bello tacere, mirarla, seguirla e cercare di ottenerla, in modo da permettere alla controparte femminile di selezionare fra i tanti chi eccelle nelle doti volute perché qualificanti la specie).
Quindi nel desiderio (e nei bisogni) c’è disparità. Se non ci fosse tale disparità non ci sarebbe la selezione in natura.
Anche l’ultima contadina della steppa appena giunta in città senza aver studiato, senza prospettiva di conseguire alcun particolare successo professionale, e senza avere particolari qualità intellettive ha, con un minimo di consapevolezza, la sua forza contrattuale (tanto che molti su questo forum cercano proprio questo tipo di fanciulla nei loro GT). Prova un po’ a pensare ad un ragazzo nelle stesse condizioni. O fa la carriera di un Napoleone o di forza contrattuale non ne ha.
Perché gli uomini possano vivere liberi e felici (due concetti sconosciuti alla natura e quindi, in linea di massima, all’amore) la disparità va compensata (socialmente, come veniva fatto dalle ingiustamente criticate società tradizionali prima dell’avvento del femminismo), o va lasciata libertà di compensare individualmente (come hanno potuto fare i maschi di buona volontà prima dell’ondata 2.0 femminil-femminista).
Tornando a noi tre scelti a caso dal mucchio di “liberi pensatori del forum” a puro titolo di esempio, abbiamo tutti speso tempo, fatica e doti personali per avere “qualcosa in più” rispetto all’uomo comune (che alle belle donne non interessa e tu manco vuoi sentire citato) e soprattutto rispetto alle belle fanciulle a cui lo vogliamo “offrire” per essere desiderabili ai loro occhi: tu la posizione sociale (sto ai tuoi racconti di high life milanese fra riunioni di top manager e feste con modelle), Itaconeti la ricchezza economica (non gli sto spiando il redditometro, mi baso solo sulla capacità di spesa per le indipay che dichiara qui sul forum), io lo studio (credo di poterlo dire dato che non faccio nient’altro di serio da quando sono nato).
Perché lo abbiamo fatto? Perché, evidentemente, sapevamo di averne ineludibile bisogno per sentirci universalmente ammirati, socialmente accettati ed amorosamente disiati come le belle donne lo sono per le loro grazie. Perché, a differenza di altri, abbiamo capito prima che avremmo dovuto, “da grandi”, avere “qualcosa” per bilanciare un desiderio naturale dispari a nostro sfavore.
Il nuovo femminismo che tu difendi non si limita più ad abbattere le precedenti strutture che bilanciavano ex-ante le disparità di numeri e desideri fra i generi tramite l’arte, la religione, la politica, il pensiero e la società con quanto veniva chiamato “discriminazione”, ma, basandosi sulla menzogna dell’uguaglianza antropologica (secondi cui i desideri naturali e quindi i bisogni sarebbero uguali nei due sessi), assume a priori che ci sia una “discriminazione” laddove non viene ex-post osservato un 50 e 50 fra uomini e donne. E con questo giustifica ogni iniquità ai nostri danni, chiamando discriminazione il risultato del nostro impegno (nato al contrario per bilanciare il privilegio naturale femminile!)
Ecco che allora vengono creati ostacoli ai nuovi uomini che vogliano costruirsi una posizione sociale come la tua, una ricchezza come quella di Itaconeti, un percorso di studi come il mio. Ci si inventa la mitologia delle molestie sul lavoro per poter distruggere in un momento la carriera di chiunque in un’azienda su qualcosa la cui gravità e realtà risiede solo nella parole dell’accusatrice, si crea una propagande mediatica antimaschile che farebbe sentire chiunque un essere di serie B nel momento in cui dovrebbe costruire soprattutto la fiducia in se stesso per scegliere una carriera competitiva e remunerata, si rendono scuole e università sempre più vuote di contenuti interessanti, di competizione realmente basato sullo studio oggettivo, e piene di chiacchiere progressiste e di propaganda femminista (in modo che chiunque ami lo studio “da uomo” si annoi a morte o inizi addirittura ad odiarlo). Contemporaneamente, si creano percorsi privilegiati (se non per legge, almeno per orientamento psicologico-culturale) per donne nelle carriere remunerate, si finanzia ogni sorta di start-up al femminile, si riservano condizioni favorevoli alle studentesse nelle facoltà scientifico-tecnologiche (quelle che un tempo sceglievamo proprio per sfuggire all’eccesso di femminilizzazione degli altri mondi scolastico-accademici).
Quando io, te e @Itaconeti saremmo sostituiti a forza o spontaneamente da donne, e tutto ciò che avremmo costruito per bilanciare in desiderabilità e potere la naturale preminenza femminile nella sfera sessuale sarà in qualche modo “destrutturato”, la nostra libertà (intesa come forza contrattuale necessaria a non farsi tiranneggiare dal bisogno erotico-sentimentale, ma non solo) finirà.
E se tu credi che le cagne che ora abbiano contro Weinstein o contro Allen e che già stanno tentando di vietare a me (vedi quanto successo in Francia, in Svezia, in Corea) l’esercizio del culto di Venere Prostituta si fermeranno prima di aver in qualche modo considerato “violenza di genere” o “sfruttamento delle disparità sociali, econimiche, culturali ecc. uomo-donna” anche l’indipay più sfumato di un Itaconeti o il tuo “sfarfallare” fra giovani modelle, non hai capito con quale “golem” abbiamo a che fare.
Magari non lo vedrai nei prossimi anni, ma questo non significa che io mi stia sbagliando. Significa solo, lasciamelo dire, che si già troppo vecchio per preoccupartene.
@Tesista76 said:
Amico B, tu sei ad un passo dalla liberazione e flauto indirettamente ti sta dando una mano.
Sei rapito dalla letteratura, dalla cronaca e dalla conoscenza. Tutto questo ti tiene in ostaggio come un astronomo che guarda in un binocolo le galassie. Vero è che è molto meglio saper usare il binocolo per fare delle analisi es avvicinarsi ai corpi celesti, falso è che tutto quello che vedo è un modello universale
Per questo momento, per questo tempo, per questa nazione, per questa cultura, tutto quello che dici è grandemente valorizzabile, cioè si vende bene
Tuttavia se metti le ruote alla sedia al binocolo e vaghi per il mondo tutto cambia e diventa relativo
La galassia che prima non vedevi in un certo emisfero la vedrai su quell’altro, il tempo cambierà l’illuminazione, ma come sai amico mio il tempo corre e non ci è amico
Ed allora spostati, scivola veloce e raccogli quello che il tempo offre
Tutto scorre, rovinosamente solo per chi non ha le ruote
Caro tesista,
non mi pare di essere io, noto relativista, quello che ha la pretesa di partire da presunti “valori universali” (come fa invece proprio la propaganda occidentalista, francese o yankee che sia, sempre dietro agli “Immortali principi” ed ai “diritti umani da esportare”). Io mi limito proprio a narrare quanto vedo dalla mia piccola realtà di punto umano sperduto nell’universo, senza alcuna pretesa morale di averne colto un presunto senso universale.
I miei post sono difficili da leggere perché lunghi, i tuoi perché ermetici. Ci ho messo mezzo pomeriggio per capire. Innanzitutto grazie per il supporto.
Sono ad un passo dalla liberazione? Piuttosto, sono ad un passo dalla galera se vince il nazifemminismo puritano e proibizionista in occidente! Frattanto, sono ad un passo dal manicomio e flauto mi sta dando direttamente una mano a finirci anzitempo.
L’unica cosa che lui e i suoi maledetti concittadini (“grande finanza, lobbies e massoni, tutti sfruttatori mondiali”) che con falsi sorrisi e vera usura stanno distruggendo la nostra Europa sanno propormi è cercare “l’amore libero”.
Ma l’amore, tu sai, è il contrario della libertà, come ci ha insegnato Schopenhauer: è dipendenza dalla genetica, dalla biologia, dei modelli culturali, dai rapporti di forza sociali e psicologici.
Che sia “libero” è la menzogna propugnata proprio da chi (come le donne-femministe) lo vuol usare per togliere all’altro tutte le libertà: giuridiche, economiche, sessuali e di pensiero.
Se invece si capiscono tutti i meccanismi è possibili agire, individualmente e socialmente, se non per liberarsi, almeno per avere modo di combattere, bilanciare e trattare da una posizione non troppo debole (ed è quello che ho sempre cercato di fare).
Invece qua quello stesso flauto che poco sopra avevo cercato di difendere dalle assurde accuse di pedofilia si schiera con i miei peggiori nemici, i sostenitori dell’egalitarismo post-sessantottino e del femminismo demagogico. Con chi vuole impedirmi di costruire ed usare un qualunque valore immediatamente evidente ed oggettivamente valido al pari della bellezza (le doti di sentimento o intelletto, d’apprezzamento casuale ed arbitrario, e soprattutto soggettivo, non pareggiano alcun potere contrattuale), con cui essere mirato, disiato ed accettato al primo sguardo e prescindere da tutto dalle belle donne come queste lo sono per le loro grazie. Con chi vuole tenersi stretta (fingendo non esista ma sfruttandola!) la naturale preminenza nel “mondo come volontà” (le disparità di numeri e desideri e psicologiche di cui parlavo poco sopra) e, spandendo la grande menzogna dell’uguaglianza e dell’autodeterminazione, impedirmi di costruire buoni argini nel “mondo come rappresentazione” (società, cultura, ideologia, sport, divertimenti, lavoro, studio, laddove insomma l’equo e umano bilanciamento è chiamato a priori con voce mendace “discriminazione”, dove si impone un’uguaglianza ex-post senza considerare i diversi bisogni a priori e chiamando magari ingiustizia di genere il frutto dei meriti e delle qualità, e dei disperati bisogni, dei singoli uomini).
Facile poi parlare per lui (e per i suoi simili), che si trova premiato dalla posizione sociale, dallo stipendio di giada, e dalla “consonanza” ideologica con il sistema, e che quindi ha facilmente tante belle fanciulle “autodeterminate” (ovvero determinate nei giudizi, nei gusti e negli interessi da un sistema in cui egli ha o sembra avere un ruolo apicale). Per me è diverso. Per me, per riprendere Jerri Calà “è dura, molto dura” (come del resto, vedo per molti qua dentro). Io ho scelto la strada della libertà. Ho scelto un lavoro che mi lasciasse padrone dei 2/3 del mio tempo (come insegna Nietzsche). Mi sono rifiutato di seguire una strada “capitalista” per la quale non sono portato (e ho deciso questo dopo aver letto “l’arte di essere felici” ed aver capito come non avrei mai potuto vincere la mia natura). Ho accettato di vivere con uno stipendio di argilla (per essere libero, almeno in parte, di continuare a studiare e non considerando il fatto che per colpa di speculatori yankee e governi tecnici l’eredità paterna potesse dilapidarsi più in fretta che ai tempi di Schopenhauer) e in aperta opposizione al modello ideologico dominante (marketing oriented e filoyankee) pur di preservare la mia libertà interiore ed esteriore (stile di vita e di pensiero). Ovviamente non potrei mai fare altrettante conquiste femminili. Proprio perché sono più povero devo pagare direttamente. Il mio ruolo sociale, la mia immagine non è né sarà mai quella del maschio alfa di questo “secolo americano”. Quindi non avrò mai la possibilità di sfruttare lo schema attrattivo “uomo affermato – gnocca model type” per determinare una scelta in mio favore da parte di queste presunte donne autodeterminate (in realtà determinate da interesse, biologia, strutture sociali e psichiche). Né tantomeno ho intenzione di tornare a quella sottospecie di stato di natura che era l’età scolare nella quale nulla avevo da contrapporre alla bellezza che fioriva sulle coetanee assieme alla stronzaggine. Posso solo pagare cash una recita a tempo. Ma che almeno mi lascino i soldi e le leggi per farlo!
E non sono certo l’unico con questo problema. Anzi, sono fra i più fortunati. Ma è giustizia quella che le generazioni sotto i quaranta devono subire dalla repubblica fondata sul lavoro? E’ uguaglianza la loro subordinazione psicosessuale alle donne (altrimenti detta “zerbinisimo”)? Possibile che si sia solo capaci di incolpare questo o quel giovane di questa o quella mancanza e di non vedere la scena globale di iniquità? Di mancanza di compensazione/freno di fronte all’onnipotenza concessa di fatto alle donne sotto il falso nome di “emancipazione” (che altro è se non lasciare libertà alle donne di usare le loro armi – attrazione, maternità, psicologia, tirannia erotica, stronzaggine -- ed impedire agli uomini di fabbricarne ed usarne di proprie – denaro, kultur, regole certe, forza, civiltà)?
Sono nemico dell’uguaglianza? Chissenefrega! Fra l’equità e l’uguaglianza scelgo la prima cento volte.
Ma perché non dice apertamente che, dal misero puttaniere da FKK come me all’abbiente indipaysta come @Itaconeti siamo tutti da rinchiudere perché avversari del suo “verbo americano” (e post-sessantottino) sul presunto “amore libero”? Io il coraggio per dire “fuck US” e “fanculo il sessantotto, l’amore libero e il femminismo” ce l’ho tutto.
Gli manca il coraggio o nemmeno lui ci crede?
Ma non lo vede che prima o poi arriveranno anche a lui?
Tutti quelli che il femminismo sta accusando di “violenza”, “molestia”, “discriminazione” si sono dichiarati o sono effettivamente stati “amici delle donne”. Da Woody Allen (“che ama le donne”) a Weinstein (finanziatore democratico progressista e femminista), dal miliardario che viene accusato di violenza dalla modella che ha finito di mantenere al ragazzo del college che pensava di essere riuscito a conquistare la ritrosa (e invece “scopre” ex-post che in qualche modo non era “autodeterminata”).
Mi sembra quello che aveva taciuto quando avevano portavano via gli zingari, gli ebrei e i comunisti che gli erano antipatici, per poi accorgersi di come non fosse rimasto nessuno a protestare quando vennero a portare via lui.
Forse non sono io quello che sta guardando in alto con il rischio di inciampare nelle sedie del laboratorio anziché nelle occasioni della vita e nelle donne.
Ci sono delle trincee che non possono essere abbandonate. Non si può cedere in nessun universo sui principi di oggettività del diritto, di presunzione di innocenza e di libero arbitrio (nel senso di consapevole valutazione di ogni individuo sui compromessi della vita, come spiegato sopra). Non si può cedere soprattutto alla menzogna della parità che si sta rivelando sempre più impari per noi, della pseudouguaglianza che è verissima iniquità.
Ero ad un passo dall’abbandonare il pay, ma la propaganda neofemminista di flauto mi ha convinto a riprendermi le armi del puttaniere.
Sono infelice? Chissenefrega!
Hai ragione, il tempo passa e non ci è amico, ma non mi pare che le mie coetanee lo siano mai state (ovvero, non ho avuto, neanche volendo coglierle, tante piacevoli occasioni di rapporti sentimentali o erotici). E le giovani non credo siano più amichevoli. Ieri ho riguardato “i fichissimi”. Nella mia giovinezza non ho mai visto “quasi-fotomodelle” lasciarsi conquistare in tram da qualche sguardo e da qualche battuta, e, da come ho chiaramente percepito il loro comportamento altezzoso e sfottente, mi è sempre parso impossibile anche se il Jerri Calà di turno fosse stato più carino, più colto, più benestante. L’altro ieri avevo riguardato “luna di miele in tre”. Ecco, forse le occasioni che rimpiango di più sono quei “cinque giorni d’amore con Christine” che avrei potuto acquistare pagando una escort in grado di interpretare il sogno estetico dell’animo contemporaneo come le modelle con le cui immagini il giovane Renato Pozzetto ha tappezzato tanto la propria cameretta quanto i propri più intimi e delicati desideri. Meglio dunque che torni al mio romanzo, perché almeno il ricordo è “dolce per sé”.
Se poi mi sento a disagio in queste discussioni, dove comunque, a tuo dire, i miei argomenti si vendono bene, figurati cosa succederebbe se iniziassi a “vendermi male”.
P.S.
Strano che chi (e mi riferisco alle lobbies newyorkesi finanziatrici del femminismo) tiranneggia il mondo con la leva finanziaria voglia impedire a qualche tiranneggiato sociale di usare direttamente il denaro per evitare di essere tiranneggiati dalla stronzetta di turno nella sfera sessuale e da lì in tutto!
Evidentemente, ha barattato la propria libertà (in termini di stile di vita e pensiero) per il denaro e la posizione sociale. E allora vuole che a tutti gli altri sia tolta la libertà tramite il nazifemminismo.
Finche' ci saranno gli idioti e gli arrapati disposti a zerbinare, queste potranno permettersi questi atteggiamenti.
No, no, no, purtroppo non siamo noi a dare il potere alle donne. E’ la Natura. E’ questo il problema principale che non sappiamo o non vogliamo ammettere.
Ho aperto un 3D apposito per cercare di mostrare questa dimensione “metafisica” (in senso Schopenhaueriano) dell’amore sessuale. Per l’ultima volta, partecipo con questo post ad una discussione (sono allo stremo delle forze psichiche su certi argomenti che mi coinvolgono anche emotivamente e ho già perso a battibeccare qui tanto tempo che avrei dovuto dedicare al lavoro). Poi non vi disturberò più (rimarrò confinato ai miei due 3D, perché sono stanco di ripetere come un disco rotto le stesse cose e sentire sempre le stesse obiezioni). Chi vorrà dialogare lo farà lì o in privato.
Dico solo questo: dieci anni fa, su forum “escortistici”, non vi era consapevolezza maschile e il 99 percento degli interventi erano di spasimanti delle escort oppure di vecchi cavalieri ovvero di sciocchi progressisti filo-femministi (gente, cioè, accumunata dalla retorica della donna, dell’amore, del progresso). Oggi pare che, per fortuna, i rapporti si siano invertiti, fra uomini consapevoli e uomini retorici. Resta però un ultimo passo da fare fra la consapevolezza della difficile situazione che viviamo nella sfera sessuale e l’intima persuasione di quanto profonde siano le sue radici (e quindi di quanto radicali debbano essere i rimedi).
IL POTERE DELLE DONNE DERIVA DALLA NATURA…
Sebbene certe “teorie gender” (esse sì, antiscientifiche, in quanto negatrici della dimostrabilissima distinzione biologica fra i sessi) vogliano far credere il contrario, il naturale desiderio dell’uomo per il corpo della donna è natura, non cultura. Anzi, è una delle poche variabili umane a non poter mutare per contratto sociale, uno dei pochi esempi di “valore umano universale” (ovvero accumunante i popoli più diversi alle più diverse latitudini). E’ quanto di più profondo e vero (o vogliamo dire “autentico”?) esista al mondo.
Se vogliamo ragionare in termini profondi e reali (ovvero basati sui fatti della biologia, e non sulle costruzioni "intellettuali" di antropologia, psicologica e affini,), dobbiamo considerare la natura, nella quale, in quanto più conta per la vita (e, tramite lo schopenhaueriano "genio della specie", orienta scelte, desideri e comportamenti anche l'autocoscienza del singolo si illude di "valutare razionalmente" o di "divertirsi"), ovvero la riproduzione, al genere femminile è concesso il ruolo (da un certo punto di vista preminente o comunque privilegiato) di selezione della vita (attirare tutti per scegliere fra i tanti chi mostra eccellenza nelle doti qualificanti la specie e quindi conferenti primato e prestigio sociali, giacché più utili al nascituro e alla stirpe) e a quello maschile quello (assai più faticoso e spesso ingrato) di massima propagazione di essa (tramite il desiderio e la competizione) e quindi rilevare come la donna, in quanto soggetto disiato, goda del privilegio di natura (e quindi ANCHE di cultura) di essere dal mondo apprezzata, ammirata, disiata al primo sguardo in sé e per sé, per la sua grazia, la sua leggiadria, la sua essenza mondana (quando manca la bellezza, vi supplisce l'illusione del desiderio), senza bisogno di compiere imprese (cui sono invece costretti i cavalieri i quali senza esse restano puro nulla) o di mostrare necessariamente altre doti, poiché l'uomo la desidera primieramente per la bellezza. Al contrario, poiché la donna vuole selezionare fra i tanti che la desiderano colui che "eccelle", l'uomo è costretto a mostrare un certo valore, a faticare, a competere, a raggiungere una certa posizione socio-economica o anche culturale e di prestigio, giacché il concetto di "eccellenza", trasposto nel mondo umano, non ha valenza soltanto estetica, ma si ammanta di una sfaccettata serie di significati ed implica conseguentemente per l'uomo un'altrettanto variegata serie di "imprese da compiere".
