MOSCA - Il ristorante dell' albergo Ucraina, uno dei grattacieli in stile neo-gotico fatti costruire da Stalin per dare a Mosca un' architettura da moderna metropoli, è pieno di clienti impazienti. Finalmente viene buio in sala. Sul palcoscenico, illuminato da un fascio di luce, appaiono due ragazze mascherate da gattine. Dietro le quinte, un' orchestrina suona un ritmo a mezza via tra jazz e rock. Con lenti gesti cadenzati, le gattine si spogliano. Restano nude. Si sdraiano. Si attorcigliano l' una sull' altra. Mimano un atto sessuale. Si rialzano. Escono tra gli applausi. Arriva una valletta in topless, e annuncia un altro numero di strip-tease. Un cartoncino di riconoscimento Ore 24. La coda per comprare il biglietto al Club Oriental Excelsior è lunga fino in fondo alle scale. Gli avventori pagano 600 rubli a testa, ottengono un cartoncino di riconoscimento ed entrano nel casinò. Dentro si vedono donne in piume di struzzo, uomini col codino, croupier in smoking. Di sale da gioco come questa, a Mosca ce ne sono ormai una ventina. Ma all' Oriental Excelsior c' è più gente, perché si gioca in rubli, anziché in dollari come nelle altre. Il proprietario, tuttavia, non rinuncia a selezionare la clientela. "Così vestito, lei non può entrare", dice il buttafuori di guardia sulla porta a un giovane in blue-jeans e camicia. Nell' ex-patria dell' egualitarismo a tutti i costi, oggi è gradito l' abito scuro persino nei casinò. Ore 2. Le ragazze indossano miniabiti rigorosamente neri e scarpe con tacco a spillo. I ragazzi sono in jeans scoloriti Levis, scarpette Nike' s, giubbotti di pelle. Qualcuno esibisce una cresta di capelli colorati stile punk. I raggi laser che tagliano a fette la sala sono verdi, rossi, gialli. La musica è "rap". Il bar serve vodka e champagne. Il biglietto d' ingresso costa 1500 rubli (più del salario medio mensile di un russo medio), o 15 dollari, a scelta. La serata è organizzata da un disck-jockey di San Pietroburgo. Il luogo è il padiglione "Cosmos" della Vdnkh, il parco di esposizioni creato per celebrare le glorie del socialismo, tra modelli in grandezza naturale delle navi spaziali e gigantografie dei cosmonauti. La festa dura fino all' alba. Ce n' è una così almeno una volta al mese, sempre in un posto diverso, con eguale successo. Attenzione a non fraintendere. Mosca non è ancora diventata simile alla New York delle mille luci, alla Madrid della "movida", nè alla Rimini del "divertimentificio" all' italiana. Ma nell' anno primo del post-comunismo, le notti della capitale di Russia stanno vivendo una storica rivoluzione. Per decenni, i divertimenti notturni "all' occidentale" erano rimasti un tabù, un sogno proibito. Dopo le dieci di sera era difficile trovare un locale aperto, qualcosa da fare. L' atmosfera, dopo il tramonto, era efficacemente riassunta dai versi di una celebre canzone, "Podmoskovnye Vecerà", tradotta in italiano con il titolo di "Mezzanotte a Mosca". Che dicono: "Se voi sapeste come mi sono care, queste tranquille notti di Mosca". Oggi le notti di Mosca non sono più così tranquille. Puoi andare a vedere lo spogliarello o spettacoli erotici di vario tipo in almeno mezza dozzina di bar- club-ristoranti. Puoi vincere o perdere una fortuna alla roulette, al tavolo del "black jack" o a quello del poker, nei casinò piazzati dentro gli alberghi, nei ristoranti, nei saloni rococò dell' Ippodromo, in club fumosi nascosti nelle vie di periferia, persino su una nave ormeggiata in permanenza sulla Moscova. Puoi ballare fino al mattino in discoteche che somigliano in tutto, dal "look" del pubblico all' arredamento, dalle mosse dei ballerini alla musica, dalle luci psichedeliche all' odore di marijuana, alle discoteche di Europa e America. Ci sono più ristoranti di prima, tutti