@loveplay said: Sicuramente c'è chi non ha mai fatto indipay e quindi non capisce bene i meccanismi come c'è chi non ha mai fatto FREE e non capisce i meccanismi.
Esatto. Ed infatti chi scrive qui che va a scopare gratis con le ragazzette morte di fame a cuba e thailandia è evidentemente che gratis con una normale non ci ha mai scopato altrimenti capirebbe le differenze 😜
certi non si chideono come mai in Italia non ti caga nessuno e se vai in Sudamerica e Thailandia ti voglionio tutte (intendo anche free) credono davvero che sia maggiormente apprezzato il loro sex appeal in quei luoghi
@FlautoMagico said:
Non dovete generalizzare, le donne vogliono la felicità non i soldi, chi vende felicità avrà sempre una marcia in più di chi compra sesso.
Certo poi nella pacco trovano il mattone, ma la felicità mica esiste. Non lo sapevate? Ho fatto una gaffe? ecco poi perchè venda piu felicita un briatore o un marilyn manson(modetament so stato pure ad unloro concerto)di un semplice bidello ,poi io si sa sono un fiero materialista e forse pure misoginno,uscire a cena con u na tipa per me è solo tempo sprecato e rotture me ne sto di molto meglio in un bordello o a guardarmi un anime
@Distroyer said:
certi non si chideono come mai in Italia non ti caga nessuno e se vai in Sudamerica e Thailandia ti voglionio tutte (intendo anche free) credono davvero che sia maggiormente apprezzato il loro sex appeal in quei luoghi
Chissà perché il sex appeal scompare appena hanno il portafogli vuoto
@FlautoMagico said: "Cari uomini italiani, siete tutti teste di minchia, bambini sia a 10 anni che a 40!" (messaggio da un'amica...)
PUNTO PRIMO: E tu le hai spiegato che è solo uno degli effetti dell’aver lasciato l’educazione alle donne?
Sarebbe un vero miracolo della natura se dei maschi, nati in un'epoca di decadenza, educati a scuola pressoché esclusivamente da donne e secondo valori femminili, con un più o meno velato disprezzo per quelli maschili (presentati come "primitivi", "violenti", "oppressivi", "incivili", nonostante il nobile esempio dei fondatori delle civiltà indoeuropee), e bombardati a casa (nel periodi più delicato per la loro psiche, la loro autostima, la loro stessa identità) da una "moda" cinematografica, adolescenziale e culturale femminile avente come costume raffigurare "divertente" la violenza fisica e psicologica sugli uomini e doverosa la loro umiliazione nel profondo ed irrisione nel disio (dopo aver mostrato ogni figura maschile o come bruto e violento da punire in ogni modo o come un freddo specchio su cui provare l'avvenenza, un pezzo di legno innanzi a cui permettersi di tutto (qualsiasi provocazione più o meno sessuata, qualsiasi inflizione di tensione emotiva, irrisione al disio, umiliazione sessuale, riduzione al nulla davanti a sé o agli altri, dolore nel corpo e nella psiche, inappagamento fisico e mentale se reiterato fino all'ossessione e all'impossibilità di sorridere alla vita e al sesso, disagio da sessuale ad esistenziale con conseguenze variabili dall'anoressia sessuale al suicidio), un vuoto pupazzo da sollevare nell'illusione solo per farlo cadere nella delusione con il massimo possibile di sofferenza fisica e mentale e di umiliazione pubblica e privata!) crescessero sicuri di sé, diligenti, studiosi e vincenti.
E' un miracolo della volontà, dell'eccellenza e del merito individuale di alcuni che nonostante tutto ciò, la capacità di concepire, sviluppare e rendere belle, utili e funzionanti le mirabilie della tecnologia, è a pressoché esclusivo appannaggio degli uomini (o di donne capaci, come Minerva, di pensare e sentire con rigore e chiarezza apollinei e virili, il che, per il nostro discorso, è lo stesso), e là dove si producono strumenti della tecnica e non chiacchiere della politica o della pseudocultura o del marketing vi sono ancora gli uomini a costituire l'ossatura portante, nonostante tutta la demagogia femminista inculcata fin dalla scuola (in mano alle donne quasi totalmente), nonostante tutta la propaganda antimaschile della pubblicità femminilmente orientata e della cultura ufficiale femminista, nonostante le quote rosa volute per le donne all'università e in azienda sotto varie forme (da condizioni di favore nelle iscrizioni e nei testi d'ingresso a vere e proprie regole esplicite nelle assunzioni e nei concorsi, per non dire dei mille dissimulati ma non inoffensivi privilegi galanti o femministi loro concessi da docenti uomini e da docenti donne) e nonostante la circolazione di idee sulla presunta inutilità degli uomini in un mondo tecnologico propugnata da donne sedicenti evolute le quali, magari inebriate dalle interfacce web (scritte da uomini o comunque rese possibili per la scienza informatica ideata e portata avanti da uomini) a prova di utonta (anzi, di “ustronza”) blaterano di tecnologia pur non sapendo nemmeno assemblare un pc o risolvere un'equazione differenziale (come potrebbero sopravvivere senza uomini in un mondo tecnologico è un interessante mistero). Si può anche ridere di queste contraddittorie menzogne, ma, specie se ripetute in tenera età ad individui particolarmente sensibili o comunque ancora privi (per l'età o le vicende alterne della vita) della possibilità di sentirsi valutati dal mondo, possono portare a danni psicologici di non lieve entità (ed io, se permettete, ne so qualcosa).
PUNTO SECONDO: E tu le hai chiesto quali sono i validi motivi offertici dalle donne italiane per “crescere”?
Sparite, con gran gioia degli egalitari e delle femministe, le idealità per cui gli uomini della tradizione sacrificavano loro stessi (prima ancora della "libertà" dei figli e delle donne che il femminismo vanta di aver reinventato), l'uomo moderno può benissimo decidere di vivere finalmente la vita per se stesso, non più per dio, par la patria e per la famiglia e nemmeno per compiacere la donna, i capitalisti o i politici. Ovvero può decidere di spassarsela infischiandosene di tutto e di tutti (del resto, cosa hanno fatto le femministe pretendendo il diritto all'aborto, se non reclamare il diritto a spassarsela senza preoccuparsi delle conseguenze per nascituri e società?). E spassarsela può significare fare l'ultras se si è appassionati di calcio, continuare a vivere in famiglia se lo si trova vantaggioso, non ammazzarsi di lavoro e responsabilità se si vede che comunque la condizione sociale non cambierebbe granché, andare a puttane e non pensare al matrimonio o ai figli se si ama vivere secondo la propria natura poligama.
Posso capire la critica a quei comportamenti lesivi dell'ordine pubblico e della sicurezza urbana, ma finché un cittadino non danneggia oggettivamente il prossimo, perché deve essere sottoposto a critica morale o a lavaggio del cervello psicologico solo perché vuole tutelare la propria libertà (fisica e sessuale), la propria tranquillità (materiale e sentimentale) e i propri averi non sposandosi, risparmiando sulla casa restando in famiglia, facendosi accudire dalla madre (unica donna la cui fedeltà e la cui sincerità sono garantite dalla Onnipossente Natura), appagando il proprio bisogno sentimentale non fidanzandosi con donne reali ma abbracciando le superne creazioni della musica e della poesia (le quali, essendo partorite dai più delicati fra gli uomini, sanno donare sfumature di sentimento e vette di nobiltà d'animo sconosciute alle donne reali, così bassamente "pragmatiche" dietro le loro parvenze "sentimentali"), restando libero di divertirsi a piacimento in tutto e per tutto e appagando di quando in quando il proprio bisogno di godere la bellezza nella varietà multiforme delle creature femminine grazie delle sacerdotesse di Venere?
Perché, se tale felicità e serenità di vita è possibile, da non sposati, anche senza dannarsi nella ricerca di un lavoro impegnativo e strapagato, si dovrebbe sacrificare tutto di sé per far carriera, per sposarsi o per inserirsi nella società nel modo voluto da quest psicologh da strapazzo che ci tacciano di “infantilismo”? Perché la scelta di godersi la vita finché la situazione familiare lo permette sarebbe senza futuro? E quale sarebbe questo futuro? Sposarsi? Avere dei figli?
Ma questo, con le leggi a senso unico a “tutala della donna” in occidente, sarebbe un suicidio esistenziale (prima ancora che, nei casi più tragici, effettivo). Sono le donne a chiedere il divorzio? Certo, perché divorziare è reso vantaggioso dalla legge e permette impunemente di infierire a piacimento contro i beni, gli affetti e (con le mille possibili accuse false o indimostrabili rese sempre più possibili da leggi come lo stalking) la libertà di un uomo. Sono le donne a conciliare meglio la carriera con il ruolo di genitrici? E' difficile che l'uomo possa avere un ruolo come genitore laddove i figli da lui concepiti assieme ad una donna possono essere da questa "annullati" anche senza il suo consenso e quelli già nati gli possono essere portati via con pretesti (come denunce false o gonfiate di stalking o violenze) o con procedure sistematicamente a senso unico nell'affidamento.
Stanti così le cose, dovrebbe un uomo compiere scelte diverse da quelle che gli garantiscono più vantaggi e sicurezze? il suo futuro sarebbe sottoporsi agli arbitri che l'interpretazione a senso unico delle leggi su aborto, divorzio e violenza sessuale permetterebbe alle donne una volta instaurata una relazione? Instaurare una relazione affettiva con chi si arroga il diritto a decidere della vita e della morte dei figli concepiti insieme? Sposarsi con chi per un qualsiasi capriccio potrebbe chiedere il divorzio portandosi via casa, famiglia, roba e riducendo la vita dell'ex marito a quella dell'esule ottocentesco? Gettarsi fra le braccia di chi senza prove e sulla sola parola potrebbe far finire in galera il compagno o l'amante occasionale dicendo di essersi concessa ma di aver detto no dentro di sè o di essere stata vittima di un corteggiamento troppo convincente o di richieste troppo assidue? Se il futuro è questo, mi tengo caro il presente.
PUNTO TERZO: E le hai fatto capire che a loro per prime conviene così?
Se diventassimo uomini, dovremmo, come prima cosa, muovere guerra a loro e all'intero occidente femminista, sia per motivi anagogici, sia per motivi eudemonici.
a) da un punto di vista comunitario-anagogico, la concezione virile permette di porre la fonte di ogni valore (e quindi di ogni diritto) non in quanto accumuna gli uomini nel bassamente umano dell'esser nati da una madre, del contentarsi di piacere e innocenza, del ricercare un tranquillo e pacifico benessere materiale e morale da bestiame bovino, ma in ciò che li distingue fra loro e li eleva al più che umano del considerare come vera vita quella nascente dalla formazione virile alla lotta, alla vittoria, al compimento di imprese di coraggio e splendore più che umani e tali da fondare città e civiltà, del volere ad ogni costo il nobile, il bello, il grande, l'eroico (nel senso che possiamo ancora oggi comprendere leggendo l'Iliade, l'Eneide, la Baghavad Gita, l'Edda, il Beowulf), del ricercare quanto proprio per l'essere più difficile, duro, periglioso, selettivo, mortale, necessitante di abnegazione, doti, impegno, freddezza, abilità e coraggio, ha più valore, e quindi è il principale modo culturale per "orientare verso l'alto" una civiltà;
b) da un punto di vista individuale-eudemonico, le mirabili strutture dell'arte come della religione, della politica come della storia, del pensiero come nella società, ingiustamente chiamate "oppressione" dalla propaganda femminista, erano volte invece non già ad opprimere la donna (ché non può essere l'obiettivo dei savi), ma a impedire di essere eventualmente troppo da lei oppressi (tramite lo sfruttamento, senza limiti remore né regole, delle disparità naturali nell'amore sessuale e di quelle psicologiche correlate alla predisposizione all'esser madri - e ben spiegate da Rousseau, verso cui il mondo moderno, con il suo falso e iniquo concetto di uguaglianza, non permette all'uomo di costruire ed opporre più alcuna compensazione o freno) e a dare anche all'uomo le stesse possibilità di scelta e la stessa forza contrattuale in quanto davvero rilevante innanzi alla natura, alla discendenza ed alla felicità individuale.
Parlando terra-terra, le donne (di ogni epoca) devono smettere di pretendere di mantenere, a fianco dei moderni diritti, gli antichi privilegi, primi fra tutti quelli legati al (da loro) decantato "gioco della seduzione" costituente la sublimazione di ogni tirannica vanità e di ogni vanagloriosa prepotenza della donna tramite il desio dei sensi (la quale, in esso, nega apertamente l'uomo possa porsi su un piano di parità chiedendo un corrispondente per quanto agito o subito in prospettiva del proprio bisogno ben noto alla donna, ed afferma chiaramente il di lui ruolo essere quello di un freddo specchio su cui provare l'avvenenza, di un pezzo di legno innanzi a cui permettersi di tutto - qualsiasi provocazione più o meno sessuata, qualsiasi tensione psicologica indotta, qualsiasi irrisione al disio, qualsiasi umiliazione pubblica e privata, qualsiasi inflizione di senso di nullità davanti alla bellezza, inappagamento fisico e mentale fino all'ossessione, disagio da sessuale ad esistenziale - o comunque di un attore costretto a recitare da seduttore per compiacerne la vanagloria o da giullare per farla divertire magari lasciandosi irridere al disio, e in ogni caso non andare mai più in là rispetto all'amico-ammiratore disposto a dare tutto in pensieri, parole ed opere per la sola speranza, al cavalier servente pronto a tutto per un sorriso, al mendicante alla corte dei miracoli d'amore costretto nell'attesa trepidante della sportula a guardare dal basso verso l'alto colei dal cui solo gesto dipendono il paradiso e l'inferno) perché è evidente come la galanteria altro non sia che una maschera di servitù imposta a tutti gli uomini verso tutte le donne di cui tutto l'oriente ride come ne avrebbero riso i Greci e come il corteggiamento costituisca un residuo di corvée medievale (in cui la parte umile deve offrire e soffrire di tutto per presentare il meglio di sé senza secondi fini, ma nella contentezza di sacrificarsi per un dovere divino, mentre la controparte signorile, dopo aver graziosamente accettato, può a capriccio concedere tutto il bene o tutto il male) indegno di un uomo libero.
Decidano una buona volta se vogliono vivere nel medioevo delle dame, delle giostre e dei tornei ad esse dedicati o nella contemporaneità dei diritti e dei doveri.
E noi uomini moderni dobbiamo smetterla di fare il gioco di chi, prima, ci ha convinti, con favole egalitarie e distorsioni moralistiche e anacronistiche della storia (consistenti nel valutare con i parametri eudemonici e individualisti di oggi le ragioni del mondo anagogico e comunitario di ieri, nel quale gli uomini non avevano affatto la libertà di fare di tutto, ma il dovere di sacrificarsi nel proprio ruolo, esattamente come le donne), a smantellare tutte quelle mirabili strutture (dell'arte come della religione, della politica come della storia, del pensiero come della società), edificate nei millenni dai più forti, dai più saggi, dai più geniali e dai più coraggiosi epigoni maschili (dei grandi popoli indoeuropei fondatori di città e civiltà grazie ai loro valori virili e aristocratici) proprio al fine di permettere agli uomini di compensare tutto quanto in desiderabilità e potere è dato alle donne per natura (dalle disparità di desideri e da quelle psicologiche correlate alla predisposizione all'esser madre) e poi, senza più limiti né remore né regole, fa uso delle proprie armi naturali per raggiungere (sempre dietro il paravento della "parità" formale, anzi a volte pure aiutata da leggi applicate a senso unico contro ogni etica, ogni natura e ogni diritto, come nel caso di aborto, divorzio e violenza sessuale) un'incontrastata preminenza nel “Mondo come Volontà” dei più profondi bisogni esistenziali, sessuali e psichici, per i quali uomini e donne prendono le scelte nel “Mondo come Rappresentazione” del denaro, del lavoro, dei ruoli sociali (gli esseri viventi non sono spinti direttamente, come fa credere il “materialismo storico”, dalle regole e dalle apparenze razionali di soldi, lavoro, e potere, ma, semmai, scelgono di ricercare soldi, lavoro e potere come mezzi per raggiungere l'appagamento dei ben più intimi e atavici bisogni di sentirsi riconosciuti, apprezzati, desiderati, ammirati: chi, come la donna ha spesso già l'appagamento di questi senza passare per quelli, ha un privilegio, non uno svantaggio). Rileggersi Schopenhauer non guasta.
@FlautoMagico said: "Cari uomini italiani, siete tutti teste di minchia, bambini sia a 10 anni che a 40!" (messaggio da un'amica...)
Purtroppo è più vero di quanto si possa pensare...
Certo, vero al di là di quanto si può pubblicamente ammettere, esattamente come tutto quanto Zarathustra disse “Delle donnicciole vecchie e di quelle giovani”
“Tutto nella donna è un mistero e tutto nella donna ha una soluzione: essa si chiama gravidanza. L’uomo è per la donna un mezzo: lo scopo è sempre il bambino. Ma che cos’è la donna per l’uomo? L’uomo vuole due cose: gioco e pericolo. Perciò vuole la donna, come il giocattolo piú pericoloso. L’uomo deve essere educato per la guerra, e la donna per svago del guerriero: tutto il resto è follia. Frutti troppo dolci, questi il guerriero non li vuole. Perciò vuole la donna: perché amara è anche la donna piú dolce. La donna capisce i fanciulli meglio dell’uomo, ma l’uomo è piú infantile della donna. Nel vero uomo, è nascosto un fanciullo: il quale vuole giocare. Su, donne, scopritemi dunque il fanciullo nell’uomo!”
Nietzsche impazzì perché diventare folli era il modo migliore per restare sani in un mondo che aveva ormai sovvertito ogni valore. Io ri-divento fanciullo perché restare immaturi è l'unico modo per maturare in un mondo che ha ucciso ogni senso anagogico dell'essere uomini.