Se non vi riesce, rimane un puro nulla e non solo non ha alcuna speranza d'esser degnato d'uno sguardo dalle donne, ma risulta completamente trasparente per tutta la società (giacché non può esercitare nel mondo quell'influenza indiretta sugli uomini e sulle cose per tramite di quanto in essi è di più profondo e irrazionale, quell'influsso sui pensieri e sulle azioni che per disparità di desideri ed inclinazioni sentimentali è proprio della donna).
Chi non riesce a raggiungere una certa posizione di preminenza o prestigio nella società o comunque a mostrare eccellenza in doti immediatamente evidenti a tutti ed oggettivamente apprezzate dal mondo, non potrà mai star di paro a chi gode per natura e cultura del privilegio essere mirata dal mondo, apprezzata dalle genti, accettata dalla società e disiata da tutti al primo sguardo in sé e per sé. Davanti alla bella donna resterà sempre e solo un "uomo episodico", uno specchio su cui provare l'avvenenza o un pezzo di legno innanzi a cui permettersi di tutto (qualsiasi provocazione sessuale o meno, qualsiasi tensione emotiva, qualsiasi irrisione al disio, qualsiasi umiliazione pubblica e privata, qualsiasi ferimento intimo, qualsiasi riduzione al nulla, qualsiasi inflizione di sofferenza del corpo o della psiche, di inappagamento fisico e mentale degenerante in ossessione, di disagio da sessuale ad esistenziale), un attore costretto a compiacere con recite da dongiovanni la vanagloria femminile o un giullare cui irridere nel disio, uno fra i tanti pronti a dare tutto in pensieri, parole e opere (per non dire dignità, recite, offerte materiali e morali e sopportazioni di patimenti e inappagamenti) in cambio della sola speranza, un cavalier servente pronto a tutto per un sorriso, un orante che miri dal basso verso l'alto chi in maniera imperscrutabile può decidere del suo paradiso e del suo inferno, un mendicante alla corte dei miracoli che attende di ricevere ciò di cui sente bisogno. La sua vita sarà sempre e solo un susseguirsi di tensioni psicologiche, sofferenze emotive, godimenti sperati e patimenti ottenuti, amori sospirati e inganni subiti, paradisi sognati e inferni vissuti, promesse implicite e negazioni esplicite, bellezze vagheggiate e speranze deluse, tirannie potenziali e reali, inappagamenti fisici e mentali, umiliazioni pubbliche e private, sofferenze costanti nel corpo e nella psiche, disagi d'ogni genere e sempiterne frustrazioni d'ogni disio.
Non incolpiamoci per questo. Smettiamo di dare la colpa agli uomini anche di questo! Sembriamo quei maschipentiti che appoggiano “me too” scusandosi persino per essersi in qualche modo adirati con chi ha stronzeggiato sessualmente su di loro, o per aver fatto sentire in colpa la fanciulla di turno che, per interesse economico sentimentale o gratuito sfoggio di preminenza erotica, li ha sollevati nell’illusione della concessione di un paradiso solo per il gusto di piombarli nell’inferno della delusione. Le donne fanno le stronze e la colpa è sempre nostra?!
Basta prenderci la colpa.
Iniziamo piuttosto con il prendere delle contromisure.
….NON PUO’ ESSERE COMPENSATO CON INIZIATIVE CULTURALI INDIVIDUALI O ESTEMPORANEE…
Io sono stato il primo a pensarla come voi e a dire semplicemente: “sciopero del corteggiamento”. E’ da venti anni che mi rifiuto anche solo di chiamare per primo una ragazza per invitarla ad uscire. E neanche rivolgo complimenti gratuiti, se non per scherno, al fine proprio di evitare di aumentare la loro autostima senza averne un tornaconto, o, peggio, di contribuire alla loro sopravvalutazione estetico-filosofica di cui mi lamento. Ho adottato un vero e proprio integralismo anticavalleresco. Coerentemente con la filosofia della parità, ho sempre detto “se vogliono parità di diritti, devono anche avere parità di doveri in una fase tanto delicata per l’approccio con la sessualità, il sentimento, la felicità”. E sono stato inflessibile. Il risultato? Nessuno, perché comunque le donne preferiscono scartare a priori anche un ragazzo potenzialmente intelligente e sensibile ai loro occhi piuttosto che rinunciare agli effetti della loro posizione di preminenza nella prima fase dell’approccio. Ho provato anche a pubblicizzare la mia professione di puttaniere, con il dichiarato scopo di mostrare apertamente alle melenzane come esista, per un uomo avveduto e disposto a pagare in contanti, la possibilità di godere della bellezza di fanciulle di bellezza ben più alta e di comportamento meno altezzoso rispetto a loro (spendendo molto meno in termini di tempo, fatiche, illusioni, irrisioni, dolori, umiliazioni, ferimenti, sincerità, dignità, recite e alla fine anche in denaro se si considerano uscite, regali e “bella vita” varia). Non certo per questo hanno abbassato le loro pretese. Non so in quanti abbiano iniziato a comportarsi come me (a giudicare da questo forum, non pochissimi), ma anche se tutti l’avessero fatto, temo non saremmo arrivati a nulla. Non si vince contro la natura.
Una volta una mia amica virtuale biologa scrisse che la donna ha un vantaggio di almeno cinque punti sull’uomo, nel senso che, riferendoci ai “voti estetico/caratteriali/intellettuali”, se uno è un 10, allora potrà anche avere una ragazza da 5 senza corteggiarla troppo, ma se è solo un 8, o si accontenta di uno scorfano da 3, o , per avere anche solo un 6-7, deve sudare sette camicie. Per una ragazza da 8 come lui, deve compiere la 13ma fatica di Ercole (ed essere molto bravo e fortunato). Un uomo da 5, invece, non potrà avere nessuna senza pagare in qualche modo. Dall’altro lato, una donna da 10 è davvero una dea in terra nel senso di poter aver qualunque rapporto con qualunque beneficio da qualunque uomo. Una da 8 potrà farsi corteggiare o “pagare” da tutti gli uomini di livello pari o superiore al suo e neanche guarderà quelli inferiori (tranne che se ha molto bisogno immediato di denaro). Una donna da 6-7 potrà scegliere se avere degli uomini da 10 gratis o se farsi (almeno in qualche modo più o meno figurato) “pagare” da quelli dall’8 in giù. E persino una donna da 5 avrà ammiratori e pretendenti ben oltre la sufficienza senza dover offrire nulla. Ecco dove nasce il potere delle melanzane.
Dite che in Russia è diverso? Ve lo dico io perché è diverso (per ora, ma non so ancora per quanto) in Russia. Nella seconda guerra mondiale la Russia ha subito perdite maschili per 25.000 uomini al giorno. L’armata rossa è stata distrutta cinque volte dalla Wermacht e cinque volte ricostruita prima di poter arrivare a Berlino. Roba degna della Roma dei Fabii contro Annibale (che ha perso nonostante abbia vinto quasi tutte le battaglie, solo perché non è riuscito a far fronte all’infinito alle sempre nuove leve che lo stato romano gli poneva innanzi). Stalin è stato il vero vincitore della guerra, avendo sopportato il maggior costo umano e affrontato il più consistente numero di divisioni tedesche (come sempre Hollywood mente rappresentandoci questi sparatutto alleati che fanno fuori tedeschi a raffica: la realtà dei dati ci dice che, al contrario, è sempre stato il soldato tedesco a mettere mediamente fuori combattimento da 5 a 10 nemici: anche in un fronte da burla come quello Italiano, Kesselrig con due misere armate fatte di ragazzini tedeschi e musicisti tirolesi – come quelli fatti saltare in via Rasella - ha tenuto in scacco gli angloamericani fino praticamente alla fine). Anche se pari ad Hitler per disumanità, Stalin, come noto, è stato trattato coi guanti a Yalta ed il motivo è stato proprio l’aver accettato uno “sterminio di genere” del suo popolo pur di permettere agli angloamericani di battere la Germania. I soldati russi obbedivano ciecamente ad ordini quasi suicidi solo perché avevano più paura dei commissari del popolo che dei nazisti. Ci sono cronache di villaggi in cui, di tutti gli uomini partiti, ne tornavano due, di cui uno gravemente mutilato. Con tali rapporti numerici, chiunque avrebbe saputo costruire una “cultura” in cui le pretese femminili fossero ridotte all’osso.
Fateci caso: i paesi in cui le ragazze “culturalmente” se la tirano di meno sono quelli che hanno avuto il maggiore squilibrio di genere dalle ultime guerre mondiali: la Russa in primis, la Germania in secundis, i paesi dell’est europeo in tertiis. Mentre negli Usa, dove le perdite di “locali” sono state minime, non essendosi mai combattuto a casa loro, vi è il massimo del femminismo e della stronzaggine da esportazione.
Certo, adesso i numeri si sono riequilibrati dappertutto, ma probabilmente certi aspetti “culturali” sono soltanto l’onda lunga di un trauma numerico avvenuto a seguito dell’ultima guerra mondiale “calda”.
Io ho sacrificato praticamente i miei primi quarant’anni (ci sarò fra poco) in questo vano tentativo di far cadere le melanzane “per assedio”. Non sprecate altre vite per questo. Basti la mia.
… MA VA BILANCIATO STUDIO, LAVORO, POSIZIONE SOCIALE, FAMA, RICCHEZZA, (QUINDI “CULTURA” COME POTERE COSTRUITO DALL’UOMO E CAPACE DI AGIRE SOCIALMENTE)
La compensazione di cui parlo è necessaria non solo perché, nel caso peggiore, si potrebbe altrimenti essere vittime ad ogni tentativo di contatto con il mondo femminile di perfidie sessuali, inganni sentimentali e tirannie erotiche d'ogni genere, ma anche perché se non si può offrire alla donna nulla di suo reale interesse, nulla di oggettivamente valido e immediatamente apprezzabile al pari della bellezza (perché una bella donna dovrebbe infatti accontentarsi di quanto ha l'effimera consistenza delle parole e delle emozioni e il valore aleatorio e momentaneo di presunte doti soggettive senza effetto sul mondo?), nulla di cui ella senta lo stesso bisogno e lo stesso desiderio provato dall'uomo per la sua grazie corporali, non si può sperare di instaurare con lei alcun rapporto costruttivo (né quello di un fugace e piacevole incontro né quello di una vita assieme).
Ogni rapporto umano prevede un dare ed un avere e solo gli illusi e distruttori sono convinti del contrario.
Nel mondo capitalista, persa (intendo come dote conferente primato o prestigio sociali) la virtù guerriera del mondo antico e quella poetica del mondo cavalleresco medievale, il mezzo preferito per tale compensazione è ovviamente il denaro, se non altro perchè, qualunque cosa se ne pensi e qualunque sia la propria posizione di accettazione/ostilità verso la società moderna e mercantile, rappresenta attualmente l'unico valore intersoggettivamente valido e immediatamente apprezzabile al pari della bellezza, con il quale essere dunque universalmente mirate, amorosamente disiati e socialmente accettati come le donne lo sono senza sforzo per le loro grazie corporali (le doti strettamente personali e sentimentali , che si mostrano solo con il tempo dato al corteggiamento, al dialogo e all'introspezione reciproca degli animi, non compensano nulla , perchè in un rapporto già esistente sono possedute anche dalla donna , mentre in un rapporto non ancora esistente non hanno il potere di attrarre chi invece possiede doti oggettive ed evidenti a proporre o accettare un incontro non banale, ed essendo di apprezzamento arbitrario, non universale e non immediatamente evidente , non danno mai potere contrattuale , giacchè, mentre con la bellezza una donna sa di poter trovare in qualunque momento altri pretendenti, un uomo, con le sue soli particolari doti di sentimento o intelletto, può trovare un'altra amante solo sperando di incontrare un'altra donna predisposta ad apprezzare proprio quelle doti e di avere l'occasione per disvelarle con calma e spontaneità, lontano dal caos dei fugaci incontri moderni e dalla tensione da esame degli appuntamenti "mirati", in modo da essere in esse apprezzato per il meglio di sè).
Poichè tutto quanto in desiderabilità e influenza sul mondo è necessario e sufficiente per vivere liberi e felici, per poter scegliere liberamente e consapevolmente nelle sfere più rilevanti di fronte alla felicità individuale e alla discendenza, per poter avere forza contrattuale in quanto dà senso all'esistenza di un'anima, alle donne è dato per natura dalle disparità di desideri nell'amore sessuale (a lei favorevoli e da lei sfruttate in ogni modo, tempo e luogo senza limiti, né remore né regole, soprattutto nel ruolo di amante e soprattutto di amata) e da quelle psicologiche correlate alla predisposizione all'esser madre (e dunque al plasmare un'anima come si fa coi fanciulli pur mo' nati, all'intuire in anticipo i desideri e i bisogni, a parlare senza parole e a intendere senza mostrarlo, a vedere quanto alla coscienza altrui è ancora oscuro, a leggere dentro senza esser letta), in virtù della quale l'influenza della donna o sull'uomo, esercitata tramite quanto in lui vi è di più profondo e irrazionale, è molto maggiore di quella inversa (tanto all'interno di quei ruoli ad essi propri per natura e impossibili da cancellare da parte anche della più misogina delle società, quanto in qualsiasi altro rapporto umano), mentre agli uomini può derivare solo dalla conquista di una posizione di primato o prestigio sociale, o comunque dal poter mostrare eccellenza nelle doti riconosciute intersoggettivamente dalla cultura come qualificanti, porre limiti all'affermazione sociale degli uomini, creare difficoltà materiali (vedi azioni positive) o psicologiche (vedi demagogia antimaschile dai banchi di scuola allo stile pubblicitarià) all'emergere di una gran parte di essi o negare addirittura valore a tutto quanto più o meno diffusamente viene ritenuto proprio del maschile, proporre come migliore un mondo, un pensiero, un valutare tutto al femminile, equivale a privare gli uomini della libertà sociale e sessuale, a togliere loro ogni possibilità di scelta in quanto davvero conta nella vita (non intendo tanto lo "scopare" quanto il "sentirsi apprezzati"), a renderli totalmente apolidi, trasparenti per il mondo e negletti dalle donne, potenzialmente tiranneggiati (tramite i bisogni più intimi e da lì in tutto) e sicuramente infelici e inappagati (esistenzialmente prima che sessualmente), fino a far preferire loro la morte al sopravvivere in una condizione di negazione continua dei propri bisogni e della propria natura, di irrisione profonda della parte più vera e ingenua di sé, di umiliazione costante nel sesso ed oltre e, come detto, di frustrazione sempiterna d'ogni disio.
…CHECCHE’ NE DICA IL FRASTUONO FEMMINISTA (CHE CHIAMA SESSISTA LA NATURA E DISCRIMINAZIONE LA COMPENSAZIONE DI UN PRIVILEGIO)…
Le donne-femministe (e a volte pure molti uomini) proprio non riescono (non vogliono?) capire che ciò di cui si lamenta il femminismo è l'effetto non di una discriminazione ma di un privilegio! Del tentativo dell'uomo di compensare con lo studio, il lavoro, la fatica, l'impegno, la posizione sociale, la cultura, la ricchezza, il potere, il merito o la fortuna individuali quanto in desiderabilità reale e influenza sul mondo è dato alle donne dalle disparità di desideri e da quelle psicologiche correlate alla predisposizione all'esser madri.
Bisogna capire e far capire che se noi uomini avessimo i privilegi naturali femminili, eviteremmo volentieri di cercare per forza un lavoro stressante solo perchè ben retribuito, di sacrificare la vita alla carriera, di finire morti di lavoro (fra le statistiche che tu citi manca furbescamente quella della prevalenza maschile nelle morti sul lavoro) o in galera per aver tentato di raggiungere quella posizione senza al quale rimaniamo negletti dalle donne e socialmente trasparenti! Non è la società ad essere sessista: la natura lo è. La società, se amante di quanto possiamo chiamare "equo vivere", può semplicemente tentare di compensare le disparità naturali, o, meglio, dare agli individui la libertà di compensarle.
E' quello che ha sempre fatto il mondo umano prima dell'avvento del femminismo.
Oggi come ieri la donna ha sempre privilegio di natura d'essere apprezzata, ammirata e desiderata in sé per la bellezza (e, quando non vi è, comunque per l'illusione data dal desiderio). Per naturale compensazione l’uomo ha sempre potuto proporre altre doti per essere simmetricamente apprezzato, a seconda del mondo. Il mondo eroico ed omerico aveva la virtù guerriera, il mondo cavalleresco e cristiano la cultura, il pensiero, le belle arti, la conoscenza, il cor gentile, il mondo capitalista ha il denaro. Forse un futuro (utopico) proporrà finalmente il puro spirito. Il mondo attuale, intanto, con tutti i suoi difetti, ha il denaro. Avrà tutti i difetti ma almeno permette all'uomo di compensare la disparità di desideri (non necessariamente sessuali) e inclinazioni sentimentali con la donna. Non è assurdo. E' invece assurdo un mondo che programmaticamente voglia eliminare le differenze.
E' ipocrita poi un mondo che chiama svantaggio il privilegio e chiama discriminazione una scelta (dettata da diversi desideri di natura).
La donna gode di un privilegio nella sfera, diciamo, erotico-sentimentale, che le deriva direttamente dalla natura. Tale posizione di privilegio (o, se vogliamo, di preminenza) diffonde i propri effetti, direttamente o indirettamente (e in maniera assolutamente indipendente dall'organizzazione sociale, la quale non può, anche volendo, vincere la natura in questo), in ogni aspetto della vita dato che, come mostra Freud, tutto ciò che desideriamo o vogliamo, consciamente o meno, deriva dal profondo degli impulsi sessuali. Di ciò non si può non tenere conto parlando di "parità", sempre che si abbia come fine una parità effettuale o, meglio, una uguale possibilità di ogni individuo di cercare la via per essere felice, o meno infelice possibile, secondo i propri personalissimi ed ingiudicabili parametri. In caso contrario significa o che si è troppo stupidi per capire la sostanza del problema oltrepassando l'apparenza o troppo perfide e false per ammettere di avere un vantaggio (molto più influente della superiore forza fisica maschile) il quale DEVE essere compensato da una società che voglia essere non dico giusta, ma almeno FUNZIONANTE (solo quanto è bilanciato, come lo è stato il mondo della tradizione, può funzionare a lungo). La terza via significa semplicemente ritenere accettabile la crudeltà della natura solo perché in questo caso va (o sembra andare) a vantaggio della donna, sottendere che l'uomo debba sempre essere tiranneggiato o reso profondamente degno del riso da questa e definire arbitrariamente la disparità naturale come "giustizia naturale" (ragionamento tipico delle ecofemministe: e sarebbe interessante la loro reazione a chi sostenesse giusto per l'uomo approfittare della brutalità fisica e delle forze naturali di coesione , ossia del branco, per schiavizzare le donne, perché è il discorso simmetrico a questo quello sostenuto da certe ecofemministe e da certe donne).