cooperativi o privati, naturalmente, molti aperti fino alle ore piccole, con cucina russa, caucasica, cinese, giapponese, filippina, italiana, francese, tedesca, inglese, jugoslava, danese, americana, spagnola. Ci sono più chioschi, negozi, barettini aperti 24 ore: prima, se volevi comprare un pacchetto di sigarette o una bottiglia di vodka, c' erano tre negozi aperti tutta la notte per una città di dodici milioni di abitanti; adesso c' è una esplosione di "Nochnoj Shop", negozi notturni, dove acquistare a qualsiasi ora una bottiglia di champagne, una scatola di cioccolatini, un profumo, le Marlboro, un preservativo. Sempre più ' lucciole' E ci sono sempre più "lucciole" a illuminare la notte, più prostitute che mai: nei bar degli alberghi, sulla Piazza Rossa a ogni cambio della guardia davanti al mausoleo di Lenin, anche nelle strade del centro, sul marciapiede, come le loro colleghe "passeggiatrici" in Occidente. Ci sono anche, in parte, le regole assurde di una volta. Negli hotel in cui si paga in valuta pregiata, se sei un russo non puoi entrare. Occorre un permesso, un motivo, e comunque devi mostrare il passaporto. Ti senti, se sei russo, come un nero in Sudafrica quando c' era l' apartheid. Ufficialmente è una regola per tenere fuori dall' albergo i malintenzionati e in particolare le prostitute: che in realtà sono gli unici russi in grado di entrare, pagando una lauta tangente al portiere di guardia. Ma poiché i tempi cambiano più in fretta degli usi e costumi, è facile cadere in errore. "Dove credi di andare, furbina?", sento dire a un "guardiano" dell' Hotel Mezdunarodnaja, rivolto a una bella ragazza, molto truccata, molto profumata, molto ingioiellata, che si accinge a passare il controllo senza offrire ragioni, documenti o bustarelle. "Vado a succhiare...", replica lei disinvolta. E mentre l' uomo tenta di riaversi dalla risposta, la ragazza lo investe come una furia: "Mio marito è un biznizman! Ha un ufficio in questo posto! Come ti permetti, idiota! Lasciami passare!" Dieci anni fa c' erano i locali dove si paga in dollari, riservati agli stranieri, e quelli in rubli, aperti anche ai russi. Ma nella Mosca del 1992 questa distinzione non è più possibile. Il dollaro è la valuta di rigore per tutti i "nuovi ricchi" di Russia, imprenditori, commercianti, speculatori, mafiosi, neocapitalisti che hanno approfittato per primi della riforma economica e della fine del socialismo. E anche dove si paga in rubli, i prezzi sono talmente alti che chi guadagna uno stipendio medio, chi vive del proprio, misero salario statale (tra i 1000 e i 2000 rubli al mese), non potrebbe mai permettersi una spesa simile. Stranieri e "nuovi ricchi" godono perciò insieme i piaceri della Mosca post-comunista. Vanno negli stessi posti. Spendono le stesse cifre. Bevono gli stessi drink. C' è un paradosso in questo improvviso "boom" delle notti moscovite. I divertimenti più semplici sono in crisi. Tiene a malapena il cinema, proponendo una valanga di film americani di serie B, genere "sesso, sangue e perversione". Ma crollano teatri e concerti, perché il prezzo del biglietto è troppo alto per il cittadino medio, e il genere di spettacolo non attira i "nuovi ricchi". Così la gente "normale" rimane in casa, con la magra consolazione che i programmi televisivi sono un po' migliorati, un po' più interessanti, sotto la nuova gestione di Egor Jakovlev, l' ex-direttore del settimanale portabandiera della glasnost, Moskovskie Novosti. In compenso, impazzano i divertimenti da "Vip". Che pagano 600 rubli a testa per lo show erotico della compagnia estone Kakadù al ristorante dell' hotel Ucraina, o una somma analoga negli altri "templi" dello spogliarello, il Café Solaris, i ristoranti U Kamena, Kashtan, Olimp, o un conto in