Un mondo quale quello moderno, totalmente effeminato nei valori, materialisticamente egalitario, individualisticamente eudemonico, volto all'utile e al tempo, incapace di definire altro che crimine o follia ogni tentativo di ordinare l'umano secondo i criteri del sacro e dell'eterno, abituato a chiamare favola ogni slancio (fuori dall'io) al nobile, al bello, al grande e all'eroico (quali pure sono eternamente mostrati dall'Eneide, dall'Iliade, dalla Baghavad Gita, dai Poemi Persiani) e pazzia ogni rifiuto dell'illusoria felicità individuale e della patetica fuga dal dolore, inetto a concepire diversamente da una mostruosità un ordinamento sociale volto non ad interessi materiali (ridotti al rango di mezzi) ma al superamento dell'umano (secondo le vie di azione e non azione) e a porre in alto il tipo umano più eccellente in tale superamento (guerrieri e sapienti), disabituato a concepire come vera vita quella spirituale ed ascendente data dal padre (contro quella corporale e conservativa semplicemente materna) non merita uomini.
Se rimango fanciullo rimango, in ogni senso, intoccabile da parte del mondo moderno. Il mio rifiuto a "maturare" è la testimonianza della fedeltà al mondo della tradizione contrapposto a quello moderno.
Si pretende che io mi sforzi di “diventare uomo” sacrificando persino la mia felicità e i miei interessi (i quali consisterebbero nel restare da solo o coi genitori, e nel giocare con la serietà del fanciullo ai giochi che più mi appagano e nel rimanere libero per ogni divertimento ed ogni godimento poligamo della bellezza), per conformarmi a quanto voluto dalle donne moderne e dalla società di oggi. Ma non si può pretendere che io mi sacrifichi per qualcosa in cui non credo, in cui non posso identificarmi e in cui vedo la negazione della mia natura, come una società appiattita sui valori femmineo-pacifistici dell'egalitarismo introdotto nella morale dal cristianesimo e poi fattosi storia con le varie rivoluzioni giacobine, socialiste e femministe. Per me tutto questo è segno di decadenza, come mi mostra la storia.
Questo moderno esaltare la pace e le donne è tipico di chi sa concepire il vivere solo come mera conservazione senza altro scopo da quel pacifico e tranquillo benessere materiale e morale da bestiame bovino voluto in ogni tempo dalla plebe, dalle femmine e dalle vacche. Se fossimo rimasti a questa visione femmineo-pacifistica saremmo rimasti fuori dalla storia, prigionieri della specie, o comunque appiattiti al tutto indifferenziato delle società matriarcali senza classi (incapaci di ordinare il chaos in kosmos, di conoscere valori, bellezze e significati superiori all'illusoria felicità individuale ed alla patetica fuga dal dolore e quindi di fare degli strumenti della tecnica strumenti per un nuovo paradigma).
Se invece siamo passati dalla preistoria alla storia, se in essa abbiamo conosciuto il nobile, il bello, il grande e l'eroico, quali ce li mostrano l'Iliade, l'Eneide, i poemi persiani o la Baghavad Gita, se siamo passati dalle caverne ai palazzi risorgimentali, dalle pitture rupestri al cenacolo, dai suoni gutturali alle liriche immortali, dagli oggetti di pietra alle meraviglie tecnologiche, dal dover cercare cibo e riparo a poter produrre abbondanza e sicurezza, dall'essere determinati e dominati dall'ambiente al poter decidere di esso, di sé, della propria stessa natura e del proprio destino, è stato grazie a quei popoli indoeuropei fondatori di città e civiltà e ai loro valori virili e aristocratici, comportanti la concezione della vita non quale conservazione di sé e ripetizione di forme di vita sempre uguali, bensì quale continuo superamento con il conseguente ordinamento gerarchico in grado di porre in alto il tipo umano in ciò più eccellente (guerrieri e sapienti).
Ora, dopo il compimento di quasi duemila anni di sovversione egalitaria, siamo a un bivio: da una parte, l'ultimo uomo che ha inventato la felicità, l'uguaglianza, i diritti umani, e (conforme alla credenza sulla natura lineare del tempo consustanziale al giudeocristianesimo e sulla hegeliana "necessità storica") sogna di far terminare la storia in un verde pascolo in cui tutti sono felici (e uguali) poiché non succede più nulla, dall'altra parte il superuomo che vuole provocare una frattura nel tempo della storia e rigenerare quest'ultima, conformemente ad una visione sferica del tempo (in cui il più antico mito è meta e modello per il futuro).
Superfluo rimarcare come nel primo caso l'umanità ricadrebbe prigioniera della specie, ovvero di una vita quale mera ripetizione di forme sempre uguali (in particolare forme eudemoniche e demoliberali), perdendo la qualità peculiare (che l'ha contraddistinta nei tempi storici))di poter continuamente modificare la propria stessa natura, non cristallizzandone una ma riprendendo di volta in volta dagli altri animali l'uno o l'altro aspetto secondo la propria volontà e le proprie necessità, mentre nel secondo compirebbe un salto di livello qualitativo paragonabile a quello fra uomo naturale e uomo storico (ecco il terzo uomo).
In tale caso non possono non essere meta e modello per il futuro i valori fondamentali (etico-spirituali) della Grecia omerica, di Roma, della Persia iranica, dell'India dei veda, della Germania sacra e imperiale e di tutte quelle "genti eroiche" capaci di compiere imprese esprimenti forza, coraggio e splendore più che umani e tali da fondare città e civiltà, di generare opere di grandezza, potenza e durata degne degli dei e tali da costituire il mito fondativo di intere epoche, di concepire nell'arte come nella religione, nella politica come nella storia, nel pensiero come nella società, strutture mirabili nate per misurare i millenni e non essere raggiunte dai contemporanei né superate dai posteri.
Perchè dovrei arrendermi nella sfera etico-spirituale?
Perchè dovrei accettare come fonte del valore e come definizione di bene quanto proposto da chi, per odio e invidia verso ciò che era in alto e tendeva verso l'alto (come dimostrano le fasi ascendenti della storia e della civiltà segnate dal principio solare e apollineo della Grecia, di Roma, dell'India dei Veda, della Persia degli Arii), ha distrutto ciò in cui avrei potuto identificarmi? Perché dovrei accettare la resta totale alla sovversione?
Come nei riguardi della sovversione cristiana dei valori Nietzsche continua a rivendicare come bene quanto è sinonimo di forza, guerra, rischio, coraggio, aristocrazia, selezione, vita ascendente, disinteresse per l'eudemonia e malora per i malriusciti, contro ogni spirito dei tempi, così anche rispetto a questa sovversione femminea (che del cristianesimo e dell'egalitarismo è proseguimento) io continuo ad affermare come bene e come fonte di valore e diritto quanto è virile e aristocratico in senso eminente, contro ogni tendenza egalitaria di ieri e di oggi (certo che il domani apparterrà a noi anti-moderni e anti-umanisti, costi quello che costi in termini di "felicità individuale" e "dolore umano").
Per me la fonte del valore rimane spirituale e ascendente come nel mondo virile e aristocratico dei grandi popoli indoeuropei fondatori di città e civiltà, rispetto a cui femminismo e giudeo-cristianesimo sono chiari elementi di decadenza storica, estetica, morale e psicologica.
Rifiutandomi di divenire "uomo" come lo pretenderebbe il mondo moderno, mantengo del fanciullo la (per i contemporanei, pericolosa) furia dionisiaca capace di creare e distruggere mondi, ovvero quanto servirà, una volta distrutto il mondo attuale, per generarne uno nuovo.
Dopo il post scritto dal saggio beyazid ci vorrebbe un attimo di pausa, ma io dopo aver letto 4 pagine di questo post nn posso evitare di dire questa ovvietà,
Free vuol dire gratis o libero ... quindi il sesso free è solo quando da ragazzi si incontra una tipa a scuola che tra varie menate si tromba.... entrambi per sperimentare e senza troppi pensieri ...
Poi andando avanti con l'età cè la consuetudine e piacere a sentirsi cavaliere e cmq pagare cena o albergo / viaggi ecc. e avendo soldi a disposizione , quasi tutti cadono nel circolo vizioso dell'indirect pay .. ovvero ottenere sesso indirettamente, ma creando l'atmosfera o situazione.
Andando ancora avanti con l'età e le possibilità economiche , in molti si accorgono che pagando direttamente la donna , Pay , si accorciano i tempi e diminuiscono le rotture....
Ovviamente questo vale per la massa, ogni uno puo raccontare la sua esperienza , ma riportando le parole di un collega
''Il discorso comunque da facile che può sembrare è in realtà complesso, perché non é sempre possibile capire quando ci sia o no il doppio fine, l unico dato certo e Scientifico é a mio parere il fatto di PAGARE oppure NO''
@FlautoMagico
Se sei arrivato fino a lì sei stato molto bravo e pertinace come lettore. In altri forum mi leggevano solo le prime due righe o mi rispondevano aprioristicamente.
@Beyazid_II secondo me se dedicassi tutto questo tempo che impieghi a scrivere quei messaggi verso una donna (di qualsiasi nazionalità), ora saresti felicemente sposato.
Forse prendi troppo seriamente alcuni interventi ironici di molti utenti.
Niente di personale.
@Beyazid_II ho letto le tue riflessioni, dimostrano una cultura molto superiore alla media, alcuni passaggi mi hanno fatto rifletter profondamente.
Purtroppo questo non è il tipo di forum ed il tipo di utenza con cui potrai intavolare una discussione a questo livello. Anche se quello che hai scritto è tutto giusto e perfetto.
Un abbraccio anzi tre
@bobreport said: @Beyazid_II secondo me se dedicassi tutto questo tempo che impieghi a scrivere quei messaggi verso una donna (di qualsiasi nazionalità), ora saresti felicemente sposato.
Forse prendi troppo seriamente alcuni interventi ironici di molti utenti.
Niente di personale.
Credi tu che non l'abbia fatto, in gioventù?
Purtroppo il motto "carmina non dant panem" si completa oggi con "neque ficas".
D'altronde, anche il Leopardi venne trattato con sufficienza dalle melanzane dell'epoca, tanto da finire per rivolgere "quei messaggi" alle vaghe stelle dell'Orsa. Dire la verità e amare le donne sono cose evidentemente inconciliabili. Il controesempio letterario dannunziano vale solo perchè il Vate rappresentava l'accesso allo "star system" dell'epoca, non perchè le sue amanti potessero davvero essere attratte dai suoi paradisiaci poemi.
Vent'anni fa ne soffrivo, oggi me ne rallegro. Se fossi sposato, in questo occidente, penserei subito al suicidio (o alla fuga ad oriente).
@emii said: @Beyazid_II ho letto le tue riflessioni, dimostrano una cultura molto superiore alla media, alcuni passaggi mi hanno fatto rifletter profondamente.
Purtroppo questo non è il tipo di forum ed il tipo di utenza con cui potrai intavolare una discussione a questo livello. Anche se quello che hai scritto è tutto giusto e perfetto.
Un abbraccio anzi tre
Grazie, ma mi stai rispondendo con le stesse argomentazioni che mi venivano rivolte quando, più di dieci anni fa, postavo (con questo nick, e, prima ancora, col nick del coevo Papa Borgia) sul forum concorrente.
Ed io rispondo ora come allora: rispetto ai luoghi della cultura ufficiale, il bordello virtuale ha il vantaggio della disposizione d'animo alla sincerità. Parlare di filosofia in un forum di filosofi, oltre che banale, rischia di diventare intollerabile per il livello di politicamente corretto raggiunto oggi.
P.S.
Non è mia intenzione intavolare discussioni filosofiche su questo forum. Siamo in un luogo dato al divertimento. Quando però sento donne che criticano il nostro divertimento con argomentazione che pretenderebbero di essere "educative", faccio fatica a trattenermi dal dimostrare che né io né gli altri colleghi qui hanno necessariamente qualcosa da imparare dalle "maestrine".
@bobreport said: @Beyazid_II perché non ti metti con una bella asiatica se non sopporti le occidentali (e qui condivido la tua posizione)?
Non hai capito: non sopporto il femminismo imperante in occidente, non le donne occidentali in quanto tali. Il mio sogno estetico si è comunque formato in Europa: pur apprezzando molti aspetti dell'Oriente, non sono amorosamente attratto dalle sue donne.
E poi non voglio darla vinta alle femministe che vorrebbero rendermi inaccessibili, in occidente, le fanciulle di bellezza tanto "alta e nova" da essere soltanto sognate di notte guardando alla luna o di giorno ad occhi aperti mentre passan per via (raro) o sfilano in televisione.
Ma qua, più che dei miei gusti personali, non si dovrebbe discutere se sia meglio raggiungere tali fanciulle con il pay o con il free (o, meglio, l'indipay)?
@loveplay said:
La donna giapponese come dedizione al marito è il massimo che possa esistere eventualmente si può ripiegare sulla donna moldava.
Anche con voi non ci capiamo. Io non rimpiango una "devozione" da stereotipo di donna sottomessa ottocentesca (e lasciamo stare quanto tale immagine sia stata falsificata dal femminismo). Mi accontenterei di quel rapporto veramente paritario che, almeno per gioco, avevo da bambino con le bambine e, almeno qui da noi, svanisce non appena le femminucce capiscono di .... essere tali.
@emii said: @Beyazid_II ho letto le tue riflessioni, dimostrano una cultura molto superiore alla media, alcuni passaggi mi hanno fatto rifletter profondamente.
Purtroppo questo non è il tipo di forum ed il tipo di utenza con cui potrai intavolare una discussione a questo livello. Anche se quello che hai scritto è tutto giusto e perfetto.
Un abbraccio anzi tre
Grazie, ma mi stai rispondendo con le stesse argomentazioni che mi venivano rivolte quando, più di dieci anni fa, postavo (con questo nick, e, prima ancora, col nick del coevo Papa Borgia) sul forum concorrente.
Ed io rispondo ora come allora: rispetto ai luoghi della cultura ufficiale, il bordello virtuale ha il vantaggio della disposizione d'animo alla sincerità. Parlare di filosofia in un forum di filosofi, oltre che banale, rischia di diventare intollerabile per il livello di politicamente corretto raggiunto oggi.
P.S.
Non è mia intenzione intavolare discussioni filosofiche su questo forum. Siamo in un luogo dato al divertimento. Quando però sento donne che criticano il nostro divertimento con argomentazione che pretenderebbero di essere "educative", faccio fatica a trattenermi dal dimostrare che né io né gli altri colleghi qui hanno necessariamente qualcosa da imparare dalle "maestrine".
Mi hai frainteso. Io leggo con piacere i tuoi contenuti e spero continuerai a pubblicarli.
Mi limito ad avvisarti, ma dato che già frequentavinil forum con altri nomi immagino già lo saprai, che le persone qui ti risponderanno spesso con un monorigo dopo aver letto le prime 2-3 righe di quello che hai detto
La soglia di attenzione qui è molto bassa. Ma tu prosegui, io ti leggerò sempre
complimenti per le solide letture su cui si basano le tue riflessioni
sui contenuti - che condivido solo in parte - ci sarebbe molto da discutere ma questa non è la sede adatta
dico solo che nei contenuti ci vedo molto del pensiero di evola sulla sessualità
Ed io che credevo di essere rimasto fedele alla "Terra" ed a Nietzsche....
Ho "dovuto" leggere Evola nel fondo del periodo peggiore di crisi esistenziale nel quale la martellante campagna mediatica filofemminista, da un lato, e la scoperta di come il cancro antimaschile si annidasse anche in quella che, almeno virtualmente, pareva una "principessa", dall'altro, mi avevano precipitato.
Mi serviva un mito solido da contrapporre a quello matriarcale.
Quando la controparte muove ogni suo discorso di fondo da assunti indimostrabili, difatti, la dialettica puramente razionale risulta inservibile. Serve un discorso mitopoietico che "falsifichi" a nostro vantaggio quello che la controparte ha falsificato per i propri opposti scopi.
Passata l'infatuazione delle letture, sono tornato a concepire il mito (anche la Tradizione raccontata da Evola è "mito" in questo senso) per quello che è: propaganda di guerra (una guerra che, fra l'altro, non sono stato io a dichiarare, ma il Femminismo).
Già questo uso strumentale del mito (oltre, probabilmente, a farmi dare del "nichilista") mi pone molto più vicino all'autore della "Genealogia della Morale" che a quello di "Gli uomini e le rovine".
Io non credo che possa esistere davvero una verità senza l'io irripetibile che la vive: credo solo che, almeno per me, le verità "patrilineari" siano più "vivibili" di quelle "matrilineari" (basti pensare a quanto sia invivibile in natura l'esistenza dei maschi di società matriarcali come quella degli elefanti e a quanto sia stata ben vivibile, invece, per le "dame" una società tacciata di "patriarcato" come quella dell'Ottocento dei Romanzi).
Io non credo davvero che esista un albero con le radici nel cielo: sono semplicemente convinto che tale visione del mondo produca (e la storia dal Neolitico mi è testimone) risultati migliori rispetto a quelli apportati dall'opposta concezione della "matrice cosmica" da cui ogni individuo dirama e a cui ogni individuo ritorna dopo un'esistenza effimera.
Rimprovero ad Evola di andare troppo indietro nel ricercare il "Principio", quando a noi Latini basterebbe riferirci all'epoca storica della Roma Repubblicana per avere un riferimento (senza bisogno di richiamare una presunta "Tradizione Unica", addirittura precedente al Matriarcato, che si rifà al pensiero di Guenon e che rischia, a mio avviso, di fare un polpettone fra visioni del mondo inconciliabili). Non esiste oppositore che possa sostenere la nostra stirpe aver avuto una classe dirigente migliore di quella dei tempi dei Fabi (tanto è vero che le fondamenta di quello Stato Romano sopravvissero alla stessa costituzione repubblicana e ai disastri dei vari imperatori). Che bisogno c'è di tirare in balo Arjuna o un presunto "tipo nordico" originario con discorsi che, ad occhi profani, peraltro, ci fanno sembrare una versione europea del Ku-Klux-Klan?