Rousseau credeva ingenuamente tale influenza delle donne (esercitata per mezzo di ciò che nell'uomo è di più profondo e di più irrazionale) un fatto positivo in quanto naturale, ma Leopardi e Schopenhauer hanno ampiamente dimostrato come alla natura poco importi dell'infelicità o della felicità dei singoli individui.
La felicità è un concetto speculativo e infinitamente soggettivo nelle sue possibilità (o, per i pessimisti, illusorio nella sua impossibilità), e non è raggiunto con il puro soddisfacimento del corpo, ma è oggettivamente riscontrabile che laddove non possono essere pienamente appagati i bisogni naturali (fra cui, per l'uomo, quelli di bellezza e di piacere, dei sensi come delle idee), l'essere vivente dotato di autocoscienza è inevitabilmente infelice.
Per questo è disumano non voler concedere all'uomo di poter compensare la situazione svantaggiata di partenza o lamentarsi delle conseguenze macroscopiche di ciò (vedi statistiche sui redditi), ovvero di come a volte l'uomo (non tutti sono imbecilli come sembra) vi riesca con le proprie forze (lavorando e guadagnando di più, sacrificandosi di più nella carriera perché non ha altra scelta).
Se una donna può avere la bellezza per essere apprezzata, ammirata, disiata al primo sguardo, un uomo deve poter acquisire altre doti parimenti oggettive e immediatamente apprezzabili per essere allo stesso modo ammirato e disiato e "pareggiare il rapporto" con la bella donna.
Se ella possiede la bellezza, di cui, sensitivamente e intellettivamente, l'uomo ha naturale ed intimo bisogno e verso cui è mosso da profondo e immortale disio, egli deve possedere e poter offrire a lei altre doti di cui la donna ha pari bisogno e brama e verso le quali è mossa a desiderio con ugual forza.
Ogni rapporto umano, fra uomo e uomo o fra uomo e donna, è fatto, come detto, di dare ed avere (non necessariamente e banalmente in senso economico, ovviamente). Solo gli stolti possono credere il contrario e confidare nella gratuità (la quale non esiste neppure nel sentimento).
I rapporti fra uomo e donna nel regno dei cieli non mi interessano. Io parlo di quanto accade sulla terra. E' raro si incontrino San Francesco e Santa Chiara e poiché l'uomo deve poter godere realmente, di quando in quando, delle bellezze che abitano la terra, deve anche possedere quelle doti in grado di allettare e realisticamente disporre a concedersi le donne vere prima delle sante.
Se non possiede tali doti non ha nulla di concreto da offrire alla donna e da lei disiato e gradito, per cui non potrà sorgere alcun rapporto costruttivo con lei. E l'uomo con ogni probabilità sarà infelice e inappagato sia sensitivamente sia intellettivamente, oltre che mai apprezzato, con conseguenze sia distruttive sia autodistruttive.
Possibile che donne laureate e intelligenti non capiscano queste semplici verità?
Sono gli spermatozoi che devono correre all'ovulo, non viceversa. Non possono essere "rallentati" per "parità". E sono gli animali maschi che devono lottare, inseguire e raggiungere e conquistare l'animale femmina che sta ferma e non ha obblighi. E per correre, inseguire, competere, serve la benzina, la forza, la fiducia. E la benzina, la forza, la fiducia, in un mondo capitalista, risiedono nelle possibilità economiche. Stupido negarlo. E negare dunque che la situazione attuale non sia frutto di una discriminazione, ma del tentativo disperato degli uomini di compensare il naturale privilegio delle donne significa essere ciniche e bare. Oltre che FALSE!
LA NOSTRA COLPA E’ QUELLA DI AVER DISTRUTTO OGNI BILANCIAMENTO
La nostra colpa è, semmai, quella di aver lasciato pian piano distruggere quello che uomini migliori di noi avevano costruito a mo’ di compensazione/freno per tale naturale preminenza (nella sfera erotico-sentimentale e in quella materno-psicologica e da lì in tutto).
Già duemila anni, fa, con l’accettazione del cristianesimo, originariamente completa negazione di tutti quei principi virili e guerrieri sui quali si erano erette le grandi civiltà indoeuropee (la Grecia di Omero e la Roma Repubblicana, ma anche, fuori dall’eurocentrismo, l’India dei Veda e la Persia Iranica) fondatrici di città (e di valori, se sappiamo leggere i miti fondativi in Omero, in Virgilio, nella Baghavad gita e nei poemi persiani, ma anche nell’Edda e nel Beowulf) e distruttrici di oppressione matriarcale, si è avuto il primo colpo (la sovversione dei valori denunciata da Nietzsche nell’Anticristiano: della donna il sacerdote riprende la seduzione – che diventa promessa di vita eterna – la parola obliqua, il veleno sentimentale, la tirannia tramite i sensi di colpa, l’odio o comunque l’incomprensione per ogni etica eroica, il mito dell’uguaglianza originaria, e persino l’abito!).
Poi, duecento anni fa, arrivò la sovversione politica con le rivoluzioni giacobino-liberali. Lì, anche se ancora “maschilista”, con la retorica della lotta alla tirannide dei re, la politica pose le basi per la tirannide femminista: ponendo sullo stesso piano tutti gli uomini con la pretesa di uguaglianza, e l’illusione di democrazia, si causavano un danno etico ed uno pratico. Il primo stava nella negazione di quel principio aristocratico che poneva la fonte di ogni valore (e quindi di ogni diritto) non in quanto accumuna gli uomini nel semplice fatto biologico di essere nati da una donna (fatto che inevitabilmente rende centrale la figura femminile in quanto “matrice cosmica da cui ogni individuo dirama e a cui ritorna dopo un’esistenza effimera”), ma in quanto li distingue fra loro (in quanto davvero conta per la civiltà: visione del mondo, virtù in senso rinascimentale, qualità caratteriali o etiche adatte a posizioni di potenza) e li eleva al più che umano (del volere ad ogni costo “il nobile, il grande l’eroico”, come testimoniavano i vari riti iniziatici con cui si accedeva alla “vera vita” spirituale ed ascendente data dalla società dei padri).
Il secondo nel mettere al potere uomini qualunque, violando la prima condizione per cui una società di uomini può stare in piedi (proprio per motivi inerenti la selezione sessuale, la natura concede al sesso maschile molta più varianza nelle doti: ai cinque sesti di imbecilli che popolano il nostro genere – la percentuale è di Schopenhauer, ma la facilità con cui il femminismo è stato accettato e propagato anche e soprattutto da uomini propenderebbe per farla aumentare – fa da contraltare quel sesto che non solo detiene, per dirla con Dante, tanto “senno” da bilanciare la media di genere, ma contiene pure tutto quel genio in grado di far compiere salti di livello qualitativo alla civiltà, all’arte, alla tecnica). Come qualsiasi ricerca statistica può mettere in evidenza (e come qualcuno ha pure detto dentro google prima di venire licenziato per “maschilismo”), le donne sono effettivamente “più brave”, “più intelligenti” ecc. (se si guarda alla statistica del primo ordine), ma se si pretende l’eccellenza in questa o quella capacità, è più probabile essa sia maschile ed è proprio per permettere l’esistenza di tali rare ma necessarie “perle maschili” che la Natura ha tanto “allargato” la varianza (statistica del secondo ordine) del nostro sesso a costo di avere una massa di “inutili porci” (riprendo la retorica neofemminista, ma chiunque abbia studiato anche solo di sfuggita la distribuzione gaussiana mi capisce al volo).
Una società democratica al maschile non funzionerà mai per definizione o, permetterà sempre di dire alle donne che “siamo inferiori” e loro farebbero meglio. Una società di uomini deve, per quanto detto, essere aristocratica ed avere anche, aggiungo, una componente di “schiavitù” (perché alla massa di mediocri non deve essere concesso di avere tempo e istruzione per inquinare il pensiero e l’arte necessari a mantenere “verso l’alto” la continua e necessaria generazione di vita spirituale).
Il primo femminismo è stato solo il naturale corollario della sovversione politica (e difatti è nato a sinistra), ma ha iniziato a minare le basi pratiche che rendevano vivibile l’esistenza sociale e sessuale di quelle stesse “classi popolari” che si prometteva di “emancipare”. Prima, desiderabilità e potere fra i sessi erano bilanciati in anticipo, e per tutti, rispettivamente, dalla struttura culturale (la quale, ad esempio, proibendo alle giovani ragazze di uscire da sole rendeva desiderabile essere invitate almeno quanto per un coetaneo era la prospettiva di amoreggiare), e da quella sociale (la quale, riservando agli uomini il ruolo di capofamiglia, impediva questi fossero illusi e feriti eroticamente, umiliati e irrisi nel disio, resi zerbini e fatti patire psicosessualmente da fidanzate potenzialmente stronze, le quali avevano però interesse ad ingraziarseli a scopo matrimonio, tiranneggiati sessualmente dalle mogli tramite le disparità di bisogni naturali, o sbranati in senso economico sentimentale da un divorzio che non c’era). Dopo, solo quella minoranza di uomini aventi il merito (o la fortuna) di raggiungere, con lo studio o con il lavoro, una certa posizione di preminenza o prestigio nella società, un certo livello economico-culturale, un certo status di “elite”, ha potuto continuare a riprodurre quello schema attrattivo di compensazione (offrendo, in pay, indipay e free, denaro contante, bella vita o “aurea” di maschio alfa).
Con il femminismo di oggi non si può più neanche sperare individualmente in quello: esso agisce già in retroazione e, laddove vede non verificarsi il politicamente corretto 50 e 50, invoca inesistenti o indimostrabili discriminazioni per avere la scusa di colpire (collettivamente, con le quote rose e le azioni di empowerment, individualmente, con le accuse random) gli uomini che con merito o fortuna, comunque con tempo e fatica, sono riusciti a costruirsi quella posizione di prestigio o preminenza sociale con cui guardar di paro alla bellezza femminile (e quindi goderne senza doversi zerbinare).
Io mi ritengo tollerante, ma solo fino al punto in cui non viene compromessa, oltre alla mia visione del mondo, anche la mia “vivibilità spiccia”.
Pazienza chi è ancora cristiano. Anche nell’era cristiana, grazie a quello spericolato compromesso aquinate che è stato il Cattolicesimo, è stato possibile avere valori aristocratici e virili e strutture sociopolitiche non sovvertite.
Pazienza chi è ancora liberale. Se le persone sono lasciate libere il "riequilibrio" in desiderabilità e potere fra i sessi di cui ho parlato avviene senza discriminazioni, non per effetto di divieti o svantaggi alle donne, ma per conseguenza di libere scelte diverse dettate da bisogni diversi, inclinazioni diverse e doti naturali differenti.
Pazienza le femministe ancora libertarie. Finchè con la teoria del libero arbitrio mi si lascia libero di rivolgermi a vari livelli al culto di Venere prostituta, posso anche fregarmene di come diventano le donne (giacché non sono più vincolato a piacere a loro, ad adeguarmi a loro, a compiacerle nel fare e nel dire, a conformarmi a loro per stile di vita e di pensiero solo per godere della loro bellezza, ma mi basta pagare un biglietto per la recita).
Ma nessuna pazienza per quello che stanno facendo le cagne di metoo e del femminismo 2.0 in genere.
Se si pretende di eliminare a posteriori il riequilibrio di cui ho parlato, si compie azione ingiusta e discriminatoria in quanto un'uguaglianza imposta penalizzerebbe gli uomini DATO CHE il non avere il femminista 50 e 50 non deriva da discriminazione contro le donne ma dal fatto che esse (per privilegio naturale e culturale) hanno meno bisogno di certe posizioni, di certe carriere, di certi faticosi studi (per essere felici o anche solo socialmente accettate e amorosamente disiate) e quindi non vi spendono tanto tempo ed energia come sono invece obbligati a fare gli uomini: conseguentemente correggere a posteriori per avere sarebbe come, per il puro gusto di "pareggiare", rallentare a metà di una competizione chi ha corso e faticato di più perché aveva più necessità di arrivare prima.
QUELLO CHE RESTA DA FARE OGGI
A colui che pensa la tirannia delle donne essere tollerabile “perché in fondo la donna è anche madre” bisogna replicare sgolandosi che madre una donna è solo ai propri figli maschi, mentre per tutti gli altri uomini è matrigna con tutta la crudeltà della natura. Basta ricordarsi quella sottospecie di stato di natura che era l’età scolare, in cui non avevamo nulla per compensare la bellezza che già fioriva sulle coetanee ed eravamo quindi dei semplici punching-ball erotico-sentimentali per gli allenamenti della stronze come descritto nei capitoli precedenti.
Si pensi poi alla natura, dove molte specie non hanno compensazioni e lasciano i maschi al loro destino. E’ il caso delle api, dove i fuchi, costretti comunque a inseguire la regina per sperare di riprodursi, sono uccisi da essa dopo l’accoppiamento se vincono, o vengono lasciati morire di fame se perdono. E’ il caso anche degli elefanti, dove, se questi sapessero poetare, ci racconterebbero di pene peggiori di quelle dantesche, vissute continuamente nella continua frustrazione del disio per via del branco matriarcale e nella solitudine dopo la cacciata. Significativamente, donne particolarmente perfide e uomini completamente stupidi giustificherebbero la trasposizione di tale preminenza femminile nell’amore sessuale al mondo umano con la banale argomentazione che “in natura funziona”. Meno perfidia femminile e meno stupidità maschile dovrebbero lasciar comprendere la questione di fondo persa di vista da tale giustificazione: la “natura matrigna” ha a cuore puramente la propagazione e la conservazione della vita, mentre il mondo umano dovrebbe pure preoccuparsi della felicità e della libertà degli individui (fini sconosciuti alla natura), o, almeno, della loro possibilità di vivere “sopportabilmente” (il maggior grado di coscienza rende nell’uomo intollerabili molti mali quotidianamente “sopportati” da altri animali”). Anche senza tirare in ballo motivazioni ”comunitarie a anagogiche“ che richiamino alla capacità di “gettarsi nella storia” da parte di popoli mitologicamente patrilineari (i quali sono prevalsi su quelli, altrettanto mitologicamente, matrilineari, anche quando questi – vedi lo scontro fra Romani ed Etruschi - potevano vantare tecnologie più avanzate, denotando con ciò una superiore coesione sociale, una superiore propensione a dare senso, valore e bellezza all’esistenza, una migliore attitudine, cioè, ad usare la “visione spirituale” per ordinare la società e fare delle invenzioni tecnologiche strumenti per salti di livello qualitativo dell’umano) e che volentieri non tirerei in ballo, se la mia controparte dialettica non allegasse ad ogni più sospinto la propria mitologia “matriarcale” (giungendo, nei casi estremi di “nazifemminismo”, ad esaltare le società “insectidi” e a parlare apertamente di “mondo senza maschi”), è, per chi dà ancora un senso alla parola, una questione di “equità” (intesa non come uguaglianza, ma come bilanciamento di poteri e scelte) fra consimili.
Anche le prime società umane, di matrice matriarcale cara alle femministe, probabilmente erano qualcosa di simile alle società di elefanti: ogni potere materiale e morale era femminile, e in ogni momento il caro “compagno” poteva essere “licenziato” senza possibilità di reintegrazione. Non sappiamo come fosse lo stato degli uomini in quel periodo, ma a giudicare da quanto posso ricordare del primo periodo scolare, ove in qualunque momento potevo essere sgridato per qualunque motivo da donne, a cui spettava a capriccio la definizione di bene e male e che se la potevano avere a male per ogni mia battuta da fanciullo (e quindi ancora necessariamente innocente) non ho alcuna curiosità di scoprirlo (né di sostenere la deriva di leggi e costumi per cui il confine fra lecito e illecito viene sempre meno stabilito oggettivamente a priori e lasciato invece soggettivamente al giudizio ex-post della presunta vittima).
Questi esempi estremi non sono citati per spaventare gli uomini o impietosire le donne, ma per ammonire (del resto, tutte le mostruose figure femminili della mitologia greca erano monito da “monstrum). Per richiamare tutti gli uomini a tornare ad occuparsi dei propri interessi vitali, lasciando da parte concezioni storiche, filosofie morali e politiche, discorsi religiosi o etici, laddove tutto questo ci distragga da (o addirittura si contrapponga a) una vita almeno sopportabile.
Una cosa deve esserci chiara da subito: non ci sarà data da nessuno l’equità, perché a nessuno, fuorché a noi, interessa il nostro destino in termini di felicità e libertà sessuali. Saremo liberi e felici non per volontà divina (e certo non per volontà delle donne), ma solo nella misura in cui sapremo, come singoli (laddove possibile) e come genere (dove necessario) ricostruirci una forza contrattuale, una parità di scelta in quanto davvero conta davanti alla Natura ed alla discendenza.
Soprattutto, dovremo lasciare da parte l’abitudine, la voglia, la moda, l’imperativo morale o sessuale, di ricercare l’approvazione femminile. Ho ben mostrato come gli interessi vitali dei due sessi divergano quanto a condizioni per vivere liberi e felici (perché sono innanzitutto rapporti di forza – la forza è reale - e non d’amore, che è solo un’illusione dataci per propagare la specie). Se avremo approvazione dalle donne, vorrà dire che non staremo facendo i nostri interessi. Viceversa, se saremo maledetti dalle donne, significherà che le nostre azioni avranno iniziato ad essere efficaci. Non dobbiamo incendiare i cuori delle donne, ma tutto quel mondo che le tutela come fossero scimmie sacre del templio di Benhares, rendendole intoccabili e prepotenti quant’altro mai.
Ecco perché i più maturi per cadere sono i residuati della cavalleria. Ve ne sono di tre generi:
i vecchi ruderi liberali come il Berlusconi del “le donne sono sempre le più brave” e del “io non ho bisogno di pagare perché mi piace conquistare e a me la danno sempre”, che per raccogliere consenso fra le donne implementava leggi femministe forcaiole sulla prostituzione minorile (di cui è pure rimasto vittima, coglione fra i coglioni) e continuava a parlare, ad agire ed a pensare (fatto pericolosissimo per l’educazione dei giovani) come se fossero ancora in piedi per gli uomini quelle strutture sociali (di cui si è parlato prima, come l’esclusione delle donne dal lavoro prestigioso e il matrimonio non femminista) che “giustificavano” (per equilibrio) la cavalleria in certi ambiti verso le donne (ma senza le quali essere cavalieri significa solo essere molto masochisti o molto stupidi).
I maschipentiti o maschi-plurali sempre pronti ad assecondare il pensiero femminil-femminista che ripete la vecchia menzogna delle “donne oppresse per secoli dal patriarcato” e vede come “discriminazione” o “violenza” qualunque atto, gesto, detto, o contratto limiti l’onnipotenza femminea nella sfera erotico-sentimentale (vedi la prostituzione) o la prepotenza matriarcale nella vita (vedi le compensazioni sociali su cui mi sono dilungato)
I cavalieri solitari che per “distinguersi dall’italiano medio” prendono sistematicamente la parte delle donne nelle vicende psicosessuali, corroborano la menzogna secondo la quale le donne sarebbero “affascinanti e complesse” (il loro fascino resiste solo finché non le si conosce interiormente, e la loro complessità è frutto delle nostre proiezioni poetiche, mentre si semplifica assai quando si scoprono i loro veri fini) e si vantano delle proprie imprese amorose; tali personaggi, per “cupidigia di vanagloria” (immaginano sempre di avere una pubblico femminile ad applaudire i loro discorsi anche qui sul forum) o per semplice e ingenua sottovalutazione di un pericolo che vedono distante, rimproverano i maschi consapevoli come me di “misoginia” o di “ginofobia”, si fingono maestri di seduzione (cioè, attribuiscono tutti i rischi, le difficoltà e i fallimenti del corteggiamento a presunte incapacità individuali sempre di parte maschile, come se le disparità naturali e le iniquità socio-mediatico-culturali femministe non esistessero) e si sentono tanto altolocati da non poter essere toccati dal nazifemminismo (quando invece la cronaca ce li mostra, prima o poi, cadere uno ad uno nella gogna mediatica e giudiziaria).