dollari al bar Arlecchino, di fianco all' omonimo ristorante italiano, dove lo strip-tease è più artistico e mescolato alle dolci melodie dello "swing" americano anni ' 40. Oppure, il sabato, vanno a danzare il "ballroom dancing" in abito da sera, sotto uno spettacolare tetto di vetri colorati, nella grande "Metropol Zal" dell' hotel Metropol, restaurato da un anno e riportato al suo lusso pre- rivoluzione del ' 17. Per i patiti del gioco d' azzardo, Mosca è ormai la Las Vegas di tutte le Russie: se la città del Nevada ha un casinò intitolato a Cesare, l' imperatore romano, la capitale russa ne ha uno chiamato Ninevia, dal nome dell' antica città assira, e tra specchi, palme, fumo e piano-bar sembra uscito da una scenografia di Casablanca. Per punk e "alternativi", c' è l' Hard Rock Café, aperto da un produttore di musica rock, Stas Namin (lo stesso che voleva portare il Lenin imbalsamato in tournée per il mondo): sta aperto fino alle quattro di mattina, ha le luci basse, e poiché si trova in fondo a Gorkij Park, meglio andarci in auto, per evitare spiacevoli incontri con gli ubriachi che in questa stagione ricominciano ad affollare le panchine del parco. I figli dei ' nuovi ricchi' Ma per i figli dei "nuovi ricchi", per i giovani che si inventano un "business" comprando a poco e vendendo a molto, per i rockettari, gli attori, gli artisti, per i primi "yuppies" di Russia, per le "lucciole" da 200 dollari al colpo, e per migliaia di stranieri, non c' è niente come la "Tusovka". E' una parola dello "slang" giovanile, che vuol dire più o meno "appuntamento, riunione, occasione di far casino tutti insieme". Forse si rende meglio con un termine inglese: "happening". Per i moscoviti in cerca di "vita", comunque, "Tusovka" significa una cosa sola: i grandi party danzanti organizzati in una Casa della Cultura sull' Arbat, al Padiglione dei Cosmonauti, al Velodromo, nei parchi, dove capita. Se si escludono le discoteche negli alberghi, Mosca ha in realtà una sola, vera "disco": il "Night-Flight", sulla via Tverskaja, in pieno centro. Molto bella, molto alla moda, ma piccola e frequentata in maggioranza da stranieri, mafiosi e prostitute d' alto bordo. Così, in attesa che qualche investitore dal buon fiuto apra una catena di megadiscoteche in città, l' unica occasione per ballare, bere, fumare, stordirsi in due o tremila in grande stile fino all' alba è la "Tusovka". Radio, giornali "underground" e un tam-tam di telefonate, avvertono del luogo e dell' ora della festa. L' ultima, nel giardino Ermitage, uno degli angoli più vecchi e pittoreschi della capitale, prevedeva un ballo in maschera, una cena sontuosa con cameriere che indossano soltanto uno striminzito grembiulino, una sfilata di sosia di dittatori (Lenin, Stalin, Breznev, Hitler, Caligola), danze tzigane, show erotico, sabba di streghe, per celebrare il plenilunio di primavera e la "Margherita" di Bulgakov. Costo del biglietto: 10 mila rubli, o 100 dollari. "Venite in carrozza", avvertiva l' invito, "e se non ce l' avete, venite in Mercedes".
non si può raccontare a voce.... era come stare in un altro pianeta: ragazze non puttane (molto meno delle italiane di oggi) che studiavano, lavoravano e soprattutto trombavano...ovviamente se uno ci sapeva fare
si è vero,la nostalgia è forte per chi ha vissuto gli anni 90 da trombatore(nel mio caso prima romania e poi cuba...)ma meglio oggi dai....sono loro che vengono qui da noi...si è vero che i low cost hanno degradato tanti posti ma anche grazie a loro che possiamo farci tante gite negli fkk...una volta si andava all'avventura,ora basta agganciarle su internet e andarle a trovare...i tempi cambiano,la gente cambia....basta solo adeguarsi...sinceramenete scopo molto di piu ora che ho superato i 40 che una volta.