Non seguo più Evola da quando ho avuto a che fare con studenti indiani (se i migliori "prodotti" della società divisa in caste sono quelli che mi ritrovo agli esami, evviva la mescolanza!). D'altronde, non credo che il Barone sarebbe molto contento di essere citato in questo contesto.
Lo zio Friedrich, invece, sarebbe magari entusiasta di questo modo di concepire una "Gaia Scienza"...
P.S.
I miei riferimenti sulla sessualità si rifanno alla "Metafisica dell'Amore sessuale" di Schopenhauer piuttosto che alla "Metafisica del Sesso" di Evola. Per quanto riguarda invece la mia opinione sul tempo storico, nasce dalla lettura (fortuita, non posso spiegare di più) di un autore semi-sconosciuto come Giorgio Locchi. La migliore citazione evoliana che ricordi è quella che accosta il corteggiamento alla "prostituzione psichica". E' diventata il mio mantra.
evolianamente parlando mi pare che ti poni nella posizione esistenziale di 'in piedi tra le rovine' opponendoti alla decadenza moderna del maschio
Semplicemente, mi pongo nella posizione di Schopenhauer nell'arte di essere felici: vita serena ed autarchica. Certo che se la mia serenità viene quotidianamente molestata da proclami del genere "le donne sono superiori" o "dobbiamo venerare il matriarcato", so bene come rispondere.
ma evola offre anche l'alternativa esistenziale di 'cavalcare la tigre' ovvero di usare questa decadenza ai propri scopi
usare il denaro - il dio più alto del nostro tempo - per riacquisire posizione dominante nei confronti della donna
non parlo delle professioniste del sesso - sempre esistite - ma delle donne in generale
perchè il dio del femminismo è un dio minore che si frantuma in mille pezzi di fronte al dio del denaro
'cavalcare la tigre' non credendo nel dio del denaro ma usandolo a proprio vantaggio in un mondo in cui i vecchi dei sono morti o si sono ritirati
Questo è il piano che avevo venti anni fa. Purtroppo, non essendo divenuto né ricco né famoso, nè tantomeno potente, non mi è possibile cavalcare alcunché.
P.S.
Anche rivolgersi alle professioniste, per via tanto delle leggi femministe dilaganti in Europa, quanto della crisi economica (acutissima qui in Italia) diviene sempre più difficile.
Più in generale, non basta più avere denaro (nemmeno tanto denaro), nel momento in cui la società occidentale rende questo non più un'arma nelle nostre mani per bilanciare quella della bellezza, ma un bottino che la bella donna può rubarci tramite le solite leggi a senso unico (vedi la deriva sulle molestie, i risarcimenti, i mantenimenti, il divorzio, ecc.).
Arrivati a questo punto, la tigre da cavalcare per un uomo occidentale potrebbe essere soltanto (ma temo che pochi lo capiscano e ancor meno avrebbero il coraggio di cavalcarla) il radicalismo islamico. Carta rischiosa, certo, ma non vedo altri "barbari" per "dare una spinta" all'occidente decaduto ed effemminato.
Nel frattempo, conviene continuare a dormire sonni da fanciullo.
Perfetto, ma per fare così occorre preservare il proprio denaro
Esempio 1 :Asia centro commerciale(MALL) vedo una bella ragazza seduta da sola su una panchina,mi avvicino e "attacco bottone" e dopo le solite cazzate la invito a prendere un caffè. Lei accetta È molto timida e con la giusta delicatezza riesco a scambiare i contatti e organizzare un incontro per il dopo-cena ed eventuale discoteca.Pago il conto e la saluto con un bell abbraccio e un bacio sulla guancia (ho stabilito il contatto fisico).Proseguo il pomeriggio e torno al mio alloggio e mi sorge un dubbio: non è che sta tipa è una libera professionista? Ripercorro tutti i passaggi dell'incontro come in una partita di carte e sento due vocine venirmi in aiuto:una mi dice "stai attento c'è qualcosa sotto è stato tutto troppo facile,sei lontano da casa ti stai mettendo nei guai,ti chiederà un sacco di soldi,è una prostituta" l'altra che mi dice" guardi troppi film è mai possibile che la ragazza si stesse solo guardando un po' attorno mentre stava scroccando il wi-fi ".Cosa sarebbe meglio fare in questo caso?
certo per 'cavalcare la tigre' nella sessualità il denaro non basta ed è solo uno strumento
per aggirare le trappole che hai citato serve anche una strategia improntata alla flessibilità nei rapporti e alla globalizzazione della ricerca della gnocca
insomma comportarsi nella competizione sessuale in corso come il capitale postmoderno che va alla ricerca del massimo rendimento mantenendo il massimo della flessibilità
puntare sul radicalismo islamico sperando di provocare una reazione occidentale verso il ritorno del patriarcato mi sembra il contrario di cavalcare la tigre
ma anzi un tentativo di affrontarla destinato alla sconfitta nel kali-yuga attuale dal punto di vista tantrico che condivido
Domanda :Visto che sabato sera sono stato invitato ad un party privato dove ci sarà una folta presenza di ragazze UCRAINE come devo comportarmi?(sono l'unico italiano) la loro mentalità è a me sconosciuta,è meglio puntare al sodo o racimolare più contatti possibili e poi farci serata in seguito? Non sto più nella pelle sto facendo il conto alla rovescia...
@loveplay said: Domanda :Visto che sabato sera sono stato invitato ad un party privato dove ci sarà una folta presenza di ragazze UCRAINE come devo comportarmi?(sono l'unico italiano) la loro mentalità è a me sconosciuta,è meglio puntare al sodo o racimolare più contatti possibili e poi farci serata in seguito? Non sto più nella pelle sto facendo il conto alla rovescia...
Se sei in italia, in genere un folto gruppo di ucraine lo puoi trovare nei parchetti intorno all'ora si pranzo: sono le badanti che fanno la pausa e si mangiano un panino.
Quindi sei stato invitato a una festa di badanti? In quel caso di che hai la nonna a cui serve assistenza e vedrai che avrai subito il loro interesse e il numero si telefono 😂😂😂
Forse non mi sono spiegato bene:si tratta di party dove si ritrovano persone provenienti dall'Ucraina,marito moglie e figlie, coppiette,gruppi di soli maschi,gruppi di sole femmine dove si mangia, si balla e si beve wodka e spero ci si diverta.La mia domanda era per capire il carattere delle ragazze ucraine visto che c'è gente su questo forum che ha molta esperienza con questo tipo di donne.Io conosco molto bene la Polonia, ma basta vedere la differenza che c'è tra nord e sud Italia per capire che dalla Polonia alla Russia all Ucraina ci siano diverse mentalità.Poi che siano donne delle pulizie,badanti ,commesse o appena arrivate in Italia e quindi in cerca di lavoro a me sinceramente non interessa come non mi interessa il conto in banca dei miei amici/amiche.
@bobreport said: @Beyazid_II secondo me se dedicassi tutto questo tempo che impieghi a scrivere quei messaggi verso una donna (di qualsiasi nazionalità), ora saresti felicemente sposato.
Forse prendi troppo seriamente alcuni interventi ironici di molti utenti.
Niente di personale.
chi l ha detto che essere soposati sia essee feici??io sui giornali leggo spesso di disgrazie variein ambito matrimoniale ,non ho mai letto zitello puttaniere fa una strage oppure tizio si suicida in fkk
@itaconeti voler ottenere il max del rendimento col minimo della flessibilta direi che ho ragione io bisogna fare i puttanieri inclliti,poi radicalismo islamico per il ritorno al patriarcato,non succedera perche fra molto tempo gli islamici saranno come noi occidentali(potere del dio denaro e dei mezzi di comunicazione e cioè internet)
certo per 'cavalcare la tigre' nella sessualità il denaro non basta ed è solo uno strumento
per aggirare le trappole che hai citato serve anche una strategia improntata alla flessibilità nei rapporti e alla globalizzazione della ricerca della gnocca
insomma comportarsi nella competizione sessuale in corso come il capitale postmoderno che va alla ricerca del massimo rendimento mantenendo il massimo della flessibilità
Magari ammantarsi di un'immagine pubblica liberal-progressista, fingere di essere un sostenitore del "girl-power", arrivare a finanziare le campagne elettorali di canditati (e candidate) più in sintonia col demo-femminismo, e poi usare il denaro creato con gli estremismo "cul-turali" dello show-business tanto per crearsi un impero personale di potere e prestigio quanto per trombarsi ogni aspirante attrice-modella?
Ma questo è un tentativo già fallito, in senso letterale:
Il povero Weistein pareva aver "cavalcato la tigre" (e non solo...) proprio nel senso indicate da te, eppure i suoi miliardi, i suoi agganci in politica, il suo incontrastato potere sui media cinematografici non sono serviti a non farsi disarcionare da quattro sciacquette (altro che tigri!) pentitesi ex-post di aver ottenuto corsie preferenziali nello spettacolo in cambio di favori particolari a letto.
Se uno come lui non ha potuto difendersi da donne che. in un mondo normale, dovrebbero avere meno credito di quello concesso a Clodia (la "Lesbia" di Catullo) nel processo contro Roscio difeso da Cicerone, come pensi potrebbe difendersi uno qualunque di noi, senza un millesimo di quel denaro, di quel potere, di quella fama?
Bada che non c'è una sola "prova oggettiva" contro questo presunto "mostro", c'è solo la parola invidiosa e rancorosa (Nietzsche direbbe: il Ressentiment) di ex-fanciulle con la bellezza da rose appassite e il carattere protervo da gramigne. E l'accusa principale (altrimenti sarebbe già in galera) non è tanto l'aver "avuto sesso senza consenso" (accusa da cui, pur fra mille difficoltà, ci si potrebbe comunque, almeno in via teorica discolpare), quanto (e qui dobbiamo stare attenti) l'aver l’aver usato fama, cultura e potere per ottenere una probabilità non nulla che un’attrice in cerca di fama, denaro e successo si disponesse (di buon grado) a concedergli i più intimi favori (in un do ut des).
In altre parole, è dipinto come "brutto costume da cancellare" proprio l'unico costume possibile per l'uomo, stando le cose quale esse sono nella biologia, posto che non si voglia vivere perennemente infelici ed inappagati (nonché potenzialmente tiranneggiabili, come tutti i bisognosi) nella sfera sessuale e da lì, tramite i ben noti meccanismo della psicanalisi, in tutto.
Se vuole sperare di avere un rapporto non dico certo di dominio (sia detto di passaggio: sono le donne ad usare il sesso per ottenere potere mentre noi, semmai, usiamo il potere per ottenere sesso, a dimostrazione di come le accuse femministe siano una chiara applicazione di quanto certi psicanalisti chiamano "teoria dello specchio"), ma di parità effettuale, l'uomo, di fronte alla bella donna, deve essere sempre nella posizione di offrire qualcosa (sia esso l’accesso, tramite unione/fidanzamento/matrimonio, ad uno stile di vita superiore, la promessa, tramite una posizione di prestigio/potere nella società, di una facile carriera in un mondo all’apparenza dorato, o, tramite il “sacro antichissimo culto di Venere prostituta”, soldi immediati e facili) verso cui ella sia mossa da bisogno e brama di intensità ed ineluttabilità pari a quanto da lui provato verso le di lei grazie, altrimenti resterà sempre e solo un "uomo episodico", uno specchio su cui provare l'avvenenza o un pezzo di legno innanzi a cui permettersi di tutto (qualsiasi provocazione sessuale o meno, qualsiasi tensione emotiva, qualsiasi irrisione al disio, qualsiasi umiliazione pubblica e privata, qualsiasi ferimento intimo, qualsiasi riduzione al nulla, qualsiasi inflizione di sofferenza del corpo o della psiche, di inappagamento fisico e mentale degenerante in ossessione, di disagio da sessuale ad esistenziale), un attore costretto a compiacere con recite da dongiovanni la vanagloria femminile o un giullare cui irridere nel disio, uno fra i tanti pronti a dare tutto in pensieri, parole e opere (per non dire dignità, recite, offerte materiali e morali e sopportazioni di patimenti e inappagamenti) in cambio della sola speranza, un cavalier servente pronto a tutto per un sorriso, un orante che miri dal basso verso l'alto chi in maniera imperscrutabile può decidere del suo paradiso e del suo inferno, un mendicante alla corte dei miracoli che attende di ricevere ciò di cui sente bisogno, un punching-ball sessuale, insomma, per gli allenamenti delle stronze.
E questo, si badi bene, non perchè le donne siano particolarmente "cattive" (ovvero più cattive di qualunque essere umano si trovi realmente nella condizione di poter infierire sull'altro o comunque di esercitare una forza contrattuale infinitamente superiore a quella subita), ma semplicemente perchè godono del privilegio di natura di ricoprire il privilegiato e "comodo" ruolo di selezione della vita (simboleggiato, come mi disse una mia cara amica biologa, dall’ovulo che se ne può stare fermo e comodo ad attendere, o, con altra metafora, dall’ape regina, che attrae e si fa seguire per poi “scegliere”) mentre possono ben lasciare a noi quello ingrato e "faticoso" di propagazione della stessa (ben raffigurato dai “numerosi e sacrificabili” spermatozoi che corrono e competono fra sciagure, affanni e rischi, come dai cervi costretti a scontrarsi ed incornarsi per emergere socialmente ed avere quindi accesso alle femmine ed alla perpetuazione di sé nella prole).
Non sono tanto le accuse e le minacce di Asia Argento (più brutta del padre: se mi si infilasse di notte nel letto non chiamerei i carabinieri per denunciarla per molestie, chiamerei direttamente l'acchiappafantasmi) e compagnia che ci devono spavantare, ma il credito che la loro visione del mondo rischia sempre di più di avere su ragazze che altrimenti non sarebbero affatto così arpie e, soprattutto, su chi determina leggi e costumi.
Non manca davvero molto ad una deriva sociale per cui anche i saggi, illuminanti, divertenti ma razionalmente equilibratissimi consigli di un maestro assoluto quale Flauto Magico su come cercare, seguire ed ottenere la bellezza femminile (sia detto fra parentesi, la sua eccellenza nella moderna Ars Amandi rifulge dai suoi racconti più dell'originale in versi di Ovidio. ma l'intelligenza che traspare dai suoi post è affilata come una corda tesa su un abisso: chiunque dovesse cercare di imitarlo, senza la sua finezza intellettuale ed il suo equilibrio emotivo, rischierebbe di cadere, da una parte o dall'altra, nella rinuncia o nella denuncia) saranno considerati "politicamente scorretti" o addirittura "incitamento alla discriminazione/molestia".
Si dice che il mondo sia in mano al denaro ed alla finanza (lo dico anch'io). Eppure uno Strauss-Kahn (altra vittima del femminismo cui va la mia piena solidarietà di uomo, al di là delle divergenze politico-ideologiche), capo del Fondo Monetario Internazionale (non di una qualsiasi "Banca Etruria"!) è passato dalla possibile Presidenza della Francia (!) al carcere (anche se assolto in penale, ha ora la vita azzerata per più di un motivo socio-economico) per un'accusa basata sul nulla formulata da chi (cameriera mussulmana) aveva mille motivi per mentire (non ultimo, l'antisemitismo silenzioso ma fattuale che - nessuno me lo toglierà dalla testa dato che pare il comun denominatore di tutte le accuse nazifemminste a uomini "eccellenti" di quell'ambiente: Weistein, Strauss-Kahn, Polanski, Allen etc. - cova - forse come reazione irrazionale più che come retaggio culturale - sotto le ceneri del più fiammeggiante e politicamente corretto "antirazzismo"). Poteva egli muovere le leve finanziarie del mondo intero e decidere della sorte di interi stati. Ebbene, l'occidente femminista ha deciso la sua sorte con una cameriera che, nelle "normali" gerarchie sociali del turbocapitalismo, se non fosse nata per caso femmina, sarebbe un piccolo ingranaggio del sistema senza rilevanza nè tantomeno potere ricattatorio.
Devo fare altri esempi?
Per capire che, dietro il "velo di Maya" della democrazia liberale, viviamo in un regime totalitario femminil-femminista, ci sono tutti gli estremi: possibilità di essere arrestati a caso come nella Polonia occupata dai Nazisti, sub-cultura della "colpa collettiva" inconciliabile con i principi dello stato liberale di diritto e degna delle persecuzioni ideologiche da Robespierre a Hitler, impossibilità di una adeguata difesa in tribunale da un'accusa ritenuta "provata" dal solo fatto di essere stata ben formulata - una via giudiziaria a metà fra il processo per stregoneria nel quale la negazione dell'accusa era un'ulteriore prova di colpa, una "ennesima offesa a Dio" e quello sommario del terrore giacobino in cui era l'imputato a dover dimostrare di non essere "nemico del popolo" - probabilità di essere destituiti dai propri incarichi più o meno pubblici - vedi l'ingegnere di Google l'anno scorso o il rettore di Harvard qualche annetto fa - per opinioni (o semplici spiegazioni) non conformi all'ideologia dominante,
Di cosa abbiamo ancora bisogno per, se non combattere, almeno scappare via? Che ci ritirino il passaporto perchè colpevoli di "cercare sesso a pagamento" (e in Norvegia questo è già previsto da dieci anni!)?
Senza offesa, ma il "cavalcare la tigre" a questo modo, in questo mondo, con queste evidenze, mi sembra sinistramente simile al tentativo del padre del protagonista dei "Giardino dei Finzi-Contini" di convincere il figlio che "le leggi razziali sono sì gravi ma tutto sommato sopportabili" ed "è ancora possibile, con le giuste furbizie, i giusti agganci e le giuste ricchezze, vivere felicemente". Per fortuna che il figlio è scappato e che qualcuno ha provveduto a distruggere con la guerra l'ideologia persecutoria.
puntare sul radicalismo islamico sperando di provocare una reazione occidentale verso il ritorno del patriarcato mi sembra il contrario di cavalcare la tigre
ma anzi un tentativo di affrontarla destinato alla sconfitta nel kali-yuga attuale dal punto di vista tantrico che condivido
Si vede che sono negato per l'insegnamento. Non mi sono fatto capire neanche da voi. Una reazione occidentale verso il ritorno ad una forma vagamente riconducibile al "patriarcato" (del genere di quello neanche tanto velatamente voluto da una anarchica come Oriana Fallaci o da una antropologa come Ida Magli, non a caso donne innamorate del padre) sarebbe il contrario di cavalcare la tigre e non solo fallirebbe, ma non sarebbe neppure possibile nel contesto attuale (ma neppure auspicabile, dato che del mondo dei nostri veri Padri sarebbe solo la caricatura farsesca e retorico-fascista).