Parafrasando i Garibaldini: “Con le budella dell’ultimo cavaliere, impiccheremo l’ultima femminista”.
E anche se non vi ho convinti, iniziate ad essere nietzscheani. Le idee hanno valore solo nella misura in cui aiutano la vita. Un mondo basato sulle idee femministe 2.0 è vivibile? Per me no. E anche per molti qua dentro, a giudicare dallo sconforto, dai commenti, dalle lamentele, neppure. E considerate che l’invivibilità nell’ambito gnocca si estende a tutto, essendo quello alla riproduzione forse il più potente fra gli impulsi della vita. Quindi la guerra a questo genere di femminismo deve essere mortale.
Non ci sarebbe vita per noi in un mondo governato dalle stronzette di hollywood e dalle arpie di me too.
Ogni entità politica, ogni sistema di valori, ogni costruzione culturale, ogni stato, ogni ente nazionale o sovranazionale, persino ogni popolo nel suo complesso, sia in qualche modo fiancheggiatore del nuovo femminismo dovrà, per noi, perire (del resto, in quanto uccisore del principio virile anagogico senza cui non nulla si genera verso l’alto, è, come l’attuale occidente, intrisecamente orizzontale, decadente di per sé, nietzscheanamente, maturo per perire). Inoltre lo si dovrà aiutare in ogni modo a farlo. Qui ed ora essere inesorabili. Qui ed ora essere medici. “Fia delitto la pietà!”.
Sì, ci interessa perchè è paradigmatico del rapporto fra natura e società. (...)
Chi è bravo costruttore di se stesso (...) viene, come un leone vincente, circondato da tante belle leonesse che con gli altri mostrano solo gli artigli della stronzaggine, mentre a lui offrono grazie, dolcezza e quasi venerazione.
E ci mancherebbe altro che circondassero un verme perdente. Le donne non sono mica sceme. Ciò nonostante, molte volte sono più generose di noi, altrimenti a trombare sarebbero solo i soci di Federmanager. Rinnovo il mio caldo invito a dismettere i perché generali a vantaggio dei perché personali. Di solito è un passaggio che si consuma con l'accredito del primo stipendio o al più tardi con la prima fidanzata russa, ammesso che le cose siano scindibili. In mancanza dell'uno o dell'altra, posso aiutarti a dar fuoco alla biblioteca domestica
E il lenzuolo si gonfia sul cavo dell'onda
E la lotta si fa scivolosa e profonda
@Tango said:
A Cuba conosco un signore (di origine italiana) passato I 60 che sta da molto tempo con una ventenne cubana (parecchio figa). Ha piccola attivitá commerciale in un piccolo paesino della provincia (piccoli guadagni giusto per non far niente) e sono sicuro la ragazza viene aiutata in modo "giusto", ovvero con qualcosina ma non troppo. La relazione dura da alneno 3 anni, e pertanto non penso che da parte della chica sia meramente per interesse economico (chi riuscirebbe a fingere per cosí tanto tempo?). Cosa dite voi? Quale é il motivo?
Potrebbe essere riconoscente e/o innamorata di lui, l’uomo che le permette una qualità di vita migliore. Di certo i tirchi non hanno speranze nemmeno con le donne emancipate. Un uomo galante offre sempre la cena anche ad una donna che non ha bisogno di essere mantenuta.
Come ha spiegato correttamente Darwin se le leonesse non ammirassero il leone dominante oggi probabilmente non esisterebbe vita sul pianeta terra. Non ci sarebbe la mutazione in meglio delle specie e la conseguente adattabilità, forse nemmeno i batteri sopravviverebbero. Semmai c'è da disquisire sul perchè le donne nell'annus domini 2018 attribuiscano ancora valore a tatuaggi e successo sociale anzichè a qualità morali e intellettuali (quindi anche a denaro che nel mondo di oggi è un elemento strategico e quindi va giustamente tenuto in considerazione)
La donna è animale sociale, come l’uomo, solo che ha dinamiche e passatempi diversi
Forse l’aspetto più violento delle sue dinamiche sociali è l’essere in continua competizione con le altre, da cui una camaleontica capacità di imitazione dei modelli socialmente vincenti e visibilmente più appariscenti
Chiaro che un 40enne che cerchi di fare colpo su una Ferragni non può vestirsi da fedez, però se ha intuito può pescare tra le wannaby che per limiti naturali, come la mancanza di follower della ferra, potrebbero accettare un modello di uomo che le faccia sembrare alternative (da cui l’uomo agenzia di viaggi- il tardo hypster- il sado sottomesso ecc ecc) se si vuole essere proattivi basta prendere appunti su un giornale femminile
@Beyazid_II l'attuale sistema non c'entra, da sempre l'uomo (giovane o maturo) che non ha "mezzi sociali" è perdente nei confronti della potenza naturale della donna coetanea o più giovane. Se non è il denaro è il potere (di ottenere altre utilità per lei) come nei vari tipi di sistemi burocratici totalitari, politici o religiosi, o anche nei sistemi burocratici corporativi che esistono nelle economie di mercato.
@Tesista76 Ferragni & Fedez sono una joint venture economica per scambiarsi i rispettivi mercati (di nicchia, ma internazionale per la Ferragni, vasto ma nazionale per Fedez) e il figlio un prodotto-immagine messo a reddito ancor prima di essere nato
Condivido gran parte dell'analisi che è stata fatta.
Propongo alcuni spunti di riflessione:
la 'liberazione della donna', dal '68 in poi, con la rivoluzione dei costumi, la diffusione dei metodi contraccettivi, etc., avrebbe potuto portare grande beneficio per tutti, perchè si pensava che donne libere avrebbero potuto divertirsi di più ed essere più generose con gli uomini. Perchè per migliaia e migliaia di anni, il grande limite del sesso femminile è stato quello del poter restare incinte e da lì sarebbe finita la festa. Così la società ha ideato mille modi di controllo sociale, sia nel comportamento delle donne che in quello degli uomini.
Le donne, storicamente, hanno sempre utilizzato il sesso come mezzo di controllo sugli uomini e come mezzo di ascesa e promozione sociale. Un comportamento radicato in milioni di anni.
Adesso, il paradosso è che, avendo slegato il sesso dalla procreazione, tutti i discorsi delle donne che scelgono gli uomini migliori per la "selezione della specie" vengono a cadere. Se una passa la serata con uno, si diverte e non lo vede più, che c'entra la selezione ? Se non si riproducono non c'è selezione, si divertono e basta.
E allora, quello che è assurdo è che la liberazione sessuale delle donne ha fornito soltanto degli strumenti in più per il controllo sugli uomini e per l'ascesa e la promozione sociale. E' come se gli avessero regalato la bomba atomica. Potendosi permettere anche la crudeltà nei confronti degli uomini che si propongono. Le donne oggi rivendicano il "corteggiamento" in un'epoca in cui il corteggiamento non ha ragione d'esistere, mancando i presupposti di 'selezione della specie' perchè un uomo dovrebbe sottoporsi ad 'esame' per dimostrare d'essere il migliore, con tutte le nefaste conseguenze di chi spera senza avere niente in cambio ?
il mito del 'corteggiamento' presuppone che mettendo in atto un comportamento di sincera ammirazione per la donna prescelta, di complimenti, tempo messo a disposizione, risorse economiche, vacanze pagate, regali, promesse varie, la donna accetti di valutare il cavaliere di turno e decidere se è degno o meno di stare con lei. Beh... nella mia esperienza personale, il corteggiamento non ha MAI portato a nulla, soltanto perdite di tempo. Tutte le relazioni fisse che ho avuto sono state con ragazze che, all'improvviso, mi sono saltate addosso, subito all'inizio, in una situazione in cui nemmeno me lo aspettavo e senza averle minimamente corteggiate.
Al contrario, anni e anni di corteggiamento nei confronti di un paio di tizie, all'università, non ha portato assolutamente a NULLA. Da allora per fortuna sono cambiato e oggi sono un glorioso viaggiatore della gnocca.
Le donne si consultano tra loro con le amiche, elaborando delle strategie da 'macchine da guerra' e chiamando i loro incontri persino 'briefing', in cui si aggiornano su tutte le loro relazioni, fisse e con amanti occasionali. E si scambiano consigli, su come zerbinare meglio i loro rispettivi compagni e trovare nuovi amanti occasionali.. Su questo sono molto solidali e costituiscono gruppi di amiche alla 'Sex and the City'. Noi uomini siamo molto indietro su questo, con gli amici non parliamo mai dei problemi di coppia, anzi, spesso vediamo gli altri uomini come 'competitors' nel mito di apparire i migliori sulla piazza (sempre a causa della pseudo- 'selezione naturale').
Le donne proseguono nel loro comportamento di usare le relazioni come mezzo di controllo sugli uomini e di ascesa e promozione sociale, anche dopo, anche quando hanno stabilito una relazione fissa con un compagno. Da lì parte una strategia di 'zerbinaggio' sul compagno o marito che sia, che può durare anche tutta una vita. 'Brave ragazze' che si trasformano in 'Iene' come in un film dell'orrore. E noi uomini siamo praticamente tutti fottuti, perchè se corteggiamo siamo praticamente alla mercè dei loro umori, se ci si pigliano e abbiamo una relazione fissa possono permettersi di maltrattarci come pare a loro, la società è dalla loro parte, finchè non ci rovinano o trovano un nuovo esemplare di uomo da zerbinare.
E questo vale per tutti, anche per gli uomini da 10, regolarmente zerbinati da mogli/compagne da 4 (e ne ho visti molti).
Le donne fanno il loro 'game'. L'unico modo di vincere in questa situazione è di non sottostare al 'game', evitando di essere manipolati e manovrati come pedine. (è questo alla base dei vari consigli, strategie, mystery method, ben noti a chi riesce almeno a combinare qualcosa).
Ormai avreste dovuto aver capito che corteggiare, fare regali, fare complimenti per conquistare una melanzana da 4 è da sfigati. Non ve la darà mai. E' roba d'altri tempi.
Quel che potete fare è essere diretti: chiedete subito se vogliono venire a casa vostra a trombare, se ci stanno OK, altrimenti avanti un'altra. Loro usano la 'legge dei grandi numeri' per selezionare il più adatto (e zerbinarlo poi in un secondo tempo). Noi utilizziamo la 'legge dei grandi numeri' per trombarne il più possibile, senza mai impegnarci, cambiando sempre, Se tutti facessero così le melanzane capirebbero che le loro strategie non le portano a niente e magari cambierebbero atteggiamento.
Per il momento, per fortuna ci sono i viaggi della gnocca, gli FKK di Francoforte e Colonia, la Thailandia (bangkok, pukhet, koh samui) e le occasionio free alle Terme, ma questo è un altro discorso, oggetto di future recensioni.
@dell said:
il figlio un prodotto-immagine messo a reddito ancor prima di essere nato
Tu non stai bene
Ma davvero fai sul serio? 😂😂
ricordo di aver letto su molti media che la nascita di leone - figlio di ferragni e fedez - è stata venduta dalla coppia in esclusiva a un settimanale italiano
dopo la nascita la ferragni ha cominciato subito a usarlo nel suo business di fashion blogger
almeno Ferragni-Fedez sono una coppia ben assortita e giovane, brava lei a prendere un ragazzo giovane e di aspetto gradevole (a parte i tatuaggi che io non ammiro ma gusti sono gusti)
Brava la Ferragni che non si è messa con un insulso seduttore di 65 anni, intelligente almeno da questo punto di vista.
Forse volendo un figlio ha ben pensato di evitare di farlo con un insulso pensionato che si crede ancora seduttore.
Visto quanto postato sopra da Itaconeti, che la dice lunga sicuramente sarà quello il motivo per il quale se lo é preso. Avrebbe fatto altrettanto sicuramente se fosse stato un operaio 😂
@dell said:
il figlio un prodotto-immagine messo a reddito ancor prima di essere nato
Tu non stai bene
Ma davvero fai sul serio? 😂😂
ricordo di aver letto su molti media che la nascita di leone - figlio di ferragni e fedez - è stata venduta dalla coppia in esclusiva a un settimanale italiano
dopo la nascita la ferragni ha cominciato subito a usarlo nel suo business di fashion blogger
Ma veramente? Roba da pazzi
A sto punto ha ragione l'utente @barry lindon, meglio che ci estinguiamo.
Tu sterco di cane gratta-stronzi di cavallo mentre mamma te lo piazza in culo!!
Leggevo poi poco sopra qualcosa riguardo il successo & i tatuaggi: lungi da me nel giudicare le scelte altrui, ma da sempre associo i tatuaggi a malavita & carcerati 😂 e non sono solo io che la penso così. Prendiamo piuttosto come esempio un uomo di grandissimo successo che di tatuaggi non ne porta nemmeno uno, Cristiano Ronaldo!
@Trombamico said:
Leggevo poi poco sopra qualcosa riguardo il successo & i tatuaggi: lungi da me nel giudicare le scelte altrui, ma da sempre associo i tatuaggi a malavita & carcerati 😂 e non sono solo io che la penso così. Prendiamo piuttosto come esempio un uomo di grandissimo successo che di tatuaggi non ne porta nemmeno uno, Cristiano Ronaldo!
Tranquillo che gli invidiosi trovano altri argomenti per criticare pure Ronaldo, oltre i tatuaggi, e questi invidiosi insegnano pure seduzione...
Personalmente i tatuaggi non mi piacciono, li trovo sintomo si superficialità e ignoranza. Nelle donne poi proprio non li tollero, mi mandano a zero l'interesse ma queste ovviamente sono idee personali e ognuno è libero di fare ciò che vuole con la propria pelle. La coppia ferragni fedez è tenuta insieme anche da motivi d'interesse e di ritorno d'immagine, sarà interessante vedere se e quanto durerà a lungo. Personalmente conosco ragazze trentenni fidanzate o sposate da parecchi anni con uomini ormai sessantenni e mi sembra che siano più solide del duo ferragni fedez
@ir_pelato said:
se anche un figlio è un prodotto da vendere ai mass media,poi la gente non accusi noi single puttanieri d essere dei materialisti senza valori
I single puttanieri sono i più coerenti di tutti, non prendono per il culo nessuna, se non letteralmente, pagano molto e restano onesti verso il sesso femminile. I puttanieri hanno gli stessi valori degli altri, solo che i puttanieri sono più sinceri. Tutto qui.
Anch'io considero più coerente e rispettoso un puttaniere di un seduttore che gli piace tanto sedurre raccontando un sacco di palle pur di sedurre. Questi sono truffatori a differenza dei puttanieri che pagano un servizio senza bisogno di millantare o raccontare frottole pur di sedurre.
E poi un puttaniere non va a toccare i sentimenti della donzella di turno, invece il seduttore lascia un sacco di cocci dopo il suo passaggio egoista e truffaldino.
@babbo in genere chi prova a fare il seduttore, la maggior parte delle volte finisce per fare il latRin lover 😂.
Nel senso che chi punta al free la maggior parte delle volte prende clamorosi pali
Tu sterco di cane gratta-stronzi di cavallo mentre mamma te lo piazza in culo!!
@Leopoldo48 said: @babbo in genere chi prova a fare il seduttore, la maggior parte delle volte finisce per fare il latRin lover 😂.
Nel senso che chi punta al free la maggior parte delle volte prende clamorosi pali
Sarà per questo che dopo un po’ si convertono e dicono di essere passivi con le donne, a forza di badilate in faccia meglio star fermi dicono, ed aspettare che si facciano avanti le donne
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Tango
22/07/2018 | 09:37
Gold
A Cuba conosco un signore (di origine italiana) passato I 60 che sta da molto tempo con una ventenne cubana (parecchio figa). Ha piccola attivitá commerciale in un piccolo paesino della provincia (piccoli guadagni giusto per non far niente) e sono sicuro la ragazza viene aiutata in modo "giusto", ovvero con qualcosina ma non troppo. La relazione dura da alneno 3 anni, e pertanto non penso che da parte della chica sia meramente per interesse economico (chi riuscirebbe a fingere per cosí tanto tempo?). Cosa dite voi? Quale é il motivo?
Dalla Svizzera con furore
whip69
22/07/2018 | 10:38
Brescia | 51-100
Silver
@Tango
Motivo? Affetto sentimentale, ogni tanto esiste la sincerità.
Leggi le recensioni ESCORT e non farti fregare, trova la ESCORT nella tua cittàOppure, materialisticamente: la chica preferisce meglio poco che niente.
Ma auspico il primo caso.
ir_pelato
22/07/2018 | 11:50
provincia di pisa | 36-50
Gold
a cuba??paese noto bordello del mondo unsa giovane sta con un vecchio per ammorre??senza cattiveria gli asini volano
Sinceramente mi piacerebbe imitare varg sikerness in arte burzum https://www.youtube.com/channel/UCjhT3T-jL-IDCx42vioXGBw
Leopoldo48
22/07/2018 | 15:08 36-50
Silver
@ir_pelato si appunto
Tu sterco di cane gratta-stronzi di cavallo mentre mamma te lo piazza in culo!!
marko_kraljevic
22/07/2018 | 15:55
Veneto | 51-100
Silver
Ma vi interessa veramente sapere perché una modella di 25 anni sta con uno di 58? Io preferirei sapere perché non sta con me - che di anni ne ho 52 - e in effetti lo so. Guardatevi fuori e dentro, con calma e in profondità, e lo imparerete anche voi.
E il lenzuolo si gonfia sul cavo dell'onda
E la lotta si fa scivolosa e profonda
beautifulgirlsliker
22/07/2018 | 16:16
Newbie
@marko_kraljevic
preferirei sapere perché non sta con me - che di anni ne ho 52 - e in effetti lo so
concordo in toto....saggezza pura ! (del resto chi dice che gli Eroi, anche quelli balcanici valorosissisimi in battaglia, non possano essere altrettanto saggi ?
vorrei infatti sapere pure io perché non sta con me, che ho qualche anno in meno (ma ahimé pochi, siamo quasi lì ....e, analogamente a te, credo di saperlo
detto questo, chapeau per i fortunati (magari pure sessantenni, in certi rari casi) che tali fighe le frequentano e se le scopano il vero motivo, le recondite ragioni o quel che volete voi, sono tutto sommato irrilevanti ! fatti loro, comunque
shivalingam
23/07/2018 | 18:14
Newbie
I motivi esteriori e interiori per cui una modella 2oenne non sta con 50-60enne sono l'esatto rovescio di quelli per cui sta con un altro 50-60enne
INCONTRA DONNE VOGLIOSEBeyazid_II
23/07/2018 | 18:17
Newbie
Sì, ci interessa perchè è paradigmatico del rapporto fra natura e società.
La donna gode del privilegio (di natura, e quindi di cultura) di ricevere il sorriso degli astanti, il desiderio subitaneo ed incondizionato dell’altro sesso, l’apprezzamento e l’accettazione di tutti al primo sguardo, per quello che è, per la sua grazia, la sua leggiadria, la sua essenza mondana, in una parola per la “bellezza” (anche quando essa manca, vi supplisce quasi sempre l’illusione generata dal desiderio), senza bisogno di fare obbligatoriamente qualcosa, di compiere particolari imprese (cui sono invece costretti i “cavalieri”), di mostrare questa o quella dote nella speranza di “fare colpo” su qualcuno in particolare o di emergere nella considerazione generale, proprio perché le è stato assegnato il privilegiato e confortevole ruolo di “selezione della vita” (ben simboleggiato dall’immagine dell’ovulo che può ben aspettare l’arrivo dello spermatozoo più veloce e resistente fra tutti quelli attratti senza bisogno di muoversi), senza il quale nessuna specie potrebbe preservarsi, ma con il quale i desideri umani di libertà e felicità hanno un rapporto necessariamente problematico.