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Viaggiatore2126
10/09/2013 | 18:28
Gold
19 Maggio 1992
Fonte: La Repubblica
MOSCA - Il ristorante dell' albergo Ucraina, uno dei grattacieli in stile neo-gotico fatti costruire da Stalin per dare a Mosca un' architettura da moderna metropoli, è pieno di clienti impazienti. Finalmente viene buio in sala. Sul palcoscenico, illuminato da un fascio di luce, appaiono due ragazze mascherate da gattine. Dietro le quinte, un' orchestrina suona un ritmo a mezza via tra jazz e rock. Con lenti gesti cadenzati, le gattine si spogliano. Restano nude. Si sdraiano. Si attorcigliano l' una sull' altra. Mimano un atto sessuale. Si rialzano. Escono tra gli applausi. Arriva una valletta in topless, e annuncia un altro numero di strip-tease. Un cartoncino di riconoscimento Ore 24. La coda per comprare il biglietto al Club Oriental Excelsior è lunga fino in fondo alle scale. Gli avventori pagano 600 rubli a testa, ottengono un cartoncino di riconoscimento ed entrano nel casinò. Dentro si vedono donne in piume di struzzo, uomini col codino, croupier in smoking. Di sale da gioco come questa, a Mosca ce ne sono ormai una ventina. Ma all' Oriental Excelsior c' è più gente, perché si gioca in rubli, anziché in dollari come nelle altre. Il proprietario, tuttavia, non rinuncia a selezionare la clientela. "Così vestito, lei non può entrare", dice il buttafuori di guardia sulla porta a un giovane in blue-jeans e camicia. Nell' ex-patria dell' egualitarismo a tutti i costi, oggi è gradito l' abito scuro persino nei casinò. Ore 2. Le ragazze indossano miniabiti rigorosamente neri e scarpe con tacco a spillo. I ragazzi sono in jeans scoloriti Levis, scarpette Nike' s, giubbotti di pelle. Qualcuno esibisce una cresta di capelli colorati stile punk. I raggi laser che tagliano a fette la sala sono verdi, rossi, gialli. La musica è "rap". Il bar serve vodka e champagne. Il biglietto d' ingresso costa 1500 rubli (più del salario medio mensile di un russo medio), o 15 dollari, a scelta. La serata è organizzata da un disck-jockey di San Pietroburgo. Il luogo è il padiglione "Cosmos" della Vdnkh, il parco di esposizioni creato per celebrare le glorie del socialismo, tra modelli in grandezza naturale delle navi spaziali e gigantografie dei cosmonauti. La festa dura fino all' alba. Ce n' è una così almeno una volta al mese, sempre in un posto diverso, con eguale successo. Attenzione a non fraintendere. Mosca non è ancora diventata simile alla New York delle mille luci, alla Madrid della "movida", nè alla Rimini del "divertimentificio" all' italiana. Ma nell' anno primo del post-comunismo, le notti della capitale di Russia stanno vivendo una storica rivoluzione. Per decenni, i divertimenti notturni "all' occidentale" erano rimasti un tabù, un sogno proibito. Dopo le dieci di sera era difficile trovare un locale aperto, qualcosa da fare. L' atmosfera, dopo il tramonto, era efficacemente riassunta dai versi di una celebre canzone, "Podmoskovnye Vecerà", tradotta in italiano con il titolo di "Mezzanotte a Mosca". Che dicono: "Se voi sapeste come mi sono care, queste tranquille notti di Mosca". Oggi le notti di Mosca non sono più così tranquille. Puoi andare a vedere lo spogliarello o spettacoli erotici di vario tipo in almeno mezza dozzina di bar- club-ristoranti. Puoi vincere o perdere una fortuna alla roulette, al tavolo del "black jack" o a quello del poker, nei casinò piazzati dentro gli alberghi, nei ristoranti, nei saloni rococò dell' Ippodromo, in club fumosi nascosti nelle vie di periferia, persino su una nave ormeggiata in permanenza sulla Moscova. Puoi ballare fino al mattino in discoteche che somigliano in tutto, dal "look" del pubblico all' arredamento, dalle mosse dei ballerini alla musica, dalle luci psichedeliche all' odore di marijuana, alle discoteche di Europa e America. Ci sono più ristoranti di prima, tutti cooperativi o privati, naturalmente, molti aperti fino alle ore piccole, con cucina