Il mio "cavalcare le tigre" si riferiva, invece, proprio alla azione dei popoli islamici contro l'occidente demo-femminista. Per questo dicevo che servono immaginazione e coraggio difficilmente reperibili fra noi "ultimi uomini" amanti della conservazione delle idee e della vita. Dovremmo accettare la distruzione (forse anche fisica oltre che ideologica, se pensiamo a quello che l'ISIS ha fatto a Palmira) di quello che resta dell'eredità classica, delle nostre statue, dei nostri palazzi, delle nostre ville, delle nostre città, delle nostre lingue, dell'intero Rinascimento, dello stato di diritto (se ne rimane ancora qualcosa con quanto ho detto sopra), dello stesso benessere materiale (se non arriva prima a togliercelo la globalizzazione). Dovremmo, insomma, accettare che l'Europa non sia più la figlia (per quanto illegittima) della Grecia e di Roma. Serve, in altre parole, il coraggio di negare il nostro "io" (la prova suprema, vero?).
Serve, inoltre, l'immaginazione. Dobbiamo riuscire a vedere che oltre la distruzione completa di quanto restava del nostro mondo ci sarà (per quanto lontana, lunga, difficile e faticosa) la ricostruzione di un mondo nuovamente vivibile per l'uomo. L'occidente è troppo invaso oggi dal cancro femminista perchè possa essere salvato. Perchè noi possiamo anche solo voler salvarlo. Sacrificare noi perchè una "oltre-umanità" (che probabilmente non saranno i nostri nipoti, sicuramente non dal punto di vista biologico) possa vivere. Non è forse il primo significato dell'eroismo che un lettore della "Nascita della Tragedia" dovrebbe aver colto?
Sembra una allucinazione e non lo è.
Allucinazione è pensare di poter ancora convivere con l'iniquità rosa. Allucinazione è considerare di poter ristrutturare l'edificio dell'attuale occidente secondo una forma vivibile per noi. La demolizione è l'unica via praticabile.
Remore a distruggere la nostra stessa casa come in una versione in grande di "Fight-Club"? Non dovremmo averne. Il destino della nostra casa è stato segnato duemila anni fa, quando è partita la sovversione dei valori denunciata dal Nietzsche dell'Anticristiano.
Certo, non tutto in seguito è stato da buttare, il Cattolicesimo Romano qualcosa ha generato di ascendente (l'Umanesimo-Rinascimento in primis), ma solo nella misura in cui era ancora un patto fra sovversione cristiana originaria e spiritualità indoeuropea tradizionale in cui la prima contava solo in ambito morale-religioso (e spesso in maniera soltanto strumentale), mentre la seconda parte aveva una preminenza nelle decisioni della filosofia e della politica (altrimenti non sarebbero esistite le aristocrazie guerriere del medioevo). Con la Rivoluzione Francese questo patto si è rotto (la sovversione si è fatta politica) e, paradossalmente, proprio quando il mondo ha creduto di "uccidere il vecchio di biblico", i principi egalitari di questo si sono impadroniti delle nostre vite, dei nostri pensieri, dei nostri valori-guida. Possiamo dire che l'Europa è diventata veramente "cristiana" proprio quando i giacobini hanno iniziato a bruciare chiese e a perseguitare preti. Ora siamo noi a dover vivere nelle catacombe, ma con noi non intendo solo "noi ultimi epigoni del mondo della tradizione evoliano o della vita ascendente nietzscheana", intendo TUTTI noi "maschi, bianchi etero". Non è questo "ghetto virtuale" in cui stiamo ragionando di filosofia già di per sé stesso una "catacomba" rispetto ai luoghi dove si "fa cultura" ufficialmente?
Guardavo l'agghiacciante serie televisiva "here and now" dove ben si evidenzia come l'indottrinamento subito dalle nuove generazioni Yankee fin dalle scuole: non più alunni seduti ai banchi di fronte ad un'insegnante che spiega basandosi su testi scientifici di studiosi, ma tutti in cerchio, seduti sopra i banchi a discutere con l'insegnante basandosi sulle vaghe idee di "antirazzismo", "antifascismo" e "anti-discriminazione" imparate dai media, da Hollywood e dai cortei post-sessantottini.
Un ingenuo ragazzo (bianco, biondo, etero, con probabilmente quella che è la sua ragazza non femminista, a fianco), dopo aver tentato di ribattere timidamente ma razionalmente alle solite accuse colpevolistico-anacroniste dell'arpia femminista ("C'è qualcosa di cui non vi dovremmo incolpare?". "voi maschi", "voi maschi bianchi", "voi maschi bianchi etero", precisava continuamente il coro delle compagne), finisce per essere costretto ad iniziare un discorso con "io sento personalmente di dover chiedere scusa per la storia" (non so cos'abbia detto dopo perchè a quel punto ho fatto partire la trasmissione sullo skybox di "Guerra e Pace", tanto per spostarmi in Russia).
Ora, se è questionabile che ognuno di noi possa sentirsi in diritto di "vantarsi" per quanto non lui personalmente ma i propri avi (o quanti si suppongono essere tali) hanno compiuto nei secoli della civiltà europea (come vorrebbe un vetusto principio presunto-aristocratico che nei fatti ha portato alla decadenza una nobiltà adagiata sugli allori), è del tutto fuori discussione che il MERITO di aver fatto passare l'umanità dalla preistoria alla storia (con la "Rivoluzione Neolitica", che avevo sommariamente descritto nei miei precedenti interventi nel punto in cui Flauto Magico ha smesso di leggere, e che non sarebbe stata concepibile senza il superamento del principio "mesolitico" dell'uguaglianza matriarcale nella specie, senza una "vis-roboris" in grado di trasformare il tutto-indifferenziato del "marmo umano" primordiale in una statua dotata di bellezza, significato e senso a immagine e somiglianza dell'artefice col martello che decide cosa debba appartenervi e cosa debba essere ridotto in polvere, senza un nuovo principio "divino" che contempli la possibilità di differenziare - loro direbbero "discriminare" - cui la differenziazione dei ruoli e dei lavori è solo il riflesso materiale), dall'essere determinati dalla natura al poter determinare la propria stessa natura (l'uomo è l'unico animale che può scegliere, Lorenzo Valla docet, se "degenerare fino al verme o salire fino all'angelo" o, con altra metafora, può prendere le armi e le sembianze di qualunque altro animale a scelta, dalla Golpe al Lione, per citare anche il Machiavelli), dall'umanità puramente "naturale" (unica, pre-determinata nei modi di vita e di pensiero, ben rappresentata religiosamente dai dieci comandamenti dettati da un dio fuori dal mondo che non vuole l'uomo agisca liberamente sul mondo creato dal nulla) a quella propriamente "storica" (la cui ricchezza risiede proprio nell'aver differenziato il mondo umano in miriadi di popoli diversi per sentimento del mondo e volontà di destino, prima ancora per diversi colori di pelle, ognuno dei quali ha uno specifico ed irripetibile concetto di "umanità", il quale non può essere ricondotto, senza sostanziale "perdita di informazione" - perdonatemi la deformazione professionale - ad una "unica famiglia" come vorrebbero cristianesimo, mondialismo e dottrina dei diritti umani), diventi addirittura una COLPA.
Questa sovversione per me supera anche la lucida follia predittiva di Nietzsche. Qui stanno pretendendo come "diritto" qualcosa che in qualunque banalissimo club sarebbe, nel migliore, dei casi una "cafonata"! E' chi ha fondato ad avere il diritto a stabilire chi può iscriversi. Sono i fondatori ad avere il diritto a stabilire leggi e valori, non gli ultimi arrivati. Anzichè ringraziarci per poter vivere nel mondo che noi, uomini europei, abbiamo costruito CON LA STORIA (e quindi "di là dal bene e dal male"), donne di tutte le stirpi, fiancheggiate da extra-europei ammansiti ed addestrati da femminismo mainstream (che insegna il vittimismo come arma di ricatto), ci rimproverano il fatto stesso di aver generato (come pareva giustamente a noi) questo mondo in cui vivino nell'agio? Ma se fosse per loro vivremmo ancora nella foresta, o al massimo in quei villaggi matriarcali il cui unico lascito sono le tettone di terracotta venerate dalle archeologhe femministe! Si dovrebbero sognare anche gli acquedotti (proprietà etrusco-romana), per non dire dei pc e dei televisori d cui sparano stronzate. So che dire questo è ormai proibito, ma sapete tutti che lo è proprio nella misura in cui è vero. E le idee moderne (vale a dire le idee false) non tollerano le verità che possono essere non semplicemente dimostrate, ma proprio vissute quotidianamente. E' come la menata sulla "sottorappresentazione" delle donne nelle facoltà scientifiche (mi è arrivata la seconda mail ufficiale in pochi giorni oggi sull'ennesima conferenza filo-femminista sull'argomento: giuro che se, domani arriva la terza, mando altrettanto ufficialmente a fanculo il direttore dell'istituto che la organizza, oppure gli scrivo come la penso, che forse è peggio, chissà se mi licenzierebbero). Ma se noi, per emanciparci dalla natura e dalle sue infelicità (di cui quelle date dalle donne sono una parte non irrilevante) abbiamo creato la scienza, la matematica, e da adolescenti, ci siamo immersi in esse (nel mio caso, proprio per non avere a che fare con quelle che capivo diventare sempre più stronzette, un po' come arruolarsi nella Legione Straniera per delusione amorosa), perchè dovremmo ora voler essere circondati proprio da quello da cui siamo fuggiti? Sono loro a doversi adeguare alle nostre regole, non viceversa, cavolo. Poi tanto si sa che, partendo dal presupposto sbagliato dell'uguaglianza, arriveranno sempre alla conclusione che "ci sono discriminazioni culturali" per giustificare l'introduzione delle "discriminazioni positive" (ma lo sapete che quella capra della ministra uscente ha firmato un decreto per dare un rimborso del 20 percento superiore nel caso dell'iscrizione di studentesse?)
Non riusciranno mai ad ammettere che, forse, molte donne hanno doti naturali diverse (del resto, quando si dimostrano "migliori" in ambito umanistico-letterario, laddove peraltro è difficile dimostrare cosa sia meglio, tutti le applaudono e nessuno grida alle discriminazioni culturali antimaschili) o semplicemente non sono obbligate come noi a scegliere la facoltà di studio per cercare tassativamente un lavoro che renda tot euro e dia tot livello sociale pena essere socialmente negletti e sessualmente trasparenti (perchè comunque hanno ciò di cui Rousseau ed io abbiamo parlato sopra)?
Piuttosto che immaginare figli e nipoti (che per ora non penso di avere) costretti a seguire una scuola come quella di "Here and Now" ed un'università come quella che sta diventando la mia, preferisco immaginarmeli ad una "Scuola Coranica".
Perchè? Perchè, come ci ricorda Nietzsche stesso, al contrario del cristianesimo basato sulle donne e sui preti (negazione di ogni valore virile e guerrieri, di ogni sì alla vita, al piacere, alla lotta, campioni della rinuncia, nemici di ogni spinta all'accrescimento, alla conquista, alla grandezza), "l'Islam ha dei maschi, per presupposto".
Non è solo questione di poter vivere da poligami secondo la nostra natura piuttosto che essere forzati alla monogamia femminista (quella tradizionale pensata per l'educazione dei figli non aveva impatto sulla vita sessuale reale dei mariti, e spesso, nelle classi sociali più elevate, neanche delle mogli), ma di poter vivere tout-court, senza essere oppressi da sensi di colpa (come vorrebbero le leggi e i costumi per i quali anche uno sguardo è molestia ed anche la presenza delle grid girls sulla griglia di partenza è una offesa alla donna).
Lasciando anche perdere il basso ventre e tornando ad un punto di vista superiore, sui legami possibili fra il mondo Tradizionale europeo e la versione più "elevata" dell'Islam (penso al sufismo) hanno parlato con le loro azioni e le loro scelte Renè Guenon e Valentine de Saint Point (autrice del Manifesto della Donna Futurista, in pratica l'unica donna che avrei potuto amare anche intellettualmente). Anche dotti contemporanei che non si possono citare qui perchè altrimenti chiuderebbero questo forum, o almeno il mio account, hanno compreso come l'Islam sia oramai l'unico baluardo di un mondo non totalmente fondato su valori mercantili.
Sì, certo, molti qui preferirebbero la Russia di Putin, magari illusi dal fatto che un Alexander Dugin stia cercando di riattualizzare Evola e di vedere Mosca come la "Terza Roma", ma, al di là della politica contingente di contrasto all'imperialismo sorosiano che fomenta rivoluzioni in medio oriente ed in Ucraina, non possiamo affidare il nostro destino ad un paese comunque già troppo "civilizzato" per poterci fornire quei "barbari" necessari alla distruzione-per-la-ricostruzione che ancora poteva auspicare Niezsche a fine Ottocente. Sulla superiore bellezza delle donne russe non si discute, così come pure sul più consapevole grado di civiltà di una nazione che ha anche "La giornata dell'uomo" (cioè quella di chi ha portato le armi per difendere la Patria). Se già leggendo le vostre analisi sulle ragazze russe qualche dubbio trapelava sul fatto che ormai, pur non raggiungendo gli infimi livelli delle melanzane, non siano proprio quel prototipo di sincerità e di virtù immaginato da chi vorrebbe fare del sesso un'espressione del tantrismo, le parole di costei tolgono ogni dubbio, Guardatevi il video
Se da un lato fa piacere veder riconoscere e apprezzare qualità di cui le nostre connazionali manco si accorgono, dall'altro non si può far finta di non sentire che "dietro l'apparenza, comandiamo noi donne anche in Russia" (se nemmeno Stalin è riuscito a rettificare certi aspetti della donna....). E' vero che almeno lì sono ancora a disposizione dell'uomo strumenti sociali di compensazione/freno a tale naturale preminenza nella sfera erotico-sentimentale, e che le donne dentro e fuori casa lavora come e più delle femministe nostrane senza lamentarsi degli uomini, ma è anche vero che sfuggire al dovere della conquista qui per averlo là non è una soluzione definitiva (ma voi dareste la vostra mastercard alla tipa?). E poi: quanto resisterà la Russia prima di occidentalizzarsi? Anzi, non si è forse già occidentalizzata (come pare da molte considerazioni di colleghi esperti del luogo e dei social)? Se anche politicamente dovesse resistere come contraltare all'America, la sua struttura sociale, culturale, psichica e "di genere" sarà tutta da verificare sul lungo periodo. Quanto conterà davvero l'operato "metapolitico" di Dugin (ammesso non sia solo propaganda) in questo pro-gettarsi nella storia?
Se anche dovessi riuscirci l'alleanza con la Russia in sostituzione del patto atlantico (cosa che per altro io spererei di vedere), chi ci dice che, a livello sessuologico, questo avvicinamento si traduca in una "russificazione" delle melanzane piuttosto che in una "melanzanizzazione" delle russe? I primi dati sperimentali rilevati sul nostro territorio sono purtroppo a favore della seconda terribile ipotesi. Se dobbiamo scommettere sui cambiamenti progressivi, allora tanto vale sperare che Trump (il quale, essendo riuscito, contro ogni "infallibile" pronostico, ad onta di una propaganda unilateralmente ed universalmente avversa mai vista, a far gemere di disperazione milioni di femministe in tutto l'occidente, mi ha regalato, quella notte, un orgasmo multiplo di cui non potrò sperimentale l'uguale nemmeno conoscendo gli harem della Sublime Porta) rivolti gli States (basterebbe anche solo tagliare i fondi agli "studi di genere" e far fallire Hollywood, non chiedo di più: la gente, forse anche più stanca di noi del femminismo e dei suoi inganni, come del resto di tutte le altre menzogne progressiste, inizierebbe spontaneamente a rimettere in riga studenti e insegnanti di quelle scuole da "open-society" di cui parlavo sopra).
No, ragazzi, la soluzione deve essere veramente più radicale (non è proprio un caso se ho usato il termine "radicalismo"). Prendiamo i barbari là dove essi sono ancora tali. E, soprattutto, non aspettiamo che si "civilizzino" (altrimenti ha ragione "ir pelato" a cui risponderò a parte).
Qualcuno piangerà per la fine, ad opera dei discendenti del Profeta, di quello che fu il "Sacro Romano Impero", ma io lo potrò confortare ricordandogli che se Roma è riuscita, almeno in parte, a sopravvivere al cristianesimo, sopravvivrà (e probabilmente meglio) anche all'islamizzazione, la quale, come ho cercato di esporre e come meglio di mè ha mostrato il professore di Basilea, è molto meno in contrasto con la nostra tradizione (e soprattutto con la nostra natura virile) di quanto non lo fosse il sedicente "vangelo" (ecco forse, perchè agli occhi dell'occidente femmineo-democratico che "condanna la violenza" proprio perchè non vuole cambiare lo status quo, proprio perchè vuole permettere a chi è debole di tiranneggiare chi è forte con sensi di colpa, a chi è falso di falsificare i veritieri con armi psicosessuali, a chi è sterile nello spirito di castrare nel corpo e nella psiche i più fecondi poeti e guerrieri, appare "così terribile", "così nemico dell'umanità"......).
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FlautoMagico
03/03/2018 | 13:37
Roma | 36-50
Gold
"ma dopo i primi mesi di brodini di giuggiole e cuoricini"
Mesi??? Beati voi, io mi stanco dopo due settimane!!!