All’uomo è invece dato l’opposto-complementare, assai più ingrato e disagevole, ruolo di “propagazione” della vita (disiare la bellezza con la rapidità del fulmine e l’intensità del tuono, non appena questa si mostra nelle grazie ch’è bello tacere, mirarla, seguirla e cercare di ottenerla in modo da permettere alla controparte femminile di selezionare fra i tanti chi eccelle nelle doti volute perché qualificanti la specie) e quindi, se vuole ottenere lo stesso sorriso del mondo, la stessa desiderabilità amorosa, lo stesso apprezzamento dal sesso opposto, la stessa accettazione sociale, deve COSTRUIRE socialmente il proprio ruolo.
Chi è bravo costruttore di se stesso (anzi, dell'immagine di se stesso più apprezzata dalla società: nella società turbocapitalista, stiamo ovviamente parlando del top manager "costruttore" di lavoro e ricchezza, secondo la nota leggenda neoliberista) viene, come un leone vincente, circondato da tante belle leonesse che con gli altri mostrano solo gli artigli della stronzaggine, mentre a lui offrono grazie, dolcezza e quasi venerazione.
Leggi le recensioni ESCORT e non farti fregare, trova la ESCORT nella tua cittàBeyazid_II
23/07/2018 | 18:20
Newbie
La libertà non ci è data da un dio fuori dal mondo, come ancora crede qualcuno, ma dalle condizioni reali in cui, nel mondo, vediamo rapportarsi i nostri bisogni (in questo caso naturali) con le alternative possibili per appagarli.
Quindi col cavolo che siamo tutti nati liberi uguali! O che possiamo restarlo a prescindere dal femminismo.
Quello che voglio dire è che sia tu, sia io, sia @Itaconeti o chi per lui, siamo liberi solo grazie a costruzioni culturali, sociali o individuali, che abbiamo la fortuna di poter sfruttare o il merito di esserci costruiti.
Tu hai potuto e saputo arrivare ad affermarti (come vedi prendo per vere le tue narrazioni senza remore né invidie) in quelle posizioni apicali del capitalismo grazie a cui ti mostri manifestamente, agli occhi di ogni giovane modella che in questo sistema vive e valuta, “l’eccellenza” (economica e sociale), la quale non deve né pagare né recitare (e forse neanche chiedere, se è vero che ti danno già il consenso con lo sguardo).
@Itaconeti è stato capace di “cavalcare la tigre” (e gli faccio l’occhiolino se mi legge) del capitalismo fino a poter spendere l’equivalente di interi stipendi per mantenere accanto sé come geishe fanciulle che incarnano l’ideale estetico contemporaneo e con gli altri farebbero invece (come si evince anche da questo 3D) le stronze.
Io, fra i tanti demeriti, ho almeno il merito di aver organizzato la mia vita in maniera tale da preservare libertà di vita e di spesa sufficienti almeno per gli FKK. A chi mi critica dicendo che non è un merito mio ma semmai di mio padre, replico che comunque di fortuna costruita si tratta. C’è persino chi loda la mia conoscenza o la mia dialettica dicendo che farei meglio (una volta eliminato l’eccesso di citazioni e distillate le gocce di profume di Grasse…) a spenderle con le donne reali piuttosto che su gnoccatravel. Magari non ne avrei mai il coraggio, ma anche questa situazione ipotetica conferma quanto sia necessario costruire qualcosa da contrapporre alla bellezza naturale.
Comunque la si voglia giudicare, abbiamo in tutti e tre i casi costruito (tramite lo studio, il lavoro, il denaro la posizione sociale, la ricchezza, la cultura, il potere) la nostra libertà, la quale risiede quindi nel “mondo come rappresentazione”.
Le donne, invece, non ne hanno mai avuto bisogno, perché hanno tutta la loro forza contrattuale (e quindi la loro libertà) in quanto affonda le radici non in qualcosa di costruito o rappresentato, ma nell’immediatezza degli istinti, dei bisogni naturali, degli impulsi vitali (chè questo in fondo è l’amore sessuale) in qualcosa di simile a quanto Schopenhauer chiamerebbe “mondo come volontà” (metafisico in quanto al di là della catena delle cause: “voglio mangiare, fuggire, scopare, attaccare…perché voglio”).
L’istinto sessuale è uno dei quattro impulsi fondamentali dell’essere vivente e non può essere considerato alla stregua dei tanti bisogni indotti del capitalismo di cui con un po’ di forza di volontà si può fare a meno. Se non si mangia si muore di fame, se non si beve si muore di sete, se non si dorme si deperisce come morte foglie, se non si appagano sensi si deperisce in altro modo (disagio da sessuale ad esistenziale con rischio di ossessione o peggio).
Certo, è anche nelle donne è presente lo stesso impulso, ma è opposto-complementare come insegnano gli etologi, non uguale come narrano gli antropologi.
Purtroppo per noi, alla donna è dato (non dalle convenzioni di una particolare società, ma dalla natura) il grato e facile ruolo di “selezione della vita” (ben simboleggiato dall’immagine dell’ovulo che può ben aspettare l’arrivo dello spermatozoo più veloce e resistente fra tutti quelli attratti senza bisogno di muoversi), a noi quello ingrato e faticoso del propagarla (disiare la bellezza, nella vastità multiforme delle creature femminine, con la rapidità del fulmine e l’intensità del tuono, non appena questa si mostra nelle grazie ch’è bello tacere, mirarla, seguirla e cercare di ottenerla, in modo da permettere alla controparte femminile di selezionare fra i tanti chi eccelle nelle doti volute perché qualificanti la specie).
Quindi nel desiderio (e nei bisogni) c’è disparità. Se non ci fosse tale disparità non ci sarebbe la selezione in natura.
Anche l’ultima contadina della steppa appena giunta in città senza aver studiato, senza prospettiva di conseguire alcun particolare successo professionale, e senza avere particolari qualità intellettive ha, con un minimo di consapevolezza, la sua forza contrattuale (tanto che molti su questo forum cercano proprio questo tipo di fanciulla nei loro GT). Prova un po’ a pensare ad un ragazzo nelle stesse condizioni. O fa la carriera di un Napoleone o di forza contrattuale non ne ha.
Perché gli uomini possano vivere liberi e felici (due concetti sconosciuti alla natura e quindi, in linea di massima, all’amore) la disparità va compensata (socialmente, come veniva fatto dalle ingiustamente criticate società tradizionali prima dell’avvento del femminismo), o va lasciata libertà di compensare individualmente (come hanno potuto fare i maschi di buona volontà prima dell’ondata 2.0 femminil-femminista).
Tornando a noi tre scelti a caso dal mucchio di “liberi pensatori del forum” a puro titolo di esempio, abbiamo tutti speso tempo, fatica e doti personali per avere “qualcosa in più” rispetto all’uomo comune (che alle belle donne non interessa e tu manco vuoi sentire citato) e soprattutto rispetto alle belle fanciulle a cui lo vogliamo “offrire” per essere desiderabili ai loro occhi: tu la posizione sociale (sto ai tuoi racconti di high life milanese fra riunioni di top manager e feste con modelle), Itaconeti la ricchezza economica (non gli sto spiando il redditometro, mi baso solo sulla capacità di spesa per le indipay che dichiara qui sul forum), io lo studio (credo di poterlo dire dato che non faccio nient’altro di serio da quando sono nato).
Perché lo abbiamo fatto? Perché, evidentemente, sapevamo di averne ineludibile bisogno per sentirci universalmente ammirati, socialmente accettati ed amorosamente disiati come le belle donne lo sono per le loro grazie. Perché, a differenza di altri, abbiamo capito prima che avremmo dovuto, “da grandi”, avere “qualcosa” per bilanciare un desiderio naturale dispari a nostro sfavore.
Il nuovo femminismo che tu difendi non si limita più ad abbattere le precedenti strutture che bilanciavano ex-ante le disparità di numeri e desideri fra i generi tramite l’arte, la religione, la politica, il pensiero e la società con quanto veniva chiamato “discriminazione”, ma, basandosi sulla menzogna dell’uguaglianza antropologica (secondi cui i desideri naturali e quindi i bisogni sarebbero uguali nei due sessi), assume a priori che ci sia una “discriminazione” laddove non viene ex-post osservato un 50 e 50 fra uomini e donne. E con questo giustifica ogni iniquità ai nostri danni, chiamando discriminazione il risultato del nostro impegno (nato al contrario per bilanciare il privilegio naturale femminile!)
Ecco che allora vengono creati ostacoli ai nuovi uomini che vogliano costruirsi una posizione sociale come la tua, una ricchezza come quella di Itaconeti, un percorso di studi come il mio. Ci si inventa la mitologia delle molestie sul lavoro per poter distruggere in un momento la carriera di chiunque in un’azienda su qualcosa la cui gravità e realtà risiede solo nella parole dell’accusatrice, si crea una propagande mediatica antimaschile che farebbe sentire chiunque un essere di serie B nel momento in cui dovrebbe costruire soprattutto la fiducia in se stesso per scegliere una carriera competitiva e remunerata, si rendono scuole e università sempre più vuote di contenuti interessanti, di competizione realmente basato sullo studio oggettivo, e piene di chiacchiere progressiste e di propaganda femminista (in modo che chiunque ami lo studio “da uomo” si annoi a morte o inizi addirittura ad odiarlo). Contemporaneamente, si creano percorsi privilegiati (se non per legge, almeno per orientamento psicologico-culturale) per donne nelle carriere remunerate, si finanzia ogni sorta di start-up al femminile, si riservano condizioni favorevoli alle studentesse nelle facoltà scientifico-tecnologiche (quelle che un tempo sceglievamo proprio per sfuggire all’eccesso di femminilizzazione degli altri mondi scolastico-accademici).
Quando io, te e @Itaconeti saremmo sostituiti a forza o spontaneamente da donne, e tutto ciò che avremmo costruito per bilanciare in desiderabilità e potere la naturale preminenza femminile nella sfera sessuale sarà in qualche modo “destrutturato”, la nostra libertà (intesa come forza contrattuale necessaria a non farsi tiranneggiare dal bisogno erotico-sentimentale, ma non solo) finirà.
E se tu credi che le cagne che ora abbiano contro Weinstein o contro Allen e che già stanno tentando di vietare a me (vedi quanto successo in Francia, in Svezia, in Corea) l’esercizio del culto di Venere Prostituta si fermeranno prima di aver in qualche modo considerato “violenza di genere” o “sfruttamento delle disparità sociali, econimiche, culturali ecc. uomo-donna” anche l’indipay più sfumato di un Itaconeti o il tuo “sfarfallare” fra giovani modelle, non hai capito con quale “golem” abbiamo a che fare.
Magari non lo vedrai nei prossimi anni, ma questo non significa che io mi stia sbagliando. Significa solo, lasciamelo dire, che si già troppo vecchio per preoccupartene.
INCONTRA DONNE VOGLIOSEBeyazid_II
23/07/2018 | 19:59
Newbie
Caro tesista,
non mi pare di essere io, noto relativista, quello che ha la pretesa di partire da presunti “valori universali” (come fa invece proprio la propaganda occidentalista, francese o yankee che sia, sempre dietro agli “Immortali principi” ed ai “diritti umani da esportare”). Io mi limito proprio a narrare quanto vedo dalla mia piccola realtà di punto umano sperduto nell’universo, senza alcuna pretesa morale di averne colto un presunto senso universale.
I miei post sono difficili da leggere perché lunghi, i tuoi perché ermetici. Ci ho messo mezzo pomeriggio per capire. Innanzitutto grazie per il supporto.
Sono ad un passo dalla liberazione? Piuttosto, sono ad un passo dalla galera se vince il nazifemminismo puritano e proibizionista in occidente! Frattanto, sono ad un passo dal manicomio e flauto mi sta dando direttamente una mano a finirci anzitempo.
L’unica cosa che lui e i suoi maledetti concittadini (“grande finanza, lobbies e massoni, tutti sfruttatori mondiali”) che con falsi sorrisi e vera usura stanno distruggendo la nostra Europa sanno propormi è cercare “l’amore libero”.
Ma l’amore, tu sai, è il contrario della libertà, come ci ha insegnato Schopenhauer: è dipendenza dalla genetica, dalla biologia, dei modelli culturali, dai rapporti di forza sociali e psicologici.
Che sia “libero” è la menzogna propugnata proprio da chi (come le donne-femministe) lo vuol usare per togliere all’altro tutte le libertà: giuridiche, economiche, sessuali e di pensiero.
Se invece si capiscono tutti i meccanismi è possibili agire, individualmente e socialmente, se non per liberarsi, almeno per avere modo di combattere, bilanciare e trattare da una posizione non troppo debole (ed è quello che ho sempre cercato di fare).
Invece qua quello stesso flauto che poco sopra avevo cercato di difendere dalle assurde accuse di pedofilia si schiera con i miei peggiori nemici, i sostenitori dell’egalitarismo post-sessantottino e del femminismo demagogico. Con chi vuole impedirmi di costruire ed usare un qualunque valore immediatamente evidente ed oggettivamente valido al pari della bellezza (le doti di sentimento o intelletto, d’apprezzamento casuale ed arbitrario, e soprattutto soggettivo, non pareggiano alcun potere contrattuale), con cui essere mirato, disiato ed accettato al primo sguardo e prescindere da tutto dalle belle donne come queste lo sono per le loro grazie. Con chi vuole tenersi stretta (fingendo non esista ma sfruttandola!) la naturale preminenza nel “mondo come volontà” (le disparità di numeri e desideri e psicologiche di cui parlavo poco sopra) e, spandendo la grande menzogna dell’uguaglianza e dell’autodeterminazione, impedirmi di costruire buoni argini nel “mondo come rappresentazione” (società, cultura, ideologia, sport, divertimenti, lavoro, studio, laddove insomma l’equo e umano bilanciamento è chiamato a priori con voce mendace “discriminazione”, dove si impone un’uguaglianza ex-post senza considerare i diversi bisogni a priori e chiamando magari ingiustizia di genere il frutto dei meriti e delle qualità, e dei disperati bisogni, dei singoli uomini).
Facile poi parlare per lui (e per i suoi simili), che si trova premiato dalla posizione sociale, dallo stipendio di giada, e dalla “consonanza” ideologica con il sistema, e che quindi ha facilmente tante belle fanciulle “autodeterminate” (ovvero determinate nei giudizi, nei gusti e negli interessi da un sistema in cui egli ha o sembra avere un ruolo apicale). Per me è diverso. Per me, per riprendere Jerri Calà “è dura, molto dura” (come del resto, vedo per molti qua dentro). Io ho scelto la strada della libertà. Ho scelto un lavoro che mi lasciasse padrone dei 2/3 del mio tempo (come insegna Nietzsche). Mi sono rifiutato di seguire una strada “capitalista” per la quale non sono portato (e ho deciso questo dopo aver letto “l’arte di essere felici” ed aver capito come non avrei mai potuto vincere la mia natura). Ho accettato di vivere con uno stipendio di argilla (per essere libero, almeno in parte, di continuare a studiare e non considerando il fatto che per colpa di speculatori yankee e governi tecnici l’eredità paterna potesse dilapidarsi più in fretta che ai tempi di Schopenhauer) e in aperta opposizione al modello ideologico dominante (marketing oriented e filoyankee) pur di preservare la mia libertà interiore ed esteriore (stile di vita e di pensiero). Ovviamente non potrei mai fare altrettante conquiste femminili. Proprio perché sono più povero devo pagare direttamente. Il mio ruolo sociale, la mia immagine non è né sarà mai quella del maschio alfa di questo “secolo americano”. Quindi non avrò mai la possibilità di sfruttare lo schema attrattivo “uomo affermato – gnocca model type” per determinare una scelta in mio favore da parte di queste presunte donne autodeterminate (in realtà determinate da interesse, biologia, strutture sociali e psichiche). Né tantomeno ho intenzione di tornare a quella sottospecie di stato di natura che era l’età scolare nella quale nulla avevo da contrapporre alla bellezza che fioriva sulle coetanee assieme alla stronzaggine. Posso solo pagare cash una recita a tempo. Ma che almeno mi lascino i soldi e le leggi per farlo!
E non sono certo l’unico con questo problema. Anzi, sono fra i più fortunati. Ma è giustizia quella che le generazioni sotto i quaranta devono subire dalla repubblica fondata sul lavoro? E’ uguaglianza la loro subordinazione psicosessuale alle donne (altrimenti detta “zerbinisimo”)? Possibile che si sia solo capaci di incolpare questo o quel giovane di questa o quella mancanza e di non vedere la scena globale di iniquità? Di mancanza di compensazione/freno di fronte all’onnipotenza concessa di fatto alle donne sotto il falso nome di “emancipazione” (che altro è se non lasciare libertà alle donne di usare le loro armi – attrazione, maternità, psicologia, tirannia erotica, stronzaggine -- ed impedire agli uomini di fabbricarne ed usarne di proprie – denaro, kultur, regole certe, forza, civiltà)?
Sono nemico dell’uguaglianza? Chissenefrega! Fra l’equità e l’uguaglianza scelgo la prima cento volte.
Ma perché non dice apertamente che, dal misero puttaniere da FKK come me all’abbiente indipaysta come @Itaconeti siamo tutti da rinchiudere perché avversari del suo “verbo americano” (e post-sessantottino) sul presunto “amore libero”? Io il coraggio per dire “fuck US” e “fanculo il sessantotto, l’amore libero e il femminismo” ce l’ho tutto.
Gli manca il coraggio o nemmeno lui ci crede?
Ma non lo vede che prima o poi arriveranno anche a lui?
Tutti quelli che il femminismo sta accusando di “violenza”, “molestia”, “discriminazione” si sono dichiarati o sono effettivamente stati “amici delle donne”. Da Woody Allen (“che ama le donne”) a Weinstein (finanziatore democratico progressista e femminista), dal miliardario che viene accusato di violenza dalla modella che ha finito di mantenere al ragazzo del college che pensava di essere riuscito a conquistare la ritrosa (e invece “scopre” ex-post che in qualche modo non era “autodeterminata”).
Mi sembra quello che aveva taciuto quando avevano portavano via gli zingari, gli ebrei e i comunisti che gli erano antipatici, per poi accorgersi di come non fosse rimasto nessuno a protestare quando vennero a portare via lui.
Forse non sono io quello che sta guardando in alto con il rischio di inciampare nelle sedie del laboratorio anziché nelle occasioni della vita e nelle donne.
Ci sono delle trincee che non possono essere abbandonate. Non si può cedere in nessun universo sui principi di oggettività del diritto, di presunzione di innocenza e di libero arbitrio (nel senso di consapevole valutazione di ogni individuo sui compromessi della vita, come spiegato sopra). Non si può cedere soprattutto alla menzogna della parità che si sta rivelando sempre più impari per noi, della pseudouguaglianza che è verissima iniquità.
Ero ad un passo dall’abbandonare il pay, ma la propaganda neofemminista di flauto mi ha convinto a riprendermi le armi del puttaniere.
Sono infelice? Chissenefrega!