russa, caucasica, cinese, giapponese, filippina, italiana, francese, tedesca, inglese, jugoslava, danese, americana, spagnola. Ci sono più chioschi, negozi, barettini aperti 24 ore: prima, se volevi comprare un pacchetto di sigarette o una bottiglia di vodka, c' erano tre negozi aperti tutta la notte per una città di dodici milioni di abitanti; adesso c' è una esplosione di "Nochnoj Shop", negozi notturni, dove acquistare a qualsiasi ora una bottiglia di champagne, una scatola di cioccolatini, un profumo, le Marlboro, un preservativo. Sempre più ' lucciole' E ci sono sempre più "lucciole" a illuminare la notte, più prostitute che mai: nei bar degli alberghi, sulla Piazza Rossa a ogni cambio della guardia davanti al mausoleo di Lenin, anche nelle strade del centro, sul marciapiede, come le loro colleghe "passeggiatrici" in Occidente. Ci sono anche, in parte, le regole assurde di una volta. Negli hotel in cui si paga in valuta pregiata, se sei un russo non puoi entrare. Occorre un permesso, un motivo, e comunque devi mostrare il passaporto. Ti senti, se sei russo, come un nero in Sudafrica quando c' era l' apartheid. Ufficialmente è una regola per tenere fuori dall' albergo i malintenzionati e in particolare le prostitute: che in realtà sono gli unici russi in grado di entrare, pagando una lauta tangente al portiere di guardia. Ma poiché i tempi cambiano più in fretta degli usi e costumi, è facile cadere in errore. "Dove credi di andare, furbina?", sento dire a un "guardiano" dell' Hotel Mezdunarodnaja, rivolto a una bella ragazza, molto truccata, molto profumata, molto ingioiellata, che si accinge a passare il controllo senza offrire ragioni, documenti o bustarelle. "Vado a succhiare...", replica lei disinvolta. E mentre l' uomo tenta di riaversi dalla risposta, la ragazza lo investe come una furia: "Mio marito è un biznizman! Ha un ufficio in questo posto! Come ti permetti, idiota! Lasciami passare!" Dieci anni fa c' erano i locali dove si paga in dollari, riservati agli stranieri, e quelli in rubli, aperti anche ai russi. Ma nella Mosca del 1992 questa distinzione non è più possibile. Il dollaro è la valuta di rigore per tutti i "nuovi ricchi" di Russia, imprenditori, commercianti, speculatori, mafiosi, neocapitalisti che hanno approfittato per primi della riforma economica e della fine del socialismo. E anche dove si paga in rubli, i prezzi sono talmente alti che chi guadagna uno stipendio medio, chi vive del proprio, misero salario statale (tra i 1000 e i 2000 rubli al mese), non potrebbe mai permettersi una spesa simile. Stranieri e "nuovi ricchi" godono perciò insieme i piaceri della Mosca post-comunista. Vanno negli stessi posti. Spendono le stesse cifre. Bevono gli stessi drink. C' è un paradosso in questo improvviso "boom" delle notti moscovite. I divertimenti più semplici sono in crisi. Tiene a malapena il cinema, proponendo una valanga di film americani di serie B, genere "sesso, sangue e perversione". Ma crollano teatri e concerti, perché il prezzo del biglietto è troppo alto per il cittadino medio, e il genere di spettacolo non attira i "nuovi ricchi". Così la gente "normale" rimane in casa, con la magra consolazione che i programmi televisivi sono un po' migliorati, un po' più interessanti, sotto la nuova gestione di Egor Jakovlev, l' ex-direttore del settimanale portabandiera della glasnost, Moskovskie Novosti. In compenso, impazzano i divertimenti da "Vip". Che pagano 600 rubli a testa per lo show erotico della compagnia estone Kakadù al ristorante dell' hotel Ucraina, o una somma analoga negli altri "templi" dello spogliarello, il Café Solaris, i ristoranti U Kamena, Kashtan, Olimp, o un conto in dollari al bar Arlecchino, di fianco all' omonimo ristorante italiano, dove lo strip-tease è più artistico e mescolato alle dolci melodie dello "swing" americano anni ' 40. Oppure, il sabato, vanno a danzare il "ballroom dancing" in abito da sera, sotto uno spettacolare tetto di vetri colorati, nella grande "Metropol Zal" dell' hotel