- Che cazzo è quello?
- Ti sei risposto da sola.
emii
03/03/2018 | 17:04
Gold
Esatto. Ed infatti chi scrive qui che va a scopare gratis con le ragazzette morte di fame a cuba e thailandia è evidentemente che gratis con una normale non ci ha mai scopato altrimenti capirebbe le differenze 😜
Leggi le recensioni ESCORT e non farti fregare, trova la ESCORT nella tua cittàFlautoMagico
03/03/2018 | 21:48
Roma | 36-50
Gold
"Cari uomini italiani, siete tutti teste di minchia, bambini sia a 10 anni che a 40!" (messaggio da un'amica...)
- Che cazzo è quello?
- Ti sei risposto da sola.
bobreport
03/03/2018 | 23:25
Newbie
Purtroppo è più vero di quanto si possa pensare...
https://imgur.com/a/KeoeTVe
Distroyer
04/03/2018 | 12:34
Silver
certi non si chideono come mai in Italia non ti caga nessuno e se vai in Sudamerica e Thailandia ti voglionio tutte (intendo anche free) credono davvero che sia maggiormente apprezzato il loro sex appeal in quei luoghi
INCONTRA DONNE VOGLIOSEir_pelato
04/03/2018 | 18:33
provincia di pisa | 36-50
Gold
Sinceramente mi piacerebbe imitare varg sikerness in arte burzum https://www.youtube.com/channel/UCjhT3T-jL-IDCx42vioXGBw
bobreport
05/03/2018 | 02:11
Newbie
Chissà perché il sex appeal scompare appena hanno il portafogli vuoto
https://imgur.com/a/KeoeTVe
FlautoMagico
05/03/2018 | 08:24
Roma | 36-50
Gold
Personalmente sia in thai che sudamerica non ho notato tutto questo trasporto, neanche io a dire il vero apprezzo le girl bassotte.
- Che cazzo è quello?
- Ti sei risposto da sola.
Beyazid_II
05/03/2018 | 15:32
Newbie
PUNTO PRIMO: E tu le hai spiegato che è solo uno degli effetti dell’aver lasciato l’educazione alle donne?
Sarebbe un vero miracolo della natura se dei maschi, nati in un'epoca di decadenza, educati a scuola pressoché esclusivamente da donne e secondo valori femminili, con un più o meno velato disprezzo per quelli maschili (presentati come "primitivi", "violenti", "oppressivi", "incivili", nonostante il nobile esempio dei fondatori delle civiltà indoeuropee), e bombardati a casa (nel periodi più delicato per la loro psiche, la loro autostima, la loro stessa identità) da una "moda" cinematografica, adolescenziale e culturale femminile avente come costume raffigurare "divertente" la violenza fisica e psicologica sugli uomini e doverosa la loro umiliazione nel profondo ed irrisione nel disio (dopo aver mostrato ogni figura maschile o come bruto e violento da punire in ogni modo o come un freddo specchio su cui provare l'avvenenza, un pezzo di legno innanzi a cui permettersi di tutto (qualsiasi provocazione più o meno sessuata, qualsiasi inflizione di tensione emotiva, irrisione al disio, umiliazione sessuale, riduzione al nulla davanti a sé o agli altri, dolore nel corpo e nella psiche, inappagamento fisico e mentale se reiterato fino all'ossessione e all'impossibilità di sorridere alla vita e al sesso, disagio da sessuale ad esistenziale con conseguenze variabili dall'anoressia sessuale al suicidio), un vuoto pupazzo da sollevare nell'illusione solo per farlo cadere nella delusione con il massimo possibile di sofferenza fisica e mentale e di umiliazione pubblica e privata!) crescessero sicuri di sé, diligenti, studiosi e vincenti.
E' un miracolo della volontà, dell'eccellenza e del merito individuale di alcuni che nonostante tutto ciò, la capacità di concepire, sviluppare e rendere belle, utili e funzionanti le mirabilie della tecnologia, è a pressoché esclusivo appannaggio degli uomini (o di donne capaci, come Minerva, di pensare e sentire con rigore e chiarezza apollinei e virili, il che, per il nostro discorso, è lo stesso), e là dove si producono strumenti della tecnica e non chiacchiere della politica o della pseudocultura o del marketing vi sono ancora gli uomini a costituire l'ossatura portante, nonostante tutta la demagogia femminista inculcata fin dalla scuola (in mano alle donne quasi totalmente), nonostante tutta la propaganda antimaschile della pubblicità femminilmente orientata e della cultura ufficiale femminista, nonostante le quote rosa volute per le donne all'università e in azienda sotto varie forme (da condizioni di favore nelle iscrizioni e nei testi d'ingresso a vere e proprie regole esplicite nelle assunzioni e nei concorsi, per non dire dei mille dissimulati ma non inoffensivi privilegi galanti o femministi loro concessi da docenti uomini e da docenti donne) e nonostante la circolazione di idee sulla presunta inutilità degli uomini in un mondo tecnologico propugnata da donne sedicenti evolute le quali, magari inebriate dalle interfacce web (scritte da uomini o comunque rese possibili per la scienza informatica ideata e portata avanti da uomini) a prova di utonta (anzi, di “ustronza”) blaterano di tecnologia pur non sapendo nemmeno assemblare un pc o risolvere un'equazione differenziale (come potrebbero sopravvivere senza uomini in un mondo tecnologico è un interessante mistero). Si può anche ridere di queste contraddittorie menzogne, ma, specie se ripetute in tenera età ad individui particolarmente sensibili o comunque ancora privi (per l'età o le vicende alterne della vita) della possibilità di sentirsi valutati dal mondo, possono portare a danni psicologici di non lieve entità (ed io, se permettete, ne so qualcosa).
PUNTO SECONDO: E tu le hai chiesto quali sono i validi motivi offertici dalle donne italiane per “crescere”?
Sparite, con gran gioia degli egalitari e delle femministe, le idealità per cui gli uomini della tradizione sacrificavano loro stessi (prima ancora della "libertà" dei figli e delle donne che il femminismo vanta di aver reinventato), l'uomo moderno può benissimo decidere di vivere finalmente la vita per se stesso, non più per dio, par la patria e per la famiglia e nemmeno per compiacere la donna, i capitalisti o i politici. Ovvero può decidere di spassarsela infischiandosene di tutto e di tutti (del resto, cosa hanno fatto le femministe pretendendo il diritto all'aborto, se non reclamare il diritto a spassarsela senza preoccuparsi delle conseguenze per nascituri e società?). E spassarsela può significare fare l'ultras se si è appassionati di calcio, continuare a vivere in famiglia se lo si trova vantaggioso, non ammazzarsi di lavoro e responsabilità se si vede che comunque la condizione sociale non cambierebbe granché, andare a puttane e non pensare al matrimonio o ai figli se si ama vivere secondo la propria natura poligama.
Posso capire la critica a quei comportamenti lesivi dell'ordine pubblico e della sicurezza urbana, ma finché un cittadino non danneggia oggettivamente il prossimo, perché deve essere sottoposto a critica morale o a lavaggio del cervello psicologico solo perché vuole tutelare la propria libertà (fisica e sessuale), la propria tranquillità (materiale e sentimentale) e i propri averi non sposandosi, risparmiando sulla casa restando in famiglia, facendosi accudire dalla madre (unica donna la cui fedeltà e la cui sincerità sono garantite dalla Onnipossente Natura), appagando il proprio bisogno sentimentale non fidanzandosi con donne reali ma abbracciando le superne creazioni della musica e della poesia (le quali, essendo partorite dai più delicati fra gli uomini, sanno donare sfumature di sentimento e vette di nobiltà d'animo sconosciute alle donne reali, così bassamente "pragmatiche" dietro le loro parvenze "sentimentali"), restando libero di divertirsi a piacimento in tutto e per tutto e appagando di quando in quando il proprio bisogno di godere la bellezza nella varietà multiforme delle creature femminine grazie delle sacerdotesse di Venere?
Perché, se tale felicità e serenità di vita è possibile, da non sposati, anche senza dannarsi nella ricerca di un lavoro impegnativo e strapagato, si dovrebbe sacrificare tutto di sé per far carriera, per sposarsi o per inserirsi nella società nel modo voluto da quest psicologh da strapazzo che ci tacciano di “infantilismo”? Perché la scelta di godersi la vita finché la situazione familiare lo permette sarebbe senza futuro? E quale sarebbe questo futuro? Sposarsi? Avere dei figli?
Ma questo, con le leggi a senso unico a “tutala della donna” in occidente, sarebbe un suicidio esistenziale (prima ancora che, nei casi più tragici, effettivo). Sono le donne a chiedere il divorzio? Certo, perché divorziare è reso vantaggioso dalla legge e permette impunemente di infierire a piacimento contro i beni, gli affetti e (con le mille possibili accuse false o indimostrabili rese sempre più possibili da leggi come lo stalking) la libertà di un uomo. Sono le donne a conciliare meglio la carriera con il ruolo di genitrici? E' difficile che l'uomo possa avere un ruolo come genitore laddove i figli da lui concepiti assieme ad una donna possono essere da questa "annullati" anche senza il suo consenso e quelli già nati gli possono essere portati via con pretesti (come denunce false o gonfiate di stalking o violenze) o con procedure sistematicamente a senso unico nell'affidamento.
Stanti così le cose, dovrebbe un uomo compiere scelte diverse da quelle che gli garantiscono più vantaggi e sicurezze? il suo futuro sarebbe sottoporsi agli arbitri che l'interpretazione a senso unico delle leggi su aborto, divorzio e violenza sessuale permetterebbe alle donne una volta instaurata una relazione? Instaurare una relazione affettiva con chi si arroga il diritto a decidere della vita e della morte dei figli concepiti insieme? Sposarsi con chi per un qualsiasi capriccio potrebbe chiedere il divorzio portandosi via casa, famiglia, roba e riducendo la vita dell'ex marito a quella dell'esule ottocentesco? Gettarsi fra le braccia di chi senza prove e sulla sola parola potrebbe far finire in galera il compagno o l'amante occasionale dicendo di essersi concessa ma di aver detto no dentro di sè o di essere stata vittima di un corteggiamento troppo convincente o di richieste troppo assidue? Se il futuro è questo, mi tengo caro il presente.
PUNTO TERZO: E le hai fatto capire che a loro per prime conviene così?
Se diventassimo uomini, dovremmo, come prima cosa, muovere guerra a loro e all'intero occidente femminista, sia per motivi anagogici, sia per motivi eudemonici.
a) da un punto di vista comunitario-anagogico, la concezione virile permette di porre la fonte di ogni valore (e quindi di ogni diritto) non in quanto accumuna gli uomini nel bassamente umano dell'esser nati da una madre, del contentarsi di piacere e innocenza, del ricercare un tranquillo e pacifico benessere materiale e morale da bestiame bovino, ma in ciò che li distingue fra loro e li eleva al più che umano del considerare come vera vita quella nascente dalla formazione virile alla lotta, alla vittoria, al compimento di imprese di coraggio e splendore più che umani e tali da fondare città e civiltà, del volere ad ogni costo il nobile, il bello, il grande, l'eroico (nel senso che possiamo ancora oggi comprendere leggendo l'Iliade, l'Eneide, la Baghavad Gita, l'Edda, il Beowulf), del ricercare quanto proprio per l'essere più difficile, duro, periglioso, selettivo, mortale, necessitante di abnegazione, doti, impegno, freddezza, abilità e coraggio, ha più valore, e quindi è il principale modo culturale per "orientare verso l'alto" una civiltà;
b) da un punto di vista individuale-eudemonico, le mirabili strutture dell'arte come della religione, della politica come della storia, del pensiero come nella società, ingiustamente chiamate "oppressione" dalla propaganda femminista, erano volte invece non già ad opprimere la donna (ché non può essere l'obiettivo dei savi), ma a impedire di essere eventualmente troppo da lei oppressi (tramite lo sfruttamento, senza limiti remore né regole, delle disparità naturali nell'amore sessuale e di quelle psicologiche correlate alla predisposizione all'esser madri - e ben spiegate da Rousseau, verso cui il mondo moderno, con il suo falso e iniquo concetto di uguaglianza, non permette all'uomo di costruire ed opporre più alcuna compensazione o freno) e a dare anche all'uomo le stesse possibilità di scelta e la stessa forza contrattuale in quanto davvero rilevante innanzi alla natura, alla discendenza ed alla felicità individuale.
Parlando terra-terra, le donne (di ogni epoca) devono smettere di pretendere di mantenere, a fianco dei moderni diritti, gli antichi privilegi, primi fra tutti quelli legati al (da loro) decantato "gioco della seduzione" costituente la sublimazione di ogni tirannica vanità e di ogni vanagloriosa prepotenza della donna tramite il desio dei sensi (la quale, in esso, nega apertamente l'uomo possa porsi su un piano di parità chiedendo un corrispondente per quanto agito o subito in prospettiva del proprio bisogno ben noto alla donna, ed afferma chiaramente il di lui ruolo essere quello di un freddo specchio su cui provare l'avvenenza, di un pezzo di legno innanzi a cui permettersi di tutto - qualsiasi provocazione più o meno sessuata, qualsiasi tensione psicologica indotta, qualsiasi irrisione al disio, qualsiasi umiliazione pubblica e privata, qualsiasi inflizione di senso di nullità davanti alla bellezza, inappagamento fisico e mentale fino all'ossessione, disagio da sessuale ad esistenziale - o comunque di un attore costretto a recitare da seduttore per compiacerne la vanagloria o da giullare per farla divertire magari lasciandosi irridere al disio, e in ogni caso non andare mai più in là rispetto all'amico-ammiratore disposto a dare tutto in pensieri, parole ed opere per la sola speranza, al cavalier servente pronto a tutto per un sorriso, al mendicante alla corte dei miracoli d'amore costretto nell'attesa trepidante della sportula a guardare dal basso verso l'alto colei dal cui solo gesto dipendono il paradiso e l'inferno) perché è evidente come la galanteria altro non sia che una maschera di servitù imposta a tutti gli uomini verso tutte le donne di cui tutto l'oriente ride come ne avrebbero riso i Greci e come il corteggiamento costituisca un residuo di corvée medievale (in cui la parte umile deve offrire e soffrire di tutto per presentare il meglio di sé senza secondi fini, ma nella contentezza di sacrificarsi per un dovere divino, mentre la controparte signorile, dopo aver graziosamente accettato, può a capriccio concedere tutto il bene o tutto il male) indegno di un uomo libero.
Decidano una buona volta se vogliono vivere nel medioevo delle dame, delle giostre e dei tornei ad esse dedicati o nella contemporaneità dei diritti e dei doveri.
E noi uomini moderni dobbiamo smetterla di fare il gioco di chi, prima, ci ha convinti, con favole egalitarie e distorsioni moralistiche e anacronistiche della storia (consistenti nel valutare con i parametri eudemonici e individualisti di oggi le ragioni del mondo anagogico e comunitario di ieri, nel quale gli uomini non avevano affatto la libertà di fare di tutto, ma il dovere di sacrificarsi nel proprio ruolo, esattamente come le donne), a smantellare tutte quelle mirabili strutture (dell'arte come della religione, della politica come della storia, del pensiero come della società), edificate nei millenni dai più forti, dai più saggi, dai più geniali e dai più coraggiosi epigoni maschili (dei grandi popoli indoeuropei fondatori di città e civiltà grazie ai loro valori virili e aristocratici) proprio al fine di permettere agli uomini di compensare tutto quanto in desiderabilità e potere è dato alle donne per natura (dalle disparità di desideri e da quelle psicologiche correlate alla predisposizione all'esser madre) e poi, senza più limiti né remore né regole, fa uso delle proprie armi naturali per raggiungere (sempre dietro il paravento della "parità" formale, anzi a volte pure aiutata da leggi applicate a senso unico contro ogni etica, ogni natura e ogni diritto, come nel caso di aborto, divorzio e violenza sessuale) un'incontrastata preminenza nel “Mondo come Volontà” dei più profondi bisogni esistenziali, sessuali e psichici, per i quali uomini e donne prendono le scelte nel “Mondo come Rappresentazione” del denaro, del lavoro, dei ruoli sociali (gli esseri viventi non sono spinti direttamente, come fa credere il “materialismo storico”, dalle regole e dalle apparenze razionali di soldi, lavoro, e potere, ma, semmai, scelgono di ricercare soldi, lavoro e potere come mezzi per raggiungere l'appagamento dei ben più intimi e atavici bisogni di sentirsi riconosciuti, apprezzati, desiderati, ammirati: chi, come la donna ha spesso già l'appagamento di questi senza passare per quelli, ha un privilegio, non uno svantaggio). Rileggersi Schopenhauer non guasta.
INCONTRA DONNE VOGLIOSEBeyazid_II
05/03/2018 | 15:35
Newbie
Certo, vero al di là di quanto si può pubblicamente ammettere, esattamente come tutto quanto Zarathustra disse “Delle donnicciole vecchie e di quelle giovani”
“Tutto nella donna è un mistero e tutto nella donna ha una soluzione: essa si chiama gravidanza. L’uomo è per la donna un mezzo: lo scopo è sempre il bambino. Ma che cos’è la donna per l’uomo? L’uomo vuole due cose: gioco e pericolo. Perciò vuole la donna, come il giocattolo piú pericoloso. L’uomo deve essere educato per la guerra, e la donna per svago del guerriero: tutto il resto è follia. Frutti troppo dolci, questi il guerriero non li vuole. Perciò vuole la donna: perché amara è anche la donna piú dolce. La donna capisce i fanciulli meglio dell’uomo, ma l’uomo è piú infantile della donna. Nel vero uomo, è nascosto un fanciullo: il quale vuole giocare. Su, donne, scopritemi dunque il fanciullo nell’uomo!”
Nietzsche impazzì perché diventare folli era il modo migliore per restare sani in un mondo che aveva ormai sovvertito ogni valore. Io ri-divento fanciullo perché restare immaturi è l'unico modo per maturare in un mondo che ha ucciso ogni senso anagogico dell'essere uomini.