Hai ragione, il tempo passa e non ci è amico, ma non mi pare che le mie coetanee lo siano mai state (ovvero, non ho avuto, neanche volendo coglierle, tante piacevoli occasioni di rapporti sentimentali o erotici). E le giovani non credo siano più amichevoli. Ieri ho riguardato “i fichissimi”. Nella mia giovinezza non ho mai visto “quasi-fotomodelle” lasciarsi conquistare in tram da qualche sguardo e da qualche battuta, e, da come ho chiaramente percepito il loro comportamento altezzoso e sfottente, mi è sempre parso impossibile anche se il Jerri Calà di turno fosse stato più carino, più colto, più benestante. L’altro ieri avevo riguardato “luna di miele in tre”. Ecco, forse le occasioni che rimpiango di più sono quei “cinque giorni d’amore con Christine” che avrei potuto acquistare pagando una escort in grado di interpretare il sogno estetico dell’animo contemporaneo come le modelle con le cui immagini il giovane Renato Pozzetto ha tappezzato tanto la propria cameretta quanto i propri più intimi e delicati desideri. Meglio dunque che torni al mio romanzo, perché almeno il ricordo è “dolce per sé”.
Se poi mi sento a disagio in queste discussioni, dove comunque, a tuo dire, i miei argomenti si vendono bene, figurati cosa succederebbe se iniziassi a “vendermi male”.
P.S.
Leggi le recensioni ESCORT e non farti fregare, trova la ESCORT nella tua cittàStrano che chi (e mi riferisco alle lobbies newyorkesi finanziatrici del femminismo) tiranneggia il mondo con la leva finanziaria voglia impedire a qualche tiranneggiato sociale di usare direttamente il denaro per evitare di essere tiranneggiati dalla stronzetta di turno nella sfera sessuale e da lì in tutto!
Evidentemente, ha barattato la propria libertà (in termini di stile di vita e pensiero) per il denaro e la posizione sociale. E allora vuole che a tutti gli altri sia tolta la libertà tramite il nazifemminismo.
Beyazid_II
23/07/2018 | 20:00
Newbie
No, no, no, purtroppo non siamo noi a dare il potere alle donne. E’ la Natura. E’ questo il problema principale che non sappiamo o non vogliamo ammettere.
Ho aperto un 3D apposito per cercare di mostrare questa dimensione “metafisica” (in senso Schopenhaueriano) dell’amore sessuale. Per l’ultima volta, partecipo con questo post ad una discussione (sono allo stremo delle forze psichiche su certi argomenti che mi coinvolgono anche emotivamente e ho già perso a battibeccare qui tanto tempo che avrei dovuto dedicare al lavoro). Poi non vi disturberò più (rimarrò confinato ai miei due 3D, perché sono stanco di ripetere come un disco rotto le stesse cose e sentire sempre le stesse obiezioni). Chi vorrà dialogare lo farà lì o in privato.
Dico solo questo: dieci anni fa, su forum “escortistici”, non vi era consapevolezza maschile e il 99 percento degli interventi erano di spasimanti delle escort oppure di vecchi cavalieri ovvero di sciocchi progressisti filo-femministi (gente, cioè, accumunata dalla retorica della donna, dell’amore, del progresso). Oggi pare che, per fortuna, i rapporti si siano invertiti, fra uomini consapevoli e uomini retorici. Resta però un ultimo passo da fare fra la consapevolezza della difficile situazione che viviamo nella sfera sessuale e l’intima persuasione di quanto profonde siano le sue radici (e quindi di quanto radicali debbano essere i rimedi).
IL POTERE DELLE DONNE DERIVA DALLA NATURA…
Sebbene certe “teorie gender” (esse sì, antiscientifiche, in quanto negatrici della dimostrabilissima distinzione biologica fra i sessi) vogliano far credere il contrario, il naturale desiderio dell’uomo per il corpo della donna è natura, non cultura. Anzi, è una delle poche variabili umane a non poter mutare per contratto sociale, uno dei pochi esempi di “valore umano universale” (ovvero accumunante i popoli più diversi alle più diverse latitudini). E’ quanto di più profondo e vero (o vogliamo dire “autentico”?) esista al mondo.
Se vogliamo ragionare in termini profondi e reali (ovvero basati sui fatti della biologia, e non sulle costruzioni "intellettuali" di antropologia, psicologica e affini,), dobbiamo considerare la natura, nella quale, in quanto più conta per la vita (e, tramite lo schopenhaueriano "genio della specie", orienta scelte, desideri e comportamenti anche l'autocoscienza del singolo si illude di "valutare razionalmente" o di "divertirsi"), ovvero la riproduzione, al genere femminile è concesso il ruolo (da un certo punto di vista preminente o comunque privilegiato) di selezione della vita (attirare tutti per scegliere fra i tanti chi mostra eccellenza nelle doti qualificanti la specie e quindi conferenti primato e prestigio sociali, giacché più utili al nascituro e alla stirpe) e a quello maschile quello (assai più faticoso e spesso ingrato) di massima propagazione di essa (tramite il desiderio e la competizione) e quindi rilevare come la donna, in quanto soggetto disiato, goda del privilegio di natura (e quindi ANCHE di cultura) di essere dal mondo apprezzata, ammirata, disiata al primo sguardo in sé e per sé, per la sua grazia, la sua leggiadria, la sua essenza mondana (quando manca la bellezza, vi supplisce l'illusione del desiderio), senza bisogno di compiere imprese (cui sono invece costretti i cavalieri i quali senza esse restano puro nulla) o di mostrare necessariamente altre doti, poiché l'uomo la desidera primieramente per la bellezza. Al contrario, poiché la donna vuole selezionare fra i tanti che la desiderano colui che "eccelle", l'uomo è costretto a mostrare un certo valore, a faticare, a competere, a raggiungere una certa posizione socio-economica o anche culturale e di prestigio, giacché il concetto di "eccellenza", trasposto nel mondo umano, non ha valenza soltanto estetica, ma si ammanta di una sfaccettata serie di significati ed implica conseguentemente per l'uomo un'altrettanto variegata serie di "imprese da compiere".
Se non vi riesce, rimane un puro nulla e non solo non ha alcuna speranza d'esser degnato d'uno sguardo dalle donne, ma risulta completamente trasparente per tutta la società (giacché non può esercitare nel mondo quell'influenza indiretta sugli uomini e sulle cose per tramite di quanto in essi è di più profondo e irrazionale, quell'influsso sui pensieri e sulle azioni che per disparità di desideri ed inclinazioni sentimentali è proprio della donna).
Chi non riesce a raggiungere una certa posizione di preminenza o prestigio nella società o comunque a mostrare eccellenza in doti immediatamente evidenti a tutti ed oggettivamente apprezzate dal mondo, non potrà mai star di paro a chi gode per natura e cultura del privilegio essere mirata dal mondo, apprezzata dalle genti, accettata dalla società e disiata da tutti al primo sguardo in sé e per sé. Davanti alla bella donna resterà sempre e solo un "uomo episodico", uno specchio su cui provare l'avvenenza o un pezzo di legno innanzi a cui permettersi di tutto (qualsiasi provocazione sessuale o meno, qualsiasi tensione emotiva, qualsiasi irrisione al disio, qualsiasi umiliazione pubblica e privata, qualsiasi ferimento intimo, qualsiasi riduzione al nulla, qualsiasi inflizione di sofferenza del corpo o della psiche, di inappagamento fisico e mentale degenerante in ossessione, di disagio da sessuale ad esistenziale), un attore costretto a compiacere con recite da dongiovanni la vanagloria femminile o un giullare cui irridere nel disio, uno fra i tanti pronti a dare tutto in pensieri, parole e opere (per non dire dignità, recite, offerte materiali e morali e sopportazioni di patimenti e inappagamenti) in cambio della sola speranza, un cavalier servente pronto a tutto per un sorriso, un orante che miri dal basso verso l'alto chi in maniera imperscrutabile può decidere del suo paradiso e del suo inferno, un mendicante alla corte dei miracoli che attende di ricevere ciò di cui sente bisogno. La sua vita sarà sempre e solo un susseguirsi di tensioni psicologiche, sofferenze emotive, godimenti sperati e patimenti ottenuti, amori sospirati e inganni subiti, paradisi sognati e inferni vissuti, promesse implicite e negazioni esplicite, bellezze vagheggiate e speranze deluse, tirannie potenziali e reali, inappagamenti fisici e mentali, umiliazioni pubbliche e private, sofferenze costanti nel corpo e nella psiche, disagi d'ogni genere e sempiterne frustrazioni d'ogni disio.
Non incolpiamoci per questo. Smettiamo di dare la colpa agli uomini anche di questo! Sembriamo quei maschipentiti che appoggiano “me too” scusandosi persino per essersi in qualche modo adirati con chi ha stronzeggiato sessualmente su di loro, o per aver fatto sentire in colpa la fanciulla di turno che, per interesse economico sentimentale o gratuito sfoggio di preminenza erotica, li ha sollevati nell’illusione della concessione di un paradiso solo per il gusto di piombarli nell’inferno della delusione. Le donne fanno le stronze e la colpa è sempre nostra?!
Basta prenderci la colpa.
Iniziamo piuttosto con il prendere delle contromisure.
….NON PUO’ ESSERE COMPENSATO CON INIZIATIVE CULTURALI INDIVIDUALI O ESTEMPORANEE…
Io sono stato il primo a pensarla come voi e a dire semplicemente: “sciopero del corteggiamento”. E’ da venti anni che mi rifiuto anche solo di chiamare per primo una ragazza per invitarla ad uscire. E neanche rivolgo complimenti gratuiti, se non per scherno, al fine proprio di evitare di aumentare la loro autostima senza averne un tornaconto, o, peggio, di contribuire alla loro sopravvalutazione estetico-filosofica di cui mi lamento. Ho adottato un vero e proprio integralismo anticavalleresco. Coerentemente con la filosofia della parità, ho sempre detto “se vogliono parità di diritti, devono anche avere parità di doveri in una fase tanto delicata per l’approccio con la sessualità, il sentimento, la felicità”. E sono stato inflessibile. Il risultato? Nessuno, perché comunque le donne preferiscono scartare a priori anche un ragazzo potenzialmente intelligente e sensibile ai loro occhi piuttosto che rinunciare agli effetti della loro posizione di preminenza nella prima fase dell’approccio. Ho provato anche a pubblicizzare la mia professione di puttaniere, con il dichiarato scopo di mostrare apertamente alle melenzane come esista, per un uomo avveduto e disposto a pagare in contanti, la possibilità di godere della bellezza di fanciulle di bellezza ben più alta e di comportamento meno altezzoso rispetto a loro (spendendo molto meno in termini di tempo, fatiche, illusioni, irrisioni, dolori, umiliazioni, ferimenti, sincerità, dignità, recite e alla fine anche in denaro se si considerano uscite, regali e “bella vita” varia). Non certo per questo hanno abbassato le loro pretese. Non so in quanti abbiano iniziato a comportarsi come me (a giudicare da questo forum, non pochissimi), ma anche se tutti l’avessero fatto, temo non saremmo arrivati a nulla. Non si vince contro la natura.
Una volta una mia amica virtuale biologa scrisse che la donna ha un vantaggio di almeno cinque punti sull’uomo, nel senso che, riferendoci ai “voti estetico/caratteriali/intellettuali”, se uno è un 10, allora potrà anche avere una ragazza da 5 senza corteggiarla troppo, ma se è solo un 8, o si accontenta di uno scorfano da 3, o , per avere anche solo un 6-7, deve sudare sette camicie. Per una ragazza da 8 come lui, deve compiere la 13ma fatica di Ercole (ed essere molto bravo e fortunato). Un uomo da 5, invece, non potrà avere nessuna senza pagare in qualche modo. Dall’altro lato, una donna da 10 è davvero una dea in terra nel senso di poter aver qualunque rapporto con qualunque beneficio da qualunque uomo. Una da 8 potrà farsi corteggiare o “pagare” da tutti gli uomini di livello pari o superiore al suo e neanche guarderà quelli inferiori (tranne che se ha molto bisogno immediato di denaro). Una donna da 6-7 potrà scegliere se avere degli uomini da 10 gratis o se farsi (almeno in qualche modo più o meno figurato) “pagare” da quelli dall’8 in giù. E persino una donna da 5 avrà ammiratori e pretendenti ben oltre la sufficienza senza dover offrire nulla. Ecco dove nasce il potere delle melanzane.
Dite che in Russia è diverso? Ve lo dico io perché è diverso (per ora, ma non so ancora per quanto) in Russia. Nella seconda guerra mondiale la Russia ha subito perdite maschili per 25.000 uomini al giorno. L’armata rossa è stata distrutta cinque volte dalla Wermacht e cinque volte ricostruita prima di poter arrivare a Berlino. Roba degna della Roma dei Fabii contro Annibale (che ha perso nonostante abbia vinto quasi tutte le battaglie, solo perché non è riuscito a far fronte all’infinito alle sempre nuove leve che lo stato romano gli poneva innanzi). Stalin è stato il vero vincitore della guerra, avendo sopportato il maggior costo umano e affrontato il più consistente numero di divisioni tedesche (come sempre Hollywood mente rappresentandoci questi sparatutto alleati che fanno fuori tedeschi a raffica: la realtà dei dati ci dice che, al contrario, è sempre stato il soldato tedesco a mettere mediamente fuori combattimento da 5 a 10 nemici: anche in un fronte da burla come quello Italiano, Kesselrig con due misere armate fatte di ragazzini tedeschi e musicisti tirolesi – come quelli fatti saltare in via Rasella - ha tenuto in scacco gli angloamericani fino praticamente alla fine). Anche se pari ad Hitler per disumanità, Stalin, come noto, è stato trattato coi guanti a Yalta ed il motivo è stato proprio l’aver accettato uno “sterminio di genere” del suo popolo pur di permettere agli angloamericani di battere la Germania. I soldati russi obbedivano ciecamente ad ordini quasi suicidi solo perché avevano più paura dei commissari del popolo che dei nazisti. Ci sono cronache di villaggi in cui, di tutti gli uomini partiti, ne tornavano due, di cui uno gravemente mutilato. Con tali rapporti numerici, chiunque avrebbe saputo costruire una “cultura” in cui le pretese femminili fossero ridotte all’osso.
Fateci caso: i paesi in cui le ragazze “culturalmente” se la tirano di meno sono quelli che hanno avuto il maggiore squilibrio di genere dalle ultime guerre mondiali: la Russa in primis, la Germania in secundis, i paesi dell’est europeo in tertiis. Mentre negli Usa, dove le perdite di “locali” sono state minime, non essendosi mai combattuto a casa loro, vi è il massimo del femminismo e della stronzaggine da esportazione.
Certo, adesso i numeri si sono riequilibrati dappertutto, ma probabilmente certi aspetti “culturali” sono soltanto l’onda lunga di un trauma numerico avvenuto a seguito dell’ultima guerra mondiale “calda”.
Io ho sacrificato praticamente i miei primi quarant’anni (ci sarò fra poco) in questo vano tentativo di far cadere le melanzane “per assedio”. Non sprecate altre vite per questo. Basti la mia.
… MA VA BILANCIATO STUDIO, LAVORO, POSIZIONE SOCIALE, FAMA, RICCHEZZA, (QUINDI “CULTURA” COME POTERE COSTRUITO DALL’UOMO E CAPACE DI AGIRE SOCIALMENTE)
La compensazione di cui parlo è necessaria non solo perché, nel caso peggiore, si potrebbe altrimenti essere vittime ad ogni tentativo di contatto con il mondo femminile di perfidie sessuali, inganni sentimentali e tirannie erotiche d'ogni genere, ma anche perché se non si può offrire alla donna nulla di suo reale interesse, nulla di oggettivamente valido e immediatamente apprezzabile al pari della bellezza (perché una bella donna dovrebbe infatti accontentarsi di quanto ha l'effimera consistenza delle parole e delle emozioni e il valore aleatorio e momentaneo di presunte doti soggettive senza effetto sul mondo?), nulla di cui ella senta lo stesso bisogno e lo stesso desiderio provato dall'uomo per la sua grazie corporali, non si può sperare di instaurare con lei alcun rapporto costruttivo (né quello di un fugace e piacevole incontro né quello di una vita assieme).
Ogni rapporto umano prevede un dare ed un avere e solo gli illusi e distruttori sono convinti del contrario.
Nel mondo capitalista, persa (intendo come dote conferente primato o prestigio sociali) la virtù guerriera del mondo antico e quella poetica del mondo cavalleresco medievale, il mezzo preferito per tale compensazione è ovviamente il denaro, se non altro perchè, qualunque cosa se ne pensi e qualunque sia la propria posizione di accettazione/ostilità verso la società moderna e mercantile, rappresenta attualmente l'unico valore intersoggettivamente valido e immediatamente apprezzabile al pari della bellezza, con il quale essere dunque universalmente mirate, amorosamente disiati e socialmente accettati come le donne lo sono senza sforzo per le loro grazie corporali (le doti strettamente personali e sentimentali , che si mostrano solo con il tempo dato al corteggiamento, al dialogo e all'introspezione reciproca degli animi, non compensano nulla , perchè in un rapporto già esistente sono possedute anche dalla donna , mentre in un rapporto non ancora esistente non hanno il potere di attrarre chi invece possiede doti oggettive ed evidenti a proporre o accettare un incontro non banale, ed essendo di apprezzamento arbitrario, non universale e non immediatamente evidente , non danno mai potere contrattuale , giacchè, mentre con la bellezza una donna sa di poter trovare in qualunque momento altri pretendenti, un uomo, con le sue soli particolari doti di sentimento o intelletto, può trovare un'altra amante solo sperando di incontrare un'altra donna predisposta ad apprezzare proprio quelle doti e di avere l'occasione per disvelarle con calma e spontaneità, lontano dal caos dei fugaci incontri moderni e dalla tensione da esame degli appuntamenti "mirati", in modo da essere in esse apprezzato per il meglio di sè).
Poichè tutto quanto in desiderabilità e influenza sul mondo è necessario e sufficiente per vivere liberi e felici, per poter scegliere liberamente e consapevolmente nelle sfere più rilevanti di fronte alla felicità individuale e alla discendenza, per poter avere forza contrattuale in quanto dà senso all'esistenza di un'anima, alle donne è dato per natura dalle disparità di desideri nell'amore sessuale (a lei favorevoli e da lei sfruttate in ogni modo, tempo e luogo senza limiti, né remore né regole, soprattutto nel ruolo di amante e soprattutto di amata) e da quelle psicologiche correlate alla predisposizione all'esser madre (e dunque al plasmare un'anima come si fa coi fanciulli pur mo' nati, all'intuire in anticipo i desideri e i bisogni, a parlare senza parole e a intendere senza mostrarlo, a vedere quanto alla coscienza altrui è ancora oscuro, a leggere dentro senza esser letta), in virtù della quale l'influenza della donna o sull'uomo, esercitata tramite quanto in lui vi è di più profondo e irrazionale, è molto maggiore di quella inversa (tanto all'interno di quei ruoli ad essi propri per natura e impossibili da cancellare da parte anche della più misogina delle società, quanto in qualsiasi altro rapporto umano), mentre agli uomini può derivare solo dalla conquista di una posizione di primato o prestigio sociale, o comunque dal poter mostrare eccellenza nelle doti riconosciute intersoggettivamente dalla cultura come qualificanti, porre limiti all'affermazione sociale degli uomini, creare difficoltà materiali (vedi azioni positive) o psicologiche (vedi demagogia antimaschile dai banchi di scuola allo stile pubblicitarià) all'emergere di una gran parte di essi o negare addirittura valore a tutto quanto più o meno diffusamente viene ritenuto proprio del maschile, proporre come migliore un mondo, un pensiero, un valutare tutto al femminile, equivale a privare gli uomini della libertà sociale e sessuale, a togliere loro ogni possibilità di scelta in quanto davvero conta nella vita (non intendo tanto lo "scopare" quanto il "sentirsi apprezzati"), a renderli totalmente apolidi, trasparenti per il mondo e negletti dalle donne, potenzialmente tiranneggiati (tramite i bisogni più intimi e da lì in tutto) e sicuramente infelici e inappagati (esistenzialmente prima che sessualmente), fino a far preferire loro la morte al sopravvivere in una condizione di negazione continua dei propri bisogni e della propria natura, di irrisione profonda della parte più vera e ingenua di sé, di umiliazione costante nel sesso ed oltre e, come detto, di frustrazione sempiterna d'ogni disio.