Metropol, restaurato da un anno e riportato al suo lusso pre- rivoluzione del ' 17. Per i patiti del gioco d' azzardo, Mosca è ormai la Las Vegas di tutte le Russie: se la città del Nevada ha un casinò intitolato a Cesare, l' imperatore romano, la capitale russa ne ha uno chiamato Ninevia, dal nome dell' antica città assira, e tra specchi, palme, fumo e piano-bar sembra uscito da una scenografia di Casablanca. Per punk e "alternativi", c' è l' Hard Rock Café, aperto da un produttore di musica rock, Stas Namin (lo stesso che voleva portare il Lenin imbalsamato in tournée per il mondo): sta aperto fino alle quattro di mattina, ha le luci basse, e poiché si trova in fondo a Gorkij Park, meglio andarci in auto, per evitare spiacevoli incontri con gli ubriachi che in questa stagione ricominciano ad affollare le panchine del parco. I figli dei ' nuovi ricchi' Ma per i figli dei "nuovi ricchi", per i giovani che si inventano un "business" comprando a poco e vendendo a molto, per i rockettari, gli attori, gli artisti, per i primi "yuppies" di Russia, per le "lucciole" da 200 dollari al colpo, e per migliaia di stranieri, non c' è niente come la "Tusovka". E' una parola dello "slang" giovanile, che vuol dire più o meno "appuntamento, riunione, occasione di far casino tutti insieme". Forse si rende meglio con un termine inglese: "happening". Per i moscoviti in cerca di "vita", comunque, "Tusovka" significa una cosa sola: i grandi party danzanti organizzati in una Casa della Cultura sull' Arbat, al Padiglione dei Cosmonauti, al Velodromo, nei parchi, dove capita. Se si escludono le discoteche negli alberghi, Mosca ha in realtà una sola, vera "disco": il "Night-Flight", sulla via Tverskaja, in pieno centro. Molto bella, molto alla moda, ma piccola e frequentata in maggioranza da stranieri, mafiosi e prostitute d' alto bordo. Così, in attesa che qualche investitore dal buon fiuto apra una catena di megadiscoteche in città, l' unica occasione per ballare, bere, fumare, stordirsi in due o tremila in grande stile fino all' alba è la "Tusovka". Radio, giornali "underground" e un tam-tam di telefonate, avvertono del luogo e dell' ora della festa. L' ultima, nel giardino Ermitage, uno degli angoli più vecchi e pittoreschi della capitale, prevedeva un ballo in maschera, una cena sontuosa con cameriere che indossano soltanto uno striminzito grembiulino, una sfilata di sosia di dittatori (Lenin, Stalin, Breznev, Hitler, Caligola), danze tzigane, show erotico, sabba di streghe, per celebrare il plenilunio di primavera e la "Margherita" di Bulgakov. Costo del biglietto: 10 mila rubli, o 100 dollari. "Venite in carrozza", avvertiva l' invito, "e se non ce l' avete, venite in Mercedes".
Capo Moderatore
La Seduzione Del Drago
Carlo76
10/09/2013 | 18:36
Newbie
Raccontaci come si trombava grazie
Leggi le recensioni ESCORT e non farti fregare, trova la ESCORT nella tua cittàViaggiatore2126
10/09/2013 | 18:53
Gold
@Carlo76
http://gnoccatravels.com/viaggiodellagnocca/8970/il-leggendario-the-hungry-duck-di-mosca
Capo Moderatore
La Seduzione Del Drago
pietroilgrande
10/09/2013 | 19:49
Silver
@Carlo76
non si può raccontare a voce.... era come stare in un altro pianeta: ragazze non puttane (molto meno delle italiane di oggi) che studiavano, lavoravano e soprattutto trombavano...ovviamente se uno ci sapeva fare
Leggi le recensioni ESCORT e non farti fregare, trova la ESCORT nella tua cittàlucio
10/09/2013 | 20:34
Newbie
si è vero,la nostalgia è forte per chi ha vissuto gli anni 90 da trombatore(nel mio caso prima romania e poi cuba...)ma meglio oggi dai....sono loro che vengono qui da noi...si è vero che i low cost hanno degradato tanti posti ma anche grazie a loro che possiamo farci tante gite negli fkk...una volta si andava all'avventura,ora basta agganciarle su internet e andarle a trovare...i tempi cambiano,la gente cambia....basta solo adeguarsi...sinceramenete scopo molto di piu ora che ho superato i 40 che una volta.
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