Leggi le recensioni ESCORT e non farti fregare, trova la ESCORT nella tua cittàUn mondo quale quello moderno, totalmente effeminato nei valori, materialisticamente egalitario, individualisticamente eudemonico, volto all'utile e al tempo, incapace di definire altro che crimine o follia ogni tentativo di ordinare l'umano secondo i criteri del sacro e dell'eterno, abituato a chiamare favola ogni slancio (fuori dall'io) al nobile, al bello, al grande e all'eroico (quali pure sono eternamente mostrati dall'Eneide, dall'Iliade, dalla Baghavad Gita, dai Poemi Persiani) e pazzia ogni rifiuto dell'illusoria felicità individuale e della patetica fuga dal dolore, inetto a concepire diversamente da una mostruosità un ordinamento sociale volto non ad interessi materiali (ridotti al rango di mezzi) ma al superamento dell'umano (secondo le vie di azione e non azione) e a porre in alto il tipo umano più eccellente in tale superamento (guerrieri e sapienti), disabituato a concepire come vera vita quella spirituale ed ascendente data dal padre (contro quella corporale e conservativa semplicemente materna) non merita uomini.
Se rimango fanciullo rimango, in ogni senso, intoccabile da parte del mondo moderno. Il mio rifiuto a "maturare" è la testimonianza della fedeltà al mondo della tradizione contrapposto a quello moderno.
Si pretende che io mi sforzi di “diventare uomo” sacrificando persino la mia felicità e i miei interessi (i quali consisterebbero nel restare da solo o coi genitori, e nel giocare con la serietà del fanciullo ai giochi che più mi appagano e nel rimanere libero per ogni divertimento ed ogni godimento poligamo della bellezza), per conformarmi a quanto voluto dalle donne moderne e dalla società di oggi. Ma non si può pretendere che io mi sacrifichi per qualcosa in cui non credo, in cui non posso identificarmi e in cui vedo la negazione della mia natura, come una società appiattita sui valori femmineo-pacifistici dell'egalitarismo introdotto nella morale dal cristianesimo e poi fattosi storia con le varie rivoluzioni giacobine, socialiste e femministe. Per me tutto questo è segno di decadenza, come mi mostra la storia.
Questo moderno esaltare la pace e le donne è tipico di chi sa concepire il vivere solo come mera conservazione senza altro scopo da quel pacifico e tranquillo benessere materiale e morale da bestiame bovino voluto in ogni tempo dalla plebe, dalle femmine e dalle vacche. Se fossimo rimasti a questa visione femmineo-pacifistica saremmo rimasti fuori dalla storia, prigionieri della specie, o comunque appiattiti al tutto indifferenziato delle società matriarcali senza classi (incapaci di ordinare il chaos in kosmos, di conoscere valori, bellezze e significati superiori all'illusoria felicità individuale ed alla patetica fuga dal dolore e quindi di fare degli strumenti della tecnica strumenti per un nuovo paradigma).
Se invece siamo passati dalla preistoria alla storia, se in essa abbiamo conosciuto il nobile, il bello, il grande e l'eroico, quali ce li mostrano l'Iliade, l'Eneide, i poemi persiani o la Baghavad Gita, se siamo passati dalle caverne ai palazzi risorgimentali, dalle pitture rupestri al cenacolo, dai suoni gutturali alle liriche immortali, dagli oggetti di pietra alle meraviglie tecnologiche, dal dover cercare cibo e riparo a poter produrre abbondanza e sicurezza, dall'essere determinati e dominati dall'ambiente al poter decidere di esso, di sé, della propria stessa natura e del proprio destino, è stato grazie a quei popoli indoeuropei fondatori di città e civiltà e ai loro valori virili e aristocratici, comportanti la concezione della vita non quale conservazione di sé e ripetizione di forme di vita sempre uguali, bensì quale continuo superamento con il conseguente ordinamento gerarchico in grado di porre in alto il tipo umano in ciò più eccellente (guerrieri e sapienti).
Ora, dopo il compimento di quasi duemila anni di sovversione egalitaria, siamo a un bivio: da una parte, l'ultimo uomo che ha inventato la felicità, l'uguaglianza, i diritti umani, e (conforme alla credenza sulla natura lineare del tempo consustanziale al giudeocristianesimo e sulla hegeliana "necessità storica") sogna di far terminare la storia in un verde pascolo in cui tutti sono felici (e uguali) poiché non succede più nulla, dall'altra parte il superuomo che vuole provocare una frattura nel tempo della storia e rigenerare quest'ultima, conformemente ad una visione sferica del tempo (in cui il più antico mito è meta e modello per il futuro).
Superfluo rimarcare come nel primo caso l'umanità ricadrebbe prigioniera della specie, ovvero di una vita quale mera ripetizione di forme sempre uguali (in particolare forme eudemoniche e demoliberali), perdendo la qualità peculiare (che l'ha contraddistinta nei tempi storici))di poter continuamente modificare la propria stessa natura, non cristallizzandone una ma riprendendo di volta in volta dagli altri animali l'uno o l'altro aspetto secondo la propria volontà e le proprie necessità, mentre nel secondo compirebbe un salto di livello qualitativo paragonabile a quello fra uomo naturale e uomo storico (ecco il terzo uomo).
In tale caso non possono non essere meta e modello per il futuro i valori fondamentali (etico-spirituali) della Grecia omerica, di Roma, della Persia iranica, dell'India dei veda, della Germania sacra e imperiale e di tutte quelle "genti eroiche" capaci di compiere imprese esprimenti forza, coraggio e splendore più che umani e tali da fondare città e civiltà, di generare opere di grandezza, potenza e durata degne degli dei e tali da costituire il mito fondativo di intere epoche, di concepire nell'arte come nella religione, nella politica come nella storia, nel pensiero come nella società, strutture mirabili nate per misurare i millenni e non essere raggiunte dai contemporanei né superate dai posteri.
Perchè dovrei arrendermi nella sfera etico-spirituale?
Perchè dovrei accettare come fonte del valore e come definizione di bene quanto proposto da chi, per odio e invidia verso ciò che era in alto e tendeva verso l'alto (come dimostrano le fasi ascendenti della storia e della civiltà segnate dal principio solare e apollineo della Grecia, di Roma, dell'India dei Veda, della Persia degli Arii), ha distrutto ciò in cui avrei potuto identificarmi? Perché dovrei accettare la resta totale alla sovversione?
Come nei riguardi della sovversione cristiana dei valori Nietzsche continua a rivendicare come bene quanto è sinonimo di forza, guerra, rischio, coraggio, aristocrazia, selezione, vita ascendente, disinteresse per l'eudemonia e malora per i malriusciti, contro ogni spirito dei tempi, così anche rispetto a questa sovversione femminea (che del cristianesimo e dell'egalitarismo è proseguimento) io continuo ad affermare come bene e come fonte di valore e diritto quanto è virile e aristocratico in senso eminente, contro ogni tendenza egalitaria di ieri e di oggi (certo che il domani apparterrà a noi anti-moderni e anti-umanisti, costi quello che costi in termini di "felicità individuale" e "dolore umano").
Per me la fonte del valore rimane spirituale e ascendente come nel mondo virile e aristocratico dei grandi popoli indoeuropei fondatori di città e civiltà, rispetto a cui femminismo e giudeo-cristianesimo sono chiari elementi di decadenza storica, estetica, morale e psicologica.
Rifiutandomi di divenire "uomo" come lo pretenderebbe il mondo moderno, mantengo del fanciullo la (per i contemporanei, pericolosa) furia dionisiaca capace di creare e distruggere mondi, ovvero quanto servirà, una volta distrutto il mondo attuale, per generarne uno nuovo.
Dexter
05/03/2018 | 17:16
Roma
Newbie
Dopo il post scritto dal saggio beyazid ci vorrebbe un attimo di pausa, ma io dopo aver letto 4 pagine di questo post nn posso evitare di dire questa ovvietà,
Free vuol dire gratis o libero ... quindi il sesso free è solo quando da ragazzi si incontra una tipa a scuola che tra varie menate si tromba.... entrambi per sperimentare e senza troppi pensieri ...
Poi andando avanti con l'età cè la consuetudine e piacere a sentirsi cavaliere e cmq pagare cena o albergo / viaggi ecc. e avendo soldi a disposizione , quasi tutti cadono nel circolo vizioso dell'indirect pay .. ovvero ottenere sesso indirettamente, ma creando l'atmosfera o situazione.
Andando ancora avanti con l'età e le possibilità economiche , in molti si accorgono che pagando direttamente la donna , Pay , si accorciano i tempi e diminuiscono le rotture....
Ovviamente questo vale per la massa, ogni uno puo raccontare la sua esperienza , ma riportando le parole di un collega
INCONTRA DONNE VOGLIOSE''Il discorso comunque da facile che può sembrare è in realtà complesso, perché non é sempre possibile capire quando ci sia o no il doppio fine, l unico dato certo e Scientifico é a mio parere il fatto di PAGARE oppure NO''
FlautoMagico
05/03/2018 | 17:30
Roma | 36-50
Gold
Alle "pitture rupestri" mi sono perso…
- Che cazzo è quello?
- Ti sei risposto da sola.
Beyazid_II
05/03/2018 | 17:45
Newbie
@FlautoMagico
INCONTRA DONNE VOGLIOSESe sei arrivato fino a lì sei stato molto bravo e pertinace come lettore. In altri forum mi leggevano solo le prime due righe o mi rispondevano aprioristicamente.
bobreport
05/03/2018 | 17:58
Newbie
@Beyazid_II secondo me se dedicassi tutto questo tempo che impieghi a scrivere quei messaggi verso una donna (di qualsiasi nazionalità), ora saresti felicemente sposato.
Forse prendi troppo seriamente alcuni interventi ironici di molti utenti.
Niente di personale.
https://imgur.com/a/KeoeTVe
emii
05/03/2018 | 18:05
Gold
@Beyazid_II ho letto le tue riflessioni, dimostrano una cultura molto superiore alla media, alcuni passaggi mi hanno fatto rifletter profondamente.
INCONTRA DONNE VOGLIOSEPurtroppo questo non è il tipo di forum ed il tipo di utenza con cui potrai intavolare una discussione a questo livello. Anche se quello che hai scritto è tutto giusto e perfetto.
Un abbraccio anzi tre
Beyazid_II
05/03/2018 | 18:06
Newbie
Credi tu che non l'abbia fatto, in gioventù?
Purtroppo il motto "carmina non dant panem" si completa oggi con "neque ficas".
D'altronde, anche il Leopardi venne trattato con sufficienza dalle melanzane dell'epoca, tanto da finire per rivolgere "quei messaggi" alle vaghe stelle dell'Orsa. Dire la verità e amare le donne sono cose evidentemente inconciliabili. Il controesempio letterario dannunziano vale solo perchè il Vate rappresentava l'accesso allo "star system" dell'epoca, non perchè le sue amanti potessero davvero essere attratte dai suoi paradisiaci poemi.
Vent'anni fa ne soffrivo, oggi me ne rallegro. Se fossi sposato, in questo occidente, penserei subito al suicidio (o alla fuga ad oriente).
Leggi le recensioni ESCORT e non farti fregare, trova la ESCORT nella tua cittàbobreport
05/03/2018 | 18:13
Newbie
@Beyazid_II perché non ti metti con una bella asiatica se non sopporti le occidentali (e qui condivido la tua posizione)?
https://imgur.com/a/KeoeTVe
Beyazid_II
05/03/2018 | 18:16
Newbie
Grazie, ma mi stai rispondendo con le stesse argomentazioni che mi venivano rivolte quando, più di dieci anni fa, postavo (con questo nick, e, prima ancora, col nick del coevo Papa Borgia) sul forum concorrente.
Ed io rispondo ora come allora: rispetto ai luoghi della cultura ufficiale, il bordello virtuale ha il vantaggio della disposizione d'animo alla sincerità. Parlare di filosofia in un forum di filosofi, oltre che banale, rischia di diventare intollerabile per il livello di politicamente corretto raggiunto oggi.
P.S.
Non è mia intenzione intavolare discussioni filosofiche su questo forum. Siamo in un luogo dato al divertimento. Quando però sento donne che criticano il nostro divertimento con argomentazione che pretenderebbero di essere "educative", faccio fatica a trattenermi dal dimostrare che né io né gli altri colleghi qui hanno necessariamente qualcosa da imparare dalle "maestrine".
loveplay
05/03/2018 | 18:21
Silver
La donna giapponese come dedizione al marito è il massimo che possa esistere eventualmente si può ripiegare sulla donna moldava.
INCONTRA DONNE VOGLIOSEBeyazid_II
05/03/2018 | 18:23
Newbie
Non hai capito: non sopporto il femminismo imperante in occidente, non le donne occidentali in quanto tali. Il mio sogno estetico si è comunque formato in Europa: pur apprezzando molti aspetti dell'Oriente, non sono amorosamente attratto dalle sue donne.
E poi non voglio darla vinta alle femministe che vorrebbero rendermi inaccessibili, in occidente, le fanciulle di bellezza tanto "alta e nova" da essere soltanto sognate di notte guardando alla luna o di giorno ad occhi aperti mentre passan per via (raro) o sfilano in televisione.
Ma qua, più che dei miei gusti personali, non si dovrebbe discutere se sia meglio raggiungere tali fanciulle con il pay o con il free (o, meglio, l'indipay)?
Leggi le recensioni ESCORT e non farti fregare, trova la ESCORT nella tua cittàBeyazid_II
05/03/2018 | 18:28
Newbie
Anche con voi non ci capiamo. Io non rimpiango una "devozione" da stereotipo di donna sottomessa ottocentesca (e lasciamo stare quanto tale immagine sia stata falsificata dal femminismo). Mi accontenterei di quel rapporto veramente paritario che, almeno per gioco, avevo da bambino con le bambine e, almeno qui da noi, svanisce non appena le femminucce capiscono di .... essere tali.
INCONTRA DONNE VOGLIOSEItaconeti
05/03/2018 | 18:43
Avalon
Gold
@Beyazid_II
complimenti per le solide letture su cui si basano le tue riflessioni
sui contenuti - che condivido solo in parte - ci sarebbe molto da discutere ma questa non è la sede adatta
dico solo che nei contenuti ci vedo molto del pensiero di evola sulla sessualità
evolianamente parlando mi pare che ti poni nella posizione esistenziale di 'in piedi tra le rovine' opponendoti alla decadenza moderna del maschio
ma evola offre anche l'alternativa esistenziale di 'cavalcare la tigre' ovvero di usare questa decadenza ai propri scopi
usare il denaro - il dio più alto del nostro tempo - per riacquisire posizione dominante nei confronti della donna
non parlo delle professioniste del sesso - sempre esistite - ma delle donne in generale
perchè il dio del femminismo è un dio minore che si frantuma in mille pezzi di fronte al dio del denaro
'cavalcare la tigre' non credendo nel dio del denaro ma usandolo a proprio vantaggio in un mondo in cui i vecchi dei sono morti o si sono ritirati
fidelio
emii
05/03/2018 | 19:37
Gold
Mi hai frainteso. Io leggo con piacere i tuoi contenuti e spero continuerai a pubblicarli.
Mi limito ad avvisarti, ma dato che già frequentavinil forum con altri nomi immagino già lo saprai, che le persone qui ti risponderanno spesso con un monorigo dopo aver letto le prime 2-3 righe di quello che hai detto
La soglia di attenzione qui è molto bassa. Ma tu prosegui, io ti leggerò sempre
INCONTRA DONNE VOGLIOSEBeyazid_II
05/03/2018 | 19:52
Newbie
Ed io che credevo di essere rimasto fedele alla "Terra" ed a Nietzsche....
Ho "dovuto" leggere Evola nel fondo del periodo peggiore di crisi esistenziale nel quale la martellante campagna mediatica filofemminista, da un lato, e la scoperta di come il cancro antimaschile si annidasse anche in quella che, almeno virtualmente, pareva una "principessa", dall'altro, mi avevano precipitato.
Mi serviva un mito solido da contrapporre a quello matriarcale.
Quando la controparte muove ogni suo discorso di fondo da assunti indimostrabili, difatti, la dialettica puramente razionale risulta inservibile. Serve un discorso mitopoietico che "falsifichi" a nostro vantaggio quello che la controparte ha falsificato per i propri opposti scopi.
Passata l'infatuazione delle letture, sono tornato a concepire il mito (anche la Tradizione raccontata da Evola è "mito" in questo senso) per quello che è: propaganda di guerra (una guerra che, fra l'altro, non sono stato io a dichiarare, ma il Femminismo).
Già questo uso strumentale del mito (oltre, probabilmente, a farmi dare del "nichilista") mi pone molto più vicino all'autore della "Genealogia della Morale" che a quello di "Gli uomini e le rovine".
Io non credo che possa esistere davvero una verità senza l'io irripetibile che la vive: credo solo che, almeno per me, le verità "patrilineari" siano più "vivibili" di quelle "matrilineari" (basti pensare a quanto sia invivibile in natura l'esistenza dei maschi di società matriarcali come quella degli elefanti e a quanto sia stata ben vivibile, invece, per le "dame" una società tacciata di "patriarcato" come quella dell'Ottocento dei Romanzi).
Io non credo davvero che esista un albero con le radici nel cielo: sono semplicemente convinto che tale visione del mondo produca (e la storia dal Neolitico mi è testimone) risultati migliori rispetto a quelli apportati dall'opposta concezione della "matrice cosmica" da cui ogni individuo dirama e a cui ogni individuo ritorna dopo un'esistenza effimera.