…CHECCHE’ NE DICA IL FRASTUONO FEMMINISTA (CHE CHIAMA SESSISTA LA NATURA E DISCRIMINAZIONE LA COMPENSAZIONE DI UN PRIVILEGIO)…
Le donne-femministe (e a volte pure molti uomini) proprio non riescono (non vogliono?) capire che ciò di cui si lamenta il femminismo è l'effetto non di una discriminazione ma di un privilegio! Del tentativo dell'uomo di compensare con lo studio, il lavoro, la fatica, l'impegno, la posizione sociale, la cultura, la ricchezza, il potere, il merito o la fortuna individuali quanto in desiderabilità reale e influenza sul mondo è dato alle donne dalle disparità di desideri e da quelle psicologiche correlate alla predisposizione all'esser madri.
Bisogna capire e far capire che se noi uomini avessimo i privilegi naturali femminili, eviteremmo volentieri di cercare per forza un lavoro stressante solo perchè ben retribuito, di sacrificare la vita alla carriera, di finire morti di lavoro (fra le statistiche che tu citi manca furbescamente quella della prevalenza maschile nelle morti sul lavoro) o in galera per aver tentato di raggiungere quella posizione senza al quale rimaniamo negletti dalle donne e socialmente trasparenti! Non è la società ad essere sessista: la natura lo è. La società, se amante di quanto possiamo chiamare "equo vivere", può semplicemente tentare di compensare le disparità naturali, o, meglio, dare agli individui la libertà di compensarle.
E' quello che ha sempre fatto il mondo umano prima dell'avvento del femminismo.
Oggi come ieri la donna ha sempre privilegio di natura d'essere apprezzata, ammirata e desiderata in sé per la bellezza (e, quando non vi è, comunque per l'illusione data dal desiderio). Per naturale compensazione l’uomo ha sempre potuto proporre altre doti per essere simmetricamente apprezzato, a seconda del mondo. Il mondo eroico ed omerico aveva la virtù guerriera, il mondo cavalleresco e cristiano la cultura, il pensiero, le belle arti, la conoscenza, il cor gentile, il mondo capitalista ha il denaro. Forse un futuro (utopico) proporrà finalmente il puro spirito. Il mondo attuale, intanto, con tutti i suoi difetti, ha il denaro. Avrà tutti i difetti ma almeno permette all'uomo di compensare la disparità di desideri (non necessariamente sessuali) e inclinazioni sentimentali con la donna. Non è assurdo. E' invece assurdo un mondo che programmaticamente voglia eliminare le differenze.
E' ipocrita poi un mondo che chiama svantaggio il privilegio e chiama discriminazione una scelta (dettata da diversi desideri di natura).
La donna gode di un privilegio nella sfera, diciamo, erotico-sentimentale, che le deriva direttamente dalla natura. Tale posizione di privilegio (o, se vogliamo, di preminenza) diffonde i propri effetti, direttamente o indirettamente (e in maniera assolutamente indipendente dall'organizzazione sociale, la quale non può, anche volendo, vincere la natura in questo), in ogni aspetto della vita dato che, come mostra Freud, tutto ciò che desideriamo o vogliamo, consciamente o meno, deriva dal profondo degli impulsi sessuali. Di ciò non si può non tenere conto parlando di "parità", sempre che si abbia come fine una parità effettuale o, meglio, una uguale possibilità di ogni individuo di cercare la via per essere felice, o meno infelice possibile, secondo i propri personalissimi ed ingiudicabili parametri. In caso contrario significa o che si è troppo stupidi per capire la sostanza del problema oltrepassando l'apparenza o troppo perfide e false per ammettere di avere un vantaggio (molto più influente della superiore forza fisica maschile) il quale DEVE essere compensato da una società che voglia essere non dico giusta, ma almeno FUNZIONANTE (solo quanto è bilanciato, come lo è stato il mondo della tradizione, può funzionare a lungo). La terza via significa semplicemente ritenere accettabile la crudeltà della natura solo perché in questo caso va (o sembra andare) a vantaggio della donna, sottendere che l'uomo debba sempre essere tiranneggiato o reso profondamente degno del riso da questa e definire arbitrariamente la disparità naturale come "giustizia naturale" (ragionamento tipico delle ecofemministe: e sarebbe interessante la loro reazione a chi sostenesse giusto per l'uomo approfittare della brutalità fisica e delle forze naturali di coesione , ossia del branco, per schiavizzare le donne, perché è il discorso simmetrico a questo quello sostenuto da certe ecofemministe e da certe donne).
Rousseau credeva ingenuamente tale influenza delle donne (esercitata per mezzo di ciò che nell'uomo è di più profondo e di più irrazionale) un fatto positivo in quanto naturale, ma Leopardi e Schopenhauer hanno ampiamente dimostrato come alla natura poco importi dell'infelicità o della felicità dei singoli individui.
La felicità è un concetto speculativo e infinitamente soggettivo nelle sue possibilità (o, per i pessimisti, illusorio nella sua impossibilità), e non è raggiunto con il puro soddisfacimento del corpo, ma è oggettivamente riscontrabile che laddove non possono essere pienamente appagati i bisogni naturali (fra cui, per l'uomo, quelli di bellezza e di piacere, dei sensi come delle idee), l'essere vivente dotato di autocoscienza è inevitabilmente infelice.
Per questo è disumano non voler concedere all'uomo di poter compensare la situazione svantaggiata di partenza o lamentarsi delle conseguenze macroscopiche di ciò (vedi statistiche sui redditi), ovvero di come a volte l'uomo (non tutti sono imbecilli come sembra) vi riesca con le proprie forze (lavorando e guadagnando di più, sacrificandosi di più nella carriera perché non ha altra scelta).
Se una donna può avere la bellezza per essere apprezzata, ammirata, disiata al primo sguardo, un uomo deve poter acquisire altre doti parimenti oggettive e immediatamente apprezzabili per essere allo stesso modo ammirato e disiato e "pareggiare il rapporto" con la bella donna.
Se ella possiede la bellezza, di cui, sensitivamente e intellettivamente, l'uomo ha naturale ed intimo bisogno e verso cui è mosso da profondo e immortale disio, egli deve possedere e poter offrire a lei altre doti di cui la donna ha pari bisogno e brama e verso le quali è mossa a desiderio con ugual forza.
Ogni rapporto umano, fra uomo e uomo o fra uomo e donna, è fatto, come detto, di dare ed avere (non necessariamente e banalmente in senso economico, ovviamente). Solo gli stolti possono credere il contrario e confidare nella gratuità (la quale non esiste neppure nel sentimento).
I rapporti fra uomo e donna nel regno dei cieli non mi interessano. Io parlo di quanto accade sulla terra. E' raro si incontrino San Francesco e Santa Chiara e poiché l'uomo deve poter godere realmente, di quando in quando, delle bellezze che abitano la terra, deve anche possedere quelle doti in grado di allettare e realisticamente disporre a concedersi le donne vere prima delle sante.
Se non possiede tali doti non ha nulla di concreto da offrire alla donna e da lei disiato e gradito, per cui non potrà sorgere alcun rapporto costruttivo con lei. E l'uomo con ogni probabilità sarà infelice e inappagato sia sensitivamente sia intellettivamente, oltre che mai apprezzato, con conseguenze sia distruttive sia autodistruttive.
Possibile che donne laureate e intelligenti non capiscano queste semplici verità?
Sono gli spermatozoi che devono correre all'ovulo, non viceversa. Non possono essere "rallentati" per "parità". E sono gli animali maschi che devono lottare, inseguire e raggiungere e conquistare l'animale femmina che sta ferma e non ha obblighi. E per correre, inseguire, competere, serve la benzina, la forza, la fiducia. E la benzina, la forza, la fiducia, in un mondo capitalista, risiedono nelle possibilità economiche. Stupido negarlo. E negare dunque che la situazione attuale non sia frutto di una discriminazione, ma del tentativo disperato degli uomini di compensare il naturale privilegio delle donne significa essere ciniche e bare. Oltre che FALSE!
LA NOSTRA COLPA E’ QUELLA DI AVER DISTRUTTO OGNI BILANCIAMENTO
La nostra colpa è, semmai, quella di aver lasciato pian piano distruggere quello che uomini migliori di noi avevano costruito a mo’ di compensazione/freno per tale naturale preminenza (nella sfera erotico-sentimentale e in quella materno-psicologica e da lì in tutto).
Già duemila anni, fa, con l’accettazione del cristianesimo, originariamente completa negazione di tutti quei principi virili e guerrieri sui quali si erano erette le grandi civiltà indoeuropee (la Grecia di Omero e la Roma Repubblicana, ma anche, fuori dall’eurocentrismo, l’India dei Veda e la Persia Iranica) fondatrici di città (e di valori, se sappiamo leggere i miti fondativi in Omero, in Virgilio, nella Baghavad gita e nei poemi persiani, ma anche nell’Edda e nel Beowulf) e distruttrici di oppressione matriarcale, si è avuto il primo colpo (la sovversione dei valori denunciata da Nietzsche nell’Anticristiano: della donna il sacerdote riprende la seduzione – che diventa promessa di vita eterna – la parola obliqua, il veleno sentimentale, la tirannia tramite i sensi di colpa, l’odio o comunque l’incomprensione per ogni etica eroica, il mito dell’uguaglianza originaria, e persino l’abito!).
Poi, duecento anni fa, arrivò la sovversione politica con le rivoluzioni giacobino-liberali. Lì, anche se ancora “maschilista”, con la retorica della lotta alla tirannide dei re, la politica pose le basi per la tirannide femminista: ponendo sullo stesso piano tutti gli uomini con la pretesa di uguaglianza, e l’illusione di democrazia, si causavano un danno etico ed uno pratico. Il primo stava nella negazione di quel principio aristocratico che poneva la fonte di ogni valore (e quindi di ogni diritto) non in quanto accumuna gli uomini nel semplice fatto biologico di essere nati da una donna (fatto che inevitabilmente rende centrale la figura femminile in quanto “matrice cosmica da cui ogni individuo dirama e a cui ritorna dopo un’esistenza effimera”), ma in quanto li distingue fra loro (in quanto davvero conta per la civiltà: visione del mondo, virtù in senso rinascimentale, qualità caratteriali o etiche adatte a posizioni di potenza) e li eleva al più che umano (del volere ad ogni costo “il nobile, il grande l’eroico”, come testimoniavano i vari riti iniziatici con cui si accedeva alla “vera vita” spirituale ed ascendente data dalla società dei padri).
Il secondo nel mettere al potere uomini qualunque, violando la prima condizione per cui una società di uomini può stare in piedi (proprio per motivi inerenti la selezione sessuale, la natura concede al sesso maschile molta più varianza nelle doti: ai cinque sesti di imbecilli che popolano il nostro genere – la percentuale è di Schopenhauer, ma la facilità con cui il femminismo è stato accettato e propagato anche e soprattutto da uomini propenderebbe per farla aumentare – fa da contraltare quel sesto che non solo detiene, per dirla con Dante, tanto “senno” da bilanciare la media di genere, ma contiene pure tutto quel genio in grado di far compiere salti di livello qualitativo alla civiltà, all’arte, alla tecnica). Come qualsiasi ricerca statistica può mettere in evidenza (e come qualcuno ha pure detto dentro google prima di venire licenziato per “maschilismo”), le donne sono effettivamente “più brave”, “più intelligenti” ecc. (se si guarda alla statistica del primo ordine), ma se si pretende l’eccellenza in questa o quella capacità, è più probabile essa sia maschile ed è proprio per permettere l’esistenza di tali rare ma necessarie “perle maschili” che la Natura ha tanto “allargato” la varianza (statistica del secondo ordine) del nostro sesso a costo di avere una massa di “inutili porci” (riprendo la retorica neofemminista, ma chiunque abbia studiato anche solo di sfuggita la distribuzione gaussiana mi capisce al volo).
Una società democratica al maschile non funzionerà mai per definizione o, permetterà sempre di dire alle donne che “siamo inferiori” e loro farebbero meglio. Una società di uomini deve, per quanto detto, essere aristocratica ed avere anche, aggiungo, una componente di “schiavitù” (perché alla massa di mediocri non deve essere concesso di avere tempo e istruzione per inquinare il pensiero e l’arte necessari a mantenere “verso l’alto” la continua e necessaria generazione di vita spirituale).
Il primo femminismo è stato solo il naturale corollario della sovversione politica (e difatti è nato a sinistra), ma ha iniziato a minare le basi pratiche che rendevano vivibile l’esistenza sociale e sessuale di quelle stesse “classi popolari” che si prometteva di “emancipare”. Prima, desiderabilità e potere fra i sessi erano bilanciati in anticipo, e per tutti, rispettivamente, dalla struttura culturale (la quale, ad esempio, proibendo alle giovani ragazze di uscire da sole rendeva desiderabile essere invitate almeno quanto per un coetaneo era la prospettiva di amoreggiare), e da quella sociale (la quale, riservando agli uomini il ruolo di capofamiglia, impediva questi fossero illusi e feriti eroticamente, umiliati e irrisi nel disio, resi zerbini e fatti patire psicosessualmente da fidanzate potenzialmente stronze, le quali avevano però interesse ad ingraziarseli a scopo matrimonio, tiranneggiati sessualmente dalle mogli tramite le disparità di bisogni naturali, o sbranati in senso economico sentimentale da un divorzio che non c’era). Dopo, solo quella minoranza di uomini aventi il merito (o la fortuna) di raggiungere, con lo studio o con il lavoro, una certa posizione di preminenza o prestigio nella società, un certo livello economico-culturale, un certo status di “elite”, ha potuto continuare a riprodurre quello schema attrattivo di compensazione (offrendo, in pay, indipay e free, denaro contante, bella vita o “aurea” di maschio alfa).
Con il femminismo di oggi non si può più neanche sperare individualmente in quello: esso agisce già in retroazione e, laddove vede non verificarsi il politicamente corretto 50 e 50, invoca inesistenti o indimostrabili discriminazioni per avere la scusa di colpire (collettivamente, con le quote rose e le azioni di empowerment, individualmente, con le accuse random) gli uomini che con merito o fortuna, comunque con tempo e fatica, sono riusciti a costruirsi quella posizione di prestigio o preminenza sociale con cui guardar di paro alla bellezza femminile (e quindi goderne senza doversi zerbinare).
Io mi ritengo tollerante, ma solo fino al punto in cui non viene compromessa, oltre alla mia visione del mondo, anche la mia “vivibilità spiccia”.
Pazienza chi è ancora cristiano. Anche nell’era cristiana, grazie a quello spericolato compromesso aquinate che è stato il Cattolicesimo, è stato possibile avere valori aristocratici e virili e strutture sociopolitiche non sovvertite.
Pazienza chi è ancora liberale. Se le persone sono lasciate libere il "riequilibrio" in desiderabilità e potere fra i sessi di cui ho parlato avviene senza discriminazioni, non per effetto di divieti o svantaggi alle donne, ma per conseguenza di libere scelte diverse dettate da bisogni diversi, inclinazioni diverse e doti naturali differenti.
Pazienza le femministe ancora libertarie. Finchè con la teoria del libero arbitrio mi si lascia libero di rivolgermi a vari livelli al culto di Venere prostituta, posso anche fregarmene di come diventano le donne (giacché non sono più vincolato a piacere a loro, ad adeguarmi a loro, a compiacerle nel fare e nel dire, a conformarmi a loro per stile di vita e di pensiero solo per godere della loro bellezza, ma mi basta pagare un biglietto per la recita).
Ma nessuna pazienza per quello che stanno facendo le cagne di metoo e del femminismo 2.0 in genere.
Se si pretende di eliminare a posteriori il riequilibrio di cui ho parlato, si compie azione ingiusta e discriminatoria in quanto un'uguaglianza imposta penalizzerebbe gli uomini DATO CHE il non avere il femminista 50 e 50 non deriva da discriminazione contro le donne ma dal fatto che esse (per privilegio naturale e culturale) hanno meno bisogno di certe posizioni, di certe carriere, di certi faticosi studi (per essere felici o anche solo socialmente accettate e amorosamente disiate) e quindi non vi spendono tanto tempo ed energia come sono invece obbligati a fare gli uomini: conseguentemente correggere a posteriori per avere sarebbe come, per il puro gusto di "pareggiare", rallentare a metà di una competizione chi ha corso e faticato di più perché aveva più necessità di arrivare prima.
QUELLO CHE RESTA DA FARE OGGI
A colui che pensa la tirannia delle donne essere tollerabile “perché in fondo la donna è anche madre” bisogna replicare sgolandosi che madre una donna è solo ai propri figli maschi, mentre per tutti gli altri uomini è matrigna con tutta la crudeltà della natura. Basta ricordarsi quella sottospecie di stato di natura che era l’età scolare, in cui non avevamo nulla per compensare la bellezza che già fioriva sulle coetanee ed eravamo quindi dei semplici punching-ball erotico-sentimentali per gli allenamenti della stronze come descritto nei capitoli precedenti.
Si pensi poi alla natura, dove molte specie non hanno compensazioni e lasciano i maschi al loro destino. E’ il caso delle api, dove i fuchi, costretti comunque a inseguire la regina per sperare di riprodursi, sono uccisi da essa dopo l’accoppiamento se vincono, o vengono lasciati morire di fame se perdono. E’ il caso anche degli elefanti, dove, se questi sapessero poetare, ci racconterebbero di pene peggiori di quelle dantesche, vissute continuamente nella continua frustrazione del disio per via del branco matriarcale e nella solitudine dopo la cacciata. Significativamente, donne particolarmente perfide e uomini completamente stupidi giustificherebbero la trasposizione di tale preminenza femminile nell’amore sessuale al mondo umano con la banale argomentazione che “in natura funziona”. Meno perfidia femminile e meno stupidità maschile dovrebbero lasciar comprendere la questione di fondo persa di vista da tale giustificazione: la “natura matrigna” ha a cuore puramente la propagazione e la conservazione della vita, mentre il mondo umano dovrebbe pure preoccuparsi della felicità e della libertà degli individui (fini sconosciuti alla natura), o, almeno, della loro possibilità di vivere “sopportabilmente” (il maggior grado di coscienza rende nell’uomo intollerabili molti mali quotidianamente “sopportati” da altri animali”). Anche senza tirare in ballo motivazioni ”comunitarie a anagogiche“ che richiamino alla capacità di “gettarsi nella storia” da parte di popoli mitologicamente patrilineari (i quali sono prevalsi su quelli, altrettanto mitologicamente, matrilineari, anche quando questi – vedi lo scontro fra Romani ed Etruschi - potevano vantare tecnologie più avanzate, denotando con ciò una superiore coesione sociale, una superiore propensione a dare senso, valore e bellezza all’esistenza, una migliore attitudine, cioè, ad usare la “visione spirituale” per ordinare la società e fare delle invenzioni tecnologiche strumenti per salti di livello qualitativo dell’umano) e che volentieri non tirerei in ballo, se la mia controparte dialettica non allegasse ad ogni più sospinto la propria mitologia “matriarcale” (giungendo, nei casi estremi di “nazifemminismo”, ad esaltare le società “insectidi” e a parlare apertamente di “mondo senza maschi”), è, per chi dà ancora un senso alla parola, una questione di “equità” (intesa non come uguaglianza, ma come bilanciamento di poteri e scelte) fra consimili.
Anche le prime società umane, di matrice matriarcale cara alle femministe, probabilmente erano qualcosa di simile alle società di elefanti: ogni potere materiale e morale era femminile, e in ogni momento il caro “compagno” poteva essere “licenziato” senza possibilità di reintegrazione. Non sappiamo come fosse lo stato degli uomini in quel periodo, ma a giudicare da quanto posso ricordare del primo periodo scolare, ove in qualunque momento potevo essere sgridato per qualunque motivo da donne, a cui spettava a capriccio la definizione di bene e male e che se la potevano avere a male per ogni mia battuta da fanciullo (e quindi ancora necessariamente innocente) non ho alcuna curiosità di scoprirlo (né di sostenere la deriva di leggi e costumi per cui il confine fra lecito e illecito viene sempre meno stabilito oggettivamente a priori e lasciato invece soggettivamente al giudizio ex-post della presunta vittima).
Questi esempi estremi non sono citati per spaventare gli uomini o impietosire le donne, ma per ammonire (del resto, tutte le mostruose figure femminili della mitologia greca erano monito da “monstrum). Per richiamare tutti gli uomini a tornare ad occuparsi dei propri interessi vitali, lasciando da parte concezioni storiche, filosofie morali e politiche, discorsi religiosi o etici, laddove tutto questo ci distragga da (o addirittura si contrapponga a) una vita almeno sopportabile.
Una cosa deve esserci chiara da subito: non ci sarà data da nessuno l’equità, perché a nessuno, fuorché a noi, interessa il nostro destino in termini di felicità e libertà sessuali. Saremo liberi e felici non per volontà divina (e certo non per volontà delle donne), ma solo nella misura in cui sapremo, come singoli (laddove possibile) e come genere (dove necessario) ricostruirci una forza contrattuale, una parità di scelta in quanto davvero conta davanti alla Natura ed alla discendenza.
Soprattutto, dovremo lasciare da parte l’abitudine, la voglia, la moda, l’imperativo morale o sessuale, di ricercare l’approvazione femminile. Ho ben mostrato come gli interessi vitali dei due sessi divergano quanto a condizioni per vivere liberi e felici (perché sono innanzitutto rapporti di forza – la forza è reale - e non d’amore, che è solo un’illusione dataci per propagare la specie). Se avremo approvazione dalle donne, vorrà dire che non staremo facendo i nostri interessi. Viceversa, se saremo maledetti dalle donne, significherà che le nostre azioni avranno iniziato ad essere efficaci. Non dobbiamo incendiare i cuori delle donne, ma tutto quel mondo che le tutela come fossero scimmie sacre del templio di Benhares, rendendole intoccabili e prepotenti quant’altro mai.
Ecco perché i più maturi per cadere sono i residuati della cavalleria. Ve ne sono di tre generi:
Parafrasando i Garibaldini: “Con le budella dell’ultimo cavaliere, impiccheremo l’ultima femminista”.
E anche se non vi ho convinti, iniziate ad essere nietzscheani. Le idee hanno valore solo nella misura in cui aiutano la vita. Un mondo basato sulle idee femministe 2.0 è vivibile? Per me no. E anche per molti qua dentro, a giudicare dallo sconforto, dai commenti, dalle lamentele, neppure. E considerate che l’invivibilità nell’ambito gnocca si estende a tutto, essendo quello alla riproduzione forse il più potente fra gli impulsi della vita. Quindi la guerra a questo genere di femminismo deve essere mortale.
Non ci sarebbe vita per noi in un mondo governato dalle stronzette di hollywood e dalle arpie di me too.
Ogni entità politica, ogni sistema di valori, ogni costruzione culturale, ogni stato, ogni ente nazionale o sovranazionale, persino ogni popolo nel suo complesso, sia in qualche modo fiancheggiatore del nuovo femminismo dovrà, per noi, perire (del resto, in quanto uccisore del principio virile anagogico senza cui non nulla si genera verso l’alto, è, come l’attuale occidente, intrisecamente orizzontale, decadente di per sé, nietzscheanamente, maturo per perire). Inoltre lo si dovrà aiutare in ogni modo a farlo. Qui ed ora essere inesorabili. Qui ed ora essere medici. “Fia delitto la pietà!”.
INCONTRA DONNE VOGLIOSEmarko_kraljevic
23/07/2018 | 22:09
Veneto | 51-100
Silver
Sì, ci interessa perchè è paradigmatico del rapporto fra natura e società. (...)
Chi è bravo costruttore di se stesso (...) viene, come un leone vincente, circondato da tante belle leonesse che con gli altri mostrano solo gli artigli della stronzaggine, mentre a lui offrono grazie, dolcezza e quasi venerazione.
E ci mancherebbe altro che circondassero un verme perdente. Le donne non sono mica sceme. Ciò nonostante, molte volte sono più generose di noi, altrimenti a trombare sarebbero solo i soci di Federmanager. Rinnovo il mio caldo invito a dismettere i perché generali a vantaggio dei perché personali. Di solito è un passaggio che si consuma con l'accredito del primo stipendio o al più tardi con la prima fidanzata russa, ammesso che le cose siano scindibili. In mancanza dell'uno o dell'altra, posso aiutarti a dar fuoco alla biblioteca domestica
E il lenzuolo si gonfia sul cavo dell'onda
E la lotta si fa scivolosa e profonda
Babbo
23/07/2018 | 22:16
Newbie
Potrebbe essere riconoscente e/o innamorata di lui, l’uomo che le permette una qualità di vita migliore. Di certo i tirchi non hanno speranze nemmeno con le donne emancipate. Un uomo galante offre sempre la cena anche ad una donna che non ha bisogno di essere mantenuta.
INCONTRA DONNE VOGLIOSESerendipity
24/07/2018 | 11:15
Silver
Come ha spiegato correttamente Darwin se le leonesse non ammirassero il leone dominante oggi probabilmente non esisterebbe vita sul pianeta terra. Non ci sarebbe la mutazione in meglio delle specie e la conseguente adattabilità, forse nemmeno i batteri sopravviverebbero. Semmai c'è da disquisire sul perchè le donne nell'annus domini 2018 attribuiscano ancora valore a tatuaggi e successo sociale anzichè a qualità morali e intellettuali (quindi anche a denaro che nel mondo di oggi è un elemento strategico e quindi va giustamente tenuto in considerazione)
Leggi le recensioni ESCORT e non farti fregare, trova la ESCORT nella tua cittàir_pelato
24/07/2018 | 11:34
provincia di pisa | 36-50
Gold
@Serendipity chi ha detto che ha i tatuaggi è un poveraccio?esempio puo essere un deejay o il proprietario di un locale
Sinceramente mi piacerebbe imitare varg sikerness in arte burzum https://www.youtube.com/channel/UCjhT3T-jL-IDCx42vioXGBw
Tesista76
24/07/2018 | 11:53
Newbie
La donna è animale sociale, come l’uomo, solo che ha dinamiche e passatempi diversi
Forse l’aspetto più violento delle sue dinamiche sociali è l’essere in continua competizione con le altre, da cui una camaleontica capacità di imitazione dei modelli socialmente vincenti e visibilmente più appariscenti
Chiaro che un 40enne che cerchi di fare colpo su una Ferragni non può vestirsi da fedez, però se ha intuito può pescare tra le wannaby che per limiti naturali, come la mancanza di follower della ferra, potrebbero accettare un modello di uomo che le faccia sembrare alternative (da cui l’uomo agenzia di viaggi- il tardo hypster- il sado sottomesso ecc ecc) se si vuole essere proattivi basta prendere appunti su un giornale femminile
Leggi le recensioni ESCORT e non farti fregare, trova la ESCORT nella tua cittàdell
24/07/2018 | 14:06
Silver
@Beyazid_II l'attuale sistema non c'entra, da sempre l'uomo (giovane o maturo) che non ha "mezzi sociali" è perdente nei confronti della potenza naturale della donna coetanea o più giovane. Se non è il denaro è il potere (di ottenere altre utilità per lei) come nei vari tipi di sistemi burocratici totalitari, politici o religiosi, o anche nei sistemi burocratici corporativi che esistono nelle economie di mercato.
INCONTRA DONNE VOGLIOSEdell
24/07/2018 | 14:11
Silver
@Tesista76 Ferragni & Fedez sono una joint venture economica per scambiarsi i rispettivi mercati (di nicchia, ma internazionale per la Ferragni, vasto ma nazionale per Fedez) e il figlio un prodotto-immagine messo a reddito ancor prima di essere nato
Feynman
24/07/2018 | 14:24
Gold
@Beyazid_II
Condivido gran parte dell'analisi che è stata fatta.
Propongo alcuni spunti di riflessione:
la 'liberazione della donna', dal '68 in poi, con la rivoluzione dei costumi, la diffusione dei metodi contraccettivi, etc., avrebbe potuto portare grande beneficio per tutti, perchè si pensava che donne libere avrebbero potuto divertirsi di più ed essere più generose con gli uomini. Perchè per migliaia e migliaia di anni, il grande limite del sesso femminile è stato quello del poter restare incinte e da lì sarebbe finita la festa. Così la società ha ideato mille modi di controllo sociale, sia nel comportamento delle donne che in quello degli uomini.
Le donne, storicamente, hanno sempre utilizzato il sesso come mezzo di controllo sugli uomini e come mezzo di ascesa e promozione sociale. Un comportamento radicato in milioni di anni.
Adesso, il paradosso è che, avendo slegato il sesso dalla procreazione, tutti i discorsi delle donne che scelgono gli uomini migliori per la "selezione della specie" vengono a cadere. Se una passa la serata con uno, si diverte e non lo vede più, che c'entra la selezione ? Se non si riproducono non c'è selezione, si divertono e basta.
E allora, quello che è assurdo è che la liberazione sessuale delle donne ha fornito soltanto degli strumenti in più per il controllo sugli uomini e per l'ascesa e la promozione sociale. E' come se gli avessero regalato la bomba atomica. Potendosi permettere anche la crudeltà nei confronti degli uomini che si propongono. Le donne oggi rivendicano il "corteggiamento" in un'epoca in cui il corteggiamento non ha ragione d'esistere, mancando i presupposti di 'selezione della specie' perchè un uomo dovrebbe sottoporsi ad 'esame' per dimostrare d'essere il migliore, con tutte le nefaste conseguenze di chi spera senza avere niente in cambio ?
il mito del 'corteggiamento' presuppone che mettendo in atto un comportamento di sincera ammirazione per la donna prescelta, di complimenti, tempo messo a disposizione, risorse economiche, vacanze pagate, regali, promesse varie, la donna accetti di valutare il cavaliere di turno e decidere se è degno o meno di stare con lei. Beh... nella mia esperienza personale, il corteggiamento non ha MAI portato a nulla, soltanto perdite di tempo. Tutte le relazioni fisse che ho avuto sono state con ragazze che, all'improvviso, mi sono saltate addosso, subito all'inizio, in una situazione in cui nemmeno me lo aspettavo e senza averle minimamente corteggiate.
Al contrario, anni e anni di corteggiamento nei confronti di un paio di tizie, all'università, non ha portato assolutamente a NULLA. Da allora per fortuna sono cambiato e oggi sono un glorioso viaggiatore della gnocca.
Le donne si consultano tra loro con le amiche, elaborando delle strategie da 'macchine da guerra' e chiamando i loro incontri persino 'briefing', in cui si aggiornano su tutte le loro relazioni, fisse e con amanti occasionali. E si scambiano consigli, su come zerbinare meglio i loro rispettivi compagni e trovare nuovi amanti occasionali.. Su questo sono molto solidali e costituiscono gruppi di amiche alla 'Sex and the City'. Noi uomini siamo molto indietro su questo, con gli amici non parliamo mai dei problemi di coppia, anzi, spesso vediamo gli altri uomini come 'competitors' nel mito di apparire i migliori sulla piazza (sempre a causa della pseudo- 'selezione naturale').
Le donne proseguono nel loro comportamento di usare le relazioni come mezzo di controllo sugli uomini e di ascesa e promozione sociale, anche dopo, anche quando hanno stabilito una relazione fissa con un compagno. Da lì parte una strategia di 'zerbinaggio' sul compagno o marito che sia, che può durare anche tutta una vita. 'Brave ragazze' che si trasformano in 'Iene' come in un film dell'orrore. E noi uomini siamo praticamente tutti fottuti, perchè se corteggiamo siamo praticamente alla mercè dei loro umori, se ci si pigliano e abbiamo una relazione fissa possono permettersi di maltrattarci come pare a loro, la società è dalla loro parte, finchè non ci rovinano o trovano un nuovo esemplare di uomo da zerbinare.
E questo vale per tutti, anche per gli uomini da 10, regolarmente zerbinati da mogli/compagne da 4 (e ne ho visti molti).
Le donne fanno il loro 'game'. L'unico modo di vincere in questa situazione è di non sottostare al 'game', evitando di essere manipolati e manovrati come pedine. (è questo alla base dei vari consigli, strategie, mystery method, ben noti a chi riesce almeno a combinare qualcosa).
Ormai avreste dovuto aver capito che corteggiare, fare regali, fare complimenti per conquistare una melanzana da 4 è da sfigati. Non ve la darà mai. E' roba d'altri tempi.
Quel che potete fare è essere diretti: chiedete subito se vogliono venire a casa vostra a trombare, se ci stanno OK, altrimenti avanti un'altra. Loro usano la 'legge dei grandi numeri' per selezionare il più adatto (e zerbinarlo poi in un secondo tempo). Noi utilizziamo la 'legge dei grandi numeri' per trombarne il più possibile, senza mai impegnarci, cambiando sempre, Se tutti facessero così le melanzane capirebbero che le loro strategie non le portano a niente e magari cambierebbero atteggiamento.
Per il momento, per fortuna ci sono i viaggi della gnocca, gli FKK di Francoforte e Colonia, la Thailandia (bangkok, pukhet, koh samui) e le occasionio free alle Terme, ma questo è un altro discorso, oggetto di future recensioni.
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INCONTRA DONNE VOGLIOSELeopoldo48
24/07/2018 | 16:42 36-50
Silver
Tu non stai bene
Ma davvero fai sul serio? 😂😂
Tu sterco di cane gratta-stronzi di cavallo mentre mamma te lo piazza in culo!!
Itaconeti
24/07/2018 | 18:08
Avalon
Gold
ricordo di aver letto su molti media che la nascita di leone - figlio di ferragni e fedez - è stata venduta dalla coppia in esclusiva a un settimanale italiano
dopo la nascita la ferragni ha cominciato subito a usarlo nel suo business di fashion blogger
fidelio
Michel
24/07/2018 | 19:35 26-35
Newbie
Appunto, non vedo cosa abbia scritto di strano @dell che al solito ha fatto un’ottima analisi.
Leggi le recensioni ESCORT e non farti fregare, trova la ESCORT nella tua cittàBabbo
24/07/2018 | 20:10
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almeno Ferragni-Fedez sono una coppia ben assortita e giovane, brava lei a prendere un ragazzo giovane e di aspetto gradevole (a parte i tatuaggi che io non ammiro ma gusti sono gusti)
INCONTRA DONNE VOGLIOSEBrava la Ferragni che non si è messa con un insulso seduttore di 65 anni, intelligente almeno da questo punto di vista.
Forse volendo un figlio ha ben pensato di evitare di farlo con un insulso pensionato che si crede ancora seduttore.
Michel
24/07/2018 | 20:25 26-35
Newbie
Visto quanto postato sopra da Itaconeti, che la dice lunga sicuramente sarà quello il motivo per il quale se lo é preso. Avrebbe fatto altrettanto sicuramente se fosse stato un operaio 😂
Leopoldo48
24/07/2018 | 22:15 36-50
Silver
Ma veramente? Roba da pazzi
A sto punto ha ragione l'utente @barry lindon, meglio che ci estinguiamo.
Tu sterco di cane gratta-stronzi di cavallo mentre mamma te lo piazza in culo!!
Trombamico
24/07/2018 | 22:28
Wrocław
Gold
Meglio sarebbe se si estinguessero loro per primi, e poi a ruota chi gli va dietro, fidati @leopoldo48
Leggi le recensioni ESCORT e non farti fregare, trova la ESCORT nella tua cittàLeopoldo48
24/07/2018 | 22:34 36-50
Silver
@trombamico concordo
Tu sterco di cane gratta-stronzi di cavallo mentre mamma te lo piazza in culo!!
Trombamico
25/07/2018 | 05:11
Wrocław
Gold
Leggevo poi poco sopra qualcosa riguardo il successo & i tatuaggi: lungi da me nel giudicare le scelte altrui, ma da sempre associo i tatuaggi a malavita & carcerati 😂 e non sono solo io che la penso così. Prendiamo piuttosto come esempio un uomo di grandissimo successo che di tatuaggi non ne porta nemmeno uno, Cristiano Ronaldo!
Leggi le recensioni ESCORT e non farti fregare, trova la ESCORT nella tua cittàBabbo
25/07/2018 | 06:10
Newbie
Tranquillo che gli invidiosi trovano altri argomenti per criticare pure Ronaldo, oltre i tatuaggi, e questi invidiosi insegnano pure seduzione...
INCONTRA DONNE VOGLIOSESerendipity
25/07/2018 | 07:45
Silver
Personalmente i tatuaggi non mi piacciono, li trovo sintomo si superficialità e ignoranza. Nelle donne poi proprio non li tollero, mi mandano a zero l'interesse ma queste ovviamente sono idee personali e ognuno è libero di fare ciò che vuole con la propria pelle. La coppia ferragni fedez è tenuta insieme anche da motivi d'interesse e di ritorno d'immagine, sarà interessante vedere se e quanto durerà a lungo. Personalmente conosco ragazze trentenni fidanzate o sposate da parecchi anni con uomini ormai sessantenni e mi sembra che siano più solide del duo ferragni fedez
ir_pelato
25/07/2018 | 10:18
provincia di pisa | 36-50
Gold
se anche un figlio è un prodotto da vendere ai mass media,poi la gente non accusi noi single puttanieri d essere dei materialisti senza valori
Sinceramente mi piacerebbe imitare varg sikerness in arte burzum https://www.youtube.com/channel/UCjhT3T-jL-IDCx42vioXGBw
whip69
25/07/2018 | 13:35
Brescia | 51-100
Silver
I single puttanieri sono i più coerenti di tutti, non prendono per il culo nessuna, se non letteralmente, pagano molto e restano onesti verso il sesso femminile. I puttanieri hanno gli stessi valori degli altri, solo che i puttanieri sono più sinceri. Tutto qui.
Leggi le recensioni ESCORT e non farti fregare, trova la ESCORT nella tua cittàBabbo
25/07/2018 | 14:01
Newbie
Anch'io considero più coerente e rispettoso un puttaniere di un seduttore che gli piace tanto sedurre raccontando un sacco di palle pur di sedurre. Questi sono truffatori a differenza dei puttanieri che pagano un servizio senza bisogno di millantare o raccontare frottole pur di sedurre.
INCONTRA DONNE VOGLIOSEE poi un puttaniere non va a toccare i sentimenti della donzella di turno, invece il seduttore lascia un sacco di cocci dopo il suo passaggio egoista e truffaldino.
Leopoldo48
25/07/2018 | 15:54 36-50
Silver
@babbo in genere chi prova a fare il seduttore, la maggior parte delle volte finisce per fare il latRin lover 😂.
Nel senso che chi punta al free la maggior parte delle volte prende clamorosi pali
Tu sterco di cane gratta-stronzi di cavallo mentre mamma te lo piazza in culo!!
Babbo
25/07/2018 | 19:09
Newbie
Sarà per questo che dopo un po’ si convertono e dicono di essere passivi con le donne, a forza di badilate in faccia meglio star fermi dicono, ed aspettare che si facciano avanti le donne
INCONTRA DONNE VOGLIOSE