Rimprovero ad Evola di andare troppo indietro nel ricercare il "Principio", quando a noi Latini basterebbe riferirci all'epoca storica della Roma Repubblicana per avere un riferimento (senza bisogno di richiamare una presunta "Tradizione Unica", addirittura precedente al Matriarcato, che si rifà al pensiero di Guenon e che rischia, a mio avviso, di fare un polpettone fra visioni del mondo inconciliabili). Non esiste oppositore che possa sostenere la nostra stirpe aver avuto una classe dirigente migliore di quella dei tempi dei Fabi (tanto è vero che le fondamenta di quello Stato Romano sopravvissero alla stessa costituzione repubblicana e ai disastri dei vari imperatori). Che bisogno c'è di tirare in balo Arjuna o un presunto "tipo nordico" originario con discorsi che, ad occhi profani, peraltro, ci fanno sembrare una versione europea del Ku-Klux-Klan?
Non seguo più Evola da quando ho avuto a che fare con studenti indiani (se i migliori "prodotti" della società divisa in caste sono quelli che mi ritrovo agli esami, evviva la mescolanza!). D'altronde, non credo che il Barone sarebbe molto contento di essere citato in questo contesto.
Lo zio Friedrich, invece, sarebbe magari entusiasta di questo modo di concepire una "Gaia Scienza"...
P.S.
I miei riferimenti sulla sessualità si rifanno alla "Metafisica dell'Amore sessuale" di Schopenhauer piuttosto che alla "Metafisica del Sesso" di Evola. Per quanto riguarda invece la mia opinione sul tempo storico, nasce dalla lettura (fortuita, non posso spiegare di più) di un autore semi-sconosciuto come Giorgio Locchi. La migliore citazione evoliana che ricordi è quella che accosta il corteggiamento alla "prostituzione psichica". E' diventata il mio mantra.
Semplicemente, mi pongo nella posizione di Schopenhauer nell'arte di essere felici: vita serena ed autarchica. Certo che se la mia serenità viene quotidianamente molestata da proclami del genere "le donne sono superiori" o "dobbiamo venerare il matriarcato", so bene come rispondere.
Questo è il piano che avevo venti anni fa. Purtroppo, non essendo divenuto né ricco né famoso, nè tantomeno potente, non mi è possibile cavalcare alcunché.
P.S.
Anche rivolgersi alle professioniste, per via tanto delle leggi femministe dilaganti in Europa, quanto della crisi economica (acutissima qui in Italia) diviene sempre più difficile.
Più in generale, non basta più avere denaro (nemmeno tanto denaro), nel momento in cui la società occidentale rende questo non più un'arma nelle nostre mani per bilanciare quella della bellezza, ma un bottino che la bella donna può rubarci tramite le solite leggi a senso unico (vedi la deriva sulle molestie, i risarcimenti, i mantenimenti, il divorzio, ecc.).
Arrivati a questo punto, la tigre da cavalcare per un uomo occidentale potrebbe essere soltanto (ma temo che pochi lo capiscano e ancor meno avrebbero il coraggio di cavalcarla) il radicalismo islamico. Carta rischiosa, certo, ma non vedo altri "barbari" per "dare una spinta" all'occidente decaduto ed effemminato.
Nel frattempo, conviene continuare a dormire sonni da fanciullo.
Perfetto, ma per fare così occorre preservare il proprio denaro
loveplay
05/03/2018 | 22:12
Silver
Esempio 1 :Asia centro commerciale(MALL) vedo una bella ragazza seduta da sola su una panchina,mi avvicino e "attacco bottone" e dopo le solite cazzate la invito a prendere un caffè. Lei accetta È molto timida e con la giusta delicatezza riesco a scambiare i contatti e organizzare un incontro per il dopo-cena ed eventuale discoteca.Pago il conto e la saluto con un bell abbraccio e un bacio sulla guancia (ho stabilito il contatto fisico).Proseguo il pomeriggio e torno al mio alloggio e mi sorge un dubbio: non è che sta tipa è una libera professionista? Ripercorro tutti i passaggi dell'incontro come in una partita di carte e sento due vocine venirmi in aiuto:una mi dice "stai attento c'è qualcosa sotto è stato tutto troppo facile,sei lontano da casa ti stai mettendo nei guai,ti chiederà un sacco di soldi,è una prostituta" l'altra che mi dice" guardi troppi film è mai possibile che la ragazza si stesse solo guardando un po' attorno mentre stava scroccando il wi-fi ".Cosa sarebbe meglio fare in questo caso?
INCONTRA DONNE VOGLIOSEFlautoMagico
05/03/2018 | 22:25
Roma | 36-50
Gold
@loveplay queste si chiamano pippe mentali, lo sai vero?
- Che cazzo è quello?
- Ti sei risposto da sola.
bobreport
06/03/2018 | 19:33
Newbie
@Beyazid_II da quanto ho letto sei un professore universitario, i miei complimenti.
A me i giovani attuali sembrano molto più rincoglioniti dei loro coetanei di 20 anni fa, confermi?
https://imgur.com/a/KeoeTVe
Itaconeti
06/03/2018 | 23:53
Avalon
Gold
@Beyazid_II
certo per 'cavalcare la tigre' nella sessualità il denaro non basta ed è solo uno strumento
per aggirare le trappole che hai citato serve anche una strategia improntata alla flessibilità nei rapporti e alla globalizzazione della ricerca della gnocca
insomma comportarsi nella competizione sessuale in corso come il capitale postmoderno che va alla ricerca del massimo rendimento mantenendo il massimo della flessibilità
puntare sul radicalismo islamico sperando di provocare una reazione occidentale verso il ritorno del patriarcato mi sembra il contrario di cavalcare la tigre
ma anzi un tentativo di affrontarla destinato alla sconfitta nel kali-yuga attuale dal punto di vista tantrico che condivido
fidelio
loveplay
07/03/2018 | 00:14
Silver
Domanda :Visto che sabato sera sono stato invitato ad un party privato dove ci sarà una folta presenza di ragazze UCRAINE come devo comportarmi?(sono l'unico italiano) la loro mentalità è a me sconosciuta,è meglio puntare al sodo o racimolare più contatti possibili e poi farci serata in seguito? Non sto più nella pelle sto facendo il conto alla rovescia...
INCONTRA DONNE VOGLIOSEemii
07/03/2018 | 00:29
Gold
Se sei in italia, in genere un folto gruppo di ucraine lo puoi trovare nei parchetti intorno all'ora si pranzo: sono le badanti che fanno la pausa e si mangiano un panino.
Quindi sei stato invitato a una festa di badanti? In quel caso di che hai la nonna a cui serve assistenza e vedrai che avrai subito il loro interesse e il numero si telefono 😂😂😂
FlautoMagico
07/03/2018 | 02:54
Roma | 36-50
Gold
La parola supercazzola non è stata ancora scritta in questo 3d?
Bene, allora sono il primo!
- Che cazzo è quello?
- Ti sei risposto da sola.
loveplay
07/03/2018 | 08:25
Silver
Forse non mi sono spiegato bene:si tratta di party dove si ritrovano persone provenienti dall'Ucraina,marito moglie e figlie, coppiette,gruppi di soli maschi,gruppi di sole femmine dove si mangia, si balla e si beve wodka e spero ci si diverta.La mia domanda era per capire il carattere delle ragazze ucraine visto che c'è gente su questo forum che ha molta esperienza con questo tipo di donne.Io conosco molto bene la Polonia, ma basta vedere la differenza che c'è tra nord e sud Italia per capire che dalla Polonia alla Russia all Ucraina ci siano diverse mentalità.Poi che siano donne delle pulizie,badanti ,commesse o appena arrivate in Italia e quindi in cerca di lavoro a me sinceramente non interessa come non mi interessa il conto in banca dei miei amici/amiche.
Leggi le recensioni ESCORT e non farti fregare, trova la ESCORT nella tua cittàir_pelato
07/03/2018 | 09:42
provincia di pisa | 36-50
Gold
Sinceramente mi piacerebbe imitare varg sikerness in arte burzum https://www.youtube.com/channel/UCjhT3T-jL-IDCx42vioXGBw
ir_pelato
07/03/2018 | 09:51
provincia di pisa | 36-50
Gold
@itaconeti voler ottenere il max del rendimento col minimo della flessibilta direi che ho ragione io bisogna fare i puttanieri inclliti,poi radicalismo islamico per il ritorno al patriarcato,non succedera perche fra molto tempo gli islamici saranno come noi occidentali(potere del dio denaro e dei mezzi di comunicazione e cioè internet)
Sinceramente mi piacerebbe imitare varg sikerness in arte burzum https://www.youtube.com/channel/UCjhT3T-jL-IDCx42vioXGBw
Beyazid_II
07/03/2018 | 16:36
Newbie
Magari ammantarsi di un'immagine pubblica liberal-progressista, fingere di essere un sostenitore del "girl-power", arrivare a finanziare le campagne elettorali di canditati (e candidate) più in sintonia col demo-femminismo, e poi usare il denaro creato con gli estremismo "cul-turali" dello show-business tanto per crearsi un impero personale di potere e prestigio quanto per trombarsi ogni aspirante attrice-modella?
Ma questo è un tentativo già fallito, in senso letterale:
http://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/cinema/2018/02/26/societa-weinstein-verso-la-bancarotta_a2a4d7eb-cc62-4929-bfe8-bad791f2920e.html
Il povero Weistein pareva aver "cavalcato la tigre" (e non solo...) proprio nel senso indicate da te, eppure i suoi miliardi, i suoi agganci in politica, il suo incontrastato potere sui media cinematografici non sono serviti a non farsi disarcionare da quattro sciacquette (altro che tigri!) pentitesi ex-post di aver ottenuto corsie preferenziali nello spettacolo in cambio di favori particolari a letto.
Se uno come lui non ha potuto difendersi da donne che. in un mondo normale, dovrebbero avere meno credito di quello concesso a Clodia (la "Lesbia" di Catullo) nel processo contro Roscio difeso da Cicerone, come pensi potrebbe difendersi uno qualunque di noi, senza un millesimo di quel denaro, di quel potere, di quella fama?
Bada che non c'è una sola "prova oggettiva" contro questo presunto "mostro", c'è solo la parola invidiosa e rancorosa (Nietzsche direbbe: il Ressentiment) di ex-fanciulle con la bellezza da rose appassite e il carattere protervo da gramigne. E l'accusa principale (altrimenti sarebbe già in galera) non è tanto l'aver "avuto sesso senza consenso" (accusa da cui, pur fra mille difficoltà, ci si potrebbe comunque, almeno in via teorica discolpare), quanto (e qui dobbiamo stare attenti) l'aver l’aver usato fama, cultura e potere per ottenere una probabilità non nulla che un’attrice in cerca di fama, denaro e successo si disponesse (di buon grado) a concedergli i più intimi favori (in un do ut des).
In altre parole, è dipinto come "brutto costume da cancellare" proprio l'unico costume possibile per l'uomo, stando le cose quale esse sono nella biologia, posto che non si voglia vivere perennemente infelici ed inappagati (nonché potenzialmente tiranneggiabili, come tutti i bisognosi) nella sfera sessuale e da lì, tramite i ben noti meccanismo della psicanalisi, in tutto.
Se vuole sperare di avere un rapporto non dico certo di dominio (sia detto di passaggio: sono le donne ad usare il sesso per ottenere potere mentre noi, semmai, usiamo il potere per ottenere sesso, a dimostrazione di come le accuse femministe siano una chiara applicazione di quanto certi psicanalisti chiamano "teoria dello specchio"), ma di parità effettuale, l'uomo, di fronte alla bella donna, deve essere sempre nella posizione di offrire qualcosa (sia esso l’accesso, tramite unione/fidanzamento/matrimonio, ad uno stile di vita superiore, la promessa, tramite una posizione di prestigio/potere nella società, di una facile carriera in un mondo all’apparenza dorato, o, tramite il “sacro antichissimo culto di Venere prostituta”, soldi immediati e facili) verso cui ella sia mossa da bisogno e brama di intensità ed ineluttabilità pari a quanto da lui provato verso le di lei grazie, altrimenti resterà sempre e solo un "uomo episodico", uno specchio su cui provare l'avvenenza o un pezzo di legno innanzi a cui permettersi di tutto (qualsiasi provocazione sessuale o meno, qualsiasi tensione emotiva, qualsiasi irrisione al disio, qualsiasi umiliazione pubblica e privata, qualsiasi ferimento intimo, qualsiasi riduzione al nulla, qualsiasi inflizione di sofferenza del corpo o della psiche, di inappagamento fisico e mentale degenerante in ossessione, di disagio da sessuale ad esistenziale), un attore costretto a compiacere con recite da dongiovanni la vanagloria femminile o un giullare cui irridere nel disio, uno fra i tanti pronti a dare tutto in pensieri, parole e opere (per non dire dignità, recite, offerte materiali e morali e sopportazioni di patimenti e inappagamenti) in cambio della sola speranza, un cavalier servente pronto a tutto per un sorriso, un orante che miri dal basso verso l'alto chi in maniera imperscrutabile può decidere del suo paradiso e del suo inferno, un mendicante alla corte dei miracoli che attende di ricevere ciò di cui sente bisogno, un punching-ball sessuale, insomma, per gli allenamenti delle stronze.
E questo, si badi bene, non perchè le donne siano particolarmente "cattive" (ovvero più cattive di qualunque essere umano si trovi realmente nella condizione di poter infierire sull'altro o comunque di esercitare una forza contrattuale infinitamente superiore a quella subita), ma semplicemente perchè godono del privilegio di natura di ricoprire il privilegiato e "comodo" ruolo di selezione della vita (simboleggiato, come mi disse una mia cara amica biologa, dall’ovulo che se ne può stare fermo e comodo ad attendere, o, con altra metafora, dall’ape regina, che attrae e si fa seguire per poi “scegliere”) mentre possono ben lasciare a noi quello ingrato e "faticoso" di propagazione della stessa (ben raffigurato dai “numerosi e sacrificabili” spermatozoi che corrono e competono fra sciagure, affanni e rischi, come dai cervi costretti a scontrarsi ed incornarsi per emergere socialmente ed avere quindi accesso alle femmine ed alla perpetuazione di sé nella prole).
Non sono tanto le accuse e le minacce di Asia Argento (più brutta del padre: se mi si infilasse di notte nel letto non chiamerei i carabinieri per denunciarla per molestie, chiamerei direttamente l'acchiappafantasmi) e compagnia che ci devono spavantare, ma il credito che la loro visione del mondo rischia sempre di più di avere su ragazze che altrimenti non sarebbero affatto così arpie e, soprattutto, su chi determina leggi e costumi.
Non manca davvero molto ad una deriva sociale per cui anche i saggi, illuminanti, divertenti ma razionalmente equilibratissimi consigli di un maestro assoluto quale Flauto Magico su come cercare, seguire ed ottenere la bellezza femminile (sia detto fra parentesi, la sua eccellenza nella moderna Ars Amandi rifulge dai suoi racconti più dell'originale in versi di Ovidio. ma l'intelligenza che traspare dai suoi post è affilata come una corda tesa su un abisso: chiunque dovesse cercare di imitarlo, senza la sua finezza intellettuale ed il suo equilibrio emotivo, rischierebbe di cadere, da una parte o dall'altra, nella rinuncia o nella denuncia) saranno considerati "politicamente scorretti" o addirittura "incitamento alla discriminazione/molestia".
Si dice che il mondo sia in mano al denaro ed alla finanza (lo dico anch'io). Eppure uno Strauss-Kahn (altra vittima del femminismo cui va la mia piena solidarietà di uomo, al di là delle divergenze politico-ideologiche), capo del Fondo Monetario Internazionale (non di una qualsiasi "Banca Etruria"!) è passato dalla possibile Presidenza della Francia (!) al carcere (anche se assolto in penale, ha ora la vita azzerata per più di un motivo socio-economico) per un'accusa basata sul nulla formulata da chi (cameriera mussulmana) aveva mille motivi per mentire (non ultimo, l'antisemitismo silenzioso ma fattuale che - nessuno me lo toglierà dalla testa dato che pare il comun denominatore di tutte le accuse nazifemminste a uomini "eccellenti" di quell'ambiente: Weistein, Strauss-Kahn, Polanski, Allen etc. - cova - forse come reazione irrazionale più che come retaggio culturale - sotto le ceneri del più fiammeggiante e politicamente corretto "antirazzismo"). Poteva egli muovere le leve finanziarie del mondo intero e decidere della sorte di interi stati. Ebbene, l'occidente femminista ha deciso la sua sorte con una cameriera che, nelle "normali" gerarchie sociali del turbocapitalismo, se non fosse nata per caso femmina, sarebbe un piccolo ingranaggio del sistema senza rilevanza nè tantomeno potere ricattatorio.
Devo fare altri esempi?
Per capire che, dietro il "velo di Maya" della democrazia liberale, viviamo in un regime totalitario femminil-femminista, ci sono tutti gli estremi: possibilità di essere arrestati a caso come nella Polonia occupata dai Nazisti, sub-cultura della "colpa collettiva" inconciliabile con i principi dello stato liberale di diritto e degna delle persecuzioni ideologiche da Robespierre a Hitler, impossibilità di una adeguata difesa in tribunale da un'accusa ritenuta "provata" dal solo fatto di essere stata ben formulata - una via giudiziaria a metà fra il processo per stregoneria nel quale la negazione dell'accusa era un'ulteriore prova di colpa, una "ennesima offesa a Dio" e quello sommario del terrore giacobino in cui era l'imputato a dover dimostrare di non essere "nemico del popolo" - probabilità di essere destituiti dai propri incarichi più o meno pubblici - vedi l'ingegnere di Google l'anno scorso o il rettore di Harvard qualche annetto fa - per opinioni (o semplici spiegazioni) non conformi all'ideologia dominante,
Di cosa abbiamo ancora bisogno per, se non combattere, almeno scappare via? Che ci ritirino il passaporto perchè colpevoli di "cercare sesso a pagamento" (e in Norvegia questo è già previsto da dieci anni!)?
Senza offesa, ma il "cavalcare la tigre" a questo modo, in questo mondo, con queste evidenze, mi sembra sinistramente simile al tentativo del padre del protagonista dei "Giardino dei Finzi-Contini" di convincere il figlio che "le leggi razziali sono sì gravi ma tutto sommato sopportabili" ed "è ancora possibile, con le giuste furbizie, i giusti agganci e le giuste ricchezze, vivere felicemente". Per fortuna che il figlio è scappato e che qualcuno ha provveduto a distruggere con la guerra l'ideologia persecutoria.
Si vede che sono negato per l'insegnamento. Non mi sono fatto capire neanche da voi. Una reazione occidentale verso il ritorno ad una forma vagamente riconducibile al "patriarcato" (del genere di quello neanche tanto velatamente voluto da una anarchica come Oriana Fallaci o da una antropologa come Ida Magli, non a caso donne innamorate del padre) sarebbe il contrario di cavalcare la tigre e non solo fallirebbe, ma non sarebbe neppure possibile nel contesto attuale (ma neppure auspicabile, dato che del mondo dei nostri veri Padri sarebbe solo la caricatura farsesca e retorico-fascista).
Il mio "cavalcare le tigre" si riferiva, invece, proprio alla azione dei popoli islamici contro l'occidente demo-femminista. Per questo dicevo che servono immaginazione e coraggio difficilmente reperibili fra noi "ultimi uomini" amanti della conservazione delle idee e della vita. Dovremmo accettare la distruzione (forse anche fisica oltre che ideologica, se pensiamo a quello che l'ISIS ha fatto a Palmira) di quello che resta dell'eredità classica, delle nostre statue, dei nostri palazzi, delle nostre ville, delle nostre città, delle nostre lingue, dell'intero Rinascimento, dello stato di diritto (se ne rimane ancora qualcosa con quanto ho detto sopra), dello stesso benessere materiale (se non arriva prima a togliercelo la globalizzazione). Dovremmo, insomma, accettare che l'Europa non sia più la figlia (per quanto illegittima) della Grecia e di Roma. Serve, in altre parole, il coraggio di negare il nostro "io" (la prova suprema, vero?).
Serve, inoltre, l'immaginazione. Dobbiamo riuscire a vedere che oltre la distruzione completa di quanto restava del nostro mondo ci sarà (per quanto lontana, lunga, difficile e faticosa) la ricostruzione di un mondo nuovamente vivibile per l'uomo. L'occidente è troppo invaso oggi dal cancro femminista perchè possa essere salvato. Perchè noi possiamo anche solo voler salvarlo. Sacrificare noi perchè una "oltre-umanità" (che probabilmente non saranno i nostri nipoti, sicuramente non dal punto di vista biologico) possa vivere. Non è forse il primo significato dell'eroismo che un lettore della "Nascita della Tragedia" dovrebbe aver colto?
Sembra una allucinazione e non lo è.
Allucinazione è pensare di poter ancora convivere con l'iniquità rosa. Allucinazione è considerare di poter ristrutturare l'edificio dell'attuale occidente secondo una forma vivibile per noi. La demolizione è l'unica via praticabile.
Remore a distruggere la nostra stessa casa come in una versione in grande di "Fight-Club"? Non dovremmo averne. Il destino della nostra casa è stato segnato duemila anni fa, quando è partita la sovversione dei valori denunciata dal Nietzsche dell'Anticristiano.
Certo, non tutto in seguito è stato da buttare, il Cattolicesimo Romano qualcosa ha generato di ascendente (l'Umanesimo-Rinascimento in primis), ma solo nella misura in cui era ancora un patto fra sovversione cristiana originaria e spiritualità indoeuropea tradizionale in cui la prima contava solo in ambito morale-religioso (e spesso in maniera soltanto strumentale), mentre la seconda parte aveva una preminenza nelle decisioni della filosofia e della politica (altrimenti non sarebbero esistite le aristocrazie guerriere del medioevo). Con la Rivoluzione Francese questo patto si è rotto (la sovversione si è fatta politica) e, paradossalmente, proprio quando il mondo ha creduto di "uccidere il vecchio di biblico", i principi egalitari di questo si sono impadroniti delle nostre vite, dei nostri pensieri, dei nostri valori-guida. Possiamo dire che l'Europa è diventata veramente "cristiana" proprio quando i giacobini hanno iniziato a bruciare chiese e a perseguitare preti. Ora siamo noi a dover vivere nelle catacombe, ma con noi non intendo solo "noi ultimi epigoni del mondo della tradizione evoliano o della vita ascendente nietzscheana", intendo TUTTI noi "maschi, bianchi etero". Non è questo "ghetto virtuale" in cui stiamo ragionando di filosofia già di per sé stesso una "catacomba" rispetto ai luoghi dove si "fa cultura" ufficialmente?
Guardavo l'agghiacciante serie televisiva "here and now" dove ben si evidenzia come l'indottrinamento subito dalle nuove generazioni Yankee fin dalle scuole: non più alunni seduti ai banchi di fronte ad un'insegnante che spiega basandosi su testi scientifici di studiosi, ma tutti in cerchio, seduti sopra i banchi a discutere con l'insegnante basandosi sulle vaghe idee di "antirazzismo", "antifascismo" e "anti-discriminazione" imparate dai media, da Hollywood e dai cortei post-sessantottini.
Un ingenuo ragazzo (bianco, biondo, etero, con probabilmente quella che è la sua ragazza non femminista, a fianco), dopo aver tentato di ribattere timidamente ma razionalmente alle solite accuse colpevolistico-anacroniste dell'arpia femminista ("C'è qualcosa di cui non vi dovremmo incolpare?". "voi maschi", "voi maschi bianchi", "voi maschi bianchi etero", precisava continuamente il coro delle compagne), finisce per essere costretto ad iniziare un discorso con "io sento personalmente di dover chiedere scusa per la storia" (non so cos'abbia detto dopo perchè a quel punto ho fatto partire la trasmissione sullo skybox di "Guerra e Pace", tanto per spostarmi in Russia).
Ora, se è questionabile che ognuno di noi possa sentirsi in diritto di "vantarsi" per quanto non lui personalmente ma i propri avi (o quanti si suppongono essere tali) hanno compiuto nei secoli della civiltà europea (come vorrebbe un vetusto principio presunto-aristocratico che nei fatti ha portato alla decadenza una nobiltà adagiata sugli allori), è del tutto fuori discussione che il MERITO di aver fatto passare l'umanità dalla preistoria alla storia (con la "Rivoluzione Neolitica", che avevo sommariamente descritto nei miei precedenti interventi nel punto in cui Flauto Magico ha smesso di leggere, e che non sarebbe stata concepibile senza il superamento del principio "mesolitico" dell'uguaglianza matriarcale nella specie, senza una "vis-roboris" in grado di trasformare il tutto-indifferenziato del "marmo umano" primordiale in una statua dotata di bellezza, significato e senso a immagine e somiglianza dell'artefice col martello che decide cosa debba appartenervi e cosa debba essere ridotto in polvere, senza un nuovo principio "divino" che contempli la possibilità di differenziare - loro direbbero "discriminare" - cui la differenziazione dei ruoli e dei lavori è solo il riflesso materiale), dall'essere determinati dalla natura al poter determinare la propria stessa natura (l'uomo è l'unico animale che può scegliere, Lorenzo Valla docet, se "degenerare fino al verme o salire fino all'angelo" o, con altra metafora, può prendere le armi e le sembianze di qualunque altro animale a scelta, dalla Golpe al Lione, per citare anche il Machiavelli), dall'umanità puramente "naturale" (unica, pre-determinata nei modi di vita e di pensiero, ben rappresentata religiosamente dai dieci comandamenti dettati da un dio fuori dal mondo che non vuole l'uomo agisca liberamente sul mondo creato dal nulla) a quella propriamente "storica" (la cui ricchezza risiede proprio nell'aver differenziato il mondo umano in miriadi di popoli diversi per sentimento del mondo e volontà di destino, prima ancora per diversi colori di pelle, ognuno dei quali ha uno specifico ed irripetibile concetto di "umanità", il quale non può essere ricondotto, senza sostanziale "perdita di informazione" - perdonatemi la deformazione professionale - ad una "unica famiglia" come vorrebbero cristianesimo, mondialismo e dottrina dei diritti umani), diventi addirittura una COLPA.
Questa sovversione per me supera anche la lucida follia predittiva di Nietzsche. Qui stanno pretendendo come "diritto" qualcosa che in qualunque banalissimo club sarebbe, nel migliore, dei casi una "cafonata"! E' chi ha fondato ad avere il diritto a stabilire chi può iscriversi. Sono i fondatori ad avere il diritto a stabilire leggi e valori, non gli ultimi arrivati. Anzichè ringraziarci per poter vivere nel mondo che noi, uomini europei, abbiamo costruito CON LA STORIA (e quindi "di là dal bene e dal male"), donne di tutte le stirpi, fiancheggiate da extra-europei ammansiti ed addestrati da femminismo mainstream (che insegna il vittimismo come arma di ricatto), ci rimproverano il fatto stesso di aver generato (come pareva giustamente a noi) questo mondo in cui vivino nell'agio? Ma se fosse per loro vivremmo ancora nella foresta, o al massimo in quei villaggi matriarcali il cui unico lascito sono le tettone di terracotta venerate dalle archeologhe femministe! Si dovrebbero sognare anche gli acquedotti (proprietà etrusco-romana), per non dire dei pc e dei televisori d cui sparano stronzate. So che dire questo è ormai proibito, ma sapete tutti che lo è proprio nella misura in cui è vero. E le idee moderne (vale a dire le idee false) non tollerano le verità che possono essere non semplicemente dimostrate, ma proprio vissute quotidianamente. E' come la menata sulla "sottorappresentazione" delle donne nelle facoltà scientifiche (mi è arrivata la seconda mail ufficiale in pochi giorni oggi sull'ennesima conferenza filo-femminista sull'argomento: giuro che se, domani arriva la terza, mando altrettanto ufficialmente a fanculo il direttore dell'istituto che la organizza, oppure gli scrivo come la penso, che forse è peggio, chissà se mi licenzierebbero). Ma se noi, per emanciparci dalla natura e dalle sue infelicità (di cui quelle date dalle donne sono una parte non irrilevante) abbiamo creato la scienza, la matematica, e da adolescenti, ci siamo immersi in esse (nel mio caso, proprio per non avere a che fare con quelle che capivo diventare sempre più stronzette, un po' come arruolarsi nella Legione Straniera per delusione amorosa), perchè dovremmo ora voler essere circondati proprio da quello da cui siamo fuggiti? Sono loro a doversi adeguare alle nostre regole, non viceversa, cavolo. Poi tanto si sa che, partendo dal presupposto sbagliato dell'uguaglianza, arriveranno sempre alla conclusione che "ci sono discriminazioni culturali" per giustificare l'introduzione delle "discriminazioni positive" (ma lo sapete che quella capra della ministra uscente ha firmato un decreto per dare un rimborso del 20 percento superiore nel caso dell'iscrizione di studentesse?)
Non riusciranno mai ad ammettere che, forse, molte donne hanno doti naturali diverse (del resto, quando si dimostrano "migliori" in ambito umanistico-letterario, laddove peraltro è difficile dimostrare cosa sia meglio, tutti le applaudono e nessuno grida alle discriminazioni culturali antimaschili) o semplicemente non sono obbligate come noi a scegliere la facoltà di studio per cercare tassativamente un lavoro che renda tot euro e dia tot livello sociale pena essere socialmente negletti e sessualmente trasparenti (perchè comunque hanno ciò di cui Rousseau ed io abbiamo parlato sopra)?
Piuttosto che immaginare figli e nipoti (che per ora non penso di avere) costretti a seguire una scuola come quella di "Here and Now" ed un'università come quella che sta diventando la mia, preferisco immaginarmeli ad una "Scuola Coranica".
Perchè? Perchè, come ci ricorda Nietzsche stesso, al contrario del cristianesimo basato sulle donne e sui preti (negazione di ogni valore virile e guerrieri, di ogni sì alla vita, al piacere, alla lotta, campioni della rinuncia, nemici di ogni spinta all'accrescimento, alla conquista, alla grandezza), "l'Islam ha dei maschi, per presupposto".
Non è solo questione di poter vivere da poligami secondo la nostra natura piuttosto che essere forzati alla monogamia femminista (quella tradizionale pensata per l'educazione dei figli non aveva impatto sulla vita sessuale reale dei mariti, e spesso, nelle classi sociali più elevate, neanche delle mogli), ma di poter vivere tout-court, senza essere oppressi da sensi di colpa (come vorrebbero le leggi e i costumi per i quali anche uno sguardo è molestia ed anche la presenza delle grid girls sulla griglia di partenza è una offesa alla donna).
Lasciando anche perdere il basso ventre e tornando ad un punto di vista superiore, sui legami possibili fra il mondo Tradizionale europeo e la versione più "elevata" dell'Islam (penso al sufismo) hanno parlato con le loro azioni e le loro scelte Renè Guenon e Valentine de Saint Point (autrice del Manifesto della Donna Futurista, in pratica l'unica donna che avrei potuto amare anche intellettualmente). Anche dotti contemporanei che non si possono citare qui perchè altrimenti chiuderebbero questo forum, o almeno il mio account, hanno compreso come l'Islam sia oramai l'unico baluardo di un mondo non totalmente fondato su valori mercantili.
Sì, certo, molti qui preferirebbero la Russia di Putin, magari illusi dal fatto che un Alexander Dugin stia cercando di riattualizzare Evola e di vedere Mosca come la "Terza Roma", ma, al di là della politica contingente di contrasto all'imperialismo sorosiano che fomenta rivoluzioni in medio oriente ed in Ucraina, non possiamo affidare il nostro destino ad un paese comunque già troppo "civilizzato" per poterci fornire quei "barbari" necessari alla distruzione-per-la-ricostruzione che ancora poteva auspicare Niezsche a fine Ottocente. Sulla superiore bellezza delle donne russe non si discute, così come pure sul più consapevole grado di civiltà di una nazione che ha anche "La giornata dell'uomo" (cioè quella di chi ha portato le armi per difendere la Patria). Se già leggendo le vostre analisi sulle ragazze russe qualche dubbio trapelava sul fatto che ormai, pur non raggiungendo gli infimi livelli delle melanzane, non siano proprio quel prototipo di sincerità e di virtù immaginato da chi vorrebbe fare del sesso un'espressione del tantrismo, le parole di costei tolgono ogni dubbio, Guardatevi il video
Se da un lato fa piacere veder riconoscere e apprezzare qualità di cui le nostre connazionali manco si accorgono, dall'altro non si può far finta di non sentire che "dietro l'apparenza, comandiamo noi donne anche in Russia" (se nemmeno Stalin è riuscito a rettificare certi aspetti della donna....). E' vero che almeno lì sono ancora a disposizione dell'uomo strumenti sociali di compensazione/freno a tale naturale preminenza nella sfera erotico-sentimentale, e che le donne dentro e fuori casa lavora come e più delle femministe nostrane senza lamentarsi degli uomini, ma è anche vero che sfuggire al dovere della conquista qui per averlo là non è una soluzione definitiva (ma voi dareste la vostra mastercard alla tipa?). E poi: quanto resisterà la Russia prima di occidentalizzarsi? Anzi, non si è forse già occidentalizzata (come pare da molte considerazioni di colleghi esperti del luogo e dei social)? Se anche politicamente dovesse resistere come contraltare all'America, la sua struttura sociale, culturale, psichica e "di genere" sarà tutta da verificare sul lungo periodo. Quanto conterà davvero l'operato "metapolitico" di Dugin (ammesso non sia solo propaganda) in questo pro-gettarsi nella storia?
Se anche dovessi riuscirci l'alleanza con la Russia in sostituzione del patto atlantico (cosa che per altro io spererei di vedere), chi ci dice che, a livello sessuologico, questo avvicinamento si traduca in una "russificazione" delle melanzane piuttosto che in una "melanzanizzazione" delle russe? I primi dati sperimentali rilevati sul nostro territorio sono purtroppo a favore della seconda terribile ipotesi. Se dobbiamo scommettere sui cambiamenti progressivi, allora tanto vale sperare che Trump (il quale, essendo riuscito, contro ogni "infallibile" pronostico, ad onta di una propaganda unilateralmente ed universalmente avversa mai vista, a far gemere di disperazione milioni di femministe in tutto l'occidente, mi ha regalato, quella notte, un orgasmo multiplo di cui non potrò sperimentale l'uguale nemmeno conoscendo gli harem della Sublime Porta) rivolti gli States (basterebbe anche solo tagliare i fondi agli "studi di genere" e far fallire Hollywood, non chiedo di più: la gente, forse anche più stanca di noi del femminismo e dei suoi inganni, come del resto di tutte le altre menzogne progressiste, inizierebbe spontaneamente a rimettere in riga studenti e insegnanti di quelle scuole da "open-society" di cui parlavo sopra).
No, ragazzi, la soluzione deve essere veramente più radicale (non è proprio un caso se ho usato il termine "radicalismo"). Prendiamo i barbari là dove essi sono ancora tali. E, soprattutto, non aspettiamo che si "civilizzino" (altrimenti ha ragione "ir pelato" a cui risponderò a parte).
Qualcuno piangerà per la fine, ad opera dei discendenti del Profeta, di quello che fu il "Sacro Romano Impero", ma io lo potrò confortare ricordandogli che se Roma è riuscita, almeno in parte, a sopravvivere al cristianesimo, sopravvivrà (e probabilmente meglio) anche all'islamizzazione, la quale, come ho cercato di esporre e come meglio di mè ha mostrato il professore di Basilea, è molto meno in contrasto con la nostra tradizione (e soprattutto con la nostra natura virile) di quanto non lo fosse il sedicente "vangelo" (ecco forse, perchè agli occhi dell'occidente femmineo-democratico che "condanna la violenza" proprio perchè non vuole cambiare lo status quo, proprio perchè vuole permettere a chi è debole di tiranneggiare chi è forte con sensi di colpa, a chi è falso di falsificare i veritieri con armi psicosessuali, a chi è sterile nello spirito di castrare nel corpo e nella psiche i più fecondi poeti e guerrieri, appare "così terribile", "così nemico dell'umanità